Il nome completo è OBUV Mir Kozhi ed è la vetrina moscovita degli articoli delle calzature e della pelletteria ed accessori: l'ultima edizione si è chiusa il 22 ottobre, ed i 45 imprenditori marchigiani presenti hanno fatto un primo positivo bilancio.
Trentanove di loro hanno partecipato alla fiera di Mosca all'interno della collettiva organizzata da Linea, Azienda Speciale del comparto moda della Camera di Commercio delle Marche e dalla Regione Marche, grazie all’accordo tra i due enti locali le imprese hanno beneficiato dell’abbattimento dei costi del 50%.
Dopo i buoni risultati del Micam Milano, dell’ottimo andamento delle vendite alla fiera di Almaty in Kazakistan e del buon numero di ordini ricevuti alla fiera di Kiev in Ucraina, da Mosca si sono registrati valori di vendita che per alcune aziende sono stati superiori a quelli pre-pandemia del 2019 e molto gradita è stata la sorpresa di trovare in fiera molti nuovi clienti che hanno fatto subito ordini.
“Segno di un ricambio generazionale: i nuovi clienti si uniscono ai storici clienti fidelizzati che dalla metà degli anni ’90 hanno dato fiducia alle imprese marchigiane acquistando qualità e design Made in Marche - spiega Francesca Orlandi presidente di Linea – Questa grande positività, ha generato un entusiasmo fondamentale in questo momento storico, e ci auguriamo che non venga disatteso a causa degli eventi pandemici”.
A Mosca gli imprenditori marchigiani hanno portato le collezioni primavera estate uomo/donna: scarpe eleganti e formali dunque scarpe aperte, sandali e tacchi arricchiti con strass, fibbie e pietre luccicanti, mocassini e soprattutto tante sneakers. I clienti russi hanno molto apprezzato, oltre alle nuove collezioni, il fatto stesso che le nostre imprese abbiano continuato ad investire nella ricerca di campionari innovativi.
“E' stato un trionfo di colori" spiega Francesca Orlandi che oltre presiedere Linea è imprenditrice della pelletteria " richiesti arancio, verde mela, menta, ocra e giallo. Il giallo insieme al grigio, colori Pantone dell'anno nel 21 saranno i colori di successo che troveremo nelle vetrine anche nella primavera/estate 2022" . E il giallo e il grigio rispecchiano bene anche la dicotomia del presente. Preoccupazione e luce in fondo al tunnel "Di fondamentale rilevanza nelle relazioni commerciali, rimane la questione pandemica, che in una popolazione russa poco incline ai vaccini e alla misure precauzionali ha determinato la decisione governativa di un temporaneo lockdown per i prossimi giorni con la chiusura totale delle attività commerciali. Ci auguriamo che le misure siano efficienti e che non ci sia necessità di un successivo allungamento delle chiusure”.
Linea, Azienda Speciale della Camera di Commercio delle Marche Moda e Calzature, ha organizzato in fiera la possibilità di procedere al tampone molecolare presso gli stand, per facilitare la procedura e velocizzare l'ingresso in sicurezza.
Per Mirco Carloni – Vicepresidente Regione Marche - assessore allo sviluppo economico: Tutte le istituzioni regionali si stringono a supporto delle imprese del calzaturiero, un distretto che rappresenta la massima eccellenza della produzione marchigiana. Per vincere con la qualità e l'efficienza la sfida del mercato globale, Regione Marche ha identificato una nuova strategia di finanziamento pubblico centrata sulle filiere, l’innovazione ed una presenza costante e significativa su tutte le principali fiere nazionali ed estere.
A incoraggiare gli imprenditori marchigiani ad Obuv anche l'Ambasciatore Italiano a Mosca, insediatosi da pochi giorni: Giorgio Starace, già Ambasciatore a Tokyo, altra piazza di interesse per la nostra regione, conosce bene la realtà calzaturiera marchigiana e ha dato la propria disponibilità a facilitarne la presenza nei mercati della Federazione Russa.
“L'Oriente è l'orizzonte che gli imprenditori sognano per il 2022, quando cesseranno del tutto le restrizioni, il Giappone e Corea in primis ”, l'auspicio di Francesca Orlandi. "E se per andare in Oriente è necessaria la fine dell'emergenza sanitaria e delle sue restrizioni, per andare ovunque è imprescindibile l'accordo tra le istituzioni: l'unione degli amministratori fa la forza degli imprenditori e per questo confidiamo nel rinnovo di un accordo con la Regione per promuovere il comparto moda all'estero, favorire incoming e organizzare collettive"
Nell’ultimo rapporto dell’Osce si certifica che l'Italia cresce più del previsto (+5,9%) ma proprio mentre in tutti i comparti tira la domanda, è già partita la ricostruzione post-sisma, sta per partire il Pnrr e sono in arrivo ingenti finanziamenti europei per la nostra Regione, l’aumento dei costi delle materie prime e i problemi di approvvigionamento rischiano di vanificare tutto.
Il Direttore CNA Macerata Massimiliano Moriconi sottolinea in particolare le difficoltà del settore delle costruzioni: “Stretto da una morsa composta dal rincaro dei prezzi delle materie prime, dalla scarsità di molti materiali, dalla carenza di manodopera specializzata per i cantieri, il comparto edile e tutti i settori affini non ce la fanno più”.
“Sul mercato manca un po’ di tutto – aggiunge Moriconi - dal legname alla plastica, dal ferro all’acciaio e ai semiconduttori indispensabili per l’industria elettronica, le comunicazioni, automotive e componentistica; per i ponteggi edili passano oltre sei mesi fra l’ordine e la consegna, i tondini in cemento sono ormai introvabili; per gli infissi, l’impiantistica e gli elettrodomestici ci sono fortissime difficoltà di consegna. A questo aggiungiamo aumenti anche del 150% del calcestruzzo, del bitume e di tutti i derivati del petrolio… non è difficile intuire lo scenario dei prossimi mesi. Siamo vicini al blocco totale”.
Sulle cause che hanno comportato questa pericolosa congiuntura, il Direttore CNA elenca alcuni fattori decisivi: “Durante i primi mesi della pandemia il calo della domanda ha portato anche ad un calo dei prezzi delle materie prime, di cui hanno approfittato alcuni Fondi per le loro speculazioni e la Cina per fare scorte (il metano su tutte). Ora che la domanda è ripartita – precisa il Direttore – e quella cinese con mesi in anticipo rispetto al resto del mondo, il Paese asiatico si trova in un’indubbia posizione di vantaggio e ricca di materie prime acquistate o prodotte internamente”.
Il contesto macro economico ha, come non mai, ripercussioni sui nostri territori: “Questa situazione post-Covid è la cartina al tornasole di strategie industriali poco lungimiranti, che hanno reso alcuni Paesi dipendenti da altri. Il fabbisogno di tali materie prime non potrà che aumentare, in particolar modo nelle economie occidentali. La carenza diffusa di materie prime, indispensabili per i Paesi trasformatori, come l’Italia, per far ripartire la produzione, il consumo, le esportazioni e quindi l’economia, comporta per le nostre imprese l’impossibilità di rispettare i contratti firmati. Le imprese, loro malgrado, non riescono a stare nei tempi previsti senza rimetterci un’enormità di soldi e rischiano seriamente la chiusura”.
“Se la situazione non si dovesse sgonfiare in tempi brevi – conclude Moriconi - occorre un intervento immediato che consenta una revisione dei prezzi anche sul fronte del mercato privato ed è necessaria ed urgente una misura che consenta un allungamento delle tempistiche dei contratti, senza ulteriori more per le imprese”.
