Una commedia contemporanea, ambientata nel panorama dei Monti Sibillini, e ispirata ai tragici eventi sismici del 1997 e del 2006 che colpirono in maniera significativa le Marche. Tutto questo è "Castelrotto", il nuovo film del regista e autore tolentinate Damiano Giacomelli, e che in questi giorni sta proseguendo la sua lavorazione presso la città di Macerata.
Con il patrocinio del Comune - favorito dall'assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta - e il sostegno della Regione Marche, la troupe è impegnata ora a girare alcune scene insieme agli attori protagonisti - fra cui Giorgio Colangeli, Denise Tantucci, Fabrizio Ferracane, Giorgio Montanini, Antonella Attili, Mirco Abbruzzetti, Stanley Igbokwe e Ermanno De Biagi - muovendosi dentro e fuori le mura del centro storico della città.
Tra crolli e ricostruzioni (private e di comunità) che fanno da sfondo a una sceneggiatura dai toni ironici e a tratti grotteschi, la trama del film è incentrata su un misterioso misfatto che un bel giorno scuote la vita di un tranquillo paesino appenninico di provincia, situato fuori dal tempo e dalla storia.
Nei giorni scorsi, Giacomelli ha portato il suo "revenge movie" anche a Torchiaro, piccolo borgo in provincia di Fermo, sito fra le vallate di Petritoli, Monterubbiano e Ponzano.
Dal 20 febbraio fino al 10 aprile arrivano le “Domeniche Raffaellesche” allo Sferisterio: un ricco programma di visite guidate tematiche e di attività per bambini dedicate ai capolavori di Raffaello Sanzio e organizzate da Sistema Museo.
Il Corridoio Innocenziano, il foyer e la Sala Cesanelli dello Sferisterio ospitano infatti fino al primo maggio "Raffaello: una mostra impossibile", una straordinaria esposizione con le riproduzioni retroilluminate e a grandezza naturale di oltre quaranta opere del pittore urbinate.
Tre sono le visite guidate tematiche pensate per indagare altrettanti temi dell’arte di Raffaello. Si inizia il 20 febbraio alle 18 con "I simboli di Raffaello, viaggio nei significati", un tour esclusivo attraverso i simboli delle opere del maestro urbinate, si prosegue il 13 marzo con "Raffaello e la moda del Cinquecento", un suggestivo percorso tra i protagonisti delle corti rinascimentali per conoscere la moda e il costume del tempo, e si conclude con l’appuntamento del 10 aprile con "Sullo sfondo. Luoghi raffaelleschi e vedute rinascimentali", un viaggio alla scoperta dei paesaggi dipinti da un genio assoluto del Rinascimento.
Per i bambini dai 6 ai 10 anni sono invece pensate le attività che prevedono una breve visita della mostra e un laboratorio (che si terrà presso la splendida Sala Cesanelli dello Sferisterio). Due gli appuntamenti in calendario: quello del 6 marzo dal titolo “Ritrattisti nati con Raffaello!” e quello del 3 aprile con “Le mille storie di Raffaello!”.
La quota di partecipazione alle visite guidate è di 8 euro e comprende anche il prezzo del biglietto d’ingresso allo Sferisterio e alla mostra, le attività per i bambini prevedono invece una quota di adesione di 5 euro. L’accesso è consentito solo con Green Pass Rafforzato (per i maggiori di 12 anni). I posti sono limitati e la prenotazione è consigliata: 0733 060279 o macerata@sistemamuseo.it.
“Raffaello: una mostra impossibile” è un’esposizione nata per contribuire a celebrare il 500° anniversario della morte del Divino Pittore, ideata e curata da Renato Parascandolo con la direzione scientifica di Ferdinando Bologna. La mostra è stata allestita grazie alla collaborazione fra il Comune di Macerata, la Regione Marche e l’Agenzia Nazionale del Turismo (ENIT).
Lo Sferisterio e la mostra sono visitabili tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.30, nei mesi di febbraio e marzo, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.30 nel mese di aprile. Alla mostra si accede con il biglietto d’ingresso al percorso museale dello Sferisterio. L’accesso per le scuole del comune di Macerata è gratuito.
Si è svolta nella prestigiosa cornice della sala Cesanelli dello Sferisterio la conferenza stampa per il lancio della XXXIII° edizione di "Musicultura", l'iniziativa che dal 1990 regala a tutti i gruppi e cantanti emergenti la possibilità di mettersi in gioco nel panorama della musica italiana d'autore. Le audizioni live partiranno il 24 febbraio fino al 6 marzo, e si svolgeranno all'interno del Teatro Lauro Rossi di Macerata: 61 gli iscritti in gara su una selezione di 1086 candidati, che si contenderanno il palco dell'Arena di Piazza Nazario Sauro per le finali del 20 e 26 giugno 2022.
"È bellissimo immaginare che questi ragazzi possano tornare a guardare il pubblico negli occhi - ha dichiarato il direttore artistico del Festival Ezio Nannipieri - Si torna in presenza anche per vivere assieme questo incontro culturale e artistico, coadiuvato dalla passione di chi parteciperà e dalla nostra nel mettergli a disposizione tutti gli strumenti per potersi esprimere al meglio artisticamente".
A presenziare la conferenza, anche il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, l'assessore al turismo Riccardo Sacchi e, con un video filmato di auguri, l'assessore alla cultura Giorgia Latini.
"Musicultura è da sempre una manifestazione importante - ha commentato Parcaroli - e anche quest'anno ci permette di rilanciare il territorio grazie alle migliaia di visite che riceveremo".
"L'anno scorso eravamo l'unica città in Italia a fare musica - hanno aggiunto Sacchi e Latini - e grazie agli organizzatori e a tutti gli iscritti al concorso possiamo crescere ancora di più. Riuscire a creare un ritorno economico anche per tutta la Regione è importante, e la passione per la musica e la cultura rappresenta un filo onduttore decisivo".
Fra gli altri interventi, non sono mancati quelli dei partner dell'iniziativa, tra cui Banca Macerata, Unicam, UniMC e Accademia di belle arti. "Da diversi anni siamo coinvolti nella scena di Musicultura - ha dichiarato Federico Cavallini, presidente di Banca Macerata - ma in questi ultimi due abbiamo voluto dare un sostegno più attivo istituendo anche il premio Banca Macerata per i vincitori. Il fatto che ci siano tanti attori coinvolti nell'organizzazione è un segnale molto positivo: se facciamo sistema tutti insieme possiamo realizzare grandi cose per questa città".
"Per noi è motivo di orgoglio - ha dichiarato Graziano Leoni, pro rettore di Unicam - riuscire a coinvolgere gli studenti in un evento culturale di questa portata".
