Mercoledì 5 febbraio alle 17 l’economista Paolo Sestito presenterà il suo ultimo libro sulla parabola dell’Italia dal dopo guerra a oggi.
“Molto rumore per nulla. La parabola dell’Italia, tra riforme abortite e ristagno economico” è l’ultimo libro di Sestito e Roberto Torrini, che verrà presentato mercoledì nella sede delle eum – edizioni Università di Macerata.
Interverranno il presidente della casa editrice di Ateneo Luca De Benedictis e uno degli autori, Paolo Sestito, attualmente responsabile del servizio Struttura Economica della Banca d’Italia, dove ha condotto attività di ricerca per più di 30 anni. Sestito ha ricoperto incarichi all’Ocse e alla Commissione Europea e, in Italia, al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e all’Invalsi, pubblicando estensivamente su temi attinenti la dinamica inflazionistica e il ciclo economico, il mercato del lavoro e le politiche sociali, gli aspetti territoriali dello sviluppo economico, il capitale umano e il sistema educativo. L’incontro si inserisce nelle attività seminariali della Scuola di Studi Superiori ‘Giacomo Leopardi’ sul tema dello sviluppo locale, economie urbane e crescita aggregata.
Il Pil dell’Italia è oggi ancora sotto i livelli del 2007. La crisi finanziaria, in origine divampata negli Stati Uniti, in Italia è durata più a lungo e con effetti più intensi, amplificata dalla crisi di fiducia sul debito pubblico. Ma i problemi dell’Italia non sono iniziati e non sono circoscritti all’ultimo decennio. Già prima della crisi la sua velocità di crociera era ridotta ai minimi storici. Laddove il cinquantennio post bellico aveva visto l’Italia avvicinarsi ai livelli di benessere sociale dei paesi più ricchi, l’ultimo quarto di secolo ha sancito un’inversione di tendenza. La stagnazione italiana si era già avviata in concomitanza con una fase di forte sviluppo dell’economia mondiale, in cui numerosi paesi, la Cina ne è il caso più emblematico e rilevante, emergevano da una condizione di ritardo e le nuove tecnologie si imponevano a livello globale.
Quali le ragioni di tale arretramento? Vi sono legami tra quanto avvenuto nel decennio della lunga crisi e il periodo precedente? Che ruolo hanno giocato i vincoli discesi dal mutato contesto - l’ingresso nell’euro, l’emergere di nuovi e importanti competitori, l’avvento delle nuove tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, la finanziarizzazione dell’economia - e quanto hanno pesato invece i tradizionali tratti strutturali della società italiana? Il libro “Molto rumore per nulla. La parabola dell’Italia, tra riforme abortite e ristagno economico” risponde a questi quesiti e si interroga sul “che fare” per ridare forza alla speranza di una ripresa della crescita e del benessere nel nostro Paese.
Una rassegna dedicata alle più belle opere del Novecento, interpretate quest’anno da grandi nomi del panorama cinematografico e teatrale italiano. Dopo Luca Ward, Michele Placido, Roberto Alpi, Daniela Scarlatti è la volta di Pino Ammendola. Giovedì 6 febbraio alle ore 21,15 al Politeama di Tolentino, darà voce a Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, celebre romanzo di R. L. Stevenson. Ad accompagnarlo nel racconto Cinzia Pennesi al pianoforte.
Pino Ammendola è attore di cinema, teatro e doppiatore. Ha lavorato con registi come Dino Risi, Tinto Brass e Giuseppe Tornatore. Si è avvicinato al mondo dello spettacolo nel 1963, debuttando poi nel cinema con un piccolo ruolo accanto a Nino Manfredi, in Operazione San Gennaro di Dino Risi. Ha lavorato molto in teatro dove ha cominciato con Achille Millo che è stato il suo maestro, poi ha recitato con Arnaldo Ninchi, Tino Buazzelli, Salvo Randone, Mario Landi, Attilio Corsini, Edmo Fenoglio e Gabriele Lavia. In televisione è stato diretto da Anton Giulio Majano, Sandro Bolchi, Enzo Trapani, Nanni Loy, Marcello Aliprandi, Pino Passalacqua, Franco Giraldi, Cinzia TH Torrini, Franco Amurri e tanti altri. Nel doppiaggio ha esordito, con la direzione di Pier Paolo Pasolini, ne Il Decameron, continuando poi a lavorare per Federico Fellini, Ettore Scola, Mario Monicelli e Stanley Kubrick. Ha prestato la voce a molti attori stranieri, fra cui Jerry Lewis, Henry Gibson, David Carradine, Brad Davis, Prince, Murray Abraham, Antonio Banderas, Dana Carvey, Stanley Tucci, Jacques Villeret, Roman Polański e a personaggi dei cartoon come Gatto Silvestro. Per quanto riguarda la televisione è stato diretto da Anton Giulio Majano, Sandro Bolchi, Enzo Trapani, Nanni Loy, Marcello Aliprandi, Pino Passalacqua, Franco Giraldi, Cinzia TH Torrini, Franco Amurri e tanti altri. Lo ricordiamo in Don Matteo e Provaci ancora Prof!
Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde è uno dei più celebri romanzi di R.L. Stevenson. La storia narra di un avvocato londinese G.J. Utterson che investiga i singolari episodi tra il suo vecchio amico, il Dr. Jekyll e il malvagio Mr. Hyde. L’impatto della storia è stato universale, facendo entrare la definizione Jekyll e Hyde nel linguaggio comune a significare una persona con due distinte personalità. Ma è soprattutto metafora dell’ambivalenza del comportamento umano nonché dilemma di una mente scissa tra l’Io e le sue pulsioni irrazionali.
Partenza col botto per il primo incontro della seconda edizione di Versus, la rassegna di confronti poetici organizzata dall’Associazione Lo Specchio in collaborazione con il Circolo di lettura e conversazione di Recanati, con la direzione artistica di Piergiorgio Viti.
Il festival, che vede il patrocinio del Comune di Recanati, del Centro Nazionale di Studi Leopardiani e del Centro Mondiale di Poesia, ha visto protagonista Renata Morresi, poetessa e traduttrice maceratese, recentemente uscita in stampa con “Terzo Paesaggio”. La Morresi, con il tappeto sonoro di Dj Rudi in sottofondo, ha incantato i presenti attraverso la lettura dei suoi testi, focalizzati su due temi fondamentali: il sisma, non a caso una sezione della silloge si intitola “Poesie antisismiche”, e la Costituzione italiana, solida, nei suoi principi fondamentali, a fare quasi da beffardo contraltare alla precarietà di molte vite.
Non si è risparmiata, la Morresi, aprendosi al confronto con Viti e con i numerosi presenti, sollecitata ad interloquire sui temi portanti della contemporaneità e in particolare sull’esperienza del sisma, esperienza che la Morresi ha vissuto, vive in prima persona, lavorando come professoressa di inglese nel cuore del “cratere”. Dopo aver fatto centro, a testimonianza che la poesia può essere veicolata anche al di fuori “degli addetti ai lavori”, Versus prosegue ancora il 23 febbraio con un’altra poetessa locale, ma voce consolidata nel panorama poetico nazionale, Dorinda Di Prossimo, per poi ampliare i suoi confini, l’8 marzo con il cesenate Stefano Simoncelli.
A seguire, sempre nel mese di marzo, il veneto Franzin, Rodriguez Nunez e Jean Portante, poeti cubano il primo e lussemburghese il secondo, di fama mondiale, in chiusura di rassegna.
La mostra, organizzata dall'associazione "Amici del Liceo Galilei", vuole evidenziare i cambiamenti che si sono verificati nel trentennio dal dopoguerra fino alla metà degli anni '70 utilizzando non solo il materiale fotografico messo a disposizione dagli archivi della Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti e dalla Biblioteca Statale di Macerata, ma anche e soprattutto le fotografie messe a disposizione dai soci della nostra Associazione, dai loro amici e dai loro parenti.
