Alzheimer Uniti Italia: "Dobbiamo passare alle azioni, gli anziani terremotati hanno bisogno di aiuto"
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della presidente Berardinelli di Alzheimer Uniti Italia:
Sembra che questo territorio (in cui la terra continua a tremare senza tregua) sia invisibile non abbia cioè un’identità propria che rappresenti persone e storia, da preservare…
Parte della provincia di Macerata (delle 4 Regioni è quella più colpita dagli eventi sismici 48 comuni su 57…) rischia di scomparire e non ripartire (con tutto quello che ne consegue a livello economico/sociale) se non attiviamo subito politiche organizzative che disciplinino una programmazione seria e coordinata da un’unica cabina di regia per riprendere una vivibilità il più normale possibile.
In tutto questo è assolutamente necessaria la tutela del patrimonio rappresentato dagli anziani.
Lo stiamo dicendo da mesi ma sembra proprio che nessuno voglia capire.
Nella situazione tragica post sisma giustamente è stata data attenzione ai bambini (ludoteca piuttosto che pedagogisti) mentre gli anziani vivono una condizione di totale abbandono.
Abbiamo scritto un appello ad Errani evidenziando quanto l’intervento a sostegno della terza età non deve essere motivato dalla bontà o dalla sensibilità del singolo, ma debba rientrare in una progettazione seria di azioni, per tutelarci, per garantirci un futuro in quanto gli anziani sono il collante essenziale con il passato e con i valori che rappresenta.
Come Alzheimer Uniti Italia stiamo portando avanti insieme all’Associazione Italiana di Psicogeriatria ed agli Ambiti più colpiti un progetto che già ha visto il “censimento” degli over65 ospiti negli hotel della costa da Alba Adriatica a Senigallia (dai quali dovranno andare via entro il 30 giugno) con l’idea di riunire le persone fragili in alberghi dell’entroterra dando loro un’attenzione dedicata.
Attualmente tutta la situazione è gestita a livello “spot” con dei costi altissimi senza risolvere neanche minimamente la tragedia che si sta consumando.
Rischiamo di cancellare dei territori, di compromettere un sistema economico e di attività legate indissolubilmente anche alla problematica sociale.
Formalmente con le parole siamo tutti disposti a difendere questo nostro sistema in pericolo ed a salvaguardare le persone fragili, il tempo dei proclami però è finito, servono azioni, scelte che riconducano alla normalità tenendo conto del fabbisogno e di chi in prima linea sta vivendo questo dramma.
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