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Civitanova, la febbre creativa di Carlacchiani: l'inaugurazione diventa performance

Civitanova, la febbre creativa di Carlacchiani: l'inaugurazione diventa performance

Taglio del nastro e performance artistica ieri sera, alla mostra antologica di Sergio Carlacchiani: "La sublime e bestiale febbre creativa" organizzata dall'Amministrazione comunale, Unitre e Pinacoteca Moretti negli spazi del Sant'Agostino di Civitanova Alta riaperti per l'occasione. L'inaugurazione si è trasformata subito in performance, quando Carlacchiani ha invitato i presenti a sedersi sul cerchio del pavimento della navata principale dell'ex chiesa. Tra gli amici disposti a raggio, anche il sindaco Fabrizio Ciarapica, l'ex assessore Maika Gabellieri, il presidente Unitre Marisa Castagna, il critico Claudio Nalli, Riccardo Minnucci, l'imprenditore e pittore Tonino Maurizi. Presente al vernissage anche il presidente del Consiglio comunale Claudio Morresi.

Esposte in un allestimento curato dall'arch. Marco Pipponzi e dal direttore della Pinacoteca Enrica Bruni, oltre 100 opere tra pitture e sculture realizzate in 50 anni sperimentando ogni tecnica. 

"L'esposizione - come ha spiegato Bruni - bolle in pentola da alcuni anni e solo ora ha visto la luce, dopo un faticoso lavoro di scelta delle opere perché è difficile rappresentare tutto quello che Carlacchiani ha creato. Ma questo spazio ha tra le sue vocazione quella del genius loci poiché ha ospitato artisti marchigiani: nel 1997 l'antologica di Ciarrocchi, poi Cartechini Trotti e molti altri".

"Il titolo della mostra - come ha sottolineato il sindaco Ciarapica - la dice lunga sul carattere dell'artista, del quale sono orgoglioso di inaugurare questa mostra che sognava nella sua città. "Carlacchiani - ha proseguito il Sindaco - ha doti artistiche ma sicuramente anche profetiche perché ha anticipato molte tendenze. Felice anche perché con l'occasione riapriamo uno spazio del sant'Agostino e la sagrestia chiuso da due anni causa covid".

Carlacchiani ha poi invitato i presenti a raccogliersi per ascoltare le sue parole: "chiunque coltiva le proprie diversità con coraggio e con l'unico intento di essere se stesso è un vincente - ha detto l'artista - .  Sono onorato e felice e ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicini per realizzare questo sogno. Le tele attendevano di parlarci, erano opere seppellite che volevano attenzione. Invitando 12 del pubblico a riunirsi in un cerchio, per invocare delizia e felicità, Carlacchiani ha ricordato amici scomparsi e i propri genitori. Ha poi cantato l'Ave Maria in latino prima di lasciare la parola al critico d'arte Claudio Nalli che ha spiegato ai presenti la poetica delle opere, che fa leva proprio sulla dicotomia tra le forze ancestrali del  sublime e bestiale.

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