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Cultura Civitanova Marche

Neri Marcorè regala uno spettacolo nello spettacolo a Futura Festival

Neri Marcorè regala uno spettacolo nello spettacolo a Futura Festival

Ospite attesissimo Neri Marcorè venerdì nel salotto allestito sul palco di Futura Festival. Ad intervistarlo lo scrittore, giornalista e critico letterario Paolo Di Paolo, tra i coordinatori del festival.

“La scena, la vita e l’impegno per le Marche” questo il nome dello spazio dedicato al poliedrico artista marchigiano che ha catalizzato l’attenzione di un pubblico copioso con momenti di gran divertimento intervallati ad altri più impegnati. Dai suoi esordi a Radio Aut dov’era appena dodicenne, passando per la Corrida, Stasera mi Butto, Per un pugno di libri, Il Cuore altrove di Pupi Avati. Un artista a tutto tondo: comico, attore impegnato, conduttore tv, cantante, doppiatore, ma soprattutto imitatore. Sono le sue doti di imitatore ad averlo aiutato a calarsi nei ruoli più svariati e, nello stesso tempo, a fargli ritrovare la sua vera voce.

Un’intervista densa di momenti esilaranti dove non sono mancate alcune sue imitazioni, da Peppo della sua pre-carriera a Pupi Avati, fino ad Alberto Angela. E poi un susseguirsi di aneddoti legati all’infanzia e alla carriera. In tutto questo percorso di poco più di un’ora Marcorè non si risparmia, dà molto al pubblico e ribadisce con orgoglio la sua appartenenza alle Marche, il paese dov’è nato. Ricorda, orgoglioso, espressioni tipiche del dialetto di Sant’Elpidio come “sgarbella l’occhi”, “rcaccia”, “gnenoccia”: “Questi termini andrebbero difesi come patrimonio dell’Unesco” dice e il pubblico è in visibilio. La platea allestita con poltroncine davanti al palco non ce la fa a contenere le persone giunte per l’attore marchigiano e in moltissimi rimangono in piedi fuori dalle transenne.

Neri, da piccolo, era un bravo studente, leggeva molto, aveva cominciato a suonare la chitarra, praticava sport, partecipò anche ad un torneo di scacchi con i suoi amici. “Facevo tutte cose che mi piacevano. Non mi sono mai posto un obiettivo. Mi divertivo e l’obiettivo è nato strada facendo. Le fatalità della vita combaciano con i talenti che si hanno ed io in tali circostanze ho tirato fuori cose che avevo incamerato prima” dice l’attore. Poi aggiunge che ai traguardi si arriva senza cercare di evitare le cadute: “Oggi sembra che il fallimento non sia previsto, si ambisce alla perfezione. Se sbagli sei considerato un perdente, inseguendo un po' ciò che è il mito americano. Invece i risultati si ottengono per tentativi, bisogna fallire. E’ necessario tornare a soffrire un po' di più per godersi le cose belle della vita”. A tal proposito svela un aneddoto: “Fui scelto da Pupi Avati per il suo film Il Cuore altrove perché il regista e suo fratello mi videro nella conduzione televisiva Per un pugno di libri. Dissero di aver trovato il protagonista del film perché ero il conduttore più inguardabile e imbranato che avessero mai visto. Quindi, siate imbranati”. Sulla stessa linea risponde alla domanda sui nonni: “Sono cresciuto con nonna Assunta che era un vero carabiniere in casa. I migliori insegnamenti l’ho ricevuti dai nonni e dalla mia maestra. Era manesca (dice ridendo), ma era una vera educatrice e metteva curiosità in tutto quello che diceva. Oggi c’è troppa iperprotettività verso i figli, li difendiamo davanti ai loro insegnanti. Ma si cresce davvero solo affrontando la fatica. Questo è il meccanismo per imparare cose che altrimenti non impareresti”.

La serata si conclude con parole d’affetto per la nostra regione che Marcorè definisce un paese con la tendenza al profilo basso. Una fortuna nel senso del non ostentare. Questo atteggiamento di grande umiltà ha portato alla buona conservazione del territorio e a salvaguardarlo da grandi flussi di criminalità che colpiscono dove c’è più urbanizzazione. Un neo se si pensa che per lo stesso motivo si è curata poco l’autopromozione del territorio. Ma le Marche vanno amate e rispettate anche per la loro pluralità. Caratteristica che si trova nella geografia come nei tanti idiomi di cui la regione è ricca. “Basta un fiume che separi due paesi e il dialetto è già diverso. Inoltre, per passare da una valle all’altra è come se cambiassimo regione e il nome Marche al plurale non è un caso” dice Marcorè. Da qui, il balzo al progetto Risorgimarche è breve. Si tratta di un evento di 13 concerti per la rinascita delle comunità colpite dal sisma, ideato e promosso da Neri Marcorè e con la collaborazione di tanti artisti del mondo della musica. Luca Barbarossa, Fiorella Mannoia, Max Gazzè, Brunori Sas, Francesco De Gregori, Samuele Bersani gli artisti che si potranno ancora ammirare nei concerti fino al 4 luglio. Il festival, iniziato il 25 giugno, ha già attirato 27mila persone non paganti nelle località colpite dal sisma. Non è un evento gestito dalla politica né strutturato per una raccolta fondi. Sono presenti sponsor a sostegno dell’iniziativa, ma le risorse economiche sono percepite tramite il decreto “Mille proroghe” per la promozione turistica (in particolare per le attività culturali nelle aree colpite dl sisma). Non esiste un palco durante lo spettacolo, gli artisti e il pubblico sono sullo stesso piano. “Molti artisti, compreso me, non ricevono compenso per le esibizioni. Pubblicheremo tutte le voci dei costi in assoluta trasparenza. Questo evento non è stato creato per costruire le casette di legno, ma per mantenere accesa l’attenzione sulla nostra regione rimasta ferita in molte zone dal terremoto, per sensibilizzare e mobilitare le masse e perché le nostre istituzioni si attivino nel concreto per il recupero del nostro territorio” spiega Marcorè.  

(di Raffaella D'Adderio)

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