Una standing ovation e un susseguirsi di applausi nella serata di ieri al Politeama di Tolentino dove Stefano Fresi (commosso) ha conquistato il pubblico con il suo nuovo spettacolo Dioggene. Tutto esaurito per l’amatissimo attore romano che attraverso i suoi personaggi, interpretati in dialoghi in cui era lui ad impersonarli tutti, ha indagato sull’animo umano di ieri e di oggi, dal Medioevo fino ai nostri giorni.
Un po’ drammatico, un po’ comico ma soprattutto autoironico ha tenuto fisso lo sguardo degli spettatori per tutta la durata del suo strabiliante monologo. È entrato nell’animo di un figlio maltrattato da un padre violento, dimostrando il suo desiderio di vendetta; ha interpretato un uomo prevaricatore che, abbandonato dalla sua compagna, mostra il suo sconcerto, la sua incapacità di capire. Poi ha rivelato un uomo che, infine, abbandona tutto per sentirsi libero e che, vivendo ai margini della società, deriso e incompreso, osserva tutto molto attentamente e richiama con forza chi libero non è: chi comanda e fa i propri interessi, chi per i propri interessi fa la guerra, chi di fronte a figli che cercano riferimenti, non si cura di ascoltarli.
Il risultato è che Stefano Fresi, con una grande prova d’attore, ha conquistato ancora una volta tutti con il suo sorriso e la sua simpatia travolgente confermandosi uno degli attori più amati di sempre da critica e pubblico.
Scrive Giacomo Battiato, autore e regista dello spettacolo, “Stefano Fresi, Oddi, Nemesio Rea, Dioggene e io, Giacomo Battiato, siamo la stessa persona. Mettere in scena questo triplo monologo che ho scritto per Stefano è puro gaudio, per la sintonia e la reciproca stima che ci sono tra noi due. A ciò si aggiunge il piacere della sfida: tre lingue italiane diverse per ciascuno dei monologhi (volgare toscano, lingua corrente del nostro 21° secolo, romanesco), tre atmosfere, tre toni, tre stili. Epica e commedia, sberleffi e crudeltà”.
In ognuno dei tre quadri, apparentemente così diversi tra loro, sono emersi gli stessi temi: La violenza dei maschi, l’umana stupidità, la guerra, il bisogno di bellezza e di amore.
La stagione teatrale del Politeama continua domenica 8 dicembre con Sergio Assisi in Mi dimetto da uomo.
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