"L'Università di Macerata vanta una collaborazione ultraventennale - ha sottolineato la professoressa Pamela Lattanzi - e quest'anno gli studenti saranno chiamati a partecipare direttamente facendo parte della nostra redazione giornalistica e della giuria, conseguendo anche dei crediti formativi. Tutti potranno accedervi, non solo ragazzi che seguono corsi affini: perché in fondo la cultura è di tutti".
"Il nostro contributo per il terzo anno come partnership - ha spiegato la direttrice dell'Accademia di belle arti Rossella Ghezzi - è quello di coinvolgere gli allievi attraverso i lavori di comunicazione grafica. Non a caso, il nuovo manifesto di Musicultura è stato realizzato dal nostro Nicolas Consoli, che ha unito artisticamente tradizione e street art.
Ad impreziosire il meeting, infine, sono stati gli interventi telematici dei cantautori Cristina Donà e Roberto Vecchioni, entrambi chiamati a seguire lo svolgimento della rassegna. "Per i nuovi emergenti questa è una preziosa occasione per far parte di una collettività - ha detto Donà - in un contesto musicale che da un po' di tempo premia il singolo individuo. Conosco e seguo da anni la realtà di Musicultura: fare in modo che i giovani musicisti si conoscano è motivo di grande nutrimento per loro. E sono felice di poter essere presente alla prima giornata di audizioni".
"La lingua segue gli sviluppi della società e della cultura in cui si trova - ha spiegato Vecchioni con una vera e propria 'lectio magistralis' - e l'importante è che cambi soprattutto nella sua espressività. Mi fa piacere, in questo senso, sapere che molti degli iscritti a questa nuova edizione di Musicultura portino anche canzoni nel loro dialetto d'origine.
Oggi la canzone d'autore è più sintetica e meno melodica rispetto ai cari Guccini o De André - ha chiosato il maestro, dopo aver ricordato l'esibizione di 'Sopramilano' del 2020 che celebrò la scomparsa di Piero Cesanelli, fondatore del Festival - ma ciò significa che siamo noi a doverci mettere in ascolto dei più giovani. Loro parlano di rabbia e amore in maniera quasi ossessiva, ma bisogna comprendere questa loro nuova forma espressiva ed essere più partecipi. Guidarli e consigliarli, se necessario".
L’ottava edizione del premio “Città-Cultura-Solidarietà” 2022 è stato assegnato al cronista Vittorio De Seriis. La cerimonia si è tenuta questo pomeriggio al Teatro Rossini. Il riconoscimento è pensato dall’associazione Arte e rivolto ai civitanovesi che si sono distinti per il loro impegno in società, con la presidente Anna Donati che ha in apertura tracciato il profilo di De Seriis, “giornalista e galantuomo, curioso di tutto e legato alla cultura e all’arte”.
"Sono commosso ed emozionato - le parole di De Seriis -. Ho visto crescere la città nel corso degli anni, raccontando mostre, la Civitanovese o il Consiglio comunale: ho dato tanto, ma ho ricevuto molto di più”. A consegnare la targa, la Donati con il sindaco Fabrizio Ciarapica. Il premio ha come partner Comune e Azienda dei Teatri (presenti alla cerimonia la direttrice Paola Recchi e la vice presidente Michela Gattafoni) e sponsor Profumeria Vittoria, Farmacia Angelini, Bar Centrale e Libreria Ranieri.
Originario di Ancona, De Seriis si trasferì in città per il suo lavoro di ferroviere, iniziando a collaborare con alcuni quotidiani locali. Come con Il Resto del Carlino, già sul finire degli anni Sessanta. Appassionato di scrittura, curioso di natura, Vittorio De Seriis si contraddistingue per la sua penna poliedrica: si è infatti occupato e si occupa di qualsiasi argomento, con una verve spiccata per le sue grande passioni, quali lo sport (e l’amata Civitanovese) e la cultura.
Da sempre seguitissime sono infatti le sue recensioni come critico d’arte, con ritratti attenti dei pittori del territorio e non solo. I colleghi apprezzano il taglio scelto da De Seriis per narrare i fatti, giornalista che calibra le parole riuscendo a cogliere ogni aspetto positivo della notizia. Uno scrittore attento a tutte le sensibilità, aperto al dialogo e al confronto. Attualmente è cronista per CivitanovaLive.
A seguire, si è tenuta la relazione del professor Alessandro Delpriori all’interno dei Martedì dell’Arte, su “Caravaggio e le Marche”. I Martedì dell’Arte, lo ricordiamo, sono promossi dall’associazione Arte con il patrocinio del Comune il supporto dell’Azienda dei Teatri di Civitanova. Con l’occasione, la presidente dell’associazione Arte Donati ha ringrazino il suo segretario Luigi Telloni per l’indispensabile contributo.
L’Olanda conquistata da Dolores Prato, una delle donne che ha rivoluzionato la narrativa italiana. Dopo essere stato “accolto” nelle librerie francesi, il romanzo “Giù la piazza non c’è nessuno”, l’opera più famosa dell’autrice, treiese d’adozione, è stata tradotto dalla casa editrice Quodlibet in lingua olandese.
Giunge, così, anche in Olanda una delle scrittrici italiane più originali del XX secolo, con un lavoro di grande attenzione alle parole e alla descrizione degli umori, i colori e i profumi dell’infanzia di Dolores Prato a Treia. Una traduzione che rispecchia e rispetta il mondo dell’autrice, cercando di rispondere all’esigenza, da lei stessa manifestata, di raccontare un luogo e un tempo in cui qualcosa di magico era accaduto, affinché i ricordi potessero acquisire finalmente un senso all’interno di un romanzo che è diventato un successo di critica per l’unicità della prosa.
A conferma della volontà di celebrare i 130 anni dalla nascita della “sua” scrittrice, l’amministrazione comunale di Treia, che ne detiene i diritti, prosegue il percorso alla sua riscoperta e valorizzazione, anche attraverso la collaborazione con la casa editrice Quodlibet.
“La città di Treia ha registrato negli ultimi anni un crescente numero di visitatori proprio dall’Olanda, nonostante la pandemia non abbia favorito il turismo estero – spiega il sindaco Franco Capponi - Nel nostro caso, un grande contributo è stato dato anche da Paul e Wendi Van Der Heijden, proprietari della struttura ricettiva Case Leonori, olandesi ormai trapiantati nel nostro Comune. A loro abbiamo consegnato una delle prime copie del capolavoro di Dolores Prato in lingua olandese e siamo fiduciosi del fatto che anche questo passo contribuirà a far conoscere e apprezzare sempre di più, ben oltre i confini italiani, la scrittrice che ha rappresentato uno dei personaggi più di spicco della letteratura italiana”.
