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Cultura Porto Recanati

Manifestazione "Parlare Futuro": domani al cinema Kursaal di Porto Recanati ospite Umberto Galimberti

Manifestazione "Parlare Futuro": domani al cinema Kursaal di Porto Recanati ospite Umberto Galimberti

Al Cinema Kursaal Umberto Galimberti. Il filosofo sarà a Porto Recanati giovedì 3 gennaio alle 21,15, con ingresso libero, nell’ambito della Manifestazione “Parlare Futuro.” Dopo il successo della mostra di Leonardo Cemak e Manuela Grelloni a Fermo, incipit della rassegna, Parlare Futuro continua il suo appassionante percorso con ben cinque appuntamenti all'insegna del Futuro. oltre a quello di Porto Recanati, ci sarà il 17 gennaio Piergiorgio Odifreddi a Montecosaro, il 19 gennaio Paolo Crepet a Sarnano, il 24 gennaio, Franco Arminio a Porto Sant’Elpidio, concluderà gli incontri, Marcello Veneziani, il 25 gennaio a Loreto.  È la prima volta che Parlare Futuro sceglie la via dell'arte per l'apertura del suo ciclo di incontri.  La manifestazione, infatti, ha sempre avuto negli anni una capacità di adattamento e consentaneità al reale e alle sue trasformazioni non dimenticando la sua vocazione iniziale, quella di essere un laboratorio per il futuro, uno spazio franco dove ci si potesse sottrarre dalla pervasività dell'eterno presente e restituirsi ad una visione del domani. Un obiettivo ambizioso sempre centrato negli anni con ben otto edizioni all'attivo.

“Siamo molto soddisfatti, come amministrazione comunale, di ospitare questo evento, l’anno si apre all’insegna della consapevolezza e del pensiero critico – dice l’assessore alla Cultura Angelica Sabbatini – con il sempre illuminante Professor Galimberti a Parlare Futuro, che sarà con noi domani sera, in una Poto Recanati ancora illuminata a festa. Una visione, la sua, prospettica sul ruolo fondamentale ma altrettanto pericoloso della tecnica nell’era degli smartphone, dei social, di internet come strumento quotidiano di lavoro, comunicazione, filtro dell’informazione e della realtà.” 

 

Umberto Galimberti, nato a Monza nel 1942, è uno dei più noti filosofi, sociologi e psicoanalisti italiani. Laureatosi alla Cattolica di Milano con una tesi su di lui, diventa poi amico e traduttore dello psichiatra e filosofo Karl Jaspers. La sua curiosità e la sua strenua volontà di fare ricerca scientifica all’interno delle mille sfaccettature della filosofia e della psiche umana, gli donano una fama che lo precede e che arriva in breve tempo a procurargli il ruolo di professore, prima di Antropologia Culturale, poi di Filosofia della Storia e di Filosofia Morale alla Ca' Foscari di Venezia, per la quale ha insegnato dal 1972 ad oggi.

 Indagatore del pensiero, diventa poi, dopo un percorso di psicanalisi privata presso il CISA di Milano, indagatore dei nessi tra psicopatologia e problemi filosofici dell’essere umano, divenendo poi non solo psicanalista ma anche ricercatore e membro della prestigiosa International Association for Analytical Psychology.  La sua attività di ricerca si è presto affiancata a quella naturale di divulgatore scientifico, è stato infatti collaboratore delle pagine filosofiche, culturali e divulgative de' Il Sole 24 Ore tra 1987 al 1995 e lo è attualmente de' La Repubblica; Galimberti racconta volentieri al grande pubblico anche le sue riflessioni sul rapporto tra filosofia e psicologia, tra filosofia e religione, e tra le nuove generazioni e il nichilismo. Tra i suoi volumi sono divenuti celeberrimi i saggi divulgativi come: "L’Ospite Inquietante", "Il nichilismo e i giovani", "I miti del nostro tempo", e "Cristianesimo. Religione dal cielo vuoto", "La Parola ai giovani". 

A Parlare Futuro porterà un intervento esclusivo dedicato al futuro nell'Età della Tecnica. Un futuro in cui l'essere umano, donna o uomo, non è più al centro, ma marginale rispetto alla tecnica. La tecnica si preoccupa che l'essere umano produca e funzioni come una macchina, come un automa. L'orizzonte è ristretto al puro campo della razionalità e tutto ciò che esorbita è assolutamente bandito. Pertanto, la tecnica è diventata una sorta di entità metafisica, non è più uno strumento nelle mani dell’uomo, ma è un’essenza autonoma; non ha scopi, né morale, significati, senso; produce cose, funziona, si potenzia così come dice il prof. Galimberti: «Oggi che la tecnica non ci consente di pensare la storia iscritta in un fine, l’unica etica possibile è quella che si fa carico della pura processualità che, come il percorso del viandante, non ha in vista una meta». Qui spiega come l’andare, l’errare, il viaggiare, «l’etica del viandante, senza meta e senza punti di partenza e arrivo che non siano occasionali», possa essere «il riferimento di un’umanità a cui la tecnica ha consegnato un futuro imprevedibile».

Una serata ricca di stimoli per una visione di futuro nella consapevolezza che il domani è nostro e nessuna tecnica ce lo può rubare.

 

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