In finanza lo chiamano rimbalzo positivo o, più crudelmente, rimbalzo del gatto morto (cat bounce): la ripresa, forse momentanea, di un asset a lungo e pesantemente in declino. Accade ad ottobre 2021, mese di ripartenza economica dopo un anno e mezzo di stallo e incertezze, anche con riguardo alle previsioni occupazionali: dall'indagine mensile sui fabbisogni professionali delle imprese marchigiane si registra una notevole crescita della domanda di lavoro e, attenzione, per una volta è la manifattura/servizi a mostrare un incremento interessante (+ 52,8%) paragonato all'analogo periodo pre covid (ottobre 2019). Questo si traduce in 13.370 posizioni lavorative aperte che le imprese prevedono di coprire, cifra che, considerando l'intero trimestre ottobre/dicembre, sale a 34mila.
Il rimbalzo vale per tutta l'Italia (la crescita del sistema Paese è del circa il 30% rispetto al 2019) ma le Marche corrono molto di più; il trend accomuna tutte le province : l’incremento supera la media regionale per la provincia di Ancona (4.470; +67,4%) e per quella di Ascoli Piceno (1.850, +56,8%).
Altra novità: non sono più le professioni turistiche, seppur sempre molto ricercate, a detenere il primato delle più richieste: in questa ripresa torna protagonista la manifattura.
"Questi dati sono un ottimo segnale e danno fiducia ma ci devono anche spingere su tre azioni ugualmente prioritarie. La prima riguarda la necessità che le aziende possano trovare velocemente le risorse umane richieste: al contrario, continua a esserci uno scollamento tra domanda e offerta di lavoro, che soprattutto in questa fase congiunturale rischia di limitare moltissimo la ripresa economica della nostra regione. La seconda è strettamente collegata a questa esigenza e passa attraverso un rafforzamento degli ITS e, più in generale, una maggiore collaborazione tra il sistema scolastico e le aziende, perché chi trova un’occupazione possa essere facilmente e velocemente in grado di essere operativo. La terza, ugualmente importante, è creare i presupposti perché il lavoro sia sempre più stabile e sicuro, obiettivo che si raggiunge alleggerendo le tasse sul lavoro e aprendo una fase nuova nei rapporti tra organizzazioni datoriali e sindacali” il commento del Presidente di Camera Marche Gino Sabatini.
Le imprese cercano soprattutto operai metalmeccanici ed elettromeccanici (1420 le posizioni aperte) che risultano essere anche i profili più difficili da reperire (in un caso su due le imprese non trovano il candidato). Sembra confermarsi la tendenza rilevata nei mesi estivi: il lavoro, in certi ambiti, c'è. Più difficile trovare lavoratori con la preparazione tecnica giusta. Altra tendenza purtroppo strutturale è la precarizzazione del lavoro: il 78,2% dei contratti previsti è a tempo determinato.
La ripresa post-Covid della prima metà del 2021 sta rilanciando l’economia di piccola impresa anche nell’area del cratere sismico che, considerato nel suo complesso, supera di slancio i livelli di ricavo registrati prima della pandemia.
La crescita dei ricavi medi delle imprese, calcolata dall’Osservatorio CNA rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima, ha registrato un +22,7% nel corso del primo trimestre ma soprattutto un +96,1% nel corso del secondo trimestre.
Il Presidente CNA Macerata Maurizio Tritarelli commenta i risultati dell’indagine: “Lo studio ci restituisce un quadro positivo per la manifattura che ci fa ben sperare e una ripresa oramai costante per le costruzioni. Il raffronto con l’anno più nero dell’economia, però, non ci deve illudere. Gli andamenti non sono ancora del tutto stabili, è presto ancora per dire che siamo usciti dalla crisi, soprattutto in area Cratere”.
Il Presidente distingue quindi tra settori diversi e tra imprese dello stesso macro-settore: “I dati dell’Osservatorio CNA sono molto puntuali e ci permettono di fare opportune distinzioni anche temporali. Se il manifatturiero e le costruzioni nel secondo trimestre 2021 hanno registrato una fortissima crescita dei ricavi (rispettivamente +162,2% e +104,9%) nel confronto con lo stesso trimestre del 2020, l’exploit non riguarda tutti i settori e c’è già un rallentamento nei primi dati del III trimestre. Le condizioni di difficoltà quindi continuano a interessare una quota non marginale di micro imprese, oltre un quarto delle imprese nella nostra regione e quasi un terzo di quelle nel Cratere”.Questi, secondo l’Associazione di categoria, i settori che ancora non hanno incontrato la ripresa: “Siamo preoccupati per le difficoltà nel terziario e in tutti quei campi che comprendono i servizi alle persone e alle famiglie – sottolinea Tritarelli. Alcuni settori del macro-compartimento manifatturiero come pelli e calzatura, i settori alimentari, le lavorazioni meccaniche ed i trasporti, nel Cratere hanno avuto una bassissima diffusione di investimenti e scontano una dinamica congiunturale più sfavorevole”.
Per il Presidente CNA Macerata le cause recenti di queste difficoltà sono da ricercare anche nel forte rincaro dei prezzi delle materie prime e dell’energia che hanno eroso non poco i ricavi delle imprese: “Per l’edilizia e per i rivenditori ma un po’ per tutti i settori e le singole imprese coinvolte, chiediamo massima attenzione al controllo dei prezzi delle materie prime che in qualche caso pare davvero stiano andando fuori controllo”.
Tritarelli, infine, dati alla mano, cerca di analizzare le cause di un trend che in generale è positivo: “I buoni risultati di alcuni settori, dove ci sono stati considerevoli investimenti, possono essere in gran parte collegati alle politiche di finanziamento regionale che hanno veicolato a terra diversi bandi per incentivare l’innovazione e gli investimenti. Questo anche a riprova che una corretta modulazione delle risorse comunitarie ha effettivamente delle ricadute positive sulle economie territoriali. La nostra Associazione, come sempre, si rende disponibile a raccogliere le informazioni e le necessità delle aziende e riportarle puntualmente nei tavoli della pianificazione regionale”.
“Dopo aver trascorso un mese di settembre pieno di aspettative sulla ripresa, oggi ci troviamo ancora una volta a fare i conti con una situazione pandemica che rimane preoccupante. Dobbiamo affrontare una modalità di lavoro fortemente precaria, con ordini che in parte arrivano ma che rappresentano solo un’occasionalità e non offrono prospettive per consolidamenti e strategie future". Questo è quanto dichiara l’imprenditore Alessio Castricini, Presidente della Sezione Accessori Calzature e Vicepresidente di Confindustria Macerata.
"In questo quadro già pesante - prosegue Castricini -, con una Regione che, secondo i parametri Europei già da prima del Covid ha iniziato un percorso a ritroso che la sta accomunando alle aree depresse del meridione, si è aggiunta la questione degli smisurati rincari dell’energia e delle materie prime con l’ulteriore enorme difficoltà di approvvigionamento delle stesse. Parliamo di aumenti senza precedenti che stanno generando gravissime ripercussioni negative sulla ripresa dei consumi delle famiglie, sulla competitività delle nostre imprese costrette ad aumentare i prezzi e, in molti casi, a ricorrere nuovamente alla Cassa Integrazione per le mancate forniture.”
“Una situazione di una gravità senza pari – sostiene anche Matteo Piervincenzi, Presidente della Sezione Calzature e Vicepresidente di Confindustria Macerata – stiamo assistendo ad una guerra commerciale senza precedenti che vede il nostro Paese, e l’Europa, in difficoltà nel contrastare la predominanza e le imposizioni dei colossi Asiatici, oramai unici regolatori del mercato mondiali".
"Per giunta – sottolinea Piervincenzi – già da prima della pandemia assistevamo al fatto che i grandi Brand e la distribuzione organizzata incorporavano o acquisivano le nostre migliori aziende, un fenomeno che è indubbiamente un riconoscimento alla qualità e all’eccellenza dei nostri prodotti ma che può farci perdere i legami con i mercati e l’identità che ci caratterizza".
