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"Fede, ultima speranza": Andrea Angeli presenta il suo nuovo libro a Recanati

"Fede, ultima speranza": Andrea Angeli presenta il suo nuovo libro a Recanati

“Fede, ultima speranza”, edizioni Rubettino, è il titolo dell’ultima opera letteraria del peacekeeper maceratese Andrea Angeli. L’opera sarà presentata martedì 18 marzo alle ore 18.00 nella sala conferenze Franco Foschi del Centro nazionale di studi leopardiani di Recanati.

A introdurre  e a moderare l’incontro sarà il presidente del Cnsl Fabio Corvatta, interventi dei giornalisti Enzo Polverigiani e Vincenzo Varagona e di suor Barbara Brunalli direttrice del Villaggio delle Ginestre di Recanati.

 L'esplosione di conflitti genera spesso un rigurgito di fede nelle popolazioni coinvolte. Si riscoprono antiche devozioni, ci si riavvicina a sacerdoti, suore, pope ortodossi, imam, rabbini. A volte sono scelte genuine, in altri casi quasi obbligate perchè i religiosi non abbandonano il campo, rimangono in prima linea pronti a assistere gli indifesi, anche a costo della propria vita. Il racconto di Andrea Angeli è quello di chi è stato per trent'anni in missione di pace e di religiosi sulla linea di fuoco ne ha incontrati molti, dal Cile all'Iraq, dalla Cambogia a Timor Est, dai Balcani all'Afghanistan. Intrepidi missionari, suore-rambo, cappellani militari, vescovi trascinatori, monsignori fuori dal coro, austeri diplomatici vaticani ma anche archimandriti sotto assedio e rabbini erranti, tutti decritti da chi li ha conosciuti in prima persona nei momenti più drammatici della loro opera pastorale.

Angeli ricorda anche una pagina “maceratese”: «Nella primavera del '94 ricevetti l'invito alla messa solenne dell'annuale pellegrinaggio a Loreto, mittente il vescovo di Fabriano e Matelica. Conoscevo solo di fama monsignor Giancarlo Vecerrica, apprezzato insegnante di liceo… al termine don Giancarlo mi venne a salutare ringraziando per la partecipazione e con parole semplici ma assai profonde per quello che stavo facendo a Sarajevo, incoraggiandomi ad andare avanti. Il giorno successivo, dopo una veloce preghiera in basilica m'imbarcai in un volo del ponte aereo che univa Falconara alla capitale bosniaca. A bordo dell'Hercules C130 norvegese portai con me il ricordo vivo di Loreto e non potei non ripensare a quanto dettomi da don Giancarlo. E se adesso lascio tutto per un'allettante occasione di lavoro in Italia - mi domandai - che figura faccio con il vescovo? L'offerta non venne mai - un funzionario Onu è difficilmente reimpiegabile in patria - e il discorso per me non si pose, ma certo non sarebbe stato facile deludere l'amico monsignore che tanto confidava in me. Sono rimasto all'estero, quasi sempre in missioni di pace, per  34 anni».

 Ingresso libero. (sarà possibile assistere alla presentazione anche da remoto, il link per collegarsi è sul sito www.centrostudileopardiani.it).

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