Ciò che la mostra vuole descrivere è soprattutto la trasformazione dei costumi, dei mezzi di locomozione, del modo di rapportarsi delle persone, dell'abbigliamento, del modo di frequentare la scuola, di lavorare, di partecipare alla vita cittadina. Finalità La mostra si propone di rivalutare il materiale fotografico posseduto dalle famiglie dando nuova vita alle foto spesso dimenticate negli album e nei cassetti delle nostre case e soffitte. Si propone anche di portare a conoscenza dei giovani di oggi quegli anni -dal dopoguerra agli anni 70- che loro non hanno conosciuto e che sono stati di primaria importanza per la formazione della società attuale. Il quadro che ne risulta è un'attenta descrizione non solo della città di Macerata e della sua gente, ma anche della provincia maceratese e, in parte, anche dell'Italia stessa.
La mostra si svolgerà a Macerata nei locali della Galleria degli Antichi Forni, locali che sono stati prenotati già dallo scorso anno ed accordati da "Istituzione Macerata Cultura - Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi". L'intera esposizione consta di circa 400 fotografie. Data di svolgimento La mostra si svolgerà dal 6 al 16 Febbraio 2020, con orario pomeridiano dalle 17 alle 20. Al mattino la mostra sarà a disposizione delle scuole previo appuntamento da parte dei docenti interessati all'indirizzo email: amici.liceogalileimc@gmail.com
L'esposizione si rivolge innanzitutto alla cittadinanza, ma anche agli abitanti del territorio e della provincia maceratese, non sottovalutando l'interesse che può avere anche per eventuali turisti di passaggio per la città. Particolare attenzione sarà posta nel pubblicizzare la mostra nelle scuole, per sensibilizzare i ragazzi non solo sulla conoscenza del periodo del dopoguerra, ma anche sull'uso del mezzo fotografico e sulla valenza della fotografia come reperto storico.
Partners dell'evento il Comune di Macerata, dell'Università degli Studi di Macerata e del Liceo Scientifico "G. Galilei". La mostra si avvale inoltre del contributo fotografico messo a disposizione dalla Biblioteca Statale e della Biblioteca Comunale "Mozzi Borgetti". Anche il Club Alpino Italiano, sezione di Macerata, ha voluto fornire il proprio patrocinio alla manifestazione per ricordare come, in quel periodo dal dopoguerra agli anni '70, furono valorizzati i monti Sibillini da parte di molti alpinisti marchigiani, e maceratesi in particolare.
L'esposizione sarà pubblicizzata con comunicati stampa sui giornali locali, sia cartacei che on-line, ed anche con appositi manifesti da affiggere nel periodo immediatamente precedente all'inaugurazione della mostra stessa. Sarà realizzato anche il Catalogo della Mostra. Relatori Nell'ambito della mostra sono previste, nell'apposito spazio della galleria degli Antichi Forni, alcune conferenze tenute da docenti universitari, da docenti del Liceo Galilei, da personalità del mondo della cultura e delle professioni. Gli argomenti che saranno trattati riguarderanno: l'utilizzo del mezzo fotografico, i cambiamenti sociali e politici di quel trentennio, il fervore culturale del periodo, l'affermarsi di nuove conoscenze in campo scientifico, l'evoluzione dei mezzi di trasporto, i risultati in campo socio-sanitario, le conquiste nel settore alpinistico ed esplorativo. Ingresso L'ingresso alla mostra sarà libero. Il numero dei partecipanti è variabile, nell'ordine di varie decine al giorno, con i massimali previsti dalla capienza della struttura.
Programma dettagliato delle conferenze:
• Venerdì 7 ore 17,30 – Angelo Angeletti (Docente Liceo Scientifico Galilei) “Dalla scissione dell’atomo ai mattoni dell’universo” - Trent’anni tra ricerca bellica e ricerca fondamentale
• Sabato 8 ore 17,30 – Paolo Verdarelli (Storico della fotografia) “Sebastião Salgado: Inferno e rinascita dell’uomo”
• Lunedì 10 ore 17,30 – Conferenza a due voci: Ninfa Contigiani (Docente UniMC) e Claudio Gaetani (Docente UniMC) “Tracce di donne in città tra fotografia e spazi vissuti”
• Martedì 11 ore 17,30 - Lucio Bugli (Presidente Registro Aprilia) “Evoluzione dell’automobile dal dopoguerra agli anni ’70”
• Mercoledì 12 ore 17,30 – Romano Ruffini (Storico) con Francesca Violoni (Docente Liceo Scientifico Galilei) “Metamorfosi dell’Ospedale Psichiatrico nel dopoguerra” con lettura di poesie
Sono innumerevoli le bellezze custudite nel nostro territorio fra le quali troviamo le opere di Carlo Crivelli, grandissimo artista originario di Venezia il quale giunse nelle Marche nel 1468 e vi impose un linguaggio del tutto personale unendo insieme motivi rinascimentali e tardogotici.
L’iconografia della Madonna col Bambino è un tema frequente nei dipinti del Crivelli, ne costituiscono una testimonianza le opere conservate rispettivamente nella parrocchia dei SS.Pietro Paolo e Donato a Corridonia “Madonna che allatta il Bambino” e la “Madonna col Bambino” presso il Palazzo Buonaccorsi di Macerata.
La prima è una tempera su tavola di 127x63 cm realizzata intorno al 1430-1500 e attualmente esposta nella mostra “La fede dipinta e tramandata” all’interno della chiesa di S.Pietro, allestita con la concessione del parroco Don Fabio e curata dall’architetto Mario Montalboddi e dalla museologa Giuliana Pascucci.
L’opera fu attribuita al Crivelli dai critici Cavalcaselle e Morelli, questa riveste un ruolo di primaria importanza nella produzione di questo artista. Per la prima volta ne viene fatta menzione in un inventario del 1727 appartenente alla distrutta chiesa di S. Maria del Gesù di Corridonia: “Il quadro di questo, quale è dipinto in tavola, rappresenta la Madonna Santissima in atto di azzinnare il Bambino Gesù, con due angioli, uno di qua , et uno di là”, inoltre viene menzionata l’iscrizione intorno alle figure: “Ego immaculata et caput maum plenum est rore” che si riferisce al passo biblico del vello bagnato di rugiada di Gedeone , il quale simboleggia la Verginità di Maria.
La Madonna indossa un ricco e prezioso mantello, al quale si aggrappa l’infante che si volge teneramente a guardare lo spettatore mentre la madre lo cinge. Lo scorcio “fotografico” della scena costituisce un’inquadratura molto moderna così come lo è la dimensione umana e meno iconica rispetto alla tradizione, la psicologia dei personaggi è indagata a fondo e restituisce la loro umanità in maniera davvero realistica.
Don Fabio, parroco di Corridonia afferma: “Quando ti trovi a dover preservare questo patrimonio devi preoccuparti di renderlo fruibile alla cittadinanza, con la situazione post sismica era impossibile poter esporre queste opere, ma in occasione delle Olimpiadi Mondiali di Paraciclismo abbiamo pensato di contribuire con questa iniziativa alla bellezza di questo evento. Volevamo di nuovo godere di queste opere e la Soprintendenza ci ha incoraggiati”.
Prosegue il parroco: “Rimettere al culto questi dipinti è stato un rinnovare la loro funzione originaria. In pochi metri, la mostra, racchiude uno scrigno di arte e fede, visitabile e disponibile a tutte le ore senza pagare nulla”.
Mario Montalboddi, architetto e curatore dell’allestimento presso S.Pietro aggiunge: ”Nasce da Don Fabio l’idea di creare questo allestimento all’interno della cappellina della Madonna di Lourdes nella chiesa di S. Pietro a Corridonia, e questo è importante perché rivela il vero significato della mostra: rimettere al culto le opere con la concessione della diocesi di Fermo e riportarle quindi nel loro luogo di appartenenza, non in un museo. Opere della sorella arte ma anche della fede”.
Conclude Montalboddi: “I dipinti presentano intorno una sorta di passepartout che li isola dal contesto valorizzandoli e non influenzando le pareti allo stesso tempo. L’illuminazione cambia completamente durante la giornata, quella artificiale che abbiamo proposto accentua anche i dettagli dorati ed i colori che appaiono davvero suggestivi e sicuramente sottolineano la dimensione spirituale dei quadri e l’aspetto emotivo per il fedele”.
