I carabinieri del Comando provinciale di Fermo hanno identificato e arrestato i responsabili del tentato omicidio ai danni di un pregiudicato tunisino avvenuto il 29 settembre scorso al Lido Tre Archi, decapitando così un gruppo criminale. Due cittadini albanesi - una 33enne e un 30enne, parenti tra loro - sono finiti in carcere, rispettivamente a Pesaro e Fermo, mentre un terzo e ricercato.
Il movente del tentato omicidio sarebbe da ricondurre a contrasti nell'ambito della compravendita di stupefacenti. La donna arrestata è legata sentimentalmente ad un pregiudicato nordafricano, ora in carcere per reati legati agli stupefacenti.
La vittima, un senza fissa dimora e con precedenti penali, era stato raggiunto al volto da colpi di arma da fuoco in via Aldo Moro. Soccorso dal 118 era stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Fermo e poi all'ospedale di Torrette ad Ancona. Sul luogo erano stati rinvenuti due coltelli e un grosso cacciavite.
L'attività investigativa è stata condotta con rilievi tecnici e indagini tradizionali, giungendo a identificare gli autori dell'episodio. Oltre alla donna, in manette un 30enne anche lui albanese, con precedenti legati agli stupefacenti e un terzo uomo.
Gli indagati hanno inizialmente aggredito verbalmente e poi fisicamente il tunisino, anche lui noto nell'ambiente del traffico degli stupefacenti e per reati predatori, lo hanno inseguito e gli hanno sparato mirando alla testa, con l'intento di ucciderlo. Sono state usate anche armi bianche, tra cui un grosso machete. La donna, munita di una mazza, inveiva e incoraggiava i connazionali.
Nei confronti degli indagati un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, richiesta dalla Procura di Fermo ed emessa dal gip, per tentato omicidio in concorso con l'aggravante dell'utilizzo di armi, anche da fuoco. Nell'ordinanza, il gip sottolinea che sussiste il concreto pericolo di reiterazione del reato da parte degli indagati, di cui viene rilevata anche la pericolosità sociale.
Nel corso dell'operazione sono stati impiegati circa 30 militari del comando provinciale di Fermo, che hanno anche eseguito perquisizioni negli appartamenti degli indagati per la ricerca di armi e droga. Al momento del blitz un indagato avrebbe tentato di distruggere lo stupefacente in suo possesso ma i carabinieri ne hanno recuperata comunque una parte.
Commenti