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Recuperati beni culturali per oltre 2 milioni e mezzo di euro: il bilancio annuale dei carabinieri

Recuperati beni culturali per oltre 2 milioni e mezzo di euro: il bilancio annuale dei carabinieri

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona hanno presentato i dati dell’attività operativa relativa all’anno 2019. Sono stati oltre milleseicento i beni recuperati per un valore di oltre due milioni e mezzo di euro.

L’azione operativa, grazie alla preziosa collaborazione dell’Arma Territoriale con le Stazioni capillarmente presenti sul territorio, si è suddivisa tra attività preventive e repressive.

Fondamentale strumento di supporto e di analisi per le attività svolte è stata la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la più grande banca dati di opere d’arte da ricercare al mondo.

In sensibile diminuzione i furti di beni d’arte. Infatti nel 2018, nelle regioni Marche ed Abruzzo, si erano registrati 58 furti mentre nel 2019 sono stati 16. Tale risultato è il frutto dell’intensa collaborazione instaurata dai Carabinieri con i vari soggetti deputati alla salvaguardia e custodia dei beni culturali. 

Le attività di contrasto poste in essere dal Nucleo TPC di Ancona hanno consentito il recupero di 1.635 beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici, di pregevole fattura, per un valore stimato - come detto - di oltre due milioni e mezzo di euro.

Tra le attività repressive condotte si ricorda quella compiuta a Recanati, nel corso del mercatino antiquariale. I Carabinieri del Nucleo TPC di Ancona, in collaborazione con quelli della Stazione di Recanati e Campli, hanno rinvenuto e sequestrato un dipinto olio su tela di un autore ignoto, ambito abruzzese sec. XVII, rubato il 13 novembre del 2011 dalla Chiesa di san Gennaro di Campli, frazione Collicelli.

Il dipinto, a cui i pochi abitanti della frazione sono molto legati, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata - che ha coordinato le indagini - è stato restituito all’ufficio beni Culturali della Diocesi di Teramo- Atri che ne curerà il restauro e la ricollocazione dal luogo dove fu rubato e dove gli abitanti lo aspettano con impazienza.

 

 

 

 

 

 

 

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