"Il nostro distretto rischia di scomparire e con esso i nostri prodotti, la creatività che li caratterizza, uno stile riconosciuto ed apprezzato a livello mondiale; molti sono stati e sono tuttora gli apprezzamenti per le eccellenti competenze che rappresentiamo, che si riassumono nell’arte del nostro saper fare - prosegue il vicepresidente di Confindustria Macerata -. Oggi però quelle nicchie non ci sono più, o è quasi impossibile intercettarle; per riprendere i mercati e tenere testa alla grande distribuzione digitalizzata ed ai seducenti richiami dei brand globali, bisogna divenire noi stessi marchi riconosciuti e visibili (o come gruppi di imprese o come territorio), valorizzando nel contempo il nostro Made in Italy, altrimenti non avremo alternative al definitivo declino".
"Possiamo ottenere ciò solo con un lavoro di squadra, per questo chiediamo alla politica di continuare a credere nel nostro settore. Occorre urgentemente rafforzare la cooperazione tra Imprese, Istituzioni, Enti, Associazioni di Categoria, per trovare, insieme, le soluzioni migliori per superare le criticità e convincere l’Unione Europea a reagire in modo fermo e proattivo a logiche commerciali che altrimenti ci condurranno al tracollo” conclude Piervincenzi.
Le Marche presentano un sistema produttivo caratterizzato più che altrove dalla presenza di imprese piccole e piccolissime presenti nei settori della manifattura tradizionale e che oggi conosce qualche difficoltà ad inseguire la competizione internazionale e la riconversione digitale (gli indicatori mostrano, in effetti, qualche che ritardo rispetto alle migliori performance nazionali e internazionali).
Lascia fortemente sperare, da questo punto di vista, un dato solo apparentemente in contraddizione: una presenza assai significativa di start up innovative in rapporto al numero complessivo della società di capitali, che collocano le Marche al sesto posto in Italia ed Ascoli Piceno addirittura quarta tra le province (nell’ascolano le start up innovative sono il 5,7% delle nuove società di capitali che si iscrivono in Camera di Commercio).
Questa straordinaria vitalità si è mostrata all’apertura di SMAU Milano dove la collettiva organizzata da Camera di Commercio delle Marche e Regione Marche ha visto in primo piano 20 start up innovative al centro dell’attenzione di incubatori, investitori nazionali e internazionali: fondamentale infatti per i creativi del nostro territorio entrare a contatto - secondo le logiche dell’open innovation - con soggetti interessati ad acquistare o mettere a frutto le loro innovazioni.
“Si tratta di realtà tendenzialmente giovani, caratterizzate da competenze molto elevate e trasversali tra settori del sapere, quasi sempre provenienti dal mondo dell’Università e della Ricerca, che operano in particolare nello sviluppo di soluzioni tecnologiche per le grandi questioni della modernità: economia circolare, salute, telemedicina, sicurezza sul lavoro, risparmio energetico, mobilità, riconversione industriale, smart city, ecc.” ha rilevato Fabrizio Schiavoni, Segretario Generale della Camera di Commercio delle Marche, secondo il quale “la filiera marchigiana dell’innovazione - in cui un ruolo determinante giocano le Università - attraverso manifestazioni come SMAU entra in contattato con network nazionali e internazionali. Le Marche non devono essere più una regione da scoprire ma un territorio “scoperto”, ovvero sempre più aperto al mondo e dove l’innovazione 4.0 si coniuga con la manifattura tradizionale e con il territorio. Un ruolo importante per avvicinare anche imprese più piccole e tradizionali alle nuove tecnologie e alle opportunità di finanziamento è rappresentato dal sistema dei Punti Impresa Digitale delle camere di commercio
Il Vice Presidente della Regione Marche Mirco Carloni: “Le Marche tornano protagoniste al salone per le imprese innovative di Milano e ciò costituisce un segnale importante poiché le start-up rappresentano il principale indicatore di vivacità e voglia di investire per la comunità. Per garantire nuovi stimoli stiamo definendo una nuova strategia di specializzazione intelligente in ricerca e innovazione che sarà la base per la ripresa ed il rilancio dei nostri sistemi produttivi, Si tratta di un patrimonio importante di progettualità innovative, in grado di innescare nei settori produttivi tradizionali la necessaria modernizzazione e la transizione verso nuovi modelli di business capaci di aumentare la competitività dell’intero sistema marchigiano. Questo fermento imprenditoriale è evidente anche dal numero elevato di domande pervenute a valere sul primo bando emanato dalla Regione Marche (chiuso il 20 settembre) per sostenere gli investimenti per l’avvio di nuove start-up innovative in attuazione dell’apposita legge regionale, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale il 29 aprile scorso”.
Sono ben 74 i progetti presentati alla Regione Marche per beneficiare delle opportunità offerte dall’intervento, per un ammontare complessivo dei contributi richiesti pari a 5,88 milioni di euro, a fronte di costi complessivi di investimento per oltre 9 milioni di euro. “Le start-up innovative rappresentano il principale indicatore di vivacità e di voglia di investire nell’innovazione per la comunità regionale –continua Carloni - La risposta al bando è andata oltre le aspettative, e questo è un segnale importante per la ripresa e per il rilancio dei nostri sistemi produttivi”.
“A fianco a questa legge - ha aggiunto Carloni - stiamo lavorando all’approvazione di un’altra importante legge volta alla ‘Promozione degli investimenti, dell’innovazione e dello sviluppo imprenditoriale nelle Marche’. Le start-up costituiranno un filone importante della nuova programmazione 2021-27 che stiamo definendo così come ai sensi della nuova strategia di specializzazione intelligente in ricerca e innovazione. Molte infatti sono le azioni individuate nel policy mix della Regione di interesse per le start up innovative. In primo luogo, il potenziamento della ricerca industriale e della capacità innovativa, puntando sullo sviluppo sostenibile, sulla qualità, sulla digitalizzazione e sull’adeguata formazione degli addetti e l’inserimento di figure professionali innovative”.
Per fare questo occorre coinvolgere tutti gli attori che hanno a che fare con l’innovazione, a partire da SMAU, dagli incubatori, al sistema bancario, fino alla formazione avanzata, per dare un adeguato supporto a queste nuove imprese e all’intero ecosistema.
Il presidente di Confindustria Marche Claudio Schiavoni ritiene che si sia vaccinato "l'85-90% dei dipendenti" e, pur essendo piuttosto ottimista, a pochi giorni dell'entrata in vigore dell'obbligo di Green pass sui luoghi di lavoro, ammette che le aziende non sono pronte al 100%. “E' possibile che ci siano, soprattutto nei primi giorni, delle difficoltà, ma credo che poi arriveremo ad avere le cose sotto controllo", riferisce il presidente Confindustria all’Ansa.
Un po' come è successo durante la pandemia, quando le aziende e le loro associazioni hanno elaborato rapidamente dei protocolli per il lavoro in sicurezza e poi li hanno applicati, Comunque, sottolinea, "non è il momento di abbassare la guardia". Schiavoni spera che la percentuale di lavoratori residua "decida di vaccinarsi" o quanto meno di sottoporsi al tampone per avere il Green pass, "perché mandare a casa delle persone non fa piacere".
E rimarca che purtroppo "c'è anche chi non vuole né vaccinarsi né farsi il tampone". Sul fronte aziendale prevede maggiori difficoltà per le Pmi, "che hanno meno personale e quindi hanno figure multifunzione. Non è semplice, ad esempio, avere una struttura di 10 persone, tre delle quali senza Green pass che non possono lavorare". Le aziende di maggiori dimensioni invece "avranno più problemi nei controlli agli ingressi". L'importante però, conclude, è che "chi può si vaccini".
"Dal 1° ottobre Abruzzo e Marche sono ancora più vicine grazie alla fusione tra il Banco Marchigiano e la Banca del Gran Sasso d’Italia che ha dato vita ad una nuova realtà nel panorama del Credito Cooperativo Italiano, un’unica banca che, con la sua solidità, è già al servizio di un vasto territorio che, dalle sponde dell’Adriatico, si spinge fino ai monti dell’appennino abruzzese crescendo “nel territorio…per il territorio” come spiega lo slogan scelto per presentare l’operazione a soci e clienti.
