Marche, le pesanti conseguenze della crisi Ucraina sul mercato. "A rischio aziende e posti di lavoro"
"La guerra in Ucraina è un dramma umano ed economico, da sanzioni, blocco di ordini e conti correnti. Sono a rischio aziende e posti di lavoro".
Così Valentino Fenni, presidente dei Calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico e vicepresidente nazionale di Assocalzaturifici che ricorda: "La Russia è uno dei mercati più importanti: 3 milioni di paia di scarpe italiane acquistate, per un volume di fatturato di 220 milioni. Rispetto al 2020, la crescita nel 2021 (primi nove mesi) è stata del 9%. L'Ucraina acquista mediamente 400mila paia per 30 miloni di euro, in crescita del 16%.
Questi i numeri italiani - aggiunge Fenni -. Il nostro distretto è per l'Ucraina il primo fornitore, praticamente una scarpa su tre arriva dal Fermano-Maceratese. E così per la Russia, con le Marche al primo posto con il 29,8% di calzature italiane, prezzo medio di 68 euro al paio. La provincia di Fermo è da sempre la prima fornitrice di calzature italiane in Russia, 45 milioni di export (primi nove mesi 2021)". Sono a rischio, ovviamente, gli appuntamenti fieristici organizzati per marzo in Kazakistan, in aprile a Kiev e l'Obuv (Fiera internazionale calzature e cuoio) a Mosca".
Timore anche per le nuove sanzioni alla Russia. "Se verranno bloccati i conti correnti dei russi, chi pagherà le scarpe ordinate? - si chiede il presidente dei Calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico -. Il rischio è di perdere di nuovo due stagioni". Preoccupano gli imprenditori anche le ripercussioni per il Micam. Si teme un impatto molto alto su imprese e posti di lavoro. "Lavorare in queste condizioni - conclude - è difficilissimo, ci sono calzaturifici che in questi due Paesi hanno il 90% del loro business".
(fonte ANSA)
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