Triveneta Cavi alla francese Nexans. I dipendenti di Tolentino: "Stupiti e preoccupati, cosa ci attende?"
"Stupisce e preoccupa, la mancanza di attenzione da parte dalle istituzioni per il sito produttivo di Tolentino". È quanto filtra da alcuni dei circa 130 dipendenti della realtà produttiva tolentinate Triveneta Cavi, rilevata a inizio febbraio dal gruppo francese Nexans, multinazionale del settore.
"A distanza di due settimane ormai, nulla trapela sui progetti che questa multinazionale ha in serbo per noi - precisa una delegazione di lavoratori -. La vecchia direzione aziendale è latitante, restia a qualsiasi sollecito di chiarimenti, la nuova non si è pronunciata né formalmente né informalmente".
Triveneta Cavi ha sede a Brendola, in provincia di Vicenza, e oltre al sito produttivo di Tolentino, ne ha alcuni in Veneto. Come gruppo impiega oltre 600 dipendenti per un fatturato di circa 800 milioni. L'ufficialità dell'acquisizione da parte del big francese dei cavi Nexans, a seguito di una super offerta, "ci è arrivata soltanto tramite la stampa - spiegano i dipendenti della sede tolentinate -. Nei mesi passati, ci sono state voci in merito a trattative di vendita ad uno stato avanzato, ma nulla di più. Solo successivamente il consiglio d’amministrazione della Triveneta Cavi ha comunicato con una scarna missiva, l’operazione avvenuta. Il sindacato interno, non sembra essere in grado di attingere alla benché minima informazione".
L'incertezza sul futuro è acuita dal mancato avanzamento dei lavori previsti per l'ampliamento della capacità produttiva del sito tolentinate, annunciato dai vertici aziendali nell'estate del 2023. "Ad oggi non sappiamo se gli investimenti previsti, verranno mantenuti da Nexans - sottolineano i lavoratori -. Tutti? Nessuno? In parte? Rassicurazioni che sarebbero state più che necessarie, visto che Nexans ha degli stabilimenti in Italia con produzioni in parte sovrapponibili alle produzioni dello stabilimento di Tolentino. In particolare il riferimento è allo stabilimento di Battipaglia il quale, tra l’altro, ha attinto alla cassa integrazione da agosto a ottobre 2023, e soltanto grazie allo sblocco delle commesse Enel, ha visto ripartire la propria produzione a novembre".
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