Il nuovo Istituto di Credito, frutto dell’aggregazione tra le due realtà, ha 28 filiali (25 provenienti dal Banco Marchigiano e 3 dalla Banca del Gran Sasso d’Italia) suddivise su sei province e serviranno complessivamente ben 106 comuni (74 sotto le insegne del Banco Marchigiano e 32 della Banca del Gran Sasso d’Italia). In totale la nuova Banca di Credito Cooperativo ha un numero complessivo di soci pari a 11.509, frutto dei 9.120 del Banco Marchigiano e dei 2.389 della Banca del Gran Sasso d’Italia e 196 dipendenti (179 provenienti dal Banco Marchigiano e 17 dalla Banca del Gran Sasso d’Italia).
l patrimonio netto della banca è di 75 milioni di euro (di cui 70 milioni di euro del Banco Marchigiano e 5 della Banca del Gran Sasso d’Italia) con un attivo patrimoniale pari a 1 miliardo e 118 milioni di euro (1 miliardo e 46 milioni del Banco Marchigiano e 72 milioni della Banca del Gran Sasso d’Italia). Gli impieghi lordi della nuova realtà bancaria sono pari a 585 milioni di euro, per una raccolta totale di 1 miliardo e 159 milioni di euro, mentre i fondi intermediati ammontano a 1 miliardo e 709 milioni di euro (i dati sono frutto del Consuntivo 2020 e del Piano Strategico 2021/24). L’intera operazione si è svolta sotto l’egida della Cassa Centrale Banca S.p.A. che è la Capogruppo di cui fanno parte entrambe BCC.
Il nuovo CdA della BCC è composto da 13 membri (11 del Banco Marchigiano e 2 della Banca del Gran Sasso a cui è andato anche il ruolo di Vice-Direttore).
“Si tratta di una pagina importante per la storia della Banca del Gran Sasso d’Italia che da questa fusione strategica esce “rivalutata” e ancora più forte di prima, un dato questo che testimonia quanta strada è stata fatta e quanto di buono è stato costruito in questi anni, malgrado la crisi che ha colpito il nostro settore e ha visto tante BCC, nate prima e dopo di noi, sparire dalla scena italiana” sottolinea il Presidente della Banca del Gran Sasso d’Italia, Giulio Cesare Sottanelli. “Oggi siamo qui a presentare un’unione che ci vedrà protagonisti nel mondo del Credito Cooperativo nei due rispettivi territori regionali e che porterà indubbi benefici ai soci, ai clienti, ai dipendenti, ma soprattutto alle due regioni, Abruzzo e Marche, che vedranno nascere una realtà ancora più solida e forte, in grado di raccogliere le sfide che i tempi moderni ci impongono”.
“Ci tengo in questa occasione a ringraziare di cuore quanti, in questi anni, hanno lavorato con passione e dedizione per far nascere, crescere e prosperare la Banca del Gran Sasso d’Italia che, in un momento di oggettiva difficoltà per il Paese e il nostro settore, è riuscita ad aprire ben tre filiali in tre anni, potendo contare su alcune delle migliori energie imprenditoriali presenti nel comprensorio teramano e aquilano” prosegue Sottanelli. “Il mio primo grazie va ai membri del Comitato Promotore della banca che, con generosità, passione, attaccamento, mettendo a disposizione le proprie energie, le proprie risorse e il proprio bagaglio di relazioni e contatti, hanno permesso a questa realtà di essere prima autorizzata e poi di svilupparsi nel territorio. Il mio secondo grazie va al Consiglio di Amministrazione che in questi anni ha lavorato quotidianamente, rinunciando a ogni forma di compenso, con il solo obiettivo di far sì che questo Istituto di Credito potesse svilupparsi. Infine permettetemi di spendere l’ultimo ringraziamento per i nostri splendidi dipendenti che sono stati il vero e proprio “cuore pulsante”, l’anima vitale della nostra banca, andando oltre il semplice lavoro, mettendosi ogni giorno al servizio dei nostri clienti. Voglio dire, senza falsa modestia, che abbiamo scritto in questi anni alcune pagine importanti di storia sia a livello nazionale che per il nostro comprensorio e, dove altri hanno dovuto abdicare, noi siamo andati avanti crescendo”.
“Le Istituzioni appartengono al territorio e alla sua comunità, non devono essere legate alle singole persone: è questo uno dei motivi per cui ho scelto di lasciare il testimone a altri e di non avere più ruoli all’interno della governance della banca” conclude Giulio Cesare Sottanelli. “Nel CdA dell’Istituto di Credito la Banca del Gran Sasso d’Italia sarà rappresentata, previa autorizzazione della BCE, dall’attuale Vice Presidente, Gabriele Di Simone, e da Domenica Arangiaro”.
Siamo pronti ad iniziare questo nuovo percorso con entusiasmo e positività, orgogliosi di unirci con una BCC solida e affine” il pensiero del Vice-Direttore Generale della Banca del Gran Sasso, Maria Concetta Di Saverio.
“Diamo vita ad una nuova Banca – dichiara il Presidente del Banco Marchigiano, Sandro Palombini – che rappresenta un ulteriore step di crescita per il Banco. Uno step molto importante che ci porta ad un orizzonte di operatività non più solamente regionale, ma interregionale e in cui abbiamo deciso di unire le forze con una Banca piccola ma virtuosa, come la Banca del Gran Sasso d’Italia. Accettiamo con entusiasmo la sfida di misurarci con nuovi territori, nuovi fabbisogni e nuove attività da sviluppare”.
“Questa nuova realtà – dice Marco Bindelli, Vice Presidente del Banco Marchigiano e Amministratore delegato ai rapporti con il mondo del Credito Cooperativo – decisamente si evidenzia nel panorama del Credito Cooperativo per numeri e copertura territoriale importanti per le BCC italiane visto che sarà presente in 6 province (Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Fermo, Teramo, L’Aquila), andrà a servire per competenza ben 106 Comuni e ci farà arrivare a oltre 11.500 soci complessivi”.
“Siamo dinanzi all’unione di due banche e due regioni con l’obiettivo di fare sistema e sostenere lo sviluppo di famiglie e piccole medie imprese” spiega il Direttore Generale del Banco Marchigiano, Marco Moreschi.
La Banca del Gran Sasso d’Italia è stata l’ultima Banca di Credito Cooperativa autorizzata in Italia, nata ufficialmente nel gennaio del 2015 con l’allora denominazione di Banca del Vomano poi diventata Banca del Gran Sasso d’Italia nel maggio del 2017 a seguito dell’incorporazione del Comitato promotore della costituenda Banca de L’Aquila. Nel 2019 ha raggiunto il break even point, con una gestione molto virtuosa. Nel 2018 l’adesione alla Capogruppo Cassa Centrale Banca SpA.
Il Banco Marchigiano affonda le sue radici in due Istituti di credito marchigiani dalla storia ultradecennale e profondamente radicati nei rispettivi territori, la BCC di Civitanova Marche e Montecosaro e la Banca di Suasa, dalla cui aggregazione il Banco Marchigiano è ufficialmente nato, nel dicembre del 2018.
Nasce a Civitanova uno sportello di informazione gratuita per opportunità aziendali.
L’associazione Tutela Impresa , presieduta da Giuseppe Tosoni, ha messo a disposizione uno sportello dedicato all'Innovazione e Sviluppo – ( N. Verde 800.93.11.70 ) – per fornire insieme all'azienda leader del settore Novain s.r.l., utili informazioni, supporti e servizi dedicati aventi come obiettivo quello di dare un concreto contributo per il rilancio dell'economia locale.
In questo periodo gli argomenti più importanti trattati, visto anche la prossimità delle scadenze sono i seguenti. Il credito d'imposta pubblicità 50/75% dell'investimento con scadenza il 31 ottobre 2021, nuove opportunità sviluppo attività, con piattaforma a sostegno e nuovi Incentivi previsti per “Brevetti , Marchi, disegni.
