Drammatico ritrovamento a Civitanova Marche. Il corpo di un uomo di 76 anni, Renato Monteverde, è stato rinvenuto senza vita nella vecchia abitazione diroccata di piazza Giuseppe Garibaldi in cui viveva prima del terremoto, dichiarata inagibile, nel borgo alto. Il suo decesso, secondo quanto accertato dal medico legale, risalirebbe a 5-6 mesi fa. I familiari, la sorella e una nipote, avevano formalizzato la denuncia di scomparsa da circa una settimana dopo che da tempo non riuscivano a mettersi in contatto con lui.
L'uomo, uno dei primi fotografi di moda a Milano (allievo di Pennesi) ma anche cuoco, era solito cambiare spesso il proprio numero di telefono e viaggiare anche per lunghi periodi. I carabinieri, per non escludere alcuna pista nel tentativo di ritrovare il 76enne, hanno disposto nel primo pomeriggio di oggi - intorno alle 14:45 - un sopralluogo nella sua vecchia casa, uno stabile nel borgo alto, dichiarato inagibile dall'ufficio tecnico del comune di Civitanova Marche.
Proprio all'interno dell'abitazione - dopo l'apertura porta effettuata dai vigili del fuoco - è stato rinvenuto il cadavere dell'uomo, riverso di fianco a un letto, praticamente mummificato. Ancora ignote le cause e la data esatta del decesso, sul corpo sarà effettuata un'autopsia. La salma - dopo i primi rilievi - è stata trasportata all'obitorio dell'ospedale di Civitanova.
Era stato arrestato nei giorni scorsi per detenzione di eroina a fini di spaccio, un 41enne algerino trovato morto la scorsa notte nel carcere anconetano di Montacuto.
Dunque un altro morto nella Casa circondariale, dalle prime informazioni per cause naturali, dopo il decesso del 25enne fermano Matteo Concetti che si era tolto la vita nella cella d'isolamento lo scorso 5 gennaio (leggi qui le parole di Ilaria Cucchi).
L'allarme per la morte del detenuto, risalente alla nottata, è stato dato dai due suoi compagni di cella quando si sono resi conto che l'uomo non dava segni di vita.
Si tratterebbe di una morte naturale ma la Procura, a cui in tarda mattinata è arrivata l'informativa, disporrà l'autopsia per fugare ogni dubbio. Il 41enne algerino era stato arrestato il 3 gennaio, dai carabinieri della Compagnia di Osimo, insieme ad una donna di 35 anni, all'uscita del casello autostradale A14 di Loreto. I due erano stati trovati con 52 grammi di eroina.
Nell’ambito dei servizi di prevenzione e contrasto ai traffici illeciti, in particolare quelli riguardanti l’uso e lo spaccio di sostanze stupefacenti, i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Macerata hanno concluso un’attività di antidroga che ha permesso di individuare, nella zona di Civitanova Marche, una serra adibita a laboratorio dove venivano abilmente coltivati ingenti quantitativi di droga, ad opera di un trentunenne cittadino italiano.
L’accesso effettuato nell’opificio ha consentito di rinvenire e sottoporre a sequestro 216 piante di marijuana, predisposte per la fioritura, nonché 850 grammi della medesima sostanza, pronti per la vendita. All’interno della struttura è stato individuato un moderno impianto di coltivazione idroponica della sostanza stupefacente, dotato di un sistema di illuminazione, aerazione, irrigazione e riscaldamento, con l’impiego di fertilizzanti e di strumenti di rilevazione della temperatura, vasi di varie dimensioni, utili alla coltivazione indoor, e una bilancia di precisione utilizzata per la grammatura delle dosi dello stupefacente da cedere agli avventori.
La marijuana e tutta l’attrezzatura sono state prontamente sequestrate e il responsabile – sentito il Pubblico Ministero di turno – è stato arrestato in flagranza, per il reato di coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti, e posto ai domiciliari, a disposizione della Procura della Repubblica di Macerata.
Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi per ricostruire l’illecita filiera e individuare i collegamenti del soggetto coinvolto.