La raccolta d'arte antica dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi custodisce allo stesso modo un’altra Madonna col Bambino, sempre del Crivelli: un dipinto a tempera e oro su tavola trasportata su tela di 59x41 cm databile al 1470 circa.
Il dipinto reca nel retro, su un frammento di tela ritagliata, la seguente iscrizione "KAROLUS CRIVELLUS VENETUS PINXIT 1470 FERMIS". L’opera costituisce l’elemento restante di una composizione di maggiori dimensioni destinata all’antica chiesa maceratese di Santa Maria della Pietà, fondata da San Giacomo della Marca nel 1426 per i Minori Osservanti, ma ricordata alla fine del Settecento nella chiesa di Santa Croce.
Danneggiata nell’incendio che devastò l’edificio nel corso del 1799, ma non completamente distrutta, la tavola di Crivelli venne parzialmente recuperata e ne furono tratti in salvo due frammenti.
Il maggiore, quello con la Madonna col Bambino, venne ricoverato nel Palazzo Comunale e, dopo un provvidenziale restauro, alla fine dell’800 presso la Biblioteca Comunale; l’altro raffigurante la Pietà entrò a far parte della collezione Caccialupi e quindi di quella romana di Nevin, per poi giungere al Fogg Art Museum di Cambridge.
La preziosità di queste due opere e la tenerezza che racchiudono invitano ad essere apprezzate doppiamente: dal punto di vista artistico per il loro immenso valore patrimoniale ma anche come immagini di culto storiche ed affettive per il fedele.
Febbraio è già arrivato e i musei civici di Recanati hanno in programma tanti appuntamenti tra arte, la musica e gastronomia. Non mancheranno appuntamenti con le proiezioni di alcune pellicole e un evento per festeggiare San Valentino, festa degli innamorati, all’insegna della cultura. La programmazione culturale nei musei civici è organizzata dal Comune della città leopardiana e da Sistema Museo che gestisce il circuito dei musei civici.
La mostra paesaggio italiano. Continua, fino all’8 marzo, la mostra a cura di Vittorio Sgarbi “Paesaggio Italiano – L’infinito tra incanto e sfregio”. L’italia in mostra viene raccontato attraverso scatti che sono piccole e grandi storie, dalla bellezza al degrado, nelle immagini di 58 fotografi, tra professionisti ed amatori evoluti, i cui lavori sono stati selezionati da Sgarbi tra migliaia di autocandidature arrivate. Sono 90 le foto in mostra, e non è solo la bellezza ma sono soprattutto le storie dei luoghi e le gesta dei suoi abitanti a segnare il paesaggio italiano nelle sue contraddizioni, tra tran tran quotidiano e situazioni straordinarie, in un passato glorioso col futuro ancora da scrivere.
Arte musica. Due gli appuntamenti di febbraio con l’arte del Rinascimento, musica live di artisti internazionali e la gastronomia. Si parte domenica 2 febbraio, alle 17, a tema Francia con una lezione d’arte sulle opere di Antoine Caron, seguita da una visita ai capolavori di Lorenzo Lotto che si trovano a Villa Colloredo Mels, la musica dei Bonnie Li e un aperitivo a base di ricette francesi.
Appuntamento speciale dalle 19 per San Valentino con una lezione “Love&Art: l’amore al tempo del rinascimento” e degustazioni di prodotti marchigiani con la musica dei Cap’n Hector’s Crew (Egitto e Romania).
Oggi Lotto. Appuntamenti dedicati a Lorenzo Lotto in collaborazione con l’associazione di promozione sociale Whats Art. “Oggi Lotto” è una rassegna di teatro, danza e musica nella sala del Granaio del museo di Villa Colloredo Mels. L’evento sarà l’occasione anche per scoprire, grazie ad una visita guidata, i capolavori dell’artista rinascimentale conservati nel museo civico di Recanati.
Sabato 8 febbraio, dalle 20, andrà in scena Mad Jam, un evento live in cui, attraverso la modalità della jam session, musicisti e danzatori daranno vita ad un vero spettacolo in cui nulla è stato scritto o provato prima. L’unica regola in scena per gli artisti sarà quella di afferrare e interpretare la partitura musicale così come quella corporea per arrivare a fonderle; inaspettati e mutevoli; comporranno lo spettacolo per un evento in cui la protagonista principale sarà la creatività.
Costo: 5 euro, ingresso gratuito con Recanati Card. Prenotazione obbligatori per posti limitati. Inizio visita guidata ore 20, spettacoli ore 21.30. Per info 071 7570410 recanati@sistemamuseo.it italytolive.it/ www.infinitorecanati.it
Lotto di domenica. Un'immersione nella vita e nell'opera del genio ribelle del Rinascimento. Si parte domenica 23 febbraio alle 10 con la proiezione del documentario “Lorenzo Lotto. Il richiamo delle Marche” e si prosegue con la visita ai capolavori di Lorenzo Lotto presenti nella pinacoteca del museo di Villa Colloredo Mels e al San Vincenzo Ferrer custodito nella cattedrale di San Flaviano. Costo 7 euro adulti, bambini/ragazzi fino a 19 anni gratis.
Cinema In Villa. Il meglio delle pellicole da vedere al museo? A Recanati è possibile! Sabato 1 febbraio, alle 17, visioneramo insieme “Il cittadino illustre” di Gastòn Duprat e Mariano Cohn (2016), domenica 9 “Storie pazzesche” di Damiàn Szifròn (2014) e domenica 16 febbraio “Il segreto dei suoi occhi” di Juan José Campanella (2009). Inizio spettacolo ore 17, costo 3 euro.
Musicultura, il Festival della canzone Popolare e d’Autore giunto alla sua 31° edizione, apre il sipario e rende noti i nomi selezionati nell’edizione 2020.
Sono 53 gli artisti, selezionati su 760 proposte, che accedono alle audizioni dal vivo del concorso: tutti, solisti e band, sono anche autori delle canzoni che interpretano. L’ascolto e la valutazione delle 1520 canzoni, inizialmente iscritte al concorso, hanno richiesto quasi tre mesi di lavoro. Agli esclusi è stata inviata un’articolata scheda di commento.
Musicultura offre ora, ai 53 giovani artisti selezionati, la chance di vivere una cavalcata artistica e professionale stimolante, cadenzata da eventi live e mediatici, che culminerà il prossimo mese di giugno sul palco dell’Arena Sferisterio di Macerata, dove approderanno gli otto vincitori del concorso.
"Mi sento di assicurare che tra i problemi italiani non c’è quello della scarsa vitalità delle canzoni – ha dichiarato Ezio Nannipieri, alla direzione artistica di Musicultura dopo la scomparsa del patron Piero Cesanelli -, lo testimoniano la generosità di idee e la sincerità di intenzioni delle proposte che abbiamo ricevuto. Stilisticamente parlando il mondo delle canzoni è oggi in rapido e rigoglioso movimento, ma in questa giostra c’è il rischio che mode e velleità oscurino gli slanci che profumano davvero di buono. Questo profumo lo ritroviamo nelle parole, nei suoni e nelle voci dei giovani artisti che il pubblico delle audizioni di Musicultura sta per scoprire al Teatro Lauro Rossi di Macerata”.
A rappresentare le Marche nell’edizione 20202 sarà "Il Diavolo & l’Acqua Santa", la band di Urbino composta da Thomas "Brillantina" Reggiani, Diego "Master" Brancaccio, Manuel "Missi" Benedetti, Lorenzo "Denver" Cecchini.
Le 53 proposte selezionate saranno attese - tra febbraio e marzo - da una serie di audizioni rigorosamente dal vivo, al Teatro Lauro Rossi di Macerata. Si trattterà di un'emozionante viaggio tra le diverse realtà musicali del nostro paese, in un percorso che si snoderà in tre lunghi week: 20, 21, 22 e 23 febbraio; 27, 28, 29 febbraio e 1 marzo; 5, 6 e 7 marzo.
Al termine delle audizioni, la giuria di Musicultura selezionerà la rosa dei sedici finalisti, protagonisti di un concerto al Teatro Persiani di Recanati nel prossimo mese di aprile e le cui canzoni comporranno il CD compilation della XXXI edizione. Parallelamente i loro brani godranno di un’ampia diffusione radiofonica e un’apposita App Facebook consentirà di votare le canzoni per designare due degli otto vincitori.