ICA Group annuncia un nuovo ingresso nel CDA, in qualità di Consigliere Indipendente: la dottoressa Eleonora Rizzuto. Dopo la nomina, pochi mesi fa, dell’architetto Giulio De Carli, questa volta l’azienda civitanovese della famiglia Paniccia ha individuato una professionista tra diversi manager italiani esperti in sostenibilità.
Eleonora Rizzuto è direttore dello sviluppo sostenibile ed ethics & compliance officer della Bulgari SPA, azienda leader nella manifattura comparto orafo e da 4 anni ricopre anche il ruolo di direttore sviluppo sostenibile per il gruppo LVMH Italia, con focus ambiente, etica e compliance. Fa parte del gruppo di lavoro per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Agenda 2030) di ASviS – Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile - ed è stata designata rappresentante dell’Italia nel gruppo di lavoro europeo sull’Economia Circolare, promossa dall’OCCE, fondata dalla francese INEC – Institut Nationale de l’économie circulaire -. Nel 2017 ha dato vita all’Alleanza per l’Economia Circolare insieme a un pool di aziende, leader nei vari settori del Made in Italy, con l’obiettivo di promuovere e diffondere un nuovo tipo di relazione tra produzione e consumo, un vero cambio di passo nell’integrazione tra politiche sociali, ambientali ed economiche, basato sul ciclo di vita dei prodotti e incentrato sul recupero e il riutilizzo delle materie prime. Fa parte di numerose commissioni di studio presso il Mims e Mise.
«Sono particolarmente lieta di questa nomina a consigliere indipendente nel gruppo ICA, soprattutto nella fase di grande consapevolezza, sui vari temi della sostenibilità, da parte di molte realtà produttive del nostro Paese – afferma Eleonora Rizzuto –. L’orientamento concreto verso la sostenibilità rende il gruppo ICA pioniere nel loro segmento, sia in termini di prodotto che di processo, iter già avviato da anni. Sotto questa luce, l’avermi scelta, è fonte di grande orgoglio per me e l’impegno è quello di potenziare sempre più questa strategia con maggiori target in innovazione e sostenibilità».
Il gruppo ICA, fin dalla sua fondazione, è stato tra gli antesignani dell’innovazione green nel settore delle vernici per legno. Più di 25 anni fa si è imposto al mondo ottenendo dalla Comunità Europea il prestigioso marchio Life, quale riconoscimento ufficiale per lo “sviluppo durevole e sostenibile” dimostrato dall’azienda e finalizzato alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, anticipando la svolta verde dell’intero comparto; cinque anni fa, grazie alla ricerca effettuata dai propri laboratori, ha sviluppato le vernici bio che, grazie all’utilizzo di materie prime da fonti rinnovabili, permettono di ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica.
«L’ingresso nel nostro CDA di una figura professionale altamente specializzata sulle tematiche legate alla sostenibilità - commenta Sandro Paniccia, presidente ICA - è la conferma della volontà di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi in termini di tutela ambientale e non solo».
La sostenibilità fa parte del DNA aziendale fatto di azioni virtuose che coinvolgono anche il personale, come la mobilità sostenibile, la mensa con prodotti di filiera corta, l’eliminazione della plastica usa e getta e una serie di progetti finalizzati alla tutela ambientale come la realizzazione di un bugs hotel, una vera e propria “area della sostenibilità”, volta a sensibilizzare bambini e adolescenti in primis, ma non solo, al bene prezioso della tutela delle risorse del territorio e alla conservazione degli equilibri della natura.
Nell’anno della pandemia sono crollati tutti gli indicatori economici più importanti. Questi i dati elaborati da CNA Macerata e presentati dal Presidente Maurizio Tritarelli: “Nel 2020 nelle Marche la disoccupazione è quasi raddoppiata (+71%), il PIL è sceso di 9 punti, la produzione del 14%, gli investimenti delle imprese del 12% e le esportazioni dell’11%. Il settore Moda, pelletteria e calzature nel primo trimestre 2021 ha subito un crollo dell’export del 13,7%, qui a crisi si è aggiunta crisi”.
Il Presidente CNA Macerata prende come riferimento temporale il 31 dicembre del 2019, quando tutto doveva ancora iniziare, e il 28 febbraio di quest’anno quando si è registrato il punto più basso: “In questi terribili 14 mesi solo nella provincia di Macerata abbiamo perso 619 imprese (-1,8%), di cui 234 artigiane, nello stesso periodo in tutta la regione Marche sono calate dell’1,2%, mentre la media italiana non è arrivata allo 0,1%”.
Nella nostra provincia quindi la crisi dovuta alla pandemia è stata più forte rispetto alla media regionale e soprattutto alla media nazionale: “L’economia locale – commenta Tritarelli – ha reagito in ritardo rispetto alle regioni del nord. E questo è avvenuto sia ad inizio pandemia, quando aveva retto più a lungo, per poi crollare come le altre con il protrarsi della crisi, ma purtroppo anche nei tempi di ripresa, quando a febbraio 2021 abbiamo registrato il minor numero di imprese attive, 33.720 in tutta la provincia”.
Gli indicatori hanno qui ripreso l’ascesa solo a marzo: “Grazie alla campagna vaccinale e ai dati di una estate da tutto esaurito – sottolinea Tritarelli – in soli 6 mesi abbiamo recuperato 270 imprese. I settori turistici e quelli legati alle costruzioni hanno trainato l’anagrafe delle imprese”.
Ora il problema si sposta alla difficoltà nella ricerca del personale per queste nuove imprese e per tutte quelle che vogliono investire. Tritarelli, su questo aspetto, cita i dati dell’ultimo bollettino Unioncamere: “Le opportunità di lavoro previste nel periodo settembre - novembre 2021 in provincia di Macerata sono ben 7.780. Nel 26% dei casi gli ingressi nel mondo del lavoro previsti saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 74% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). In 35 casi su 100, però, le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati”.
Da questa criticità muove la recente iniziativa della CNA di Macerata: “Stiamo organizzando corsi formativi per studenti che prevedono esperienze in azienda. Abbiamo chiesto alle nostre imprese di dare la loro disponibilità ad ospitare gli stage e ai nostri imprenditori di salire in cattedra e di diventare docenti. Siamo convinti che l’esperienza pratica sia il metodo più efficace per insegnare e per apprendere un mestiere”.
Confindustria Macerata ricerca per azienda settore carta e cartotecnica un/a AUTISTA con patente C (cod. annuncio Conf 254). La risorsa si occuperà di consegne giornaliere in zona. Orario di lavoro full time. Sede di lavoro: provincia di Macerata.
Inviare il CV, con espressa autorizzazione al trattamento dei dati personali in conformità alla normativa vigente (Reg. UE 2016/679, specificando il codice dell’ annuncio, al link : https://www.confindustriamacerata.it/index.php/sportello-lavoro (Assindustria Servizi srl soggetto accreditato con decreto Regione Marche n. 235/SIM del 30/06/2016). Informativa art. 13 GDPR (bit.ly/36LHSAY)
Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91 e a persone di tutte l'età e le nazionalità ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03
L’azienda IGuzzini illuminazione di Recanati, dal 2018 in mano all’azienda svedese Fagerhult, ha aperto presso le organizzazioni sindacali e la Regione una procedura di licenziamento collettivo per 103 persone di cui due terzi del settore impiegatizio.
La notizia ha colto tutti di sorpresa, considerando che solo due mesi fa l’azienda annunciava l’acquisizione di tutte le azioni di Sistemalux Inc. con sede a Montreal, in Canada, rafforzando così ulteriormente la sua presenza e quella del Gruppo Fagerhult in Nord America.
La crisi, invece, ha attaccato anche il colosso degli impianti di illuminazione e pian piano il fatturato è diminuito passando dai 238 milioni di euro del 2019 ai 190 del 2020 e presumibilmente ai 200 di quest’anno con un calo del 16% rispetto al 2019 che, in termini di soldi, significa circa 40 milioni in meno di ricavi.