Investimento mortale sui binari all'altezza di Senigallia nella tarda mattinata di oggi: muore un donna di 38 anni, di origine russa. La 38enne è stata travolta da un Frecciarossa in transito alla stazione ferroviaria di Senigallia alle ore 11:37.
La donna, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, dopo aver parlato al cellulare si sarebbe improvvisamente gettata sui binari dove stava sopraggiungendo il treno. Impossibile evitare l'impatto per il macchinista, la donna è deceduta sul colpo.
Lanciato l'allarme sono intervenute sul posto le forze dell'ordine, unitamente alla polizia ferroviaria, e la circolazione dei treni è stata sospesa.
Il traffico ferroviario ha subito ritardi fino a due ore e cancellazioni. Cancellati gli intercity Lecce-Bologna Centrale (termina la corsa ad Ancona) e quello Milano Centrale - Lecce (termina la corsa a Pesaro). Intorno alle 14, la circolazione dei treni è tornata alla normalità.
Un dottore della Guardia medica aggredito dai parenti di una anziana che aveva visitato a casa. Il professionista, un maceratese di 60 anni, che presta servizio per conto della sanità regionale pubblica nella postazione di Filottrano è stato ferito a una spalla e ha subito la rottura di un strumento medico di lavoro perché voleva chiamare il 118 e far portare la paziente in ospedale.
La vicenda risale al 16 febbraio del 2020 ma è trapelata solo ora che i due aggressori, si tratta di un fratello e una sorella, del posto, i figli della malata soccorsa, sono finiti a processo in tribunale, ad Ancona, per lesioni aggravate.
Ieri mattina, davanti al giudice Matteo Di Battista, ha testimoniato la guardia medica, parte civile nel procedimento con l'avvocato Francesco Scaloni.
Il dottore ha raccontato come quella sera, alle 21, un parente dell'anziana era arrivato in ambulatorio chiedendogli di andare a casa sua per visitare la donna, malata di Alzheimer. L'anziana presentava un aggravamento dello stato confusionale e aveva una tachicardia che meritava approfondimenti clinici da fare in ospedale.
La guardia medica era andata nell'abitazione e, constatata la gravità del quadro clinico, voleva chiamare il 118 per far arrivare una ambulanza e portare l'ammalata in ospedale. I figli della donna, una 53enne e un 63enne, invece, si sono opposti e volevano che il dottore curasse sul posto la madre. A quel punto il medico ha minacciato di chiamare i carabinieri.
I due fratelli lo hanno sbattuto fuori casa lanciandogli la borsa da lavoro, del peso di 8 chili, addosso. In queste circostanze ha riportato ferite ad una spalla, con una prognosi lieve, oltre a vedersi danneggiare un otoscopio. Gli imputati, che respingono le accuse, sono difesi dall'avvocato Flavio Barigelletti. Prossima udienza il 4 aprile.
(Fonte Ansa)
I poliziotti della Questura di Ancona hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di applicazione della misura cautelare disposta dal gip presso il Tribunale di Ancona, con la quale è stato disposto il divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico a carico di un 40enne italiano, ritenuto responsabile del reato di atti persecutori nei confronti dell'ex compagna con l'aggravante della recidiva reiterata infraquinquennale.
Il provvedimento dell'autorità giudiziaria, prevede il divieto di avvicinamento alla vittima e ai suoi familiari ad una distanza non inferiore a 500 metri, con l'applicazione del braccialetto elettronico, oltre al divieto di comunicare con gli stessi attraverso qualsiasi mezzo (telefono, mail, social e quant'altro).
Da quanto appreso durante la fase investigativa condotta dalla Squadra Mobile, e coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona, l'indagato ha causato alla donna, nel mese di dicembre, un perdurante e grave stato di ansia e di paura, ingenerando un fondato timore per l'incolumità propria e dei propri familiari, tanto da essere costretta a modificare le abitudini di vita come evitare di uscire per incontrare l'uomo da solo, in luoghi pubblici per non restare sola con lui. Lui l'ha insultata ripetutamente alla presenza del figlio, controllava i suoi spostamenti e la minacciava di ucciderla o di non farle più vedere il bambino, insultava anche il padre e la sorella di lei.
