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Corridonia, inaugurato l’orto di Pace della comunità San Claudio: “Curare per curarsi” (FOTO)

Corridonia, inaugurato l’orto di Pace della comunità San Claudio: “Curare per curarsi” (FOTO)

Dopo tre anni di duro lavoro, la comunità San Claudio di Corridonia inaugura il suo “Orto di Pace”. Un’iniziativa che fa dell’inclusione il suo principale valore di riferimento, con un particolare occhio di riguardo verso il legame con il territorio e la formazione dei più giovani.

A curare l’orto e il giardino, situati all’esterno del perimetro della struttura e quindi accessibili in ogni momento a tutta la comunità corridoniense, sono proprio gli ospiti di San Claudio. “Tutte le nostre attività riabilitative sono sempre pensate attorno al concetto di integrazione – commenta la direttrice responsabile della comunità San Claudio, Martina Monterubbiano –. Infatti questo progetto, oltre che rappresentare un fantastico laboratorio terapeutico per gli ospiti, offre uno spazio pubblico nuovo e aperto a chiunque”.

“Un punto focale dell’iniziativa – continua la psicologa Stefania Pietracci – è di rinsaldare il rapporto con il territorio. L’idea dell’orto si basa sul concetto di ‘prendersi cura per curarsi’: ora che il progetto vede finalmente la luce, possiamo rivolgerci all’esterno e condividere questo spazio con i cittadini. Non vediamo l’ora di iniziare a collaborare con le scuole primarie del comune per poter realizzare laboratori sensoriali tenuti dai nostri ragazzi, ovviamente accompagnati dalle educatrici e dagli operatori”.

Dopo la proposta iniziale della cooperativa “Slow Food”, nel 2019, l’amministrazione comunale ha sempre sostenuto e collaborato con la comunità. Presente all’inaugurazione infatti, oltre al vice-presidente della cooperativa Solaria, Francesco Micucci e al fondatore, Don Vinicio Albanesi, anche il sindaco uscente di Corridonia, Paolo Cartechini: “Un giardino della pace ha un valore più importante che mai oggigiorno – aggiunge Cartechini -. Abbiamo deciso di donare le panchine presenti nell’orto per dare un chiaro segnale di solidarietà e coesione fra le nostre comunità, unite nella collaborazione e nella crescita comune”.

 “Un orto non può essere un luogo di guerra – conclude Luigi Montalboddi, operatore a San Claudio e fiduciario della Slow Food -. Biodiversità e multiculturalismo sono i concetti fondamentali su cui costruire una comunità in grado di educare ai saperi e alle conoscenze”.  

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