Dal marzo dell’anno scorso era stata attivata la Cassa Integrazione, che ormai non è più prorogabile, poi sono stati azzerati i contratti a termine e mandati a casa gli apprendisti.
Prevista, per oggi, un’assemblea del personale per cercare di frenare la proposta dell’azienda, le speranze, però, sono ridotte al lumicino.
“Apprendiamo con preoccupazione dell’avvio di una procedura di licenziamento da parte di iGuzzini Illuminazione. Come amministrazione regionale siamo fortemente preoccupati per questa eventualità. Nelle prossime ore approfondiremo la situazione e qualora dovesse essere confermata questa eventualità sarà nostra premura convocare sia le parti aziendali che le parti sindacali e trovare le migliori e più auspicate soluzioni possibili nell’interesse dei lavoratori e delle attività del territorio”: è la dichiarazione dell’assessore regionale al Lavoro Stefano Aguzzi in merito alla vicenda iGuzzini Illuminazione di Recanati.
Confindustria Macerata, in collaborazione con Ance Macerata, ha organizzato un secondo incontro sulla tematica della Ricostruzione Post Sisma e del Rilancio economico delle aree colpite.
Alla riunione per Confindustria Macerata erano presenti, oltre al Presidente Sauro Grimaldi, il Presidente di Ance Macerata Carlo Resparambia, il Presidente della Cassa Edile di Macerata Massimo Paci, il Direttore Gianni Niccolò, i funzionari di Ance Macerata Sabina Bianchi e Paola Bara del Servizio Ambiente.
Sono intervenuti Giovanni Legnini, Commissario Straordinario per la Ricostruzione Post Sisma 2016, Gianluca Loffredo, Sub Commissario, Guido Castelli, Assessore con delega alla ricostruzione, Monsignor Massara, Vescovo di Camerino, Monsignor Marconi, Vescovo di Macerata, Pierluigi Moriconi, reggente presso la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Marche, nonché le Direttrici di Confindustria Marche e Ance Marche.
Molti i temi affrontati dal tavolo, Confindustria Macerata e Ance hanno espresso grave preoccupazione rispetto a diversi problemi: il fortissimo rincaro dei materiali, il ritardo degli approvvigionamenti delle materie prime, la situazione riguardante le macerie private (per le quali sembra ancora mancare una programmazione), la mancanza di strategie di rilancio e di sviluppo per le aree colpite (in vista anche delle ingenti risorse stanziate al cratere dal PNRR oltre 1,8 miliardi di euro).
Si è parlato anche del progetto della ZESSisma (Zona Economica Speciale Sisma), strumento derogatorio, speciale, di fiscalità privilegiata e di attrazione degli investimenti richiesto dalla comunità imprenditoriale associativa, Universitaria e da 39 Sindaci del cratere.
È stato chiesto inoltre un aggiornamento dello schema di contratto di appalto tipo, nonché una misura che possa rendere strutturali gli incentivi fiscali dell’edilizia per il cratere sismico.
L’Assessore Castelli ha parlato della strategia della Regione sul tema della Zes alla luce delle novità emergenti dalla nuova programmazione comunitaria. Il Commissario Legnini ha ricordato che nei primi mesi del 2021 si sono concretizzate le prime risorse economiche per i nuovi investimenti destinati a sostenere lo sviluppo economico dei territori interessati dal sisma 2016, sia con il Contratto Istituzionale di Sviluppo, dotato di 160 milioni di euro che con il Piano complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con un progetto da 1,78 miliardi di euro.
Due le linee principali di intervento: “città e paesi sicuri, sostenibili e connessi” e: “rilancio economico e sociale”. Per questi programmi, che a suo dire saranno operativi entro settembre, sarà importante il ruolo della cabina di coordinamento. A tali risorse si sommano i benefici fiscali della Zona Franca Urbana e del Credito di Imposta per gli investimenti delle imprese in beni strumentali.
Sul tema del caro materiali il Commissario ha sostenuto che i ristori previsti all’interno dell’ordinanza siano una risposta molto concreta per le imprese, pur sapendo che solo un aggiornamento del prezzario del cratere consentirà un adeguamento idoneo.
Per le macerie Legnini condivide la priorità del tema e l’urgenza di una sua soluzione.
Sono seguiti gli interventi del Vescovo Massara, che ha citato il problema del cumulo dei progetti e quello delle macerie, il mancato smaltimento delle quali impedisce l’avvio di molti cantieri, la difficoltà di reperimento di manodopera e di alloggiamenti per le maestranze, medesime istanze sono state presentate dal Vescovo Marconi.
La riunione si è conclusa con l’impegno da parte di Confindustria Macerata, Ance Macerata e le Autorità Ecclesiali di costituire la “cabina di regia” per seguitare il confronto e facilitare la progettazione per la ricostruzione per il bene della comunità tutta.
Finproject annuncia che è stato avviato l’iter che porterà al passaggio del 100% delle proprie azioni societarie a Versalis, società chimica di Eni.
ll Gruppo Industriale marchigiano Finproject è leader nella produzione di compound reticolabili e termoplastici e nello stampaggio di prodotti per il settore calzaturiero e manufatti in materiali ultraleggeri con il brand XL EXTRALIGHT®.
“Questa operazione industriale per noi significa moltissimo perché rappresenta di fatto la consegna dell’azienda alla storia industriale del Paese e investire in maniera decisiva sul futuro dell’azienda stessa. Quando tutto è cominciato, nel 1965, non avremmo mai pensato di poter contribuire in modo così incisivo ad una trasformazione che ci ha portati ad essere riconosciuti come un’autentica eccellenza nel nostro settore di riferimento” afferma Maurizio Vecchiola, Presidente e Amministratore Delegato di Finproject.
"L’operazione è stata realizzata nella piena continuità operativa del management e di tutti i collaboratori Finproject e consentirà all’azienda di affrontare sfide più avvincenti, acquisire nuove competenze e diventare più forte e internazionale di sempre" aggiunge Vecchiola "Quanto siglato rappresenta la dimostrazione che si può ambire a cambiare le dimensioni del proprio business mantenendo salde le radici italiane".
Versalis - a seguito di questa operazione - acquisisce nel suo portafoglio una gamma di prodotti che vanno a valle della filiera e soluzioni che contribuiranno ad accelerare la transizione energetica in corso, ponendo grande attenzione alla sostenibilità. L’accordo assume peraltro un ulteriore valore alla luce dell’attuale congiuntura che sta attraversando l’Italia e nel complesso scenario mondiale post-Covid.
“Quando abbiamo avviato il dialogo con Versalis (Eni) abbiamo avuto la certezza di parlare la stessa lingua e di poter contare su una forte corrispondenza di valori – cura e attenzione alle persone e al territorio in primis - che è anche il risultato derivante dalla stessa provenienza geografica dei fondatori delle due società: le Marche, la nostra cultura e il nostro modo di fare impresa solida e vicina alle Persone e al Territorio" conclude Vecchiola.
“In una società che cambia in fretta non si può restare fermi” con questa frase Luciano Ramadori lascia dopo due mandati la carica di Direttore della CNA provinciale di Macerata. Ramadori, entrato in CNA negli anni ’80, consegna al suo successore un’Associazione solida e forte: “Abbiamo avviato un fondamentale ricambio generazionale che ci permette di guardare con ottimismo al futuro e che dovrà essere portato fino in fondo per ridare costante energia e slancio alla nostra proposta sindacale.
