Un cittadino albanese di 38 anni è stato arrestato e successivamente espulso dal territorio nazionale dalla polizia di Stato di Ascoli Piceno. L'uomo già nel settembre dello scorso anno era stato sottoposto a misura cautelare con allontanamento dalla casa familiare, per atti persecutori a carico della compagna con divieto di avvicinamento.
Nei giorni scorsi il 38enne è stato trovato nuovamente in presenza della compagna e dopo gli accertamenti di rito, verificato che a suo carico era ancora pendente il divieto di avvicinamento, la Squadra Mobile di Ascoli lo ha arrestato per inottemperanza al provvedimento.
Successivamente, preso atto della pericolosità sociale dell'uomo, è stato accompagnato presso il Centro Permanenza Rimpatri di Gradisca d'Isonzo (Gorizia) per la successiva espulsione dal territorio italiano.
L'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli (Adm) e la Guardia di Finanza nell'ambito dei controlli nel porto di Ancona, nei giorni scorsi hanno eseguito un'operazione che ha portato all'arresto di un cittadino italiano trovato in possesso di circa 230 grammi di hashish, 8 grammi di marijuana e 8 chili di sigarette di contrabbando.
L'uomo è stato notato dopo che era sbarcato da una nave proveniente dalla Grecia: è uscito a piedi dallo scalo, portando una valigia voluminosa, diretto verso il centro città. Sottoposto a controllo personale e del bagaglio, con la collaborazione della security portuale e l'utilizzo del radiogeno messo a disposizione dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, è stato trovato in possesso di 396 pacchetti di sigarette, tutte in esenzione d'imposta, dentro la valigia.
Indosso aveva un involucro contenente 1,5 grammi di marijuana. È stata perquisita anche la sua cabina sulla nave, dove sono stati rinvenuti circa 240 grammi di hashish, per un controvalore alla vendita di circa 20mila euro, e un bilancino di precisione.
Al termine delle attività, costantemente coordinate dalla Procura della Repubblica di Ancona, è stato arrestato e condotto nel carcere di Montacuto. Stupefacenti, sigarette e bilancino sono stati sequestrati.
Il prossimo 6 febbraio con l'accusa di omicidio colposo e lesioni, in quattro andranno a processo per l'incidente del 5 marzo 2019 sulla piattaforma Eni "Barbara F" dove, a 32 miglia da Ancona, un cedimento strutturale provocò un morto, Egidio Benedetto di 63 anni, e due feriti a causa del crollo di una gru.
Una morte terribile per l'operaio dell'Eni che si inabissò ancora all'interno della cabina di manovra del braccio meccanico, quando questo cedette mentre trasbordava una voluminosa bombola di azoto. Nelle acque sottostanti, si trovava una imbarcazione d'appoggio con due operatori di una società di Ravenna, e solo per pochi centimetri non sono stati travolti. A processo, oltre a Eni per violazioni amministrative relative alla sicurezza sul posto di lavoro, andranno anche l'armatore e il comandante dell'imbarcazione più il direttore della piattaforma e l'allora legale rappresentante di Eni.
Ha chiesto di patteggiare la pena di un anno e quattro mesi, con la sospensione condizionale, il conducente di autobus Vincenzo Di Stefano, imputato di omicidio stradale; disposta anche la sospensione della patente di guida per due anni e otto mesi.Era la mattina del 27 luglio 2021, Federica Ciuffetti, 46enne residente a Corridonia con il marito e la figlia, doveva andare a lavorare in Provincia e stava attraversando la strada davanti al Convitto, a Macerata, quando un pullman, che dai giardini Diaz stava risalendo verso le mura, l’aveva urtata con la fiancata e poi schiacciata, uccidendola sul colpo. Ne' il conducente ne' i passeggeri a bordo si erano accorti di nulla, tanto che il mezzo aveva proseguito la marcia.
Gli agenti della polizia locale avevano ricostruito l’accaduto e, poche ore più tardi, il pullman era stato rintracciato a Camerino. All'udienza preliminare durante la quale è stata fatta richiesta di patteggiamento, erano presenti in aula per la vittima dell’incidente il marito Paolo Piccardoni, i genitori Dora Fiaccarini ed Enrico Ciuffetti, e la suocera Gigliola Piccardoni, assistiti dall’avvocato Andrea Agostini. I familiari non si sono costituiti parti civili.