Gli otto vincitori saranno protagonisti nel prossimo mese di giugno, con i prestigiosi ospiti italiani ed internazionali, delle tre serate di spettacolo conclusive del festival, all’Arena Sferisterio di Macerata. Lì sarà il voto del pubblico ad eleggere il vincitore assoluto del concorso, al quale andranno in premio 20.000 euro.
Da febbraio fino alla fine delle Audizioni live, sarà possibile acquistare i biglietti delle serate finali del Festival allo Sferisterio a prezzi ridotti con la promozione Val di Chienti all'info point del centro commerciale e al botteghino dei Teatri di Macerata.
L'ELENCO COMPLETO DEGLI ARTISTI IN CONCORSO A MUSICULTURA 2020
Leonardo Angelucci (Roma), Marco Arati (Reggio Emilia), Beatrice Arnera (Alessandria), Berlino84 (Avellino), Blindur (Napoli), Matteo Carmignani (Venezia), Cobalto (Biella), Cogito (Venezia), Costanza (Livorno), Fabio Curto (Cosenza), Alberto De Luca (Sondrio), Disarmo (Asti), Domo Emigrantes (Lodi), Ernest Lo (Pescara), Frey (Piacenza), Fabrizio Gatti (Roma), Jacopo Genovese (Messina), Giannicaro (Vicenza), Carmine Granato (Napoli), Guastavoce (Caserta), Hanami (Napoli), H.E.R. (Foggia), Il Diavolo & l’Acqua Santa (Urbino), I miei migliori complimenti (Sondrio), Insonia Rosa (Bergamo), Lamine (Trapani), La Zero (Napoli), Lemuri (Bari), Giacomo Leonardi (Rimini), Magma (Caltanissetta), Metalli (Napoli), Miele (Caltanissetta), Olden (Perugia), Luna Palumbo (Salerno), PeppOh (Napoli), Picciotto (Palermo), Alex Ricci (Roma), Paolo Rig8 (Torino), Rebi Rivale (Treviso), Rossella (Verona), Salba (Ragusa), Senna (Roma), Sergio (Varese), Setak (Pescara), Skerna & Aperkat (Campobasso), SofSof (Reggio Calabria), Spacca il silenzio! (Napoli), The Flyers (Reggio Calabria), The Vito Movement (Palermo), Toto Toralbo (Napoli), Ulula & LaForesta (Verona), Stefano Vergani (Milano), Vhelade (Milano).
Ad aprire, domenica 2 febbraio, la seconda edizione di Vesus, la rassegna di confronti poetici organizzata dall’Associazione Lo Specchio in collaborazione con IL Circolo Di Lettura e Conversazione di Recanati, sarà Renata Morresi.
La poetessa maceratese, recentemente uscita nelle librerie con la raccolta “Terzo Paesaggio” (Nino Aragno editore), si esibirà in un reading emozionante animato con incursioni musicali del dj producer Rudi, nella sede del Circolo di Conversazione e Lettura, in via Battisti, 26, a Recanati, il 2 febbraio alle ore 17.
Il titolo del primo appuntamento di Versus è “Poesie antisismiche”, un reading-omaggio alle terre terremotate, che prende spunto proprio da una sezione del libro della Morresi. Con “Terzo Paesaggio” infatti, Gilles Clément intende tutti i "luoghi abbandonati dall’uomo": spazi interstiziali, frammentari, in cui vige una forma di vita improntata al bricolage. Tra questi luoghi, quelli appenninici devastati dal sisma, raccontati con un’antiretorica straniante, uno sbriciolamento linguistico che hanno fatto della Morresi una delle autrici più interessanti del panorama nazionale.
La rassegna è, come sempre, a ingresso gratuito.
la locandina dell'evento in foto, sotto.
Una scia di colori attraverso le vie del centro storico. Ritmo di tamburi, draghi e leoni danzanti, dame e guerrieri: Macerata ha festeggiato la festa di primavera, l’inizio del nuovo anno cinese con l’Istituto Confucio dell’Università di Macerata.
“Proseguiamo sulle tracce di Padre Matteo Ricci per mantenere ponti e connessioni con la Cina. Un impegno che acquista ancora maggior importanza in questo momento di timore”, ha commentato il rettore Francesco Adornato riferendosi al senso di allarme - ingiustificato in Italia secondo gli stessi virologi - innescato dalle notizie sul virus di Wuhan. Con lui anche il presidente dell’Istituto Confucio Luigi Lacchè, il direttore Giorgio Trentin e il nuovo direttore cinese Jia Xinqi.
Questo è l’anno del topo, il primo dei dodici animali dello zodiaco cinese, che subentra al maiale e lascerà il posto al bue.
Il pubblico ha risposto con entusiasmo. In oltre seicento sono accorsi ad assistere agli spettacoli che si sono svolti quest’anno all’interno dell’Orto dei pensatori, il cortile delle ex carceri in via Garibaldi restaurato dall’Ateneo e trasformato per l’occasione in un angolo suggestivo del Celeste impero. Stand di calligrafia, laboratori per realizzare le tipiche lanterne o dipingere maschere tradizionali, truccabimbi e degustazione di tè, ravioli cinesi e involtini primavera hanno accolto i visitatori grandi e piccini. Presente, come sempre, anche il Liceo classico linguistico Giacomo Leopardi.
Sul palco si sono alternate le esibizioni di arti marziali, danze e canti sempre ricchi di fascino e suggestione a cura dei giovanissimi allievi dell’Accademia di lingua cinese delle Marche, degli atleti dell’Accademia arti marziali Giuseppe Giosuè, delle insegnanti stesse di cinese e di studenti Unimc come Denise Marletta, che ha cantato una canzone tipica, o Alex La Porta, che ha introdotto i vari momenti.
Dalla calligrafia all’arte spada, entrambe nascono dall’armonia della forza del polso e del cuore. Entusiasmo per le danze dei leoni, il cui destarsi dal sonno rappresenta l’inizio della primavera, e del dragone, simbolo benefico di forza, possanza e protezione. Il capodanno cinese dell’Istituto Confucio Unimc non è solo spettacolo, ma anche un’occasione per conoscere alcuni degli aspetti più caratteristici di un paese lontano e vicino allo stesso tempo.
E’ così che nei corridoi della contigua sede di filosofia è stata allestita una mostra fotografica con i migliori scatti dei giovani universitari partecipanti al concorso internazionale Looking China.
“Guo nian hao”, buon anno, è stato l’augurio finale, con l’invito a proseguire la serata nei locali del centro storico, che hanno preparato aperitivi e cene a tema.
La mostra della 30ma Biennale Internazionale dell'Umorismo nell'Arte di Tolentino, allestita al primo piano di Palazzo Sangallo, all’interno della Sala mari del Museo dell’Umorismo, è stata prorogata fino al prossimo16 febbraio.
Da questo fine settimana e fino al termine della mostra a ciascun visitatore sarà donato un omaggio "sorridente", una piccola sorpresa riservata a chi vorrà recarsi ad ammirare i vincitori e le migliori opere del concorso internazionale che da più di 60 anni catalizza l’attenzione mondiale intorno all’umorismo nell’arte e alla satira.
Il Comune di Tolentino ricorda che il MIUMOR - Museo Internazionale dell'Umorismo nell'Arte, in piazza della Libertà, è aperto al pubblico il giovedi e il venerdi dalle 15 alle 18, il sabato e la domenica anche dalle 10 alle 13.
Un “pizzico e piccolo assaggio” di arte umoristica si potrà trovare anche al Politeama, nel nome del grande Federico Fellini, in occasione della Rassegna di suoi film "Fellini 100" organizzata dalla Associazione Officine Mattoli e patrocinata dal Comune di Tolentino. Anche in questo caso, non sveliamo di che si tratta. Un'altra sorpresa da non perdere.
Quindi non resta che recarsi al MIUMOR e al Politeama per scoprirle entrambe le proposte fatte nel nome del divertimento culturale e trascorrere del tempo con l'intelligente compagnia dell'umorismo, del grande cinema e dell'arte.