All’interno del libro, tradotto in olandese, sarà inserito anche un opuscolo di promozione delle attività ricettive della città di Treia. Non è tutto. È già in fase di lavorazione con la casa editrice Quodlibet anche la traduzione in lingua inglese, per allargare la distribuzione dell’opera anche negli Stati Uniti.
Dal film cult del 1989 che ha ispirato generazioni e cambiato prospettive grazie alle idee rivoluzionarie del professor Keating, interpretato da un indimenticabile Robin Williams, approda sul palco del Teatro Vaccaj, venerdì 18 febbraio, "L'attimo fuggente".
L’ambientazione è la stessa del film: siamo nel 1959 e l'insegnate di letteratura viene trasferito al collegio maschile "Welton"; ma quello che insegnerà ai suoi ragazzi, al grido di "Capitano! O mio capitano!", sarà molto più delle poesie di Walt Whitman.
"L'attimo fuggente", infatti, racconta una straordinaria storia di legami, di relazioni e di incontri che cambiano gli uomini nel profondo. Una storia d’amore, amore per la poesia, per il libero pensiero, per la vita. Lo spettacolo, diretto da Marco Iacomelli, vede nel ruolo del carismatico professor Keating Ettore Bassi, amato attore di teatro, cinema e televisione.
Accanto a lui, un gruppo affiatatissimo di giovani interpreti: i ragazzi della conformista Welton Academy cui il professor Keating insegnerà, uscendo dai rigidi schemi dell’epoca, a vivere momento per momento, perché ogni secondo che passa è un secondo che non tornerà mai più. Cogliere l’attimo è ciò che conta veramente, vivere senza rimpianti, seguire passioni e slanci, magnifici e talvolta irrazionali: questo il segreto per diventare consapevolmente adulti.
Un’occasione per avvicinare alla filosofia del carpe diem la “Generazione Z” dei Post-Millennials e ricordare le emozioni del film. Biglietti in vendita su vivaticket.com, nelle biglietterie del circuito AMAT / Vivaticket e al botteghino del Teatro, aperto da mercoledì 16 febbraio, con orario 18-20.
Si ricorda agli spettatori che, secondo le normative attualmente in vigore, l’accesso in teatro è consentito solo in possesso del Green Pass Rafforzato e con mascherine di tipo FFP2, tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.teatrovaccaj.it/sicuri-a-teatro.
Inaugurata alla Mole Vanvitelliana di Ancona, nell’ambito del Festival “art+b=love(?)”, la mostra 'Be Your Hero/Educare alla Felicità', l’evento di restituzione pubblica dei risultati di un lungo percorso formativo dedicato agli adolescenti marchigiani ideato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Recanati, in collaborazione con l’Associazione Sineglossa, organizzatrice del Festival che si è proposto di stimolare e rafforzare le competenze trasversali e relazionali dei ragazzi e delle ragazze, soprattutto dopo la difficile situazione pandemica vissuta.
La metodologia del percorso formativo ha coniugato arte e soft skills e ha coinvolto oltre trecentocinquanta ragazzi delle scuole dei Comuni di Recanati, Macerata, Appignano, Pesaro e San Severino Marche che hanno lavorato tra le loro scuole e lo spazio urbano per restituire un'interpretazione di questi tempi complessi.
“Siamo molto felici di poter esporre le opere degli alunni che hanno partecipato al progetto 'Educare alla felicità' - ha dichiarato l’Assessora alle Culture Rita Soccio -. L’idea, nata nel periodo più difficile della pandemia e realizzata nei primi mesi di quest’anno scolastico, è stato un forte segnale di vicinanza che abbiamo voluto dare alle tante ragazze e ragazzi che si sono sentiti soli e inadeguati tra restrizioni e dad".
"Rafforzare le soft skills per avere più fiducia in sé stessi e ritornare a lavorare insieme erano gli obiettivo che speriamo di aver raggiunto. Ringrazio per la preziosa collaborazione gli Assessori dei Comuni coinvolti, i Dirigenti Scolastici e le Insegnanti delle diverse Scuole per aver capito l’aspetto formativo e curativo di questa esperienza di welfare culturale” conclude Rita Soccio.
"Be Your Hero/Educare alla Felicità" è il primo progetto nato della Rete regionale per il Welfare Culturale promossa dal Comune di Recanati e che ha visto coinvolti, insieme agli studenti e studentesse marchigiani tra i 12 e i 14 anni, sei artisti e artiste, formatori e formatrici: Claudio Cowarte, Carloni, Morden Gore, Giorgio Cingolani, Anita Habluetzel Esposito, Claudio Gaetani e Michele Senesi.
L’importanza delle soft skills è diventata ancora più centrale nel contesto della pandemia da Covid-19: lo studio dell’OECD “Education and Covid-19” ha evidenziato che “gli effetti della pandemia sui giovani studenti sono destinati ad avere un impatto di lungo periodo".
La risposta all’incertezza, al senso di impotenza nei confronti di una natura indomabile, viene suggerita proprio da Giacomo Leopardi ne La ginestra, è la “social catena”, il sostegno reciproco e la solidarietà tra gli esseri umani.
I contenuti delle opere dei ragazzi e del percorso formativo nelle scuole hanno preso il via proprio dall’opera di Giacomo Leopardi con l’obiettivo di valorizzare l’insegnamento de "La ginestra", offrendo ai giovani studenti e studentesse un’occasione di socialità attraverso la quale rafforzare le skills che stimolano un atteggiamento propositivo e ottimista: l’empatia, il lavoro di squadra, l’ascolto attivo degli altri. In una parola, la solidarietà.
Durante la prima fase del programma formativo nelle scuole, studenti e studentesse sono stati coinvolti in una riflessione sul valore della solidarietà in sé e negli altri, attraverso l’identificazione di piccoli episodi in cui sono stati protagonisti, o hanno beneficiato, di atti di altruismo e cooperazione. Nel corso della seconda fase, alcuni degli episodi raccolti sono stati trasformati in opere d’arte, realizzate integralmente da studenti e studentesse con la guida degli artisti-docenti
Al termine di ogni lezione, allieve e allievi sono stati guidati nella riflessione sulle soft skills esercitate, a partire dall’esperienza pratica vissuta: i progressi sulle soft skills – empatia, lavoro di squadra, ascolto attivo degli altri – sono stati annotati nel Diario delle Soft Skills, uno strumento di feedback, in cui invece di ricevere un giudizio “dall’alto” sono stati gli stessi studenti e studentesse ad attribuirsi le proprie capacità, a seguito di un confronto fra pari guidato dagli artisti - docenti.
La mostra Be Your Hero/Educare alla Felicità, assolutamente da non perdere, rimarrà aperta nel suggestivo scenario della Mole Vanvitelliana di Ancona fino al 20 febbraio 2022.