Abbiamo allargato la gamma dei servizi offerti ai nostri clienti, creando consulenze specializzate e innovative per le imprese. La nostra Società di servizi, grazie all’accorpamento della parte fermana, è cresciuta molto sia quantitativamente che qualitativamente ed è oggi più forte e competitiva che mai”. In contro tendenza rispetto alle altre associazioni di categoria e oltre ogni aspettativa e previsione, l’Associazione in provincia di Macerata in questo ultimo anno è addirittura cresciuta ed ha ottenuto un importante riconoscimento a livello nazionale: “Siamo stati premiati a Roma per aver fatto la migliore performance regionale e siamo nella top ten nazionale; un premio che è il riconoscimento di un lungo percorso che è partito da lontano e di certo non si fermerà”.
Ramadori pensa quindi allo scatto imposto a tutta la struttura l’indomani del sisma 2016: “Abbiamo cercato di fare il possibile per aiutare le imprese colpite dai ripetuti eventi sismici, rafforzando la nostra presenza sul territorio nelle sedi CNA di Camerino, Cingoli, Matelica, San Severino e Tolentino”. Il Direttore sottolinea con orgoglio anche un’altra sfida che ha messo alla prova l’organizzazione sindacale: “Oggi la CNA Macerata cresce anche grazie alla pronta reazione che tutto il Sistema CNA Macerata ha saputo mettere in campo allo scoppio della pandemia per dare risposte alle imprese. In pieno marasma, quando tra dpcm, protocolli, norme e regolamenti, ufficiali o solo annunciati, codici ateco compresi o esclusi, i nostri uffici hanno dato risposte pronte e certe; lì abbiamo vinto la sfida”. Massimiliano Moriconi raccoglie il testimone di Ramadori: “Porterò avanti la sana gestione che ha contraddistinto l’Associazione territoriale in questi ultimi anni, non ci dobbiamo fermare proprio ora che i risultati stanno arrivando ma è necessario proseguire incrementando gli sforzi”. Proveniente dal mondo del credito, prima con la cooperativa Salomoni, poi Fidimpresa, oggi Uni.Co., Moriconi nonostante la giovane età ha già messo nel suo bagaglio 20 anni di stretta collaborazione con CNA e con il mondo delle piccole imprese: “La mia esperienza come Direttore provinciale del Confidi regionale sarà a disposizione di tutto il Sistema CNA. Sarà massima la collaborazione con tutti i livelli, dal regionale al nazionale, per condividere le strategie e le idee migliori. La nostra stella polare resta lo sviluppo del Sistema CNA nel suo complesso e lo scopo quello di favorire le politiche utili alle piccole e medie imprese che rappresentiamo”. Moriconi individua subito alcune priorità per il suo mandato: “Occorrerà insistere su ciò che ha più funzionato e che ha dato risultati positivi. Penso quindi alla capillare presenza territoriale che ci permetterà di affrontare le problematiche specifiche delle singole località, all’offerta di servizi innovativi per le imprese che permetteranno di affrontare le nuove sfide che ci attendono, alla riorganizzazione del lavoro nelle modalità sperimentate con successo durante la pandemia”. Il nuovo Direttore pone infine l’accento sul lavoro di squadra: “Sarà importante lavorare in modo coordinato e condiviso. Già nei prossimi giorni inizierò ad incontrare tutti i soggetti appartenenti al Sistema CNA per ascoltare le proposte e per rilanciare con forza la nostra rappresentanza a tutti i livelli”.
“Il sistema agroalimentare italiano vivrà tempi duri e preoccupanti”. Non usa giri di parole Federico Maccari, Presidente della sezione agroalimentare e Vice Presidente di Confindustria Macerata.
Ai recenti aumenti dei costi energetici ovvero delle bollette di luce e gas di cui tanto si parla negli ultimi giorni, c’è un altro incremento ormai ineludibile, ma che per ora sembra riguardare e ricadere solo sui produttori, quello delle principali materie prime utili alla realizzazione e trasformazione dei prodotti agroalimentari.
“Stiamo assistendo ad uno straordinario incremento di tante materie prime indispensabili per la realizzazione della maggior parte dei prodotti di prima necessità e con una velocità mai vista prima - sottolinea Maccari -. Un insieme di beni che sta coinvolgendo la maggior parte dei produttori italiani e che per le loro caratteristiche dimensionali e gestionali, per lo più di piccola dimensione e con attività artigianali, rischiano di non riuscire a compensare gli importanti aumenti dei costi con un adeguamento dei prezzi nei tempi utili al sostentamento e tutela delle proprie attività produttive".
"Prendendo ad esempio i produttori di pasta (il primo piatto più consumato in Italia), solo nel corso dell’ultimo mese il costo del grano duro è raddoppiato rispetto a 6 mesi fa. La causa risiede nello scarso raccolto in Canada e Usa (appena 3,5 milioni di tonnellate contro i tradizionali 6,5), che comportando una sensibile riduzione dell’offerta mondiale, purtroppo ha portato conseguenze indirette anche sulla quotazione e sul costo del grano duro italiano, che quest’anno, confermandosi come un prodotto che rispetta regole di sicurezza alimentare e ambientale superiore agli standard degli altri paesi, si è anche distinto per una ottima qualità complessiva del raccolto” aggiunge il Presidente della sezione agroalimentare di Confindustria Macerata.
Gli aumenti sono tali che i produttori da soli non riescono ad assorbire l’incredibile aggravio dei costi e per questo a breve assisteremo ad un inevitabile aumento dei prezzi al consumo.
“Come Confindustria – insiste Maccari – stiamo osservando e analizzando lo scenario complessivo per comprendere l’impatto che l’impennata dei costi di produzione avrà nei confronti dei nostri associati e quindi sui consumatori, che per effetto di una importante evoluzione inflattiva e in considerazione della maggiore propensione al risparmio a cui abbiamo assistito negli ultimi due anni, potrebbero reagire con una preoccupante riduzione o riqualificazione dei consumi. La lista dei beni coinvolta è lunga e il rischio è quello di trovarci in una filiera strategica per il sistema economico italiano che si ritroverà progressivamente impoverita per effetto di una sicura riduzione dei margini economici di produzione e di un probabile calo della domanda causata da una diminuzione del potere di acquisto dei consumatori”.
A completare il quadro ci sono anche legno, acciaio, ferro, plastica, carta e tante altre materie prime indispensabili per il settore imballaggi.
“Come sistema confidustriale locale il confronto è costante ma la situazione è estremamente preoccupante, perché tante aziende del settore agroalimentare rischiano di andare seriamente in difficoltà e chiudere l’anno con bilanci in perdita e con tutte le conseguenze facilmente intuibili. Per questo sarebbe opportuno che i vari livelli di governo prendessero coscienza della criticità e sostenessero questo settore con misure immediate” conclude Maccari.
Prosegue la risalita nel comparto calzaturiero, ma i livelli pre-pandemia restano lontani in molti indicatori congiunturali. I risultati più confortanti arrivano sul fronte dell’export, trascinato dalle griffe. La fotografia del comparto scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici è stata presentata nell’ambito di Micam, il Salone Internazionale delle Calzature in corso a Fiera Milano Rho.
Nelle Marche nel primo semestre 2021 il numero di imprese attive (tra calzaturifici e produttori di parti) ha registrato, secondo i dati di Infocamere-Movimprese, una flessione pari a -61 unità, tra industria e artigianato, accompagnata da un saldo negativo di -1045 addetti.
Sul fronte dell’export si registra un recupero del +13,3% in valore sullo stesso periodo dell’anno precedente, tra calzature e componentistica (con un -24,8% però sui livelli pre-pandemia di gennaio-giugno 2019). A livello provinciale, Macerata registra un +28,7% sul 2020, Fermo un +9,1% e Ascoli Piceno un +1,8%; per tutte, però, divari ancora a due cifre rispetto ai livelli pre-pandemia: se Macerata limita il gap in un -13%, ben più rilevanti le distanze per Fermo (-27,4%) e Ascoli (-34,4%).