Del resto la Biennale è stata tra i primi a celebrare i cento anni dalla nascita di Federico Fellini, con la presentazione di alcuni dei ritratti umoristici a lui dedicati e che da oggi potranno essere ritrovati al Museo. Lo stesso Fellini, insieme a Giulietta Masina, è stato tra i prestigiosi ospiti della Biennale nel 1991 in occasione della sedicesima edizione.
La Rassegna artistica e culturale “Lo Scrigno della Memoria”, alla sua prima edizione e nata dalla collaborazione dell’Università di Macerata con altre realtà associative culturali del territorio marchigiano (l’Associazione Controvento-APS e la Rivista “Nuova Ciminiera”), intende unire sotto il segno della Memoria, da cui il nome dell’iniziativa, tre eventi culturali e artistici relazionati in particolare a due importanti ricorrenze commemorative, il Giorno della Memoria (GdM) e il Giorno del Ricordo (GdR), tra le cui date è organizzata anche una Giornata del Patrimonio Artistico e Culturale Ebraico (GdPACE).L’iniziativa si colloca nello stesso filone di ricerca e di formazione animato, sin dal 2012, dalla Rete Universitaria per il Giorno della Memoria con l’organizzazione di corsi e seminari istituiti nelle Università italiane aderenti al progetto della Rete. L’Università di Macerata, sotto la responsabilità scientifica e organizzativa della prof.ssa Clara Ferranti, si è resa promotrice di dette iniziative dal 2013, realizzando sino al gennaio 2019 ‒ tra corsi, seminari, celebrazioni del Giorno della Memoria, presentazione di volumi e mostre ‒ tredici eventi che hanno avuto il sostegno e il patrocinio oneroso di enti regionali (Giunta Regionale e Assemblea Legislativa delle Marche), nonché quello di enti come l’UCEI, l’Ambasciata d’Israele e la Comunità Ebraica di Ancona.La finalità rimane quella di trasmettere al mondo della scuola e dell’università la conoscenza del più efferato crimine contro l’umanità del XX secolo, commesso dal nazifascismo, e di offrire gli strumenti didattici adeguati all’insegnamento della Shoah, puntando fra l’altro sulla loro diversificazione in base all’età degli allievi.
A questa finalità si aggiunge ora, grazie all’idea della Rassegna artistica e culturale, quella di dare rilievo, con lo stesso spirito di trasmissione e di formazione, sia alla tragica storia del massacro delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, per mano dei partigiani jugoslavi di Tito, sia all’Holodomor, l’altro grande sterminio che ha funestato la storia europea del XX secolo a partire dal disegno criminale di Stalin della “dekulakizzazione” dei contadini ucraini.
Pur trattandosi di eventi storici diversi, essi sono legati dal filo rosso della violenza e della malvagità estreme di cui l’essere umano può essere capace e da cui occorre difendere le generazioni presenti e future con la conoscenza di tali vicende, anche in un’ottica comparativa, e del fenomeno totalitario in tutte le sue possibili forme, manifeste e celate, passate e in atto. Se infatti i totalitarismi nazifascista e comunista del XX secolo appartengono alla storia, la minaccia di anche nuove configurazioni totalitarie è sempre presente e per poterle annientare è necessario innanzitutto saperle riconoscere.
Tra le due giornate commemorative si intende dare risalto, con una giornata a questo dedicata, alla ricchezza del patrimonio artistico e culturale ebraico, nella convinzione che l’approfondimento e la riflessione sull’evento più disumano legato alla storia del popolo ebraico non esaurisce la conoscenza del mondo ebraico e anzi rischia di “ghettizzarlo” culturalmente, identificando erroneamente la storia contemporanea degli ebrei solamente con la storia della Shoah.L’obiettivo della Rassegna è dunque quello di diffondere e di promuovere negli atenei, nelle scuole e nei cittadini sia le “buone pratiche” nella lotta contro ogni forma di razzismo, xenofobia e antisemitismo, sia la conoscenza di culture diverse tra loro, in vista della costruzione nelle generazioni più giovani di un sentimento di cittadinanza europea condivisa e di una cultura volta al pluralismo, alla responsabilità e alla tutela dei diritti umani e civili.
Giacomo Papi e il suo “Censimento dei radical chic” inaugurano il festival “I giorni della merla”.
Con la presentazione del nuovo romanzo di Giacomo Papi “Il censimento dei radical chic” venerdì 24 gennaio, alle 17.30, al Teatro della Filarmonica si alza il sipario sulla quinta edizione de “I giorni della merla” , il festival dedicato ai libri che scaldano l’inverno e alle grandi storie del freddo, pendant invernale di Macerata Racconta che vede il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Macerata.
Ospite del primo dei tre originali e suggestivi appuntamenti curati da Lucia Tancredi e Loredana Lipperini, “I Castelli assediati”, sarà con l’editor e docente di scrittura Giacomo Papi che presenterà la sua ultima fatica letteraria, un feroce, esilarante romanzo-pamphlet che non risparmia niente e nessuno, se non l’intelligenza di chi legge, e che con un crescendo paradossale e grottesco costringe a vedere il nostro presente pronto a scoppiare.
In un’Italia ribaltata eppure estremamente familiare, le complicazioni del pensiero e della parola sono diventate segno di corruzione e malafede, un trucco delle élite per ingannare il popolo, il quale, in mancanza di qualcosa in cui sperare, si dà a scoppi di rabbia e applausi liberatori, insulti via web e bastonate, in un’ininterrotta caccia alle streghe: i clandestini per cominciare, poi i rom, quindi i raccomandati e gli omosessuali. Adesso tocca agli intellettuali. Il primo a cadere, linciato sul pianerottolo di casa, è il professor Prospero, colpevole di aver citato Spinoza in un talk show, peraltro subito rimbrottato dal conduttore: “Questo è uno show per famiglie, e chi di giorno si spacca la schiena ha il diritto di rilassarsi e di non sentirsi inferiore”.
Cogliendo l’occasione dell’omicidio dell’accademico, il ministro degli Interni istituisce il Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic per censire coloro che «si ostinano a credersi più intelligenti degli altri». La scusa è proteggerli, ma molti non ci cascano e, per non essere schedati, si affrettano a svuotare le librerie e far sparire dagli armadi i prediletti maglioni di cachemire…
I prossimi due incontri de I giorni della merla, quest’anno dedicato al tema “Castello d’inverno” sono in programma sabato 25 gennaio con Stefania Auci e “I leoni di Sicilia” e domenica 26 gennaio con Marcello Fois e il suo ultimo romanzo “Pietro e Paolo”.
I tre appuntamenti saranno impreziositi dalla partecipazione della pianista e direttrice d'orchestra Cinzia Pennesi, che interverrà con sue composizioni originali. La affiancheranno come voci narranti: Lucia De Luca, Laura Silvetti, Claudio Porzi, Giuseppe Riccardo Festa.
Info: www.igiornidellamerla.it , www.comune.macerata.it o sulla pagine facebook di Macerata Racconta e Comune di Macerata.
Secondo appuntamento degli Amici dello Sferisterio e prima uscita del rinnovato consiglio direttivo dell’associazione. Nel pomeriggio di ieri la visita al Laboratorio di Scenotecnica dell’Accademia di Belle Arti di Macerata, un vero tuffo negli spazi dove prendono forma e corpo le idee, l’aspetto visivo, teatrale, scenico delle opere. Ciceroni d’eccezione i professori Benito Leonori ed Enrico Pulsoni in un incontro che ha entusiasmato i soci presenti che hanno aderito alla proposta dell’associazione.
Per il prossimo triennio saranno sette donne a portare avanti le attività: Stefania Annini, Ana Bermejillo, Michela Mariucci, Miriam Moretti, Serena Pagnanini, Lucia Rosa e Eleonora Sperandini. Il neoeletto consiglio ha confermato Lucia Rosa nella carica di presidente, Serenella Pagnanini, vicepresidente e Miriam Moretti assume la carica di segretario/tesoriere.
“Si dice che l’opera è donna - scherza Lucia Rosa - Il nostro scopo è quello di continuare a crescere e seminare curiosità, a sviluppare la sensibilità in un contesto che ci fa rapportare con l’universalitá di un’espressione artistica capace di guardare aldilà di stereotipi e barriere di qualsiasi genere”.