Il premio “Città-Cultura-Solidarietà” 2022 verrà assegnato a Vittorio De Seriis. Il riconoscimento, pensato dall’associazione “Arte” e rivolto ai civitanovesi che si sono distinti per il loro impegno in società, arriva alla sua ottava edizione e omaggia un concittadino molto apprezzato per le sue doti umane e per la grande passione e professionalità portata avanti nel mestiere di giornalista, quale decano della stampa civitanovese.
Originario di Ancona, si trasferì in città per il suo lavoro di ferroviere, iniziando a collaborare con alcuni quotidiani locali, tra cui Il Resto del Carlino, già sul finire degli anni Sessanta. Appassionato di scrittura, curioso di natura, Vittorio De Seriis si contraddistingue per la sua penna poliedrica: si è infatti occupato e si occupa di qualsiasi argomento, con una verve spiccata per le sue grande passioni, quali lo sport - su tutti l’amata Civitanovese - e la cultura. Da sempre seguitissime sono infatti le sue recensioni come critico d’arte, con ritratti attenti dei pittori del territorio e non solo.
I colleghi apprezzano il taglio scelto da De Seriis per narrare i fatti, giornalista che calibra le parole riuscendo a cogliere ogni aspetto positivo della notizia; uno scrittore attento a tutte le sensibilità, aperto al dialogo e al confronto. Attualmente presta la sua professionalità per alcune testate online.
La consegna del premio da parte di Anna Donati, presidente dell’associazione Arte, avverrà martedì 15 febbraio, alle 17.45 al teatro Rossini. A seguire, alle 18, ci sarà un nuovo appuntamento dei Martedì dell’Arte, con il professor Stefano Papetti che relazionerà su “Sisto V e le Marche”. I Martedì dell’Arte, lo ricordiamo, sono promossi dall’associazione Arte con il patrocinio del Comune il supporto dell’Azienda dei Teatri di Civitanova. Ingresso gratuito con presidi e certificazioni anti-covid.
Il Comune di Macerata al fianco della 33esima edizione di Musicultura. La Giunta comunale ha deliberato la riconversione delle risorse non ancora utilizzate relative all’intervento ITI In-Nova per dare continuità alla stretta sinergia con il Festival della canzone popolare e d’autore che andrà in scena, questa estate, nella cornice dello Sferisterio con le serate finali.
Oltre al contributo di circa 160mila euro, il Comune ha destinato ulteriori 30mila euro a Musicultura. La riconversione ha l’obiettivo di potenziare le finalità promozionali dell’offerta turistica della città attraverso il potenziale comunicativo del festival e, allo stesso tempo, essere vicini alla manifestazione che è arrivata, quest’anno, alla sua 33esima edizione con un totale di 1086 domande. La Giunta ha quindi approvato la riprogrammazione degli interventi relativi all’Azione 4 di ITI In-Nova, “Sviluppo e promo commercializzazione dei prodotti turistici e culturali”, destinando circa 30mila euro alle attività promozionali di Musicultura.
«L’Amministrazione e la città tutta, anche quest’anno, sostengono con convinzione e orgoglio Musicultura, festival che porta il nome dello Sferisterio, della musica e di Macerata ad alti livelli grazie alla qualità dell’offerta proposta» ha detto il sindaco Sandro Parcaroli.
«Come avvenuto già lo scorso anno, abbiamo messo in atto un’operazione virtuosa utilizzando i fondi ITI per la promozione e la valorizzazione di un festival di richiamo nazionale come Musicultura – ha aggiunto l’assessore agli Eventi Riccardo Sacchi -. In questo modo riusciamo ad ottenere contemporaneamente due risultati: ricorso a risorse inutilizzate e risparmio di quelle proprie dell’ente, mantenendo al contempo il forte e convinto supporto dell’Amministrazione a una manifestazione di prestigio e dal forte carattere promozionale dell’immagine della nostra identità territoriale».
Lo spettacolo “Parenti Serpenti”, in programma per questa sera (venerdì 11 febbraio) al Feronia nell’ambito della stagione di prosa dei Teatri di Sanseverino è stato rinviato a data da destinarsi causa contatto Covid di uno degli attori.
A comunicarlo la direzione dei Teatri che renderà nota, appena disponibile, la nuova data della commedia che avrebbe visto sul palco, come protagonista, il comico Lello Arena.
Una commedia in cui la realtà finisce per superare la fantasia. Domani (venerdì 11 febbraio), alle ore 20,45, torna la prosa al Feronia di San Severino Marche dove va in scena “Parenti Serpenti” di Carmine Amoroso, per la regia Luciano Melchionna, con protagonista assoluto Lello Arena. Con lui sul palco anche Giorgia Trasselli, Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Luciano Giugliano e Anna Rita Vitolo.
Lo spettacolo racconta di un Natale in famiglia in un piccolo paesino. Un Natale pieno di ricordi e di regali da scambiare, in un rito stanco che resta l’unico appiglio possibile per tentare di ravvivare i legami famigliari, come il fuoco del braciere che i genitori anziani usano per scaldare la casa. Un braciere pericoloso ma rassicurante, come tutti i rapporti consolidati, come tutte le abitudini e le tradizioni.
Un Natale a casa dei genitori anziani che aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli cresciuti, andati a lavorare in altre città. Uno sbarco di figli e parenti affettuosi e premurosi che si riuniscono, ancora una volta, per cercare di spurgare le nevrosi e le stanche dinamiche di coppia di cui sono ormai intrisi.
All’improvviso i genitori, fino ad allora punti di riferimento, esprimono l’esigenza di essere accuditi come hanno fatto anni prima con i figli: uno di loro è destinato a ospitarli e prendersi cura della loro vecchiaia. A chi toccherà? All’improvviso un terremoto segna una crepa nell’immobilità rassegnata di un andamento ormai sempre uguale, una crepa dalla quale un gas mefitico si espanderà e inquinerà l’aria. Sarà la soluzione più spicciola e più crudele a prendere il sopravvento. Verità? Paradosso? Spesso, come talvolta, come detto la realtà supera la fantasia.
“Questo – spiega il regista, Luciano Melchionna - mi ha spronato ad affrontare un testo che ha la peculiarità rara di fotografare uno spaccato di vita famigliare sempre assolutamente attuale, purtroppo. Si può far ridere nel raccontarlo e sorridere nell’assistere alle spumeggianti gag ma, allo stesso tempo, non ci si può riflettere sopra senza una profonda amarezza. Viviamo in un’epoca in cui i valori, primo fra tutti il rispetto, stanno pian piano sparendo e l’egoismo sta prendendo decisamente il sopravvento sulla carità umana. Prima o poi saremo tutti dei vecchi bambini bisognosi di cure, perché trasformarci in soprammobili polverosi, inutili e ingombranti?”.