Le prime 5 destinazioni dell’export marchigiano nel primo semestre 2021 sono risultate: Germania (+3,9%), Francia (+22,7%), USA (+53%), Russia (+21,2%), e Cina (+78,5%); assieme coprono la metà dell’export regionale. Per quanto riguarda le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS nel primo semestre dell’anno per le imprese marchigiane della filiera pelle, si registra una crescita del +13,6% rispetto allo stesso periodo del 2020: sono state autorizzate 6,9 milioni di ore (con un +482% rispetto al primo semestre di due anni addietro).
Sull’andamento dello scenario nazionale è intervenuto Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici e MICAM Milano: “Gli ultimi dati economici che tracciano il perimetro del nostro settore ci confortano, evidenziando come anche nel secondo trimestre dell’anno emerga un forte recupero nei principali indicatori dopo l’impennata già registrata a marzo. Un rimbalzo legato soprattutto al confronto con mesi in cui le restrizioni imposte ovunque durante il lockdown avevano fortemente condizionato le attività delle imprese, la distribuzione e i consumi".
"In particolare le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici mostrano incrementi a doppia cifra sull’anno precedente: aumentano sia la produzione industriale (+13%) che il fatturato (+22%), oltre alla spesa delle famiglie italiane (+17,4%); fa ben sperare l’export (+31,5% in valore). Allo stato attuale, però, resta ancora elevato il gap coi livelli pre-Covid. Se le vendite estero, grazie al terzismo per le multinazionali del lusso, limitano il divario col 2019 attorno al -5% in valore (ma con un -11% in quantità nei primi 5 mesi), domanda interna, produzione industriale e fatturato restano ancora decisamente al di sotto dei livelli, già peraltro poco soddisfacenti, di due anni addietro (con divari superiori al -15%): per 7 aziende calzaturiere su 10 il fatturato è ancora nettamente inferiore”.
Il lungo periodo di forte difficoltà indotta dall’emergenza sanitaria sta lasciando il segno nei dati occupazionali: 2.000 addetti in meno da inizio anno (-3.000 considerando anche la componentistica); -61 i calzaturifici attivi. La Cassa Integrazione Guadagni nella Filiera Pelle, dopo il record del 2020, segna nel primo semestre un ulteriore +3,8%, con un numero di ore autorizzate dieci volte superiore a due anni addietro
“Incontro le Marche a Milano perché sono una delle regioni più irraggiungibili d’Italia. Il Governo nazionale dovrà assumere le decisioni opportune per superare finalmente questa criticità”. Lo ha detto il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, partecipando all’apertura istituzionale della 92’ edizione del Micam: il Salone leader a livello mondiale della calzatura, promosso da Assocalzaturifici, che ospita 655 espositori fino al 21 settembre.
“L’insistenza dei marchigiani mi ha portato qui”, ha rimarcato il ministro, intervenuto al taglio del nastro e alla manifestazione di apertura del Salone, quest’anno dedicata alle imprese calzaturiere marchigiane.
Un focus a più voci sui modelli di business del comparto, in un’edizione, ha sottolineato Giorgetti, che “non segna una ripartenza, ma un vero rinascimento, perché non rimettiamo in moto solo un settore economico, ma rilanciamo una vocazione imprenditoriale. Questo grazie alle scelte del Governo che hanno portato a riaprire il Paese, ma rispettando ulteriori regole. Abbiamo introdotto queste regole non per limitare la libertà, ma per aumentare le possibilità di incontro. È necessario entrare sui mercati internazionali, in una fase in cui riapre il mondo. Le filiere della calzatura e del tessile hanno pagato di più per le chiusure e lo Stato deve essere al loro fianco. Abbiamo bisogno di fare sistema ed è positivo che, dalle istituzioni del territorio, arrivino proposte organiche di rilancio”.
La manifattura marchigiana, ha sottolineato il presidente della Regione Francesco Acquaroli, “vanta un’altissima professionalità su cui investire per continuare a mantenere il lavoro e lo sviluppo nelle Marche. Questa edizione del Micam ci riapre alla socialità e offre nuova spinta per rilanciare un settore economico già in sofferenza precedentemente. Dobbiamo vincere la sfida del credito, dell’innovazione, della digitalizzazione per poterci affermare, con nuove energie, sui mercati internazionali. Dobbiamo vincere anche la sfida dell’aggregazione, per potenziare la nostra capacità produttiva che è un’eccellenza nazionale. La globalizzazione ce lo impone, la crisi in corso ancora di più”.
Le Marche, ha ribadito il vicepresidente Mirco Carloni, “vantano tante micro imprese che dobbiamo vendere sui mercati. La sfida è quella di riuscire a sfruttare il recovery per finanziare, in modo strutturale, le filiere. L’epoca del metalmezzadro è finita, dobbiamo puntare su un modello economico innovativo rappresentato dalle filiere. È un impegno che, insieme agli altri assessori regionali alle Attività produttive, stiamo sviluppando e stiamo portando all’attenzione del ministro. Pensiamo a un sistema di valorizzazione della filiera della moda, da rafforzare con trasferimento tecnologico, ricerca, innovazione e sviluppo sui mercati esteri, d’intesa con il Mise. Se riusciremo a costituire un’aggregazione di filiere, le Marche scaleranno le vette in tutti i settori. Filiere che andranno aiutate, però, non con aiuti, ma con stimoli alla crescita e alla competitività”.
Una base di partenza c’è già: come sottolineato dall’assessore al Bilancio Guido Castelli, “con la nuova programmazione comunitaria le Marche beneficeranno, fino al 2027, di un miliardo e 100 milioni di euro per lo sviluppo economico e per le tutele sociali. Sono 720 milioni del Fesr (sviluppo regionale) e 320 del Fse che finanzia anche la formazione. Al ministro abbiamo chiesto di valutare la possibilità di estendere la decontribuzione al 30% anche alle aree di crisi complessa delle regioni in transizione (quelle con un Pil tra il 70 e il 90% della media Europea), come lo saranno le Marche nel prossimo settennio. Quindi le risorse ci sono, vanno gestite bene e spese bene. La parte pubblica deve investire su sé stessa per evitare che dietro i geroglifici della burocrazia, i calzaturieri abbiano difficoltà a rendicontare un investimento”.
L'imprenditore Paolo Silenzi è stato eletto nuovo presidente della CNA Marche dagli 81 delegati dell'Assemblea in rappresentanza di circa 17 mila tra artigiani e piccoli imprenditori e 16 mila pensionati del lavoro autonomo.
Silenzi è subentrato a Gino Sabatini, in carica negli ultimi 8 anni. Quest'ultimo rimane comunque a capo della Camera di Commercio Unica e Vicepresidente della Cna Nazionale e Unioncamere. Silenzi, 46enne originario del Fermano, è titolare dell'azienda di famiglia "Linea Italia Calzature", la quale deve gran parte dei suoi proventi al commercio nei mercati internazionali prevalentemente in Europa e in Oriente. Silenzi vanta anche una lunga esperienza da dirigente in Cna, essendo stato presidente della Cna Federmoda Fermo dal 2012 e dal 2013 anche della Cna territoriale di Fermo fino a 3 mesi fa.
All'Assemblea di presentazione è giunto un video saluto della Ministra per gli Affari Regionali Maria Stella Gelmini che non ha potuto partecipare in prima persona per impegni istituzionali. Presenti invece la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, il Presidente Istao Pietro Marcolini, il direttore MARCHE e E-R di Intesa San Paolo Cristina Balbo e il giornalista economico di Repubblica, Eugenio Occorsio. Spicca infine la presenza del Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli che si è dimostrato fiducioso di una futura e proficua collaborazione.
A seguire c'è stata poi la relazione di Silenzi, che ha messo in luce come la Cna Marche abbia messo " al centro del confronto la costruzione di un nuovo modello di sviluppo per la Terza Italia capace di coinvolgere altre quattro regioni, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo. La Cna - ha proseguito - chiede alle istituzioni delle cinque regioni coinvolte di utilizzare i fondi del Pnrr per elaborare dei progetti comuni, che riguardino in particolare le piccole medie imprese, al fine di superare inutili localismi e ragionare come un macroregione".
(Fonte Ansa)