Al Don Bosco va in scena “I suoceri albanesi” di Gianni Clementi con Francesco Pannofino
Prosegue la programmazione della Stagione 2016/17 del Teatro Vaccaj di Tolentino. Venerdì 3 marzo, alle 21.15, al Teatro Don Bosco andrà in scena I Suoceri Albanesi. La nuova commedia firmata Gianni Clementi ride e sorride dei legami di una famiglia borghese che oscilla tra politically correct, ansie generazionali e ordinarie depressioni e si prende gioco di una società che vuole sempre essere moderna, tollerante e avanzata.
Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi, coppia affiatata nella vita come sul palcoscenico, sono i protagonisti di questa commedia tanto divertente quanto attuale, che affronta il tema dell'immigrazione e dell'integrazione con assoluta leggerezza, sullo sfondo il rapporto conflittuale tra genitori e figli adolescenti: una fotografia dei nostri giorni che diverte e coinvolge il pubblico, con due strepitosi protagonisti.
Una famiglia borghese: un padre, una madre e una figlia. Lucio, 55enne, consigliere comunale progressista, e Ginevra, 50enne, Chef in carriera, con un passato fatto di lotte politiche e rivolte generazionali, cercano quotidianamente di trasmettere alla figlia Camilla, 16enne, il loro stile di vita, pieno di valori importanti, di parole mai banali: l’importanza della politica, della solidarietà, della fratellanza. Ma come in tutte le famiglie anche le incombenze pratiche occupano uno spazio importante nella vita di Lucio e Ginevra e la rottura di una tubazione del bagno di servizio, obbliga i coniugi a chiamare una ditta per il restauro completo del servizio igienico. La ditta è formata da due ragazzi albanesi, Igli, 35 anni e Lushan di 18, con una storia alle spalle di quelle che si leggono tutti i giorni sui quotidiani. Viaggi su barconi fatiscenti, periodi di clandestinità, infine l’agognato permesso di soggiorno e adesso una Ditta, con tanto di partita Iva e lavoro in quantità. Un esempio da seguire per Camilla e i giovani come lei, abituati al contrario a situazioni agiate e iperprotettive. È questo che Lucio e Ginevra pensano, guardando a quella luce che illumina gli sguardi dei 2 ragazzi. Una luce piena di vitalità, voglia di fare, come solo chi ha davvero conosciuto la fame può ancora avere. Ma un giorno Lucio dimentica un importante documento, torna a casa ad un orario imprevisto e le certezze sue e di Ginevra crollano come un castello di carte. E chi predica bene…
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