Il Presidente del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano Marco Magnifico esprime grande apprezzamento per l’imponente investimento varato dal Ministro della Cultura Dario Franceschini nell’ambito del Piano Strategico “Grandi Progetti Beni Culturali”, che prevede lo stanziamento di 200 milioni di euro per 38 nuovi progetti e 3 nuove acquisizioni, distribuiti diffusamente in tutto il Paese. “Una decisione importante – ha dichiarato Magnifico – che riafferma il ruolo centrale della cultura nell’azione di governo, e che mira al rilancio dei territori in termini di crescita e competitività”.
In particolare, la notizia dell’acquisizione di Villa Buonaccorsi a Potenza Picena è accolta con pieno gradimento da parte del FAI: “Siamo lieti di apprendere che nelle Marche verrà valorizzata questa stupenda villa settecentesca con il suo immenso giardino. Un’acquisizione finalizzata alla fruizione pubblica, finalmente nelle mani della sua comunità”.
Annoverata tra le aperture delle edizioni 1995 e 2007 delle Giornate FAI di Primavera, Villa Buonaccorsi e il suo giardino sono da tempo sotto i riflettori della Fondazione e un comitato si è impegnato nella raccolta firme in occasione del Censimento de I Luoghi del Cuore 2020.
Per le Marche 12 milioni di euro stanziati dal Ministero. Due milioni e 300mila euro sono destinati ad acquistare per l'appunto la splendida dimora settecentesca di Villa Buonaccorsi, mentre altri, 2,35 milioni di euro sono destinati, invece, al recupero e valorizzazione di Rocca Costanza a Pesaro, uno dei 38 progetti strategici del Mic. L'obiettivo è realizzare un hub archivistico, museale e scenico di rilevanza internazionale.
La fortezza, come voluto dagli eredi, sarà sede del museo della Fondazione Dario Fo e Franca Rame. Infine il Ministero della Cultura ha assegnato 7,1 milioni di euro per il restauro conservativo del Santuario di Loreto: i lavori interesseranno il Museo Pontificio e l'Antica Spezieria nei tre livelli del Palazzo Apostolico, compresi gli spazi già aperti al pubblico per un'estensione di circa 2.000 metriquadri.
Musicultura si prepara a riaprire al pubblico le porte del Teatro Lauro Rossi di Macerata per le audizioni live della XXXIII edizione del Festival. Da giovedì 24 febbraio a domenica 6 marzo, ogni sera (con esclusione di lunedì 28 febbraio) gli spettatori avranno la chance di scoprire sei belle “primizie”, 60 complessivamente, della nuova canzone italiana, selezionate dalla direzione artistica a partire dal numero record di 1086 proposte iniziali.
Una maratona musicale, un emozionante viaggio tra le variegate realtà musicali del paese che finalmente potrà tornare ad essere condiviso col pubblico e gustato in presenza dagli spettatori. "L'anno scorso, in piena zona rossa, Macerata ha saputo comunque accogliere in sicurezza i 250 giovani artisti convocati alle Audizioni, che si sono svolte regolarmente, salvo un ma grande come una casa: mancava il pubblico" ha affermato il Direttore Artistico di Musicultura Ezio Nannipieri.
"Il ritorno in teatro degli spettatori è il valore aggiunto delle Audizioni 2022 - evidenzia Nannipieri -. Soprattutto dal punto di vista di chi si esibirà sul palco, ragazze e ragazzi che in questi due anni di pandemia hanno continuato ad amare le canzoni e coltivare le loro passioni e che ora, con un po' di ansia e parecchia emozione chiedono che la loro musica, le loro parole e le loro voci arrivino fino all’ultima fila”.
Le Audizioni live di Musicultura riaccendono i riflettori nazionali sulla città di Macerata e la trasformano in una vera e propria Città della Canzone. Oltre 400 persone, tra artisti in gara e musicisti al seguito provenienti da tutta Italia, accompagnatori e maestranze si preparano a convergere nel capoluogo marchigiano, con ricadute economiche che si sommano all’impatto comunicativo ed alla valenza promozionale per il territorio.
Dopo oltre tre mesi di ascolti, la direzione artistica di Musicultura sta in questi giorni ultimando la composizione della lista delle 60 proposte che si cimenteranno dal vivo al Teatro Lauro Rossi. In attesa di conoscere i nomi degli artisti e delle artiste che vedremo sul palco, fervono i preparativi per l’allestimento di quella che ormai è diventata una delle fasi del Festival più seguite dal pubblico regionale e in particolare di Macerata.
La macchina organizzativa coinvolge attivamente anche tantissimi studenti, sono infatti complessivamente oltre 100 gli studenti delle Università di Macerata, dell’Università di Camerino e dell’Accademia di Belle Arti di Macerata che danno il loro contributo partecipando a laboratori, stage e percorsi professionali.
Anche gli spettatori saranno parte attiva dello spettacolo, ogni sera saranno infatti chiamati ad esprimere le proprie preferenze col voto. Gli spettacoli avranno inizio alle 21, salvo la domenica, quando si andrà in scena alle 17. L’ingresso sarà gratuito, con prenotazione obbligatoria su www.musicultura.it. Sarà richiesto il super green pass e l’utilizzo della mascherina Ffp2.
"I AM “ short dance film, nato all’interno di un progetto multidisciplinare in cui la danza e lo spazio museale dialogano, ha ricevuto la menzione d’onore come Best Cinematography nell’ambito del London Movie Award per la regia di Luca Giustozzi, con la coreografia di Michela Paoloni, interprete insieme al danzatore e attore Fabio Bacaloni.
I Am - che la scorsa estate ha inaugurato la rassegna Buon’ Estate 2021 organizzata dall’assessorato alla Cultura- che nella sua veste site specific abita le stanze comunicanti del primo piano di Palazzo Buonaccorsi e affida la sua narrazione alle sequenze compositive delle inquadrature video, diventando uno short dance film, è stato infatti selezionato anche da altri festival tra i più influenti nel panorama dell’indie film come Paris Film Award, Hollywood Gold Award, Florence Film Award, Milan Gold Award e 8& Halfilm Award.
“Una serie di riconoscimenti importanti per dei giovani artisti e professionisti del nostro territorio che ci riempiono di orgoglio e soddisfazione per aver creduto in loro, averli sostenuti e appoggiati – interviene l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta .- Attraverso il loro lavoro di studio, approfondimento e connessione tra epoche e arti hanno permesso di valorizzare ulteriormente un luogo, la Sala dell’Eneide, rappresentativo di tutto il territorio maceratese, un luogo che ancora ha molto da offrire come stimoli per nuove ricerche e storie da raccontare. E ancora grazie a questo progetto abbiamo avuto anche la possibilità di far conoscere Palazzo Buonaccorsi a livello internazionale”.
