Un museo unico nella sua tipicità in tutta Italia. Il museo nazionale del costume folcloristico situato in via Della Croce a Castelraimondo attraverso le parole di esperti e protagonisti prende voce e forma anche sul web grazie a una serie di video interviste a disposizione del pubblico su Youtube e sui canali social dello stesso museo e del Comune. Un format fortemente voluto dall’amministrazione comunale per spiegare e dare valore a un riallestimento che mette al centro usi e costumi del mondo folcloristico del territorio e non solo.
È il presidente del gruppo folcloristico di Castelraimondo Luca Barbini a spiegare le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori a dare vita al museo. «Tutto nasce dallo spunto della federazione associazione Folkloriche Italiane (Fafit) – spiega Barbini – qualche anno fa si è organizzato un convegno che poi è sfociato nella realizzazione di questo museo. Inizialmente sono stati raccolti solamente degli abiti provenienti da vari gruppi folk italiani, successivamente dopo il sisma è stato riallestito e ultimamente grazie al collegio scientifico della Fafit e grazie all’Università La Sapienza di Roma e all’Università di Perugia con la collaborazione del Ministero, ha preso di nuovo vita con un allestimento di alto profilo scientifico. In tanti ci hanno chiesto perché a Castelraimondo.
Perché innanzitutto a Castelraimondo c’è il gruppo folk più antico delle Marche che ha funzionato dagli anni ’30 ed è attivo tutt’oggi. Poi perché in queste zone si fanno tutte quelle attività correlate importanti dal punto di vista dei costumi. Qui si tesseva, c’erano allevamenti di bachi da seta, a Canepina ad esempio si coltivava la canapa, a Matelica storicamente si producevano panni lana, per cui il contesto c’è tutto. Abbiamo avuto la collaborazione del Comune che ci ha messo a disposizione i locali e la fortuna di avere docenti e ricercatori interni alla Fafit che ci hanno aiutato insieme a tutti i componenti del gruppo folk locale. Un museo unico in Italia e in Europa, non esistono altri musei di questo tipo. Il nuovo allestimento non comprende solo l’abbigliamento, ma anche le particolarità di tutte le varie attività dei gruppi folcloristici».
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