Alla fine di dicembre il 40enne era arrivato anche ad aggredire il cognato della donna, insultandolo e minacciandolo. A quel punto lei si è rivolta alla Questura di Ancona per denunciare i fatti. La misura cautelare è stata disposta dal gip all'esito dell'attività info-investigativa, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura. Il provvedimento è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, che può essere impugnata. Il destinatario è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.
Negli ultimi periodi stiamo assistendo, in tutto il territorio, a un aumento dei casi di truffa e raggiro soprattutto nei confronti delle persone più anziane. I metodi sono i più disparati. Si va dal finto operatore energetico che suona il campanello cercando di entrare in casa, alle telefonate di presunti famigliari che sono nei guai con relativa richiesta di denaro, fino ai tentativi di avvicinarsi in strada alla persona con le scuse più assurde per rubare preziosi e contanti.
Sono diversi i casi segnalati ai carabinieri della Stazione di Matelica. Per questo motivo, visto l’allargamento del fenomeno, il Comune invita la popolazione a fare massima attenzione e a rivolgersi alle forze dell’ordine, tramite il numero telefonico 112, alle prime avvisaglie di un tentativo di truffa. Al di là della segnalazione, è fondamentale diffidare delle persone estranee e di eventuali chiamate o soggetti che si presentano al portone di casa. In ogni caso vengono utilizzate delle strategie per attirare l’attenzione che è bene stroncare subito sul nascere chiudendo la conversazione.
Dal parente finito nei guai, al risparmio sulla bolletta energetica o del telefono, fino alle più disparate richieste in strada, nel mirino dei malviventi finiscono quasi sempre le persone più anziane e più fragili. Per questo motivo si fa appello ai giovani e agli adulti che leggeranno questo comunicato, di sensibilizzare i propri genitori, zii, nonni e amici più anziani in merito alla crescita e alla tipologia di questi fenomeni presenti purtroppo anche nella città di Matelica.
«L’aspetto della sensibilizzazione è fondamentale per evitare di incappare nelle truffe – spiega l’assessore alla Sicurezza Denis Cingolani – purtroppo dobbiamo segnalare un forte aumento nell’ultimo periodo di questo fenomeno, in special modo ai danni degli anziani. Invitiamo tutti a fare attenzione quando si risponde al telefono o quando si incontrano persone che non conosciamo che ci approcciano per qualche motivo: allontaniamole o riagganciamo il telefono contattando chi si conosce e segnalandolo immediatamente al 112. Ringrazio i carabinieri e la polizia locale che stanno facendo fronte alle diverse segnalazioni e sono sempre a disposizione dei nostri cittadini».
"Siamo molto preoccupati, aiutateci a trovarlo". Inizia così il primo post della cognata di Vladimiro Bolognese, l'uomo di 56 anni, residente a Pescara, con problemi psichici che aveva fatto perdere le sue tracce da ieri mattina.
La donna, tolentinate, aveva lanciato subito l'allarme rivolgendosi anche all'associazione Penelope Lazio-Abruzzo-Marche, l'organizzazione nata appositamente per aiutare i familiari delle persone scomparse. La cognata era preoccupata soprattutto del fatto che l'uomo aveva costantemente bisogno di farmaci specifici che non aveva con sé.
Le prime ipotesi lo vedevano nelle Marche dove Bolognese aveva vissuto a lungo dopo il terremoto, in un B&B nel Fermano. L'associazione Penelope, invece, ha da subito battuto altre piste e proprio una di queste ha permesso ai volontari di rintracciare il 56enne a Roma in stato confusionale.
Avvisati i carabinieri, l'uomo è stato identificato dagli uomini della stazione di Piazza Venezia e accompagnato all'ospedale del Santo Spirito in attesa dell'arrivo del fratello che, dopo la notizia del ritrovamento, si è messo subito in viaggio per la Capitale.
Nel pomeriggio di mercoledì, la Squadra Mobile della Questura di Macerata ha tratto in arresto un cittadino di origini marocchine residente a Macerata, in esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla locale Procura della Repubblica al Tribunale.
L’uomo era stato individuato e denunciato all’autorità giudiziaria quale responsabile di un furto in abitazione commesso in provincia di Macerata in concorso con un’altra persona.
