Giornata Mondiale del libro: le ripercussioni dell'emergenza Covid-19 su piccoli editori della Marche
Il 23 aprile ricorre la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore istituita dall’Unesco. L’emergenza Coronavirus ha avuto pesanti ripercussioni anche su tutta la filiera del libro. Nelle Marche, secondo i dati Istat, si conta un editore ogni 8mila abitanti, mentre la media nazionale si attesta ad uno ogni 40mila. Le piccole realtà editoriali, che hanno dovuto rimandare tutte le uscite previste per marzo e aprile all’estate, fanno fatica a vendere online. Buona parte dei piccoli editori marchigiani vive grazie alle vendite in contesti come presentazioni e fiere librarie. Ristrutturarsi per vendere tramite internet è complesso.
“Dall’inizio dell’emergenza abbiamo cercato di adeguare le modalità di vendita alle possibilità concesse – dice Catia Ventura, titolare della Ventura edizioni di Senigallia -, con ebook e canali Youtube per organizzare video presentazioni, ma non è semplice. La filiera del libro è lunga e dà lavoro a moltissime persone, ma non ha avuto il peso che avrebbe dovuto avere davanti alle istituzioni. Servirebbe avere un tavolo coordinato a livello regionale ma, ad oggi, risulta complesso”.
“Molto mercato si è spostato online, su siti come Goodbook dove, tramite le librerie, i clienti arrivano al prodotto – dice Mimmo Minuto, che ha una libreria indipendente a San Benedetto -, ma è ovvio che con l’impossibilità di svolgere eventi, di qualsiasi importanza e dimensione, i danni, nella filiera, sono arrivati ovunque. Molti tempi di pagamento, anche a noi librai, sono comunque stati prorogati di sessanta giorni”.
L’editoria marchigiana si è mossa anche a livello associativo tramite Èdimarca, che raccoglie piccoli editori marchigiani, di cui un terzo del maceratese. “Abbiamo chiesto alla regione – dice il presidente dell’associazione, Mauro Garbuglia – varie forme di sostegno al nostro settore. Ad esempio abbiamo proposto di acquistare, tramite bando, copie dei libri di interesse regionale da destinare alle biblioteche pubbliche, aprire una biblioteca digitale dove gli associati che ne sono in possesso possano caricare materiale e di farsi portavoce, a livello governativo, delle nostre richieste su quello che riguarda il microcredito per le piccole imprese editoriali.”
Commenti