Gli Amici quest’anno hanno ampliato le loro collaborazioni: dalla FORM (Fondazione Orchestra Regionale delle Marche) a UNIMC (Università di Macerata), l’Accademia di Belle Arti e CTR che anche quest’anno collaborerà per quanto riguarda il progetto scuole inserito nel programma Education che l’Associazione porta avanti dal 2017 insieme al MOF.
La serie di appuntamenti è iniziata lo scorso 9 gennaio con l’intervento del prof. Marcello La Matina che ha approfondito il tema #biancocoraggio con un’analisi semiotica dei colori e degli stati d’animo: “L’anno scorso si sono collocate sotto la rubrica #rossodesiderio tre opere molto diverse fra loro: Macbeth, Carmen, Rigoletto. …. Il mettere le cose insieme produce delle ipotesi interpretative: talvolta si scopre quel che già c’era, altre volte si crea o si scopre qualcosa che non c’era o che non s’era scoperto prima. La coppia #biancocoraggio rientra tra le scoperte che andranno fatte e che forse riveleranno aspetti insospettabili. Il coraggio di iniziare ci rivela comunque una qualità del bianco che è quella qui importante: la disposizione a ricevere impressioni”.
Prossimo appuntamento il 10 febbraio alle 18 presso la biblioteca della Società Filarmonico Drammatica con il Prof. Pierfrancesco Giannangeli (Professore di Storia dello Spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Bologna), con un dibattito sulla regia: “Quale regia? Il teatro d’opera tra tradizione e innovazione”. Ingresso libero.
Ma prima, il 28 di gennaio, il concerto della FORM, "Anima Russa" (musica di Sostakovic e Cajkovski), presso il teatro Lauro Rossi. Miriam Prandi, violoncello. Alessandro Bonato, direttore.
Parlare Futuro 2020, dopo la straordinaria apertura con Umberto Galimberti,e l'intervento luminoso di Marcello Veneziani, continua la sua corsa provocatrice alla ricerca di ciò che può definirsi Al di là del bene e del male.
Friedrich Nietzsche, autore dell’omonimo saggio filosofico e provocatore per eccellenza nell’immaginario comune, è proprio colui che propone di fare filosofia col martello, di distruggere tutto ciò che costituisce la base culturale della nostra società perché non più rappresentativo dell’identità del singolo, in nome della necessità che “i pesi di tutte le cose devono essere ristabiliti di nuovo”? Ma è qualcosa di cui tutti sono capaci, o un affare da superuomini/Übermenschen? E soprattutto quali saranno le conseguenze che, come dice lo stesso Nietzsche in Al di là del bene e del male, “ci prendono per i capelli, del tutto indifferenti al fatto che nel frattempo si sia migliorati”?
Stavolta a dare una risposta a questa domanda sarà il poeta Franco Arminio che, il 23 Gennaio alle ore 21,15 a Porto Recanati presso il Castello Svevo, a piano terra, animerà una vivace serata poetica dall’emblematico titolo "L’infinito senza farci caso".
Nato in Campania, a Bisaccia, nel 1960, dove tutt'ora vive, Franco Arminio é documentarista, giornalista, scrittore e soprattutto poeta, si definisce però “paesologo”, ovvero esperto delle realtà dei piccoli comuni italiani. Vocato al viaggio e alla lirica, collabora con testate come Il Manifesto e Il Mattino, con un blog dal titolo Comunità Provvisorie, e scrive raccolte di poesie dove racconta le realtà cittadine attraverso le quali viaggia, raccogliendo testimonianze anche dalle zone più disagiate, sulla vita, sulla morte, sull’amore. Dopo le intense raccolte Cartoline dai Morti e Geografia commossa dell'Italia interna, dedicate ai paesi colpiti dal sisma negli anni, si dedica ora alla riflessione sull’amore, l’infinito, il bene, il male e tutto ciò che è al di la di essi con le raccolte Resteranno i canti, Cedi la strada agli alberi e ora L’infinito senza farci caso. In quest’ultima raccolta Arminio si scaglia contro la società che cerca l’amore senza però sapere cos’è, che vede e vuole ovunque il porno e il sesso e non si sorprende di fronte al revenge porn che porta all’omicidio/suicidio, ma poi si indigna davanti ad una parola potenzialmente a doppio senso sui social network, come ferita nel profondo dei suoi labili sentimenti, una società insomma che vorrebbe mostrarsi al di là del bene e del male sul tema amore, senza però avere davvero idea di cosa esso sia, men che meno i suoi estremi.
Commenta Arminio: “L'amore per essere nuovamente vivo deve portare dentro l'infimo e l'immenso, non può stazionare nelle righe dell'uomo intermedio. Dobbiamo riprendere a oscillare verso gli estremi, l'amore è grande umiltà e grande arroganza”. L’amore come lo pensa Arminio è riscoperta e medicina, è martello che abbatte vecchie convinzioni di liberazione sessuale e di schiavitù del vuoto di sentimenti, è, con le sue parole, intimità provvisoria, che risveglia nel profondo l’umanità del singolo e la fa sprigionare con delicatezza e violenza, una dolcezza vera che fa male, e da all’essere la vera coscienza di cosa voglia dire amore “al di là del bene del male”.
Oriana Salvucci, direttrice artistica della rassegna, ha così definito la scelta del suo ospite per la città di Porto Recanati, e il suo apporto ontologico e fattuale allo sviluppo del fil rouge della rassegna: "Franco Arminio è una promessa mantenuta. Dopo Cedi La strada agli alberi e Resteranno i Canti, la nuova raccolta possiede la stessa forza e la stessa energia epifanica delle opere precedenti. Una poesia buona come il pane, chiara come l'acqua, vuota e piena come i paesi con il buco, gioiosa e dolorosa come la vita, quella vita che si sente nella gola. Pochi sanno parlare d'amore, di amori lievi e dolci o amori tempestosi e tempestati. Franco Armnio ne è capace. La poesia è una sorta di terapia all'amore, al dolore, alla vita. Franco Arminio sembra urlare che la scrittura salva ed aiuta ad uscire da se stessi per incontrare l'altro, uomo, donna, paese, melo, terra, vita. La poesia è anche rivoluzione, cambiamento, mutamento e sembra che finalmente le parole abbiano un peso specifico quelle nei confronti della piccola borghesia o quelle nei confronti dei giovani e della loro atarassia senza godimento, o desiderio, o passione. E' l'età evanescente di cui parla in cui , talvolta, sembra che la vita schiuda il mistero. E' la mistica del corpo come riassunto dell'universo, ma vorrei svelarvi un segreto, la poesia non si commenta , ma si legge e vi auguro di poterla amare di un amore feroce ed inaddomesticato come il mio."
Presentata ufficialmente, al teatro Persiani di Recanati, la decima edizione di “Raccontar…Scrivendo”, presenti il Presidente de La Casetta degli Artisti- Recanati, Gabriele Magagnini, che ha ideato il concorso letterario nazionale e che ha trovato subito in alcune collaboratrici il sostegno per un progetto che si è rivelato vincente.
Con il Presidente sono intervenuti il sindaco Antonio Bravi e l’assessore alle culture e pubblica istruzione Rita Soccio visto che il Comune ha dall’inizio dato il supporto all’iniziativa. E poi Sandrino Bertini per la BCC di Recanati e Colmurano, Samuela Domenella per la Scuola D. Alighieri- Campus L’Infinito.
“Raccontar…Scrivendo” si è presentato con l 'idea alla base di aprire "un dialogo" tra i giovani e il Poeta Giacomo Leopardi, considerandolo un ragazzo dei nostri tempi con il quale condividere e/o dibattere pensieri, desideri, aspirazioni. Ideato da una manciata di volontari che ogni anno dedica passione e tanto tempo a questa iniziativa, il Concorso è sostenuto da tanti fantastici partner quali la Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano, Regione Marche oltre che istituzioni private quali la Eli Edizioni e la Tecnostampa e diverse aziende della zona.