L'uomo è stato rintracciato dai poliziotti della Squadra Mobile di Macerata nel pomeriggio di ieri, mentre si trovava all’interno della propria abitazione sita in contrada Helvia Recina e al momento dell'arresto non ha opposto resistenza. Dovendo espiare una pena pari a 2 anni e 4 mesi di reclusione, l’individuo è stato successivamente associato al carcere di Fermo a disposizione dell'autorità competente.
Vengono fermati al posto di controllo: a bordo quattro giovani con numerosi precedenti, tre ragazzi e una ragazza, di età compresa tra 22 e 26 anni, tutti residenti nel Foggiano. Le indagini svolte dagli agenti della squadra mobile hanno, infatti, consentito di verificare che la vettura era già stata segnalata in relazione ad alcuni furti di auto commessi nel territorio di Civitanova Marche e zone limitrofe.
Pertanto, al fine di più accurati accertamenti, gli occupanti del veicolo sono stati accompagnati presso il locale commissariato di polizia. Durante il controllo sono state sequestrate chiavi alterate, anche di tipo elettronico, utilizzate per rintracciare e decodificare i codici delle autovetture prese di mira. Sono stati, inoltre, rinvenuti arnesi atti allo scasso e un'arma da taglio.
Due di loro, tra cui la ragazza, sono stati quindi denunciati in stato di libertà per possesso ingiustificato di chiavi alterate, mentre un terzo uomo è stato segnalato all’autorità amministrativa, in quanto trovato in possesso di un piccolo quantitativo di marijuana. Tutti e quattro i membri della banda sono stati muniti di provvedimento di rimpatrio con foglio di via obbligatorio, misure emesse dal questore di Macerata, con divieto di ritorno nel comune di Civitanova Marche per quattro anni.
Auto a fuoco in galleria nel pomeriggio della vigilia di Natale: depositati in procura gli atti e i documenti relativi all'incendio in superstrada. Nell'incidente, avvenuto intorno alle 16:45, rimasero intossicate dal fumo che aveva invaso il tunnel ben sedici persone, condotte poi nei pronto soccorso degli ospedali di Camerino e Macerata.
Le fiamme si svilupparono, all'improvviso, da una Jeep Wrangler, alimentata a diesel e diretta verso Foligno, nella galleria della SS77 che ricade nel territorio comunale di Serravalle di Chienti. Il conducente e i due passeggeri dell'auto riuscirono a scendere dall'auto prima che il fuoco divorasse la vettura. Nel giro di pochi minuti, però, il problema principale diventò il fumo che invase l'intero tunnel.
Una situazione che portò al caos, con auto rimaste intrappolate nella galleria e visibilità limitata. Qualche veicolo tentò di uscire procedendo contromano. Sul posto intervennero sei ambulanze, diverse squadre dei vigili del fuoco, i carabinieri di Camerino e la polizia stradale.
Dopo aver completato le operazioni di messa in sicurezza della galleria si è proceduto allo svolgimento degli accertamenti di rito per chiarire le circostanze di quanto accaduto. Alcuni testimoni avrebbero, infatti, segnalato il mancato funzionamento dei ventilatori e delle colonnine sos presenti all'interno del tunnel. Il materiale raccolto dalla polizia giudiziaria è stato depositato in procura, al sostituto procuratore Rita Barbieri, in modo da chiarire eventuali responsabilità. Le indagini sono in corso.
Dal pomeriggio del 24 dicembre la galleria Varano risulta chiusa al traffico in entrambe le direzioni. I tecnici Anas sono al lavoro per consentire il ripristino degli impianti tecnologici danneggiati dal fuoco, ma la riapertura potrà avvenire soltanto previa valutazione dei vigili del fuoco. Al momento vige per tutte le auto e i camion che transitano lungo la superstrada l'uscita obbligatoria a Serravalle, con inevitabili code e disagi alla circolazione, di nuovo dirottata - per un tratto - sul tracciato della vecchia strada di Colfiorito.
Un appartamento a Lido Tre Archi di Fermo, due conti correnti e una moto di pregio per un valore complessivo stimato di circa 70mila euro. Sono i beni sequestrati ad un pregiudicato residente a Lido Tre Archi con una misura patrimoniale ai sensi della normativa sulle misure di prevenzione e antimafia, la prima del genere da parte della questura di Fermo.
