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Cultura Civitanova Marche

Futura Festival parte nel segno di Annibal Caro e Giacomo Leopardi

Futura Festival parte nel segno di Annibal Caro e Giacomo Leopardi

Futura Festival ha inaugurato a Civitanova il suo ricco percorso culturale che prevede la presenza di scrittori, storici, scienziati, poeti, cineasti, filosofi, linguisti e molto altro.

Un viaggio in memoria di due grandi intellettuali marchigiani come Annibal Caro e Giacomo Leopardi e all’insegna del sentimento di consapevolezza del futuro. Il festival ha rotto gli indugi con il saluto delle autorità alle 17 di mercoledì.

Due gli appuntamenti alle 18. Al teatro Annibal Caro, il convegno dibattito “Il sapere dello sguardo” sulla ricostruzione e la salvaguardia del territorio marchigiano post terremoto. Hanno partecipato il sismologo Alessandro Amato, il fisico Eugenio Coccia, l’editore Giorgio Mangani, il segretario della fondazione Symbola Fabio Renzi, gli scrittori Marco Revelli e Antonella Tarpino.

Nello spazio multimediale San Francesco, Valentina Conti ha presentato il libro “Gli Amanti“ intervistandone l’autrice Eugenia Rico. La Rico è di origine spagnola e un vero enfant prodige della letteratura. A sei anni vinse un premio per la scrittura in un concorso indetto da un noto brand internazionale, a 11 le pubblicarono il primo racconto scritto sulla scuola, ma sembra di parlare di qualcun altro quando cita i suoi scritti. Racconta di una situazione di trans in cui le storie cercano lei e non viceversa, a lei il compito di trovare le parole per raccontarle. “Le storie non sono mie, sono di tutti. Io sono una gran pigra. Sono loro che vengono a me. Il mio compito è guardarle, ascoltarle. Bisogna essere pronti con le parole quando c’è quel momento di trans. La letteratura è questo, ecco perché nessuna tecnologia può imitarla”. Il romanzo presentato a Futura è una storia di amicizia e amore, di tradimenti. La Rico dice che ogni volta che si ama si tradiscono molte cose, in primis la propria vita perché si sovvertono le regole e gli ordini che ci siamo prefissi di rispettare. Il messaggio e soprattutto l’insegnamento che ci lascia è che la letteratura sia cambiamento, ma anche sogno. E il sogno si identifica con l’ essere protesi verso il futuro che non deve intimorirci anche se conduciamo le battaglie in pochi. Senza la dimensione del sogno, aumenta il desiderio di avere schermi (del pc, della tv, del cinema) che ci fanno sprofondare nella paura di vivere e perdere quel senso di leggerezza e ironia con cui bisogna abbracciare la vita. Esattamente come il romanzo per cui è giunto il momento di cercare e sperimentare percorsi nuovi.   

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