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Cultura Macerata

Silvano Agosti a Macerata: l’essere umano nascosto dai suoi ruoli

Silvano Agosti a Macerata: l’essere umano nascosto dai suoi ruoli

Anche Macerata onora la giornata internazionale dei diritti umani del 10 dicembre con l’arrivo in città del regista, scrittore e sceneggiatore Silvano Agosti. Nel giorno in cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la città parla di umanità, di quella che è diventata e di quella che sogniamo. Il regista, ospite della tredicesima edizione del festival “Così vicino così lontano, Macer/azione Atto XIII”, organizzato dall’Anmic (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili) ha affrontato questioni solitamente catalogate come “esistenziali”, ma che in realtà rivelano dove stiamo andando come umanità.

Al cine teatro Don Bosco Agosti ha portato il seminario “Dall’impotenza alla creatività”, un percorso che tende a rendere visibili le gabbie nelle quali ogni essere umano è attualmente prigioniero. Alla fine del seminario a tutti i partecipanti è stato regalato il DVD del film “Il pianeta azzurro”, che per il critico Tullio Kezich è “un film che tutti gli italiani dovrebbero vedere per legge” e per Agosti “un film antidepressivo”.

Il festival, attivo da tredici anni, passa per il teatro delle comunità dell’attore Marco Di Stefano, in cui viene messa in scena la società ideale, “quella in cui - spiega la fondatrice dell’iniziativa Anna Menghi - c’è spazio per tutti, disabili e non”.

Riflettere su una società diversa significa anche promuovere il momenti di “arte diversa” come quella di Silvano Agosti che “fa fatica ad emergere - continua Menghi - in questo paese in cui ancora c’è da lottare per diritti che dovrebbero essere di tutti”.

Si ritiene un artista “clandestino” il regista che ha chiesto all’Unesco e alle Nazioni Unite che l’essere umano venga proclamato Patrimonio dell’Umanità. L’autore di film come “Il giardino delle delizie”, “Riprendiamoci la vita” e di libri come “Uova di garofano” e “Lettere dalla Kirghisia”, sembra un profeta venuto da lontano che ci ricorda come “lavorare due ore al giorno dovrebbe essere la normalità e non una stranezza”, usare il cellulare solo cinque minuti al giorno potrebbe risollevare il genere umano dalla dipendenza delle tecnologie, diventate la nuova droga di questo secolo; e come “la scuola dovrebbe insegnare a guardare e non a vedere”.

https://www.youtube.com/watch?v=d3Lmr4KIXVU

 

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