Violazioni del divieto di fumo nei luoghi chiusi, impiego di lavoratori in nero e di norme per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
Sono contestazioni che, la scorsa domenica, hanno portato i carabinieri della Compagnia di Fano, insieme ai carabinieri del Nucleo Ispettorato Lavoro di Pesaro e del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Ancona, a elevare sanzioni amministrative per oltre 15mila euro al titolare di una discoteca del circondario.
Numerosi gli avventori dei controllati e tra questi cinque giovani sorpresi a fumare all'interno del locale. A loro è stata elevata la sanzione amministrativa pecuniaria prevista per la trasgressione del divieto di fumo nei locali pubblici, che prevede da un minimo di 27,50 euro a un massimo di 275 euro.
I controlli, estesi al rispetto della normativa sul lavoro, secondo gli investigatori, hanno permesso di accertare la presenza nela discoteca di due lavoratori sprovvisti di regolare assunzione. Per questo è stato adottato il provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale fino al ripristino delle prescritte condizioni di legge.
Nell'occasione sono stati verificati anche i sistemi di sicurezza e le vie di fuga. Non è la prima volta che il locale in questione viene sanzionato e chiuso.
"Thomas, amore di papà resisti", erano state le parole disperate del papà di Thomas, lasciate su Facebook dopo il terribile agguato di cui è stato vittima il figlio, avvenuto ad Alatri lunedì sera. Thomas Bricca, 18 anni, si trovava nei pressi di un bar molto frequentato da giovanissimi, insieme ai suoi amici, quando è stato raggiunto da un proiettile in testa. A sparare sarebbe stato un soggetto sopraggiunto in sella ad uno scooter guidato da un complice.
Nella notte Thomas, già in condizioni disperate, era stato sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico all’ospedale San Camillo di Roma; poche ore fa i medici purtroppo l’hanno dichiarato clinicamente morto con una nota della direzione del San Camillo nella quale si legge che il paziente, ricoverato già in gravissime condizioni, nella mattina di oggi ha presentato le caratteristiche del coma irreversibile con elettroencefalogramma piatto per assenza di attività elettrica cerebrale. Trattandosi di paziente clinicamente morto, si è riunita una commissione medica aziendale per la certificazione della morte, come prescritto dalla legge.
Non è stato ancora possibile chiarire se fosse proprio Thomas l’obiettivo dell’agguato: le indagini stanno proseguendo, gli inquirenti avrebbero già individuato dei sospettati. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori ci sarebbe anche quella di una 'vendetta' seguita ad una rissa avvenuta nei giorni precedenti: un regolamento di conti tra bande di giovanissimi.
Il Procuratore di Frosinone ha dichiarato: "Sul piano delle ipotesi possiamo presumere che si tratti di uno scontro tra bande contrapposte. Evidentemente il ragazzo stava con persone che erano attribuite dagli sparatori al gruppo contrapposto. Se ne facesse parte? Lo stiamo ancora accertando".
Il sindaco di Alatri, Maurizio Cianfrocca, aveva lanciato l'allarme per le risse avvenute nel paese tra giovani nel fine settimana e, come annunciato ieri nel suo profilo Facebook, aveva chiesto l'intervento delle forze dell'ordine. "Già questa mattina, considerate le risse avvenute nel centro storico nel fine settimana, avevo sentito e scritto al Comando dei Carabinieri di Alatri chiedendo maggiori controlli al fine di assicurare l'incolumità e la serenità della cittadinanza intera, che ha pieno diritto di vivere la città in piena sicurezza".
Auto a fuoco sulla Ascoli-Mare: intervengono i vigili del fuoco. L’incendio si è verificato, intorno alle 10, in prossimità dell’uscita Spinetoli nella carreggiata direzione Ascoli.
La donna alla guida della vettura, accortasi del fumo che fuoriusciva, è riuscita subito ad accostare e ad allontanarsi dall'auto insieme agli altri occupanti del mezzo.
