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Cultura Tolentino

Tolentino, jazz per tutti i gusti: chiusura affidata al Filippo Gallo Special Quartet

Tolentino, jazz per tutti i gusti: chiusura affidata al Filippo Gallo Special Quartet

E’ giunta al termine la I edizione del Tolentino Jazz Festival. La chiusura di domenica è stata affidata al Filippo Gallo Special Quartet che vedeva in formazione due grandi maestri come Massimo Moriconi al basso e Massimo Manzi alla batteria, e la fondamentale presenza di Emanuele Evangelista al pianoforte. Un blues fluido e accattivante e un percorso alternativo su pezzi modali sono stati il filo conduttore dell’esibizione del gruppo, che ha proposto brani di Joe Henderson come Short Story, standard come I’ll Remenber April e Nardis di Miles Davis.

Il quartetto ha saputo creare un clima di grande attenzione sia per i pregevoli soli di Filippo Gallo che hanno scandito tutti i brani, alternati con quelli altrettanto creativi di Evangelista,  sia per gli arrangiamenti gradevoli e mai scontati con cui hanno dato una veste personale al loro repertorio con un tocco di grande raffinatezza. Motore della band, Moriconi e Manzi ha sfoderato un’intesa perfetta, rimescolando stili e ritmi con grande varietà e naturalezza imprimendo il loro personale marchio di fabbrica, ma restando sempre al servizio del solista di turno. Scambi frequenti, temi ben interpretati e un grande swing di fondo nella gestione del fraseggio sono stata la chiave vincente dell’ottimo quartetto. Il concerto finale de Tolentino Jazz Festival ha portato sul palco del Castello della Rancia un trio d’eccezione: Fabio Zeppetella, Roberto Gatto e Emanuel Bex, che hanno presentato per l’occasione il loro ultimo lavoro discografico, dal titolo Chanson. 

La loro esibizione è stata contrassegnata da un repertorio inusuale, quello della canzone francese ed italiana interpretate in chiave jazz, ma soprattutto con timbri e sonorità particolari come quelle dell’organo hammond unito all’uso dell’ harmonizer per la voce. Il concerto si è aperto con C’est si bon, seguito da E la chiamano estate di Bruno Martino e da Luna Rossa in veste latin. La canzone francese più tradizionale ed il repertorio anche di cantautori italiani hanno trovato grazie a loro una nuova dimensione timbrica inedita con atmosfere rarefatte e suggestive grazie alla sinergia creata tra chiatarra e Hammond. In tutto questo inedito universo sonoro Roberto Gatto ha sostenuto il ruolo di forza propulsiva fondamentale, ma mai invadente. Un jazz elegante ed originale per concludere in bellezza tutta la manifestazione. 

 

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