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Cronaca Camerino

Truffa ai danni dello Stato e dell'Ue, imprenditore del Maceratese agli arresti. Sequestrato un milione

Truffa ai danni dello Stato e dell'Ue, imprenditore del Maceratese agli arresti. Sequestrato un milione

Documenti artefatti e bilanci gonfiati per ottenere indebitamente finanziamenti garantiti dall’Unione europea. I soldi venivano poi reimpiegati in società riconducibili al medesimo proprietario in un percorso di “autoriciclaggio”. Nel mirino della guardia di finanza è finito l’amministratore e socio unico unico di un’azienda dell’entroterra maceratese.

I finanzieri della Tenenza di Camerino hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari e a un decreto di sequestro preventivo, emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata, su richiesta dell’European Public Prosecutor’s Office (EPPO) di Bologna per l’ammontare complessivo di 1.085.308 euro.

I provvedimenti cautelari giungono al termine di complesse indagini condotte dalle Fiamme Gialle nei confronti di due cittadini italiani e di una società riferibile a uno di loro, beneficiaria di finanziamenti agevolati e garantiti per 1.175.317, con accesso al Fondo di Garanzia Nazionale PMI Legge 662/96 e garantiti da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A.. Questi i settori:

– sulle risorse del programma Cosme del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI) – istituito ai sensi del Piano di Investimenti per l’Europa (c.d. “Piano Juncker”);

– sullo strumento di garanzia per i settori culturali e creativi (“Garanzia CCS”) con la copertura dell’Unione Europea, ai sensi del Programma Europa Creativa (“Creative Europe Programme”), e del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI), istituito ai sensi del Piano Investimenti per l’Europa.

Gli accertamenti condotti dai militari della Tenenza di Camerino, su delega della Procura Europea di Bologna, hanno fatto emergere numerose ipotesi di truffa aggravata in danno dello Stato e dell’Unione Europea, trattandosi di ben 9 finanziamenti indebitamente percepiti per un totale di 1.175.317 (parte dei quali restituiti), tutti garantiti da Cassa Depositi e Prestiti anche a valere sulle risorse dell’Unione Europea.

Dalle indagini è emerso che l’amministratore e socio unico della società, al fine di beneficiare dei finanziamenti agevolat in questione, ha presentato agli Enti erogatori documentazione artefatta, tra cui bilanci di esercizio societari realizzati ad hoc senza il supporto di alcuna contabilità e riportanti poste di bilancio “gonfiate”.

A ciò si aggiunga che l’indagato ha indebitamente richiesto ulteriori aiuti pubblici all’Ente erogatore Simest spa a carico sia del bilancio nazionale che di quello comunitario (nell’ambito del programma temporaneo di investimento Next Generation EU), a valere in parte sul fondo per la promozione integrata e in parte sulle disponibilità del Pnrr allocate al Fondo 394/81, pari a 661.761 euro, che non sono stati concessi per il tempestivo intervento del Reparto della finanza che ne ha fatto bloccare l’elargizione.

Nel corso delle indagini è altresì emerso che l’indagato, dopo aver indebitamente percepito i finanziamenti, ha reimpiegato il denaro ottenuto, quale provento dei delitti di truffa aggravata, in attività economico-finanziarie presso altre società, sia italiane che estere, in parte anche a lui riconducibili. L’ammontare del denaro oggetto di autoriciclaggio è stato quantificato in oltre 1 milione di euro.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Macerata, su richiesta della Procura Europea di Bologna, ha emesso un’ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari e un provvedimento di sequestro preventivo del profitto dei reati di truffa aggravata (al netto di una parte dei finanziamenti restituiti) pari a 1.085.308, attualmente in esecuzione.

La trasversalità delle investigazioni ha portato all’avvio di una verifica fiscale nei confronti della società oggetto di indagini, che ha operato in veste di evasore totale, avendo omesso la presentazione delle dichiarazioni dei redditi ed Iva per diverse annualità, nonché nei confronti di altre due società, risultate collegate alla prima, individuate attraverso l’osservazione del contesto economico di riferimento e l’analisi di informazioni antiriciclaggio, operanti nella vendita di pacchetti “all inclusive” per conto di una clinica di Istanbul (Turchia) attiva nel settore del trapianto e infoltimento dei capelli.

Inoltre, alla luce degli elementi acquisiti al procedimento penale, è stata contestata alla società indagata la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001. L’attività in rassegna evidenzia, ancora una volta, il ruolo di organo investigativo specializzato della guardia di finanza nelle attività di contrasto alle frodi comunitarie, che si pone al servizio della European Public Prosecutor’s Office (EPPO), competente per individuare e perseguire gli autori dei reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea.

«È importante segnalare che trattasi di contestazioni nella fase delle indagini preliminari che, pur avendo avuto una prima conferma da parte di un giudicante, dovranno essere confermate nella fase processuale, considerato che gli indagati devono considerarsi innocenti fino alla sentenza definitiva di accertamento delle loro responsabilità», spiegano le Fiamme Gialle.

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