La squadra dei pompieri della sede centrale di Ascoli Piceno, che è intervenuta, ha prontamente spento l’incendio, ma la vettura riportava già un danneggiamento importante. Successivamente i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza l’intera area dell’intervento, sul posto anche la polizia stradale. La vettura era alimentata a gasolio, resta da stabilire cosa abbia innescato le fiamme.
I vigili del fuoco sono intervenuti, alle ore 19:00 circa di martedì a Sirolo, per soccorrere un escursionista in difficoltà nel sentiero del Passo del Lupo che conduce alla spiaggia delle Due Sorelle.
Sul posto si sono recate una squadra della sede centrale di Ancona via terra, mentre via mare sono intervenute le squadre dei sommozzatori e del nucleo nautico.
La persona è stata individuata e raggiunta, constatato il buono stato di salute, è stata accompagnata fino alla spiaggia dove si è imbarcata su un mezzo dei vigili del fuoco per essere condotta al porto di Ancona.
Due uomini sono stati arrestati dai carabinieri di Senigallia dopo un controllo stradale sul lungomare Italia, zona Marzocca, in cui è stato rinvenuto un panetto di hascisc di 100 grammi nascosto sotto un sedile di un'automobile.
Appena si sono viste scoperte le quattro persone a bordo si sono date alla fuga, ma i militari della stazione locale sono riusciti a fermarne due: si tratta di un 22enne e di un 38enne di origini marocchine, con precedenti per vari reati.
Per loro sono scattati gli arresti domiciliari in attesa dell'udienza di convalida che si è tenuta questa mattina nel tribunale di Ancona. Il 38enne, proprietario dell'auto, rimarrà ai domiciliari, mentre il più giovane è stato rilasciato.
Verrà denunciato perché irregolare sul territorio nazionale e inosservante di un ordine del Questore di lasciare l'Italia. Gli altri due uomini a bordo del mezzo e scappati a piedi non sono stati identificati, ma le indagini sono in corso per dare loro un nome e un volto.
Lavoratori pagati in nero e senza permesso di soggiorno, norme di sicurezza non rispettate: sequestrato cantiere edile. È l'esito di un'operazione condotta lo scorso 25 gennaio, ma resa nota soltanto oggi, dal personale dell'ufficio immigrazione della questura di Macerata, dal nucleo ispettorato del lavoro dei carabinieri di Macerata e dalla stazione dei carabinieri di Montecosaro.
All’interno del cantiere sono stati identificati in totale 10 lavoratori di cittadinanza albanese, di cui 7 risultati in possesso di un'autorizzazione all’ingresso e soggiorno in Italia per esclusivi motivi di turismo, sprovvisti di un titolo idoneo per poter essere impiegati sul territorio nazionale, e dunque pagati in nero. Inoltre, gli stessi operai lavoravano senza alcuna tutela per la loro incolumità in condizioni precarie sotto il profilo della sicurezza.
Nell'ispezione sono emerse numerose problematicità: erano presenti buche e sporgenze per il transito all’interno del cantiere e nelle vie di transito dell’impalcatura, non era stato inibito il transito sotto i ponti e le scale sospese (anche composte da tavole appoggiate e non ben salde), il ponteggio non è risultato ben collaudato, ed era stata utilizzata una ruota di biciletta come "verricello a mano".
Assente, inoltre, parte della documentazione obbligatoria relativa alla formazione e all'addestramento dei lavoratori, nonché la sorveglianza sanitaria. L'esigua documentazione di cantiere presente è risultata carente e non idonea.
Accertate le gravi condizioni di lavoro, si è proceduto, in raccordo con la Procura di Macerata, al sequestro preventivo dell’intera area di cantiere, nonché alla sospensione dell’attività imprenditoriale dell’azienda presente. Elevate ammende e sanzioni amministrative per un totale di circa 155mila euro.
Inoltre, il datore di lavoro, cittadino albanese residente nel Nord-Italia, è stato denunciato per l’impiego di manodopera sprovvista del titolo di soggiorno. Ulteriori accertamenti svolti all'interno di un immobile sito nelle campagne di Montecosaro, dove gli stessi lavoratori risultavano domiciliati, ha portato all'identificazione di altri 3 cittadini albanesi, nei confronti di uno dei quali, risultato irregolare, è stato emesso un decreto di espulsione del Prefetto di Macerata, eseguito con apposito provvedimento del Questore di Macerata.
