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"D la principessa Diana e la palpebra di Dio" in scena a luglio ad Esanatoglia

"D la principessa Diana e la palpebra di Dio" in scena a luglio ad Esanatoglia

Lo spettacolo racconta l’icona di Diana Spencer nelle sue vicende umane, esistenziali e sociali, dando voce alla sua figura in una sorta di memoriale post-mortem in cui la Principessa, ripensando alla propria vita, narra di sé, dei suoi amori e dolori, dei suoi affetti più cari perduti.

Un prato nero immenso. Ci sono dei tratti in cui si fa più sottile e i morti possono bussare e farsi sentire al di là. Li chiamano “palpebre di Dio”. Lady Diana attraverso una di queste botole ci invita ad ascoltare la sua voce finché riusciremo a sentirla.

I figli Henry e William, l’incidente a Parigi, la gabbia d’oro di Kensington Palace, la fragilità di Carlo, le incomprensioni con la Regina, tutto si sussegue in un gioco teatrale alternato tra passato e presente, tra intime confidenze e dialoghi violenti: Carlo e Diana-Medea sul comportamento sconveniente per la madre dei figli di un principe e Elisabetta II e Diana-Antigone sulle leggi eterne non scritte della natura.

Il popolo inglese si identificò con Diana e con la favola del matrimonio felice, ma divenne tutt’uno con lei anche quando seppe la storia del suo dolore. I due corpi della principessa: in scena con Diana un’altra Diana, raffinata musicista jazz con la sua tromba; atmosfere lussuose, calde e sofisticate per sottolineare il profondo senso di solitudine che l’ha contraddistinta per l’intera sua breve vita.

Nel monologo, Lady D. dialoga con voci che sente giungere dal regno dei vivi: quelle dei due figli William e Henry, quella della Regina Elisabetta, quella del suo ex-consorte Carlo. Mentre racconta di sé, l’immagine di Lady D. si sovrappone a quella di alcune eroine della mitologia classica – Medea, Arianna, Antigone e Artemide – e il testo del monologo si interseca con estratti da Euripide, Ovidio, Sofocle, Seneca.

Quello che lo spettacolo restituisce è il ritratto, fiabesco e psicologico a un tempo, di una delle figure di donna più amate, controverse e celebri del Novecento. Un ritratto dal sapore “neo-shakespeariano”, che getta una luce originale e commossa su uno spaccato della recente storia inglese ed europea.

In scena Paola Giorgi nel ruolo di Diana Spencer, con lei Chiara Orlando alla tromba esegue dal vivo le musiche di scena. Sonia Barbadoro e Gian Paolo Valentini danno la voce a Elisabetta II, Regina d’Inghilterra e Carlo, Principe del Galles. Scena e costumi di Stefania Cempini.

La regia dello spettacolo è affidata a Luigi Moretti.  

L’evento è inserito nel progetto Marche in Vita, lo spettacolo dal vivo per la rinascita dal sisma in collaborazione con MIBAC, Regione Marche, AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali, in collaborazione con il Comune di Esanatoglia.

 La serata del 5 luglio sarà ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

 Perché uno spettacolo su Lady D.

"Ho sempre ammirato Lady Diana Spencer, quella sua impronta di donna libera e ho sempre desiderato portarla in scena. Non mi interessa il gossip, mi interessano le tante sfaccettature di una donna di nobile famiglia, coraggiosa, anticonvenzionale, elegante, moglie, ma soprattutto madre -  afferma l'attrice Paola Giorgi - .

 C’è un punto di contatto forte tra me e Lady Diana, una esperienza comune, il disturbo del comportamento alimentare, che si è manifestato con la bulimia in lei, con l’anoressia in me; ma ancora più forte c’è la consapevolezza di averlo superato. Entrambe.

 

E questa consapevolezza mi ha fatto andare oltre nella scoperta di Diana. Quando penso a Diana penso ad Antigone, al suo atto di insubordinazione, al suo essere idealista e romantica e decisa ad affermare il primato della libertà. Con questa suggestione mi sono rivolta a Cesare Catà, uno scrittore profondo, coltissimo, sportivo, tenero e folle che ha fatto sbocciare la mia idea di Diana connettendola alle vicende di Medea, di Antigone, di Arianna; creandone un mito che Cesare ci permette di conoscere attraverso la sua palpebra di Dio.

 

Un lavoro così intimo e potente non potevo che affidarlo alle mani di Luigi Moretti, amico, collega ma soprattutto grande regista di profonda sensibilità e raffinatezza".

 

D la principessa Diana e la palpebra di Dio, è la storia di una Donna, con tutta la meraviglia che questo termine racchiude.

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