La misura, emessa con decreto del Tribunale Distrettuale di Ancona sezione misure di prevenzione su proposta del questore, è stata eseguita il 9 gennaio dalla squadra anticrimine della Questura fermana coadiuvata dal comando della guardia di finanza, nucleo polizia economica e finanziaria di Ascoli Piceno. Al termine delle operazioni il compendio dei beni è stato messo a disposizione dell'amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Ancona.
Le indagini di natura personale e patrimoniale, effettuate dalla sezione misure patrimoniali in seno alla divisione anticrimine fermana, hanno riguardato un cittadino di origine magrebina pluripregiudicato, da anni residente a Fermo, e molto attivo nello spaccio di stupefacenti.
Negli ultimi anni è stato coinvolto in numerose indagini in materia di sostanze stupefacenti. Importanti sono risultate due indagini della guardia di finanza di Ascoli Piceno, denominate "Spada" e "Tifone" che, oltre a smantellare due importanti sodalizi criminali, hanno svelato le attività illecite dell'uomo raggiunto dalla misura patrimoniale.
La condivisione delle informazioni delle fiamme gialle ha permesso alla polizia di ricostruire il patrimonio del pregiudicato, coadiuvato anche dai parenti della sua convivente, pluripregiudicata e attualmente in carcere. Un lavoro durato oltre un anno, anche con accertamenti all'estero.
Nell'esecuzione del provvedimento sono stati impiegati sei dipendenti della divisione anticrimine, quattro della Squadra Mobile, sei operatori del reparto prevenzione crimine di Perugia, sei militari della guardia di finanza di Ascoli Piceno, due finanzieri del comando provinciale di Fermo e una unita' cinofila, sempre della Guardia di finanza, di San Benedetto del Tronto. Ha partecipato inoltre una squadra di vigili del fuoco.
Scontro tra scooter e auto: un uomo finisce in ospedale. L'incidente è avvenuto questa mattina, in contrada Casone, nel territorio comunale di Montelupone. Ad avere la peggio è stato l'uomo in sella al ciclomotore, che dopo l'impatto, è stato sbalzato sull'asfalto. Dopo le prime cure ricevute in loco, a seguito del pronto intervento dei sanitari del 118, il paziente è stato trasferito per accertamenti al pronto soccorso dell'ospedale di Civitanova Marche. Non si trova, fortunatamente, in gravi condizioni. Ancora da ricostruire l'esatta dinamica di quanto avvenuto, alla cui ricostruzione stanno procedendo le forze dell'ordine.
A Porto Recanati piccolo incidente negli uffici comunali: ferito lievemente un dipendente dell'ente. L'uomo, questa mattina, dopo aver urtato con la sua sedia uno scaffale posto alle spalle della scrivania dove lavora, è stato colpito al capo da un faldone contenente alcuni documenti caduto da un ripiano dove era impilato.
Immediatamente sono intervenuti un medico e un infermiere che erano in servizio al piano inferiore del palazzo comunale. Ad accertarsi personalmente delle condizioni del collaboratore si è recato anche il sindaco Andrea Michelini. "Ci auguriamo che non sia nulla di grave e che il dipendente possa tornare al più presto al suo lavoro", ha dichiarato il primo cittadino. Il dipendente è rimasto lievemente contuso, ma non è stato necessario l'arrivo sul posto di un'ambulanza. L'uomo è tornato nella propria abitazione accompagnato da un familiare.
Scontro tra due auto: i due conducenti finiscono in ospedale. È il bilancio di un incidente avvenuto intorno alle 15:00 di oggi in via Posatora, ad Ancona, di fronte alla chiesa. Ancora da ricostruire le cause del sinistro, che ha coinvolto una Mercedes e una Bmw.
Nell'impatto, piuttosto violento, sono rimasti feriti entrambi i conducenti: un 21enne anconetano e un 88enne. Entrambi i pazienti sono stati condotti ai pronto soccorso dell'ospedale Torrette di Ancona, con un codice di media gravità. Ai rilievi procedono gli agenti della polizia locale. Presenti anche i vigili del fuoco che hanno provveduto alla messa in sicurezza del tratto e dei mezzi.