Il ghiaccio rende scivoloso l'asfalto: tre auto finiscono al di fuori della carreggiata stradale, due si ribaltano. È quanto avvenuto nelle prime ore della mattinata lungo la Strada Septempedana, in località Paradiso, nel comune di Pioraco.
I conducenti delle vetture sono stati immediatamente soccorsi dai sanitari del 118. Nessuno di loro, fortunatamente, ha riportato gravi conseguenze fisiche a seguito dell'incidente ma un ferito è stato trasferito - per accertamenti - al pronto soccorso dell'ospedale di Camerino. Tutte le auto sono uscite di strada nello stesso tratto.
Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco per la messa in sicurezza del luogo dell’incidente e delle autovetture. I rilievi, per accertare con esattezza quanto avvenuto, spettano alle forze dell'ordine.
Arresti e perquisizioni sono in corso in tutta Italia dalle prime ore di questa mattina nell'ambito di un'operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, nei confronti di esponenti di una organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina con proiezione transnazionale. L'operazione è stata denominata "Wet Shoes".
Per due cittadini tunisini è stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre per una terza persona, anch'essa originaria del paese nord africano, sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Grazie a una fitta rete di complicità intessuta sul territorio maceratese (in cui figurano titolari di aziende e pubblici ufficiali), avrebbero costituito un sodalizio criminale in grado di gestire l’approdo clandestino sulle coste siciliane di stranieri, in prevalenza nord africani, con il supporto logistico e le coperture occorrenti per ottenere la documentazione necessaria a favorire il loro trasferimento su tutta l’area Schengen.
È stato riscontrato come tra gli stranieri intenzionati a raggiungere lo spazio europeo, attraverso i canali messi a disposizione dalla rete criminale, vi fossero anche soggetti contigui a circuiti di combattenti impegnati in teatri di jihad.
La posizione dei tre soggetti destinatari della misura cautelare è al vaglio anche in ordine ad eventuali movimentazioni finanziarie sospette che potrebbero essere connesse a fenomeni terroristici.
Nel corso dell’operazione di polizia sono state eseguite 44 perquisizioni nei confronti di 18 indagati per vari reati e di altre 26 persone, risultate connesse a vario titolo all'organizzazione criminale e tutte attestate nelle province di Ancona, Fermo, Ferrara, Catanzaro, Modena, Macerata, Siracusa e Verona.
Tra i siti attenzionati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, vi è anche un Centro di Assistenza Fiscale – Caf maceratese e un casolare sito nelle campagne del Maceratese, meta abituale di stranieri giunti in Italia in stato di clandestinità.
L’operazione “Wet Shoes” prende il nome da una conversazione intercettata dagli inquirenti nel corso di uno sbarco di clandestini avvenuto a Mazara del Vallo, nella quale uno dei sodali fa presente di aver paura di essere controllato dalle forze di Polizia con a bordo gli stranieri appena sbarcati, in quanto gli stessi avevano ancora “le scarpe bagnate”. L’indagine costituisce uno sviluppo investigativo dell’attività condotta dalla Digos di Roma, coordinata dalla Procura Capitolina, all’indomani del tragico attentato terroristico perpetrato il 19 dicembre 2016 a Berlino.
Le investigazione consentirono, allora, di ricostruire la rete relazionale italiana dell’attentatore, con particolare riguardo al periodo di soggiorno tra Roma e Latina, risalente alle fasi immediatamente precedenti il suo trasferimento in Germania, tali da attestare profili di contiguità con l'Isis.
L’attività di indagine si concluse con l’operazione di polizia giudiziaria denominata “Mosaico” del 29 marzo 2018, sfociata nell’esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei confronti di altrettanti cittadini di nazionalità tunisina, uno dei quali attestato a Roma, tratto in arresto e condannato in via definitiva per il reato di auto-addestramento con finalità di terrorismo, nonché a carico di un contesto associativo dedito alla falsificazione documentale nelle città di Napoli e Caserta.