“Sapevamo di aver dato il massimo, durante un periodo molto difficile come la prima ondata pandemica, visto che abbiamo iniziato le riprese a fine 2019 e le abbiamo concluse ad agosto 2020, ma non ci aspettavamo un immediato successo internazionale come quello ricevuto a Londra - racconta Luca Giustozzi -. Volevamo realizzare qualcosa di diverso rispetto al “classico” Dance film, renderlo più simile a un film vero e proprio, unendo così le parti di danza allo storytelling per raccontare, forse la più intima delle storie, il più intricato dei labirinti, quella lotta interna con noi stessi che affrontiamo ogni giorno, ad ogni decisione importante presa.
Arianna e il Minotauro è uno dei miei miti preferiti, e siamo riusciti a trovare un gioco di parole con il titolo “I AM” che è semplicemente perfetto per il messaggio finale dello short film. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare in un contesto di bellezza e di arte vera, questo ci ha aiutato molto nell’ispirazione quotidiana durante la lavorazione, i performer inoltre sono stati molto pazienti, perché lo sviluppo di una coreografia per video è molto diversa rispetto ad uno spettacolo dal vivo, abbiamo ripetuto decine di volte le scene, per giorni, alla fine, nonostante tutto sia sempre migliorabile, credo abbiamo raggiunto un buon risultato visivo, e la menzione d’onore và sicuramente sud-divisa con loro e con tutti gli altri artisti che hanno preso parte allo short film.”
Il progetto, che ha preso spunto da una delle raffigurazioni presenti nella Galleria dell’Eneide di Palazzo Buonaccorsi, “Le nozze di Bacco e Arianna”, trasportando i corpi dei danzatori nella dimensione del labirinto e nell’incontro con il minotauro, realizzato attraverso una scultura scenica in rame e ferro ad opera dell’artista Davide Dall’Osso, è stato realizzato all’interno del settecentesco palazzo che ospita i Musei civici maceratesi. Le riprese sono durate quasi otto mesi, a fasi alterne a causa della pandemia, ed è stato completato nel montaggio e nella post produzione nel febbraio del 2021.
La musica dello short dance film, “made in Macerata”, è di Simone Cicconi, la consulenza storico-artistica di Giuliana Pascucci, mentre l’anteprima della proiezione accompagnata dalla performance live, in cui gli interpreti hanno danzato su musiche dal vivo di Riccardo Andrenacci, sono state realizzate in collaborazione con Macerata Musei, la Compagnia Simona Bucci/Compagnia degli istanti e Amat.
Il genio di Enzo Jannacci sta tutto nella fantasia: quella di raccontare Milano, con i suoi personaggi picareschi e borderline, e quindi l'Italia. E quindi tutti noi, attraverso opere che mescolano insieme musica e risate. Rock'n roll e satira.
Lo sa bene il regista Giorgio Gallione, che servendosi di giovani musicisti di prim'ordine e, soprattutto, dell'unico artista in grado di vestire i panni del "poetastro" - Stefano Belisari, in arte "Elio" - ha voluto siglare al Teatro Lauro Rossi di Macerata un'altra tappa del suo "Ci vuole orecchio. Elio canta e recita Enzo Jannacci".
Nella prima delle due serate andata in scena - la seconda stasera 9 febbraio 2022 - lo spettacolo ha regalato risate, danze e, per i più esigenti, anche lezioni di "politicamente scorretto", trasportati dagli anni '70 di Jannacci direttamente ai nostri più recenti anni '20. Eppure la formula resta immutata e funziona ancora alla grande.
Alternandosi fra alcune delle canzoni più conosciute del Buster Keaton di Lambrate - "Saltimbanchi", "Silvano", "Aveva un taxi nero", "Sopra i vetri", "La luna è una lampadina", "Parlare con i Limoni", "Vivere", fino alla chiosa di "Quando il sipario calerà" e il bis immancabile di "L'importante è esagerare" - Elio si muove all'inerno dell'eccentrica e colorata scenografia del palco con la sua consueta leggerezza e bravura: i talenti del vero professionista.
E supportato dalla superband - Alberto Tafuri in sostituzione di Seby Burgio al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabasso, Sophia Tomelleri al sax e Giulio Tullio al Trombone - regala al pubblico del Teatro Lauro Rossi monologhi irriverenti ed estremamente attuali. Chi riuscirà ad accaparrarsi il prossimo biglietto, non potrà resistere alla "lista dei ristoranti etnici e fusion più in voga di Milano e dai nomi assurdi" o all' "esorcismo della volgarità attraverso il sapiente uso della perifrasi".
Un po' difficile da immaginare così, questo spettacolo. Per questo non "Ci vuole solo orecchio", ma anche molta fantasia. Come quando capita di leggere "Gnòsi delle Fànfole" di Fosco Maraini o qualsivoglia opera di Gianni Rodari. Per la semplice voglia di tornare bambini. E giocare con la musica.
È stata presentata oggi alla stampa presso la sala dell’IRCR di Piazza Mazzini la nuova mostra culturale dal titolo “Macerata e il suo Territorio. Antiche mappe e vedute dal XVI secolo all’Unità d’Italia”, e che sarà aperta al pubblico gratuitamente da venerdì 11 fino a lunedì 21 febbraio presso gli Antichi Forni – in osservanza delle norme anti Covid. Una raccolta unica, inedita di 50 antiche mappe originali d’epoca, incise e stampate su carta, che raccontano l’evoluzione urbanistica di Macerata e di altre città della provincia: Camerino, Cingoli, Civitanova, Recanati-Loreto, San Severino, Tolentino, Treia e Visso.
La mostra è stata realizzata dall’architetto e collezionista Enzo Fusari - sostenuto dall’associazione LUTES, con il patrocinio del Comune, dell’IRCR e dell’Ordine degli Architetti – che da oltre 30 anni conduce le proprie ricerche sulla storia e la geografia della Regione Marche, arrivando nel tempo a raccogliere ben 200 carte di grande pregio e valore, alcune rare e mai pubblicate, di ottima conservazione e non presenti nelle biblioteche locali e regionali.
“Avrei voluto realizzare questa esposizione già due anni fa – ha dichiarato Fusari – ma la pandemia e il cambio di amministrazione comunale non l’hanno permesso. Sono felice oggi di mettere a disposizione di tutti questa mia passione: penso sia di fondamentale importanza conoscere il nostro passato per sapere dove siamo diretti. Queste mappe fanno emergere una storia che non è scritta, ma disegnata, e raccontano quella che è la nostra grandezza culturale e politica. Un punto di partenza molto importante per conoscere le radici della propria identità”.
