Il 2020 è un anno speciale per il Cine-Teatro ‘Don Bosco’ di Tolentino, che festeggia i 30 anni di un'attività socio-culturale, iniziata nel 1990 grazie alla volontà di Don Serafino Stramucci che ha raccolto con entusiasmo e dedizione l’eredità lasciata dai Salesiani.
Infatti nel pieno spirito di Don Bosco,Don Serafino aveva realizzato questa sala per ‘animare’ i giovani della città attraverso il cinema ed il teatro. Una gestione che nei primi anni di questo millennio ha permesso a Tolentino di essere tra le 100 città per il cinema di qualità, premiato dall’AGIS in un periodo in cui le sale cinematografiche avevano chiuso, fondando anche un circolo culturale CGS.
Tante sono state, in questo trentennio le occasioni, a cui hanno preso parte più di 1.500.000 spettatori, che hanno permesso alla città di salire alla cronaca culturale nazionale grazie all’attività svolta dal cine-teatro. Oggi il ‘Don Bosco’ ha aperto la sala per proporre alla città una formula teatrale dedicata ai giovani, rendendoli così ancora una volta protagonisti attraverso il sostegno ad alcune produzioni, che riscoprono le radici del vernacolo locale. Dopo alcuni anni di sperimentazione di ‘Cabaret Buffet’, che ha ospitato alcuni artisti saliti ora alla ribalta nazionale grazie alla volontà di Diego di Modugno, ed alla collaborazione della UILT (Unione Italiana Libero Teatro) che ha dato vita, con successo di pubblico, alla rassegna di opere teatrali dialettali, ‘Gran Galà del Dialetto’, dove si valorizzano gli autori e le compagnie del territorio maceratese, sostenendo in alcuni casi la loro produzione.
Tale rassegna continuerà anche in questo nuovo anno con alcuni ‘capolavori’ del teatro amatoriale. Infatti la stagione teatrale (prevendita mercoledì e venerdì dalle ore 18 alle ore 20) riprenderà sabato 15 febbraio ore 21.30 con un evergreen di tutti i tempi, sotto la regia di Roberto Cetriolo, ‘Patre pe’ procura’, capolavoro di don Amedeo Gubinelli che ha spiegato così le ragioni che lo hanno spinto a comporre quest'opera: “Ho voluto mostrare la vita quotidiana in un prete, i suoi problemi, le sue difficoltà, il piccolo mondo che circonda la parrocchia”.
Ma un’altra sorpresa è in serbo al teatro ‘Don Bosco’, infatti sabato 29 febbraio ore 21.30, Pippo Franco ritornerà sul palco, dopo il successo precedente, con lo spettacolo, scritto e diretto da lui, ‘Non ci resta che ridere’, divertente rappresentazione autobiografica in cui l’attore pone allo spettatore la ‘scelta’ tra la vita ‘dell'anima o quella della materia’.
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