La Sezione di Macerata ospita sabato 27 gennaio Francesco Rota Nodari, Franz per gli amici, ingegnere ambientale, esperto glaciologo, bergamasco, classe 1977, risiede ora a Verona per lavoro. Iscritto al Club Alpino Italiano nella sezione di Bergamo, è un alpinista non professionista, ma si è avvicinato alle montagne sin da piccolo, grazie alla passione trasmessa dai genitori. Ci racconterà la realizzazione del suo sogno, fatto di tentativi, rinunce e sacrifici, ma anche di enormi soddisfazioni: raggiungere tutte le 82 vette che compongono la corona alpina e che superano i 4000 metri. Un progetto lungo dieci anni iniziato nel 2002 e concluso nel 2012, portandolo ad essere il più giovane alpinista (e 15esimo in Italia) ad averle affrontate e vinte tutte. Questa impresa lo ha reso anche membro del CLUB4000 gruppo alpinistico che raggruppa tutte le persone che come lui sono riuscite in questa impresa.
Questa serata, intitolata "Ottontadue volte 4000", è una bellissima occasione per rivivere con lui quasi quindici anni di emozioni ad alta quota, ma anche un appuntamento di enorme interesse ambientale, in cui Franz, esperto glaciologo, mostrerà attraverso le immagini di ieri e di oggi gli enormi cambiamenti verificatisi nei ghiacciai presenti sulle Alpi.
La sua passione ha radici lontane, che partono da Bergamo con le prime salite fatte sulle Orobie in compagnia dei genitori. Il primo quattromila, il Gran Paradiso, lo ha conquistato nel lontano 1991, a soli 14 anni, grazie alle gite sociali organizzate dal CAI provinciale. Dopo la laurea, conseguita nel 2002, Franz ha cominciato a guardare oltre le Orobie, grazie anche all’arrivo di internet, che permetteva di avere maggiori informazioni su possibili vie ed itinerari da seguire. Ha iniziato la sua collezione partendo dal gruppo del Monte Bianco, spostandosi poi sul Monte Rosa e cosi proseguendo, nel corso degli anni, montagna dopo montagna.
Tra una foto ed un racconto, Franz spiegherà come gli effetti dovuti ai cambiamenti climatici stanno modificando il volto delle montagne. «Anche l’alpinismo, a duecento anni dalla sua nascita come forma moderna e turistica di frequentazione dell’alta montagna, si deve adeguare. Itinerari un tempo famosi e frequentati, sono oggi scomparsi, impercorribili per le mutate condizioni delle montagne. Grandi vie salite in luglio ed agosto possono essere ora percorse solo in aprile o maggio. Itinerari glaciali un tempo estivi vengono ora percorsi in inverno con l’uso degli sci. Si è modificata la scansione stagionale dell’attività alpinistica. Anche la mappa degli accessi ai rifugi e bivacchi d’alta quota sta cambiando. Probabilmente mai come in questi anni, nella storia dell’alpinismo, si impongono mutamenti culturali e di mentalità nell’approccio alla montagna. Gli alpinisti, in fondo, continueranno a fare quello che hanno sempre fatto: scalare le montagne».
Le foto e i racconti lasciano a bocca aperta, impossibile non restare incantati dai paesaggi, ma anche dalla perseveranza con cui Franz ha concluso le sue scalate.
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