Le ricadute investigative scaturite dai sequestri eseguiti nell’ambito dell’operazione "Mosaico" hanno messo in luce il pieno coinvolgimento di ulteriori soggetti, da cui l’indagine denominata "Mosaico II", condotta dalla Digos di Roma e coordinata dalla Procura di Napoli, culminata il 15 maggio 2020 nell’esecuzione di 10 misure cautelari nei confronti di soggetti italiani e stranieri attestati sulla dorsale campana, e la successiva operazione "Mosaico III", del 23 giugno 2022, conclusasi con l’esecuzione di ulteriori 3 misure cautelari e un mandato d’arresto europeo nei confronti di uno straniero rifugiatosi in Olanda.
Sarà conferito ufficialmente giovedì prossimo l'incarico per le perizie chieste dalla Procura di Ancona, che serviranno a fare chiarezza sulle dinamiche di quanto avvenuto domenica 22 gennaio all'alba. Quella mattina l'agente di polizia Alessandro Giordano ha sparato due colpi, uno in aria e l'altro che ha centrato la coscia del giovane Nicolò Giommi a seguito di una lite che era iniziata all'interno di una discoteca.
L'analista forense Luca Russo si occuperà dell'analisi dei due cellulari sequestrati a Giordano e a Giommi; in particolare verrano passate al setaccio telefonate e messaggi che i due si sarebbero scambiati quella sera.
La procura ha chiesto anche un accertamento medico che verrà affidato al medico legale Mauro Pesaresi, per stabilire quale sia stata la traiettoria del colpo esploso, per accertare la gravità delle lesioni riportate e per verificare se le stesse comportino conseguenze permanenti.
La difesa di Giordano sta valutando la possibilità di nominare dei consulenti tecnici di parte per partecipare alle operazioni peritali. La scorsa settimana nell'udienza di convalida avanti al gip, l'agente aveva dichiarato di aver sparato in aria il primo colpo per difendersi, mentre il secondo sarebbe partito accidentalmente a seguito di una caduta a terra.
Investito da una slavina riesce comunque a chiamare i soccorsi: salvato grazie all'intervento dei vigili del fuoco e degli operatori del soccorso alpino. Un giovane di Assisi è stato travolto mentre si trovava tra valle Caprina ed il monte Amandola, ma è comunque riuscito a utilizzare il proprio cellulare e, attraverso il numero unico per le emergenze, a dare subito l’allarme.
Sul posto sono state immediatamente inviate una squadra del distaccamento dei vigili del fuoco di Amandola e una squadra del soccorso alpino che, in breve tempo, sono riuscite a raggiungerlo e recuperarlo, consegnandolo nelle mani degli operatori sanitari.
L'escursionista era partito in giornata da Pintura di Bolognola (Macerata) e arrivato in quota nei pressi di Monte Amandola, impaurito dal vento sferzante, ha tentato di scendere lungo il versante più coperto sopra Valle Caprina.
Arrivato al cambio di pendenza, è probabile che abbia ceduto sotto i suoi piedi la cornice di neve formatasi nei giorni scorsi a causa del forte vento.
Il giovane è scivolato nel bosco, senza però riportare traumi. Sul posto è intervenuta la squadra del Soccorso Alpino e Speleologico di Montefortino (Fermo) che ha subito cominciato le ricerche: poco dopo è stato individuato il ragazzo, stremato ai margini del sentiero che da Garulla risale a Pintura.
Immobilizzato e imbarellato, è stato velocemente riportato sulla strada dove è stato consegnato all'ambulanza del 118. Sul posto anche i carabinieri di Amandola.
Sono stati assegnati a strutture di seconda accoglienza i minori sbarcati al porto di Ancona l'11 e 12 gennaio dalle navi delle due Ong Sos Méditerranée (Ocean Viking) e Medici Senza Frontiere (Geo Barents).
Per poco più di due settimane sono stati ospitati nel centro di accoglienza straordinaria 'Futuro' a Senigallia, gestito dalla Caritas, da cui oltre una decina si era allontanata alla ricerca di parenti e connazionali.