Al tavolo della conferenza si sono succedute anche le parole di apprezzamento e soddisfazione rispetto all’iniziativa da parte del presidente LUTES Massimo Crucianelli, dell’assessore all’Urbanistica Silvano Iommi, del presidente dell'Ordine Arch. Vittorio Lanciani e del presidente IRCR Giuliano Centioni.
“Il nostro obbiettivo è sostenere tutte le attività culturali che hanno a che fare con la nostra storia e il tessuto urbano – ha commentato Lanciani – in modo che si alimenti in maniera sempre più naturale la consapevolezza di chi lavora e di chi vive nel territorio marchigiano”.
“Quando mi fu proposta questa iniziativa – ha aggiunto l’assessore Iommi – ho aderito subito, perché ero certo della sua qualità. Una mappa è come il palcoscenico per un attore: se si conosce il contesto in cui una storia viene raccontata se ne percepisce meglio anche il senso e il messaggio”.
INTERVISTA
Dottor Fusari, qual è il messaggio nascosto nel suo lavoro? La mia è una ricerca di verità. La geografia non può fare a meno della storia e viceversa: l’errore da sempre è quello di trattare le due materie separatamente, quando invece dovrebbero rappresentare un unicum. Per dimostrare determinati fatti non basta conoscere la storia, e allo stesso tempo saper solamente leggere una cartina non è sufficiente.
C’è un problema di identità storica oggi secondo lei? Sì, soprattutto tra i giovani. Molti di loro pensano che Macerata sia una città noiosa, dove non si fa niente. E invece c’è tanto da scoprire se si ha la curiosità di farlo.
In quest’incontro si è detto che “bisogna conoscere il proprio passato per sapere dove siamo diretti”. Enzo Fusari dove è diretto? Io abito qui a Macerata da più di 60 anni e ne sono innamoratissimo. Desidero che questa città torni ad essere viva culturalmente, e per farlo abbiamo bisogno soprattutto di chi la abita. Sono le persone che fanno la storia. Ciò detto, mi piacerebbe aprire presto un Museo dove esporre tutte le mie mappe: non nascondo che mi siano arrivate delle proposte da parte di altri Comuni, ma il mio sogno rimane Macerata.
Da un palco all’altro, di padre in figlio. Marco Morandi, figlio del cantante Gianni Morandi reduce dal successo di Sanremo, apre la stagione teatrale di Montelupone che il 26 febbraio, alle 21:15, torna in scena al teatro “Nicola degli Angeli”, dopo due anni in cui gli spettacoli si sono fermati, a causa della pandemia.
L’Amministrazione comunale ha presentato la nuova stagione teatrale 2021/2022 che, interrotta bruscamente nel 2019 a causa della pandemia, restituirà alla comunità monteluponese e non solo il suo teatro. Un programma variegato e ricco che si articolerà in 8 spettacoli: due dialettali, tre per ragazzi e tre portati in scena da attori professionisti di grande rilievo nazionale.
Il primo in ordine di tempo sarà Marco Morandi con lo spettacolo “Nel nome del padre”, l’ultimo sabato di febbraio: un viaggio musicale dal vivo, ma soprattutto un racconto ironico e divertente da parte del figlio d’arte che nel corso della serata proietterà anche video di papà Gianni Morandi.
A seguire, il 19 marzo sarà la volta di “E ti vengo a cercare” tributo a Battiato di Andrea Scanzi, interprete teatrale, noto al grande pubblico soprattutto nei panni del giornalista e opinionista tv, nel programma Otto e mezzo, condotto da Lilli Gruber su La7. Da aprile 2020, in concomitanza con la pandemia diviene il giornalista italiano con più interazioni sui social, secondo la classifica di Sensemakers.
Spazio ai giovani con “Una domenica lassù” del Gruppo teatrale “G. Ginobili” domenica 27 marzo alle ore 17. Protagonista sul palco sabato 9 aprile sarà la strana coppia composta da Dario Vergassola e Moni Ovadia con "Un ebreo, un ligure e l’ebraismo", un dialogo semiserio sull’umorismo. Per concludere, il 4 giugno leggerezza e allegria con la commedia dialettale della Compagnia Dieci mamme matte.
“Abbiamo previsto una stagione teatrale per i ragazzi, completamente gratuita, da affiancare a quella principale, a pagamento, che sia da supporto alla loro educazione – ha detto il sindaco Rolando Pecora - accrescendone il senso civico e incoraggiandoli nella fruizione del teatro così da renderli più consapevoli del suo valore. Questa Amministrazione comunale ritiene fondamentale, malgrado il perdurare dell’emergenza sanitaria, organizzare eventi, momenti di condivisione sociale e di valenza culturale per la cittadinanza. Per questo in cartellone, accanto a nomi di grande richiamo nazionale, ci sono Compagnie professionistiche e amatoriali del territorio”.
La “Madonna dell’umiltà”, opera straordinaria di Allegretto Nuzi, torna a casa e si fa, se possibile, ancora più bella. Il capolavoro di proprietà del Comune di San Severino Marche, conservato insieme a molti altri nella pinacoteca civica “P. Tacchi Venturi”, dopo essere stato concesso in prestito alla città di Fabriano in occasione della mostra “Oro e colore nel cuore dell’Appennino”, curata da Andrea de Marchi e Matteo Mazzalupi; è stato affidato alle sapienti mani del restauratore Giacomo Maranesi di Fermo che, all’interno delle sale espositive della raccolta d’arte di via Salimbeni, ha allestito un vero e proprio laboratorio di restauro.
Durante le ore di apertura al pubblico in questo modo i visitatori potranno assistere, in tempo reale, alle operazioni e a tutte le fasi di recupero del capolavoro datato 1366 e che costituisce, secondo gli esperti, la produzione più matura del suo autore perché in questa opera il pittore fabrianese, nato nel 1315, ingentilisce le forme attraverso un linguaggio più lineare e decorativo che rende le figure maggiormente semplificate.
“Allegretto introdusse nelle Marche tipologie ancora ignote di complessi polittici e squisiti altaroli per devozione individuale - spiega il curatore della mostra fabrianese, Andrea de Marchi, sottolineando - Nelle iconografie fu innovatore, contribuendo alla diffusione della Madonna dell’Umiltà in area adriatica, piegando le storie della Passione a interpretazioni originali e toccanti”.
In cambio del prestito della preziosa tempera su tavola, delle dimensioni di 164,5 x 125 centimetri, il Comune di San Severino Marche ha infatti ottenuto che, al rientro in pinacoteca, la stessa fosse restaurata dopo essere stata interessata da un primissimo intervento che ne aveva consentito il trasporto. Al lavoro sta provvedendo, su autorizzazione della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio, il restauratore Maranesi. L’intervento consentirà di garantirne la conservazione nella sua sede espositiva originaria, quella della pinacoteca civica cittadina.
