Le Marche e la ricostruzione post- sisma: il ruolo degli architetti nella salvaguardia dei beni culturali
A sette anni dal Sisma il Commissario Straordinario Guido Castelli sembra aver imboccato la strada giusta: una visione diversa per il futuro del territorio che dovrà necessariamente passare attraverso la valorizzazione delle nostre eccellenze, tra le quali possiamo annoverare indubbiamente i Beni Cultuali Architettonici, non solo quelli vincolati per legge, ma anche quelli segnalati nelle pianificazioni territoriali che non sono ancora stati interessati da valutazione di merito per l’interesse culturale, propedeutico all’apposizione del vincolo di legge, ma che tuttavia ne mantengono tutte le caratteristiche per renderli idonei.
Sono questi quelli maggiormente a rischio anche di interventi di demolizione e ricostruzione e che in questo caso farebbero irrimediabilmente perdere un valore storico che potrebbe esser messo a rete per il territorio ed il suo sviluppo socio economico. Una ricostruzione complessa e rallentata da tutta una serie di procedure necessarie per garantire alla collettività legalità e trasparenza. Mai si sarebbe potuto immaginare che a questo punto, dopo sette anni, partiti finalmente innumerevoli interventi di riparazione del danno ed avviati i cantieri, i cartelli di cantiere avessero manifestato chiaramente alla popolazione che le procedure di legalità si sono dimenticate le competenze professionali, relegando la figura dell’Architetto al puro avallo di progettazione di Geometri ed Ingegneri, quando va bene perché in molti casi nel team di progettazione gli architetti sono completamente assenti.
Il ruolo degli Architetti negli interventi edilizi sui Beni Culturali è centrale e deve essere oggetto di attenzione nella formulazione dei gruppi di progettazione affidando loro direttamente il Coordinamento e almeno la Coprogettazione Architettonica e la Direzione Lavori Architettonica, requisiti minimi perché la proposta del team progettuale sia conforme alla norma in termini di competenze professionali.
Non una rivendicazione di categoria, ma l’attenzione istituzionale per competenza territoriale dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Macerata per garantire la collettività che le progettazioni e soprattutto l’esecuzione dei lavori nei Beni Culturali Architettonici, vincolati e non, siano del livello necessario che lo sforzo economico del Governo per i nostri territori finanziando la Ricostruzione e la Riparazione merita. Un’ulteriore attenzione necessaria per completare il quadro di legalità che farà di questa Ricostruzione un modello per tutta l’Italia e che vedrà l’Ordine Appc di Macerata al fianco delle istituzioni interessate per la corretta applicazione della norma anche nel campo delle competenze professionali nei Beni Culturali.
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