Cinquantacinque auto d’epoca con esemplari d'eccezione, paesaggi sublimi a cavallo tra l’alto maceratese, Fabriano e Sassoferrato, fino a Genga, che con le grotte di Frasassi è attrattiva internazionale.
Il tutto all’insegna del sacro, attraverso la visita guidata all’esoterica abbazia di Santa Croce dei Conti, a Sassoferrato, un complesso architettonico appartenente ad un gruppo di quattro chiese, comprendenti anche San Vittore alle Chiuse di Genga, Santa Maria delle Moie di Maiolati Spontini e San Claudio al Chienti di Corridonia, datate tra l’XI ed il XII secolo.
La 23^ edizione del Giro delle Abbazie per auto d’epoca, organizzata con la consueta perizia dal Caem, il Circolo automotoveicoli d’epoca marchigiano, ha richiamato uno stuolo di amanti delle auto mai passate di moda, insieme ad estimatori dell’architettura e dell’arte.
Partiti dopo la colazione dalla spaziosa piazza Enrico Mattei di Matelica con i saluti dell’assessore al commercio e innovazioni, Roberto Potentini, che ha sottolineato “la forte stima per il club presieduto da Pietro Caglini in un centro come quello matelicese, famoso per l’ingegneria agraria e la meccanica”, la carovana delle arzille nonnine è approdata all’abbazia di Santa Croce dei Conti, a Sassoferrato, la quale sorge sul versante opposto all’abitato sassoferratese, in posizione sopraelevata ma anche defilata, che può vantare fra i suoi ospiti diversi imperatori del periodo medievale, tra cui il grande Napoleone Bonaparte, un funzionario di Adolf Hitler e Benito Mussolini e che presenta molti particolari della sua storia avvolti nel mistero. Il duce, ad esempio, si trattenne due giorni nel 1926, senza che il motivo del suo passaggio sia mai venuto alla luce.
“Costruita dai Conti Atti, signori di Sassoferrato, negli ultimi anni del XII secolo, per i monaci Camaldolesi, con materiali provenienti dalla romana Sentinum – ha spiegato la responsabile dell’abbazia, oggi patrimonio dello stato, Loredana Amori – la stessa costituisce una delle più importanti testimonianze d’architettura romanica della regione, con la particolarità di possedere una pianta a croce greca inscritta, uno schema molto diffuso nelle chiese bizantine della Grecia e dei Balcani. La chiesa, che dalla fine del XIV secolo venne arricchita da affreschi di scuola fabrianese, presenta al suo interno pregevoli opere pittoriche”. Sembra che dalle fondamenta della chiesa, dove scorrono vene d’acqua, provenga energia elettromagnetica di cui i più sensibili riescono a percepire l’influsso positivo. La gita sociale del Caem si è conclusa al ristorante “La Scaletta”, a San Vittore di Genga, con la consegna di una bottiglia di vino delle Cantine Belisario di Matelica ai partecipanti ed il saluto del presidente Caglini che ha ricordato l’imminente evento clou del Trofeo Scarfiotti, che giungerà il 25 e 26 giugno prossimi alla 21^ edizione, già insignito di ben sette Manovelle d’oro dall’Asi, “manifestazione che quest’anno, in occasione del nostro Quarantennale, tornerà a percorrere le strade delle località del parco dei Monti Sibillini”.
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