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Macerata, "Atelier d'inverno": recuperate le varianti originali dell'opera di Remo Pagnanelli

Macerata, "Atelier d'inverno": recuperate le varianti originali dell'opera di Remo Pagnanelli

E’ appena uscito per le edizioni di Anima Mundi, nella collana diretta da Franca Mancinelli e Rossana Abis, "Atelier d’inverno" di Remo Pagnanelli. Si tratta di un libro decisivo per chi ha fin dall’inizio letto le raccolte di Pagnanelli, a partire dalla prima, "Dopo", del 1981.

"Atelier", precisiamo, uscì nel 1985 con una prefazione di Giuliano Gramigna. Daniela Marcheschi nel 2000 pubblicò l’opera omnia ivi incluse le varianti. Ma la novità della recente edizione si deve alla madre di Remo, professoressa Luigia, che proprio nel 2000, recuperava riassestamenti, rimodulazioni, varianti operate da Pagnanelli nel gennaio 1987, anno della sua scomparsa. 

Il testo ri\visto da Pagnanelli si trovava in un piccolo pIico che conteneva, appunto, tali evidenti novità. Si deve dunque alla famiglia Pagnanelli il lavoro matto e disperato necessario per inventariare tutti i manoscritti originali presso il Gabinetto Viessieux di Firenze che nel frattempo si era offerto per il deposito biobibliografico, ivi incluse centinaia di lettere (di invio e di risposta) con i maestri di allora, ad esempio Fortini, Luzi, Montale, Sereni, Bertolucci e tantissimi altri.

La riedizione di "Atelier" ha in prefazione un vero e proprio piccolo saggio di Roberto Galaverni che scrive: "Quando all’inizio degli anni Novanta ho cominciato a leggere le sue poesie e i suoi saggi critici, la mia impressione è stata infatti quella di trovarmi davanti a qualcuno che mi poteva insegnare moltissimo. Un maestro insomma", e una commovente ed intensa nota  non marginale di Milo De Angelis diretta a segnalare come per Remo la poesia non fosse unicamente "estetica"  o "svago" ma più precisamente, "La passione del ragionamento" (questo è il titolo dell’intervento di De Angelis).

"Atelier d’inverno", con la sua insistenza sulla metafora del "freddo" e dell’inverno rappresenta una testimonianza che si è radicata  per lingua e per stile nelle generazioni dei poeti successivi,  in un segmento ben riconoscibile delle nuove generazioni. Il nuovo testo risulta rimodulato musicalmente e questo, indubbiamente, consentì all’autore di eliminare schegge o ritmi, rileggendo ad alta voce i suoi stessi testi.

Un esercizio di sottrazione e di levigazione: qui, a volte, anche nella scelta di nuovi spazi sulla pagina, appaiono più folgoranti e lucenti certi frammenti di testi memorabili. Più incisivi come fu la sua attività indomabile di critico letterario.

(Credit foto: www.remopagnanelli.it) 

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