Un concorso sul web per dimostrare che la cultura non è oscurata dalla frenesia e dalle nuove tecnologie anzi, ha ancora un grande valore, gli scrittori esistono e hanno molto da trasmettere sia su carta che attraverso i nuovi media. Il bando è quindi, ancora una volta, rivolto agli studenti delle scuole primarie (classi terze, quarte e quinte), scuole secondarie di primo grado e scuole secondarie di secondo grado di ogni parte d’Italia.
La novità in assoluto di questa decima edizione, pensata da La Casetta degli Artisti unitamente alla Scuola di Lingua Italiana “D.Alighieri”-Campus l’Infinito diretta da Anna Poeti, è data dall’inserimento di una nuova sezione “Estero” rivolta agli studenti delle scuole italiane all’estero, paritarie e non, che potranno confrontarsi sul tema proposto per gli italiani, con alcune tematiche tratte dalla poesia “Il passero solitario”.
Partendo da alcuni versi del poeta Giacomo Leopardi, accuratamente scelti per le tre sezioni, l’invito a tutti i ragazzi a scrivere riflessioni in merito. E per soddisfare le esigenze di tutti anche quest’anno la sezione speciale rivolta a persone dai 6 ai 100 anni e che comprenderà una sottosezione rivolta esclusivamente alle scuole dell’Infanzia. Un modo per offrire non solo agli studenti, la possibilità di affrontare la tematica proposta.
Allora tutti a ripensare “Il passero solitario” sfruttando a pieno la creatività e spontaneità, partecipando ad un concorso che non prevede alcuna quota di iscrizione. In palio ci sono tantissimi premi come soggiorni all’estero in una capitale europea a scelta, premi in danaro e pacchi di prodotti locali, senza dimenticare la pergamena che sarà realizzata per i vincitori dall’Antica Bottega Amanuense del Maestro Màlleus.
A dare l’annuncio del ritrovamento della fossa di fusione della Campana Maggiore della Collegiata di Sant’Esuperanzio di Cingoli è Sauro Rossi Corinaldi, titolare della ditta De Santis-Corinaldi, che presenterà a riguardo la pubblicazione “Note a margine – La riscoperta fossa di fusione e le campane di Sant’Esuperanzio”.
Nel 1988, durante i lavori di restauro dei locali adiacenti la Collegiata, venne rinvenuto questo manufatto, interrato a circa due metri e mezzo sotto al pavimento del loggiato. Spiega Corinaldi: "Subito non si capì di cosa realmente si trattasse; si ipotizzò una fonte battesimale, o un forno per la fusione di statuine ex-voto, vista la presenza nelle vicinanze di frammenti di bronzo. Venne lasciato a vista grazie ad un vetro calpestabile. E’ rimasto lì per decenni, anonimo".
"Alcuni anni fa – ha continuato – mostrai le foto di questo manufatto all’amico e stretto collaboratore Emanuele Allanconi, dell’omonima fonderia artistica di campane cremasca. Dopo confronti con reperti simili nel territorio italiano e con le dovute considerazioni del caso, siamo arrivati oggi a confermare ufficialmente che quel manufatto in realtà è ciò che rimane dello stampo dell’antica fusione del 1775 della campana grande ancora oggi funzionante sul campanile dell’Insigne Collegiata. Si tratta, per i più attenti, del rintocco che suona il mezzogiorno e l’Ave Maria della sera, oltre ad annunciare i deceduti ed ad unirsi a distesa alle altre quattro del campanile nelle feste".
La campana grande fu fusa dai celebri fonditori Gianbattista Donati insieme al nipote Serafino nel 1775, il primo insegnò l’arte a molti giovani, tra cui i lauretani della Pontifica Fonderia Pasqualini. Tra le sue opere, si ricordano l’attuale campana dei quarti dell’orologio di Cingoli, il campanone di Gubbio, la ‘Viola’ del duomo di Fermo, la terza campana del duomo di Cingoli, e centinaia di altre campane.
"Le misure – spiega ancora Rossi Corinaldi – coincidono e in più ne abbiamo anche la conferma nella pubblicazione 'Sacre Visite 1726-1858’ di Moroldo Maran (1979), in cui sono trascritte le visite pastorali dell’epoca: la campana prima, ‘fu questa fusa nel portico della Casa Canonicale nel 1775’. Il cordolo di argilla intorno al circolo dei mattoni è ciò che rimane della camicia in impasto di argilla, il terzo strato dello stampo. Osservando bene si può notare che quest’impasto, usato anche per legare i mattoni, è molto fibroso e in alcuni punti anche cotto".
Il 24 gennaio prossimo, in occasione della festa del Patrono S. Esuperanzio, alle ore 12,30 sarà possibile visionare la riscoperta fossa e sarà presentata la pubblicazione “Note a margine – La riscoperta fossa di fusione e le campane di Sant’Esuperanzio” di Sauro Rossi Corinaldi, “ con la prefazione di Luca Pernici e un’integrazione di Giovanni Sbergamo.
La Scuola di cultura e scrittura poetica "Sibilla Aleramo", patrocinata dal Comune di Civitanova Marche in collaborazione con la Biblioteca comunale "S. Zavatti", organizza un incontro con le poetesse Maria Borio e Alessandra Corbetta. L'appuntamento si terrà domenica 19 gennaio alle ore 17,00 presso la Biblioteca comunale di Civitanova (introdotto dal poeta Umberto Piersanti, direttore della Scuola) ed è aperto a tutti.
Maria Borio ha pubblicato i libri di poesia «Trasparenza» ("Lyra giovani", Interlinea 2019), «L'altro limite» (pordenonelegge-lietocolle 2017) e la raccolta «Vite unite» nel XII Quaderno di poesia italiana contemporanea (Marcos y Marcos 2015). Ha partecipato a diversi festival internazionali, fra cui il FILL London, il Festival diffuso di poesia e scrittura di Madrid, il Festival Internazionale di Rosario. Sue poesie sono tradotte in inglese, francese, spagnolo, portoghese, rumeno, greco, cinese. È in corso una traduzione in spagnolo e in portoghese dei suoi libri e sta lavorando a un progetto bilingue italiano-tedesco. Ha vinto il premio Maconi, il premio Fiumicino Opera Prima, il premio Jacopone da Todi, è stata finalista, tra gli altri, al premio Cetonaverde, al premio Fogazzaro, ed è presente nelle menzioni speciali del premio Pagliarani. Ha scritto su Vittorio Sereni, Eugenio Montale e su vari poeti contemporanei, ha pubblicato i saggi «Satura. Da Montale alla lirica contemporanea» (Serra 2013) e «Poetiche e individui» (Marsilio 2018). Ha studiato lettere moderne all'Università di Siena, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in letteratura italiana contemporanea; collabora con l'Università degli Studi di Perugia e ha fondato il progetto culturale e di ricerca “Umbròcultura”. Fa parte della redazione del sito “leparoleelecose”. Cura la sezione poesia della rivista "Nuovi Argomenti".
Alessandra Corbetta (www.alessandracorbetta.net) è nata a Erba (CO) il 4 dicembre 1988. È dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media, ha conseguito un Master in Digital Communication e attualmente è iscritta a un secondo Master in Storytelling; è Teaching Assistant presso l’università LIUC – Carlo Cattaneo e lavora come formatrice aziendale in ambito di Comunicazione e Media. Ha scritto per la rivista culturale “Alfabeta2” e scrive periodicamente per “ClanDestino”. Ha pubblicato il romanzo «Oltre Enrico (Cronistoria di un Amore sul finale)» (Silele Edizioni 2016) e le raccolte poetiche «L’amore non ha via» (Flower-ed 2016), «Essere gli altri» (Lieto Colle 2017) e «Corpo della gioventù» (Puntoacapo Editrice), finalista al Premio Città di Como. Scrive per il giornale online “Gli Stati Generali e per il Progressoline”. Per il blog “Menti Sommerse” ha diretto la rubrica poetica “I Fiordalisi” e per il blog “Tanti Pensieri” cura lo spazio poetico “Il pensiero di Alex”. Ha collaborato come Web e Social Media Director con “La Casa della Poesia” di Como, partecipando anche all’organizzazione di reading ed eventi poetici, tra cui il Festival Europa in Versi. Ha vinto e ricevuto segnalazioni di merito a diversi concorsi poetici, tra cui il premio speciale della giuria a “Ossi di seppia” e il secondo premio a “Inedito Torino”.
