«Ri-farsi prossimo»: la prima Lettera pastorale del vescovo Nazzareno.
Si intitola «Ri-farsi prossimo» e rappresenta la prima Lettera pastorale che porta la firma di S. E. monsignor Nazzareno Marconi, vescovo della diocesi di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia.
Il testo, consegnato oggi stesso ai sacerdoti e ai religiosi della comunità è dedicato al tema della Carità, che farà da filo conduttore nella riflessione del nuovo Anno Pastorale che si apre tra pochi giorni, domenica 25 settembre.
«La Lettera – spiega lo stesso monsignor Marconi – si ispira, a trenta anni di distanza, alla lettera “Farsi prossimo”, curata dal cardinale di Milano, Carlo Maria Martini: un vero maestro per me, a cui devo la passione per la Lectio divina, lettura orante della Parola di Dio». Lo scopo è chiaro: l'intento del Pastore della Chiesa maceratese è quello di «diffondere più ampiamente il cuore del messaggio della Lettera pastorale e magari spingere qualcuno a leggere il testo completo».
A presentare il modello evangelico della carità cristiana su cui si fonda il documento è l’Evangelista San Luca, con la parabola del Samaritano. Un brano che, come spiegato dallo stesso presule, può dividersi in quattro parti.
All'incipit, caratterizzato dalla violenza, dal concetto del male e dell'abbandono e da quella «globalizzazione dell'indifferenza» a cui più volte richiama anche papa Francesco, fa seguito una seconda parte, in cui ci viene presentato «il penoso spettacolo della durezza del cuore, quando il sacerdote ed il levita, a cui purtroppo a volte assomigliamo, passano oltre». Ai termini «fretta», «paura» e «alibi», monsignor Marconi affianca i passaggi citati allora dal cardinal Martini: «Se ogni credente si impegnasse in un quotidiano servizio della Carità e se tutti i credenti fossero abituati a confrontarsi tra di loro, a comunicarsi nella fede le esperienze di Carità, a completare reciprocamente le proprie lacune, nascerebbe una vita di Chiesa più pronta a rispondere ai bisogni della società con la luce e la forza del Vangelo».
Quindi, il terzo momento a cui fa riferimento il Vescovo di Macerata, partendo da un'espressione, «cuore di tutta la narrazione»: si tratta di una sola parola greca che significa «fu mosso a compassione». «Dobbiamo riflettere insieme – aggiunge – per scoprire le leggi misteriose, secondo le quali l'amore di Dio, mediante lo Spirito di Gesù, infonde la Carità nei nostri cuori». Un invito che, attraverso un itinerario formativo di incontri mensili rivolti sia ai laici più impegnati che al clero, apre ad ulteriori quesiti, interpellando i fedeli e la comunità civile: «Come essere più creativi ed efficaci oggi nella Carità? Che rapporto c'è tra Carità e giustizia?», solo per citarne alcuni. L'intento sarà quello di riflettere anche alla luce della «Evangelii Gaudium» di Bergoglio, per essere realmente «una Chiesa missionaria in uscita verso gli ultimi» e «sensibile alla dimensione sociale dell'evangelizzazione».
Infine, la quarta parte della parabola presa in considerazione nella Lettera Pastorale, dove si mostra «la concretezza e l'efficacia della Carità». Da qui, spiega ancora Marconi, si evincono «cinque ambiti di impegno per la testimonianza concreta della Carità attuata da tutta la comunità cristiana: l'amore fraterno, la dedizione personale, il discernimento spirituale, l'animazione sociale e l'impegno politico». In particolare, il riferimento all'attività amministrativa si concentra nella consapevolezza che «è bene evitare che la politica divenga troppo invasiva, pretendendo di decidere su tutto e ignorando autonomia e sussidiarietà», con l'impegno di considerare seriamente l'aspetto della «formazione» per costruire «una solida collaborazione tra Chiesa e Stato».
L'auspicio, conclude don Nazzareno nella sua sintesi di presentazione del testo, è quello «di accogliere questa Lettera come una provocazione a metterci in moto insieme, soprattutto a livello di Unità Pastorali» dando così origine a quei «Consigli Pastorali di UP» da cui ricevere quel «prezioso supporto» per guidare «come comunità unita la nostra Diocesi, sulle vie della Carità».
Commenti