Ora per i minori non accompagnati provenienti da Sudan, Nigeria, Eritrea, Ciad e Ghana, inizia un secondo percorso grazie al lavoro della Prefettura di Ancona e dei Servizi sociali del Comune di Ancona che si sono occupati dell'inserimento dei ragazzi in altre strutture del sistema Sai (Sistema Accoglienza Integrazione) tra le Marche, l'Abruzzo e la Toscana.
Tramite adeguate comunità per minori, i ragazzi d'età compresa tra i 14 e i 17 anni potranno iniziare percorsi di studi a partire dalla lingua italiana e altre attività di socializzazione e integrazione nel territorio. Per la Caritas di Senigallia l'impegno però non termina qui, perché si sta occupando di alcuni profughi ucraini precedentemente accolti presso la stessa struttura Cas 'Futuro'.
Raffica di controlli nel weekend sulle strade della provincia di Macerata. A San Severino Marche, i carabinieri della locale stazione hanno segnalato al prefetto di Macerata un giovane cittadino italiano, 15enne, del luogo, poiché, nel corso di un controllo, alla guida del proprio scooter, è stato trovato in possesso, in un pacchetto di sigarette, di circa 3 grammi di marijuana e 3 grammi di hashish per uso personale. Per il giovane è scattata il ritiro la patente di guida per 30 giorni
I carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di macerata hanno denunciato, inoltre, tre uomini di 23, 40 e 48 anni, tutti del Maceratese, poiché alla guida delle proprie autovetture, sono risultati positivi all’accertamento alcolemico. Ai tre automobilisti stata ritirata la patente di guida per la successiva sospensione.
I carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di Civitanova Marche, invece, hanno 5 persone: un uomo e quattro donne, tra i 24 ed i 53 anni, residenti rispettivamente nella cittadina costiera, nel Fermano, nel Teramano e nell’Ascolano poiché, nel corso di un controllo alla guida delle rispettive autovetture, sono risultati positivi all’accertamento alcolemico.
Anche per loro è scattato il ritiro della patente di guida per la successiva sospensione. Nel corso del weekend sono state sottoposto a controllo complessivamente circa 200 persone.
Due denunce e 12mila euro di multe. Questo il bilancio dell’attività dei carabinieri forestali per quanto riguarda il controllo dei fiumi. Nel 2022 le 11 undici stazioni dipendenti dal Gruppo di Macerata hanno controllato un totale di 49 captazioni a scopo irriguo, attestandone la regolarità in gran parte dei casi.
Infatti, a fronte dei controlli effettuati, sono state contestate 11 violazioni, accertate nel reticolo fluviale ricadente nei comuni di Pieve Torina, Corridonia, Montecassiano, Montelupone, Recanati e Porto Recanati.
In particolare, tra queste, sono state elevate 3 sanzioni per prelievo in assenza di licenza o concessione di attingimento, mentre sono state 5 le sanzioni per mancata installazione dei misuratori di portata, infine 3 quelle per il mancato rispetto delle prescrizioni del disciplinare, tra cui i limiti quantitativi in funzione del razionamento orario.
Inoltre i militari del Nipaaf e delle Stazioni appositamente formati per l’impiego del mulinello idrometrico, hanno verificato il rispetto del deflusso minimo vitale (D.M.V.) presso 3 derivazioni idroelettriche, riscontrando che 2 impianti, collocati rispettivamente sui fiumi Chienti e Tenna, non stavano rispettando tale prescrizione.
Il deflusso minimo vitale è di essenziale importanza per la sopravvivenza dell’ecosistema fluviale in quanto viene definito come quel quantitativo di acqua minimo che consente il mantenimento in vita delle specie animali e vegetali presenti. L’ammontare complessivo delle sanzioni contestate nel periodo estivo, all’esito dei controlli sui prelievi irrigui e sulle derivazioni idroelettriche, è di circa 12000 euro.
Due, inoltre, le denunce all’autorità giudiziaria per opere eseguite in alveo senza autorizzazione o nulla osta idraulico, accertate in comune di Pollenza e di Civitanova Marche.
Infine, durante l’emergenza meteorologica dello scorso settembre, è stato svolto uno specifico pattugliamento rafforzato lungo il fiume Potenza, tra i comuni di San Severino Marche e di Treia, con tempestiva segnalazione agli organi tecnici e di Protezione Civile di varie criticità concernenti il regolare deflusso delle acque.