Prorogata fino all’8 marzo 2020 la mostra fotografica “Paesaggio Italiano – L’Infinito tra Incanto e Sfregio", a cura di Vittorio Sgarbi nel museo civico di Villa Colloredo Mels di Recanati.
L’Incanto, lo Sfregio, il Paesaggio Umano, l’Utopia, il Paesaggio Interiore e la Città. Sono le sei sezioni in cui si articola la mostra. Il progetto, promosso dall’associazione culturale Lo Stato dell’Arte, organizzato in collaborazione con il Comune di Recanati e Sistema Museo, nasce da un’idea dei suoi storici collaboratori Sauro Moretti, manager, e Nino Ippolito, ufficio stampa. Nell’anno in cui si celebrano i duecento anni de L’Infinito di Giacomo Leopardi, una rassegna di fotografia contemporanea che racconta il rapporto tra uomo e natura, tema leopardiano e attualissimo.
LA MOSTRA
Il paesaggio italiano in mostra viene raccontato attraverso scatti che sono piccole e grandi storie, dalla bellezza al degrado, nelle immagini di 58 fotografi, tra professionisti ed amatori evoluti, i cui lavori sono stati selezionati da Sgarbi tra migliaia di autocandidature arrivate. Sono 90 le foto in mostra, e non è solo la bellezza ma sono soprattutto le storie dei luoghi e le gesta dei suoi abitanti a segnare il paesaggio italiano nelle sue contraddizioni, tra tran tran quotidiano e situazioni straordinarie, in un passato glorioso col futuro ancora da scrivere.
Archeologia preistorica a Tolentino. Nuove acquisizioni per lo studio del Mesolitico nelle Marche e in Italia”. Questo il titolo del convegno che si terrà mercoledì 15 gennaio, alle ore 17, presso la sala conferenze “Roberto Massi Gentiloni Silverj”, adiacente al Museo archeologico “Silverj” nell'ala nord del Castello della Rancia.
È infatti, notizia di questi giorni dei risultati delle indagini archeologiche preventive e che non ritardano minimamente la normale prosecuzione del cantiere svolte presso il sito del futuro Campus scolastico “Filelfo” che sorgerà in Contrada Pace a Tolentino. Gli scavi sono stati svolti sotto la direzione scientifica di Stefano Finocchi e Paola Mazzieri della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, operativamente lo scavo è diretto dalla Cooperativa ArcheoLab (Alessandra d’Ulizia) con il supporto indispensabile di personale specializzato dell’Università degli Studi di Ferrara, Università di Roma La Sapienza e Università di Firenze (Davide Visentin, Alessandro Potì, Arianna Cocilova).
Il lavoro di sinergia tra la Soprintendenza,Marta Mazza, la Provincia di Macerata,Antonio Pettinari, e il Comune di Tolentino con il sindaco Giuseppe Pezzanesi, ha portato alla individuazione e alla salvaguardia di un insediamento tra i più importanti e significativi della preistoria non solo italiana, ma europea.
Le ricerche hanno permesso di portare alla luce i resti di un accampamento preistorico databile a circa 11-10.000 anni fa ossia alla fase antica del Mesolitico. Si tratta del periodo preistorico che segue il Paleolitico, l’epoca delle grandi glaciazioni, e precede il Neolitico, in cui avviene il passaggio ad un’economia basata su agricoltura e allevamento e la conseguente sedentarizzazione. Il Mesolitico rappresenta un momento particolarmente significativo della nostra storia più antica in quanto si caratterizza per il definitivo adattamento degli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori europei alle condizioni climatiche e ambientali che si sono create al termine dell’Ultima Glaciazione, nonché per la presenza di importanti cambiamenti sia socio-economici che tecnologici.
L’eccellente stato di conservazione e la grande ricchezza del sito in termini di materiale recuperato (diverse migliaia di manufatti litici e scarti di lavorazione) ne fanno sicuramente uno dei ritrovamenti più importanti e significativi a livello italiano ed europeo per la ricostruzione dei modi di vita dei nostri antenati preistorici, oltre ad essere il primo sito mesolitico scavato in maniera estensiva nelle Marche.
Come detto, i risultati delle attività di scavo verranno illustrati nel corso del convegno “Archeologia preistorica a Tolentino. Nuove acquisizioni per lo studio del Mesolitico nelle Marche e in Italia”. che si terrà mercoledì 15 gennaio, alle ore 17, presso la sala conferenze “Roberto Massi Gentiloni Silverj”, adiacente al Museo archeologico “Silverj” nell'ala nord del Castello della Rancia.
Questo importante momento di studio sarà aperto, alle ore 17 dai saluti del Sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, della Soprintendente SAPAB Marche Maria Mazza e del Presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari.
Questi gli interventi in programma:
ore 17.15 S. Finocchi P. Mazzieri Funzionari SABAP Marche “Attività di tutela e di ricerca per il più antico popolamento del maceratese”;
ore 17.30 M. Piersanti dell’Università degli Studi di Ferrara “Insediamenti Paleolitici nelle Marche”;
ore 18.00 F. Fontana dell’Università degli Studi di Ferrara “Il Mesolitico: gli ultimi popoli cacciatori-raccoglitori della Preistoria”;
ore 18.30 A. D’Ulizia, D. Visentin, A. poti, A. Cocilova Archeologi ArcheoLAB “L’accampamento mesolitico di contrada Pace a Tolentino. dall’archeologia preventiva allo scavo in estensione: risultati attesi e obiettivi degli studi”.
Va ricordato che il sito di contrada Pace a Tolentino è stato perfettamente conservato dai fanghi alluvionali deposti dal fiume Chienti. Grazie ad uno scavo attento e minuzioso è possibile riconoscere a distanza di diversi millenni la superficie su cui i cacciatori mesolitici camminavano, i focolari che hanno acceso e i punti in cui hanno svolto particolari attività quali la scheggiatura della selce per produrre strumenti da lavoro e armi da caccia, la macellazione delle prede e la lavorazione di materiali organici quali il legno e l’osso.
Inoltre, è stato messo in luce un importante accumulo conchigliare formato da diverse centinaia di gusci di gasteropodi terresti eduli (Helix pomatia) in associazione ad abbondanti manufatti litici, frammenti ossei, carboni, concotti e ciottoletti di calcare. Tra questi particolarmente rilevanti sono i resti ossei, che presentano un grado di preservazione nettamente migliore rispetto agli altri settori di scavo. Il rapido seppellimento li ha infatti protetti dai normali fenomeni di weathering che caratterizzano il suolo. La presenza di elementi significativi quali denti e mandibole e in generale di frammenti ossei di grosse dimensioni consentirà, in fase di studio, un elevato tasso di determinazione e quindi la possibilità di ricostruire in dettaglio le strategie di caccia dei gruppi mesolitici che hanno occupato il sito.
Esempi di “escargotières” datati tra il Pleistocene finale e l’Olocene sono noti da vari contesti archeologici dell’areale circummediterraneo, in particolar modo da siti del Nord Africa, della Penisola Iberica, dei Pirenei e del Vicino Oriente. Nonostante questo, evidenze simili non sono affatto comuni nel territorio italiano. Conseguentemente, lo strato conchigliare individuato rappresenta una scoperta di eccezionale rilievo.
"La sottile magia delle incisioni" del maestro Carlo Iacomucci sarà al centro del terzo evento curato dalla prof.ssa Amneris Ulderigi, in collaborazione con Caterina Garofoli, per mettere in luce l'Arte bella del maestro che vive e opera a Macerata. La mostra, compresa nel ciclo "Percorsi Arcobaleno", si terrà presso la casa vinicola "Garafoli" in via Carlo Marx 123, a Castelfidardo.
Il vernissage è previsto per sabato 18 gennaio 2020 alle ore 17:15, con presentazione a cura di Amneris Ulderigi e partecipazione delle "Persone libro- Associazione Culturale DONNEdiCARTA".
La mostra rimarrà aperta sino al 29 febbraio 2020 con il seguente orario di apertura: dal lun. al ven. 8,30-13,00 / 14,30-19.30