“Emozioni e curiosità: sono le caratteristiche più importanti della musica, e vogliamo che il pubblico torni a sognare”. Così il nuovo direttore artistico dello Sferisterio, professor Paolo Pinamonti, ha voluto sintetizzare gli obbiettivi preposti per il prossimo piano triennale del 'Macerata Opera Festival' e non solo.
Nella cornice informale, ma comunque suggestiva, del ristornate “Centrale” di Piazza della Libertà, il maestro è stato accolto a poco più di un mese dal suo insediamento dagli organi di stampa, insieme ad alcuni rappresentanti del Consiglio d’amministrazione, fra cui Francesca D’Alessandro (vicesindaco), Luciano Messi (sovrintendente), Gabriella Almanza Ciotti, Giuseppe Rivetti e Valfrido Cicconi.
«Rilanciare lo Sferisterio dopo questi due anni difficilissimi è il nostro imperativo – ha dichiarato in apertura dell'incontro Messi – Stiamo lavorando alacremente per portare entro il 28 febbraio al Ministero della Cultura il nostro nuovo progetto per l’estate 2022, tenendo conto delle spese di bilancio che saranno necessarie».
«Il mio obbiettivo è riaccendere il dialogo fra spettacolo e pubblico – ha esordito Pinamonti – e per farlo allargheremo l’offerta dei titoli della prossima stagione lirica: non solo quelle già note da oltre 20 anni, ma anche opere non ancora entrate nei vari circuiti operistici. Altre iniziative vogliono tenere conto del concetto di ‘pluralità musicale’, quindi aprire anche a generi come la musica cinematografica o la popular, oltre a realizzare eventi sinfonico-concertistici dal respiro internazionale.
Dobbiamo sfruttare al massimo le potenzialità dello Sferisterio, e per farlo bisogna abbandonare la pigrizia intellettuale, guardare alla crescita dei complessi artistici marchigiani, rilanciando anche una nuova idea di turismo culturale».
E alla domanda: "Esiste in questo progetto un piano che preveda un maggiore coinvolgimento degli ascoltatori più giovani?"
«Il tema è delicato, perché i ragazzi sono abituati a diffidare della musica colta - ha risposto il neo-direttore dello Sferisterio - Il regista Peter Brook insegna che quando si è impreparati a un ascolto o una visione, emerge davvero la qualità del lavoro svolto. Il nostro diktat vuole essere i medesimo: i giovani non vanno obbligati all’ascolto educativo, ma incuriositi.
E soprattutto, bisogna suscitare in loro le emozioni. Sono in programma per questo anche degli incontri presso le scuole primarie e secondarie, ma di base vogliamo sfruttare l’offerta cinematografica per far emergere il valore della musica. Un po’ come accadeva nel ‘900 quando gli artisti accompagnavano le proiezioni, portando all’attenzione di un nuovo pubblico grandi opere».
Non solo canzoni a Sanremo. In occasione della 72esima edizione del Festival più famoso d’Italia, la prestigiosa Villa Ormond - a pochi km dal Teatro Ariston - ha aperto le sue porte alla prestigiosa mostra di Paolo Marinozzi, classe 1947, collezionista e fondatore del museo “Cinema a Pennello” di Montecosaro. Si tratta di una grande raccolta fatta di locandine e bozzetti: pezzi unici dipinti a mano da grandi artisti – i cosiddetti “cartellonisti” – nel corso di 50 anni di storia del cinema e della musica. E che dal 2011 è possibile apprezzare presso lo spazio allestito in quel di Porta San Lorenzo.
Sull’onda dell’entusiasmo, Paolo – direttamente dall’hospitality della villa sanremese, dove si trova insieme al figlio Alessandro – ci ha raccontato di questa iniziativa e della sua passione.
Innanzitutto, chi ti ha lanciato la proposta di Sanremo? Devo ringraziare Giuseppe Grande, direttore di “SanremoSol” che ha fortemente voluto questa collaborazione. Era da anni che volevo portare da quelle parti la mia mostra, ma non ce n’è mai stata l’occasione. Fortunatamente nel frattempo, insieme ai miei collaboratori, abbiamo conquistato altre tappe: Taormina, Napoli e anche il Lucca Comics.
Come mai questo desiderio di unire la tua collezione al Festival della canzone italiana? Da bambino seguivo il Festival per radio. Poi ci fu l’avvento dei “musicarelli” al cinema, e quasi per caso ho cominciato la mia collezione di manifesti e bozzetti. Qui a Sanremo in particolare abbiamo portato 22 opere, ispirate a grandi canzoni come “Dio come ti amo” di Domenico Modugno, “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli, “Zingara” di Iva Zanicchi, “Non son degno di te” e “Mi vedrai tornare” di Gianni Morandi e altre.
Come ha accolto la proposta allestire la mostra a Villa Ormond? Sono stato felicissimo, e spero sinceramente che questa sorta di “anteprima” abbia una forte risonanza e ci consenta di partecipare ad altre manifestazioni canore. Villa Ormond poi è di per sé molto suggestiva, con il suo parco meraviglioso e la vista sul mare. Al tempo vi ha soggiornato anche la Principessa Sissi.
A quale canzone sanremese si sente più legato? Ho sempre amato Claudio Villa, e infatti abbiamo una locandina di Sanremo con lui e Teddy Reno. Come ti dicevo, sono cresciuto ascoltando la radio e le grandi voci del dopoguerra. Poi ad un certo punto arrivò Modugno che rivoluzionò tutto: custodisco ancora gelosamente la locandina di “Piange il telefono” del 1975, con la dedica di Claudio Lippi.
E la sua passione di collezionista invece come è nata? Sin da piccolo raccoglievo figurine, poi fumetti e dischi. Con le locandine in un certo senso mi sono voluto specializzare. Finché negli anni ‘90 abbiamo allestito la prima mostra su Totò, e da quel momento tanti personaggi hanno molto apprezzato e ci sono venuti a trovare: Lucio Dalla, Ornella Muti, Sabrina Ferilli, le gemelle Kessler, Catherine Spaak, Tomas Milian, Vincenzo Mollica e altri ancora.
A quale bozzetto o locandina è più affezionato? Probabilmente a quella del film “Nuovo Cinema Paradiso”, perché ebbi la fortuna di condividerla durante il Bari International Film Festival del 2019 assieme ai maestri Ennio Morricone e Giuseppe Tornatore. Però penso anche alle mie prime scoperte da bambino: “Poveri ma belli” (1957) e “Don Camillo” (1952).