Ancora un incidente in superstrada, dopo quello registrato ieri con importanti ripercussioni sul traffico a Tolentino. Il sinistro è avvenuto nuovamente a Tolentino, ma in prossimità dello svincolo di Belforte del Chienti della SS77 della "Val di Chienti", al km 70+500, in direzione monti, intorno alle 17:30. Si è trattato di un tamponamento tra due auto.
Sul posto è stato richiesto l'intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Tolentino e del personale del 118. Per gli occupanti delle vetture, fortunatamente, soltanto lievi contusioni, a seguito delle quali non è stato neppure necessario il trasferimento al pronto soccorso.
Importanti, invece, le ripercussioni sulla circolazione, considerato anche l'orario coincidente con l'uscita da lavoro in cui è avvenuto il sinistro: il traffico è stato momentaneamente interrotto sulla tratta, con uscita obbligatoria a Tolentino Est e conseguente aumento dei tempi di percorrenza anche nelle arterie interne del comune di Tolentino. Ai rilievi procede la polizia stradale di Macerata, intervenuta con una pattuglia di Camerino.
(Foto di repertorio)
Un uomo che si trovava in sella alla sua bicicletta è stato travolto e ucciso da un furgone sulla provinciale Castellano, a Sant'Elpidio a mare. La vittima è il 52enne parrucchiere Euro Pistonesi e il drammatico incidente è avvenuto nella serata di ieri, intorno alle 19.
Una volta lanciato l’allarme, sul posto sono arrivate ambulanza e automedica oltre che i carabinieri, ma per l'uomo non c'è stato nulla da fare. Da ricostruire con esattezza la dinamica di quanto avvenuto. Sul corpo del 52enne è stata disposta l'autopsia che verrà effettuata nella giornata di oggi, mentre Il furgone coinvolto nell'incidente è stato posto sotto sequestro come da prassi.
Un tamponamento che ha coinvolto più veicoli ha mandato il traffico in tilt in superstrada. Il fatto si è verificato questo pomeriggio, poco dopo le 17:15, tra Tolentino e Pollenza, all'altezza del Castello della Rancia in direzione Civitanova Marche. A essere coinvolti nell'incidente più mezzi, che hanno momentaneamente bloccato la viabilità lungo la Ss 77 della Val di Chienti.
Nel sinistro sono rimasti leggermente feriti gli occupanti dei veicoli, prontamente soccorsi dal 118: nessuno di loro è grave. Intervenuta sul posto anche la polizia stradale.
(Foto di repertorio)
Un uomo è stato arrestato per lesioni aggravate nei confronti della convivente. Si tratta di un 50enne abruzzese che, al termine di un litigio, ha aggredito la donna nella casa in cui entrambi vivono a Senigallia (Ancona) al culmine di una lite, mentre lui era in stato di ubriachezza.
È stata la vittima a chiamare il 112 e a far intervenire i carabinieri. L'uomo, originario di Chieti, non era più nell'edificio ma è stato rintracciato poco dopo ed è stato arrestato dai militari dell'aliquota radiomobile. Lei è stata curata all'ospedale di Senigallia, dove le sono state refertate lesioni per pochi giorni di prognosi. La coppia vive insieme da tempo, ma già in passato erano stati segnalati dei diverbi, ma senza sfociare in gesti violenti.
Non rispondeva ai propri familiari, né al telefono e né al citofono: trovato morto nella sua abitazione, ad Urbisaglia, il 70enne Giovanni Fedeli.
La tragica scoperta l'ha fatta un parente che, nella serata di ieri, dopo aver provato a cercare l'uomo senza aver ottenuto risposta, è andato nella sua abitazione. Una volta all’interno, ha trovato il 70enne ormai senza vita, in camera da letto, avvolto nella termocoperta.
L’uomo secondo i primi elementi acquisiti era deceduto due o tre giorni prima per cause naturali tanto che è arrivato anche il nulla osta per il funerale che si svolgerà domani alle ore 14.30 nella chiesa parrocchiale di Urbisaglia.