È stata dunque intensa l’attività sia preventiva che repressiva portata avanti dai carabinieri forestali, chiamati a rilevare situazioni illecite talvolta tecnicamente e giuridicamente complesse.
“Per l’anno 2023 il gruppo carabinieri forestali di Macerata, nell’ambito della convenzione con la Regione Marche – fanno sapere in una nota - predisporrà una intensiva campagna di controllo, con l’obiettivo di far fronte alle due grandi sfide che il cambiamento climatico sta lanciando anche nel territorio maceratese, ‘due facce della stessa medaglia’: la penuria d’acqua nella stagione estiva e la difficoltosa regimazione dei corsi d’acqua nel periodo invernale”.
Operazione di controllo all’interno e all’esterno del plesso “Alessandro Luzio”, che attualmente ospita diverse classi dell’Istituto tecnico tecnologico statale “Eustachio Divini”.
All'ispezione hanno partecipato gli agenti della polizia locale della città di San Severino Marche, guidati dal sostituto commissario Adriano Bizzarri, congiuntamente ai militari della locale stazione dell’Arma dei carabinieri coordinati dal luogotenente Massimiliano Lucarelli, insieme all’unità cinofila “Billy” e al suo conduttore Giorgio Aringoli, in servizio presso il comando della locale di Tolentino.
Le forze dell'ordine sono state impegnate nell’ambito del progetto “Scuole sicure” voluto dal ministero dell’Interno e coordinato sul territorio dalla Prefettura di Macerata.
L’attività, di prevenzione e controllo antidroga, è scattata a sorpresa ma dopo accordi preventivi con il dirigente scolastico, il professor Sandro Luciani, che ha assistito a tutte le operazioni insieme al personale docente in servizio a scuola. Gli studenti sono stati molti collaborativi con il personale operante che non ha comunque registrato situazioni particolari.
I controlli saranno estesi anche agli altri istituti cittadini per tutto il corso dell’anno scolastico. Le operazioni connesse al progetto “Scuole sicure” intendono anzitutto formare ed informare gli studenti allo scopo di aumentare la prevenzione.
In questo quadro saranno proposte ai ragazzi lezioni a tema sulle droghe per sviluppare una capacità critica sulle conseguenze del consumo delle sostanze stupefacenti. È previsto anche un incontro con uno psicologo, con particolare riferimento agli studenti dell’ultimo anno.
Scopre il ladro in casa e lo mette in fuga. L’episodio è avvenuto, nella serata di sabato, poco dopo le 21, in un’abitazione sita in viale Trento e Trieste a Tolentino.
Una donna, era in casa con il marito, quando si è accorta della presenza di qualcuno in una stanza della casa. A quel punto la proprietaria dell'immobile ha subito urlato mettendo in fuga il malvivente.
A quanto risulta il ladro sarebbe entrato in azione passando dalla finestra di un terrazzo al piano terra dell’abitazione, dopo aver forzato la serratura. Successivamente, dopo aver messo soqquadro alcune stanze, si è diretto al piano superiore dove è stato scoperto dalla donna.
Sono in corso le indagini da parte dei militari dell’Arma per risalire all’autore del furto e dei complici che probabilmente facevano da palo all’esterno della casa. Il malvivente è riuscito a rubare solo qualche monile in oro e collane, ma il bottino esatto è ancora da quantificare.
Nel tardo pomeriggio di ieri a Civitanova Marche, in un'abitazione di via D'Annunzio, un uomo di 54 anni è stato investito dalle fiamme propagatesi da una stufa a bioetanolo mentre, solo in casa, era intento a caricarla. In pochi minuti l'incendio si è propagato in tutta la stanza dove si trovava l'uomo sino all'ingresso della casa.
Il pronto intervento dei vigili del fuoco, che hanno domato l'incendio, ha impedito l'ulteriore propagarsi delle fiamme.L’uomo, trasportato all’ospedale di Civitanova Alta, ha riportato ustioni estese sulle gambe e a una mano, ma non si trova in pericolo di vita.