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Cultura Civitanova Marche

Il poeta contadino Wendell Berry raccontato dalla Matteoni al Futura Festival

Il poeta contadino Wendell Berry raccontato dalla Matteoni al Futura Festival

Ieri sera a Civitanova Alta, la sala Pio IX ha ospitato la poetessa Francesca Matteoni. Di origine pistoiese, l’autrice gestisce un blog dal nome “Fiabe” e ha scritto raccolte di sonetti tra cui “Artico” e “Appunti dal Parco”. 

La sua conferenza è stato un omaggio al poeta contemporaneo Wendell Berry, un bel pretesto per sottolineare Il fil rouge che lega il mestiere dell’agricoltore aquello dello scrittore. E non solo. La poetica di Berry è intrisa di modernità ed è un monito a guardare al futuro. La Matteoni ce ne spiega i concetti base. Dedicarsi alla vita nei campi richiede la stessa fatica impiegata per la stesura di parole da inserire in un racconto, in una poesia, in un saggio. Da sempre c’è un rapporto fortissimo tra l’uomo e la natura, il contadino deve indagare per sapere come si osserva la natura e cosa sarà capace di dare. Non ètanto diverso da ciò che fa un poeta che non lascia mai le parole al caso. Dietro l’attività del contadino tanto quanto quella del poeta c’è un lavoro invisibile che comprende fatica, sacrificio, gioia, fallimento. La fatica gli dà la misura di quanto faccia parte di questo mondo e di come si senta padrone e responsabile delle sue azioni. 

E’ un esempio la scelta di una vita umile di Berry. La cultura non si trova solo nei libri, ma è frutto di un processo di trasformazione e di crescita che nasce dal duro lavoro. Ognuno di noi diventa un tutt’uno col proprio paesaggio, non può prescindere da esso. Anche da un vicino di casa si può imparare qualcosa e lo scrittore, in tal senso, ha il compito di far capire al lettore cosa leggere e cosa imparare dagli altri. “La buona poesia è come camminare su un terreno arato dove le zolle sono state smosse, quella terra racconta le storie delle persone” cita la Matteoni. Si comprendono tali concetti imprescindibilmente dalla tematica del “dove” che è centrale in Berry. 

E’ importante sapere dove ci troviamo, in quale parte di terra poter intervenire. In tal senso, come evidenzia la poetessa, la letteratura ha un grande potere che è quello di rispondere sempre ad un vuoto che si ha. Ecco perchéguarire non è affermare se stessi, ma è la fatica di perdersi un po' in qualcosa che è altro da sé. “Oggi facciamo di tutto per non abbattere i muri che ci siamo costruiti. Così abbiamo perso la memoria del futuro perché ci sforziamo di abolire la noia, impiegando il nostro tempo il più possibile ed avendo la frenesia di far andare bene le cose in tempi che ci imponiamo, ma che non sono naturali. Organizziamo tutto e troppo. La noia, invece, è una cosa sana perché è la pausa che abbiamo per liberare la testa.  Pensare al futuro sta in questo, nel vivere senza imporsi corse né primati e guardare il mondo con altri occhi” parole della Matteoni che camminano spontanee sulle idee e i pensieri del “profeta dell’America rurale”.

 

di Raffaella D’adderio

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