Crisi del settore manifatturiero a Macerata, Ragni: "Servono risposte immediate per salvare le imprese"
"Il tessuto imprenditoriale manifatturiero della provincia di Macerata sta attraversando una fase di estrema difficoltà. Il rallentamento dei consumi, dovuto a una congiuntura economica e sociale preoccupante, e l'evoluzione del quadro normativo stanno incidendo pesantemente sulla competitività delle imprese locali". Lo denuncia Marco Ragni, vicepresidente vicario di Confindustria Macerata.
"Negli ultimi tempi, la proliferazione di normative sempre più stringenti ha imposto costi e adeguamenti burocratici onerosi", aggiunge Ragni. Tra queste, il GPSR (General Product Safety Regulation), la NIS2 (Network and Information Security Directive) e numerosi regolamenti in ambito di sostenibilità ambientale di matrice europea, come la CSRD, l'EUDR, il CBAM e l'ETS, stanno imponendo alle aziende locali sfide difficili da sostenere.
"Sebbene ispirate da principi condivisibili, queste regolamentazioni, applicate senza un'adeguata pianificazione, stanno soffocando il tessuto industriale, ostacolando una transizione sostenibile realmente competitiva", sottolinea il vicepresidente vicario di Confindustria MAcerata.
A questi problemi si aggiungono le criticità infrastrutturali della regione Marche: una rete stradale e aeroportuale insufficiente, una banda larga carente e una mancanza di impianti per lo smaltimento dei rifiuti speciali, in particolare nel Maceratese. Questi fattori mettono in crisi il modello produttivo marchigiano e rendono il territorio poco attrattivo per gli investitori.
"Si avverte inoltre la necessità di un approccio più pragmatico alla gestione delle politiche industriali ed energetiche, evitando visioni ideologiche che ostacolano la crescita - prosegue Ragni -. Il territorio ha bisogno di un nuovo rinascimento imprenditoriale che valorizzi sia il patrimonio culturale e paesaggistico sia le opportunità di sviluppo economico sostenibile.
L'imprenditoria marchigiana si trova di fronte a una "tempesta perfetta" derivante da una combinazione di normative rigide e carenze strutturali: "Le imprese locali non possono continuare a sostenere da sole il peso di queste scelte politiche e normative. Il silenzio della politica su questi temi è assordante e rischia di compromettere irrimediabilmente il futuro del sistema produttivo - evidenzia Ragni -. È fondamentale un cambio di rotta immediato. Una visione strategica che rilanci la manifattura attraverso politiche industriali mirate, una riduzione del peso fiscale e normativo sulle imprese e un maggiore sostegno alla competitività del sistema produttivo".
"La pubblica amministrazione deve considerare le imprese alleate nello sviluppo del territorio e non soggetti da gravare con ulteriori oneri burocratici. Non c'è più tempo da perdere. Serve un'azione concreta e tempestiva per salvaguardare il futuro dell'industria, dell'occupazione e delle comunità locali. La politica deve rispondere con altrettanta chiarezza, evitando di lasciare le imprese sole a combattere una battaglia che riguarda il futuro dell'intero Paese", conclude Ragni.
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