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Oseghale, la Corte d'appello respinge il ricorso contro l'adottabilità della figlia

Oseghale, la Corte d'appello respinge il ricorso contro l'adottabilità della figlia

La Corte d'appello di Ancona ha bocciato il ricorso presentato da Innocent Oseghale sull'adottabilità della figlia, in questo momento affidata ai Servizi sociali e a un tutore. L'uomo di origine nigeriana - 32 anni, condannato all'ergastolo in primo e secondo grado per l'omicidio di Pamela Mastropietro (si attende la Cassazione il 14 gennaio 2022 per la sentenza definitiva) - è stato respinto dai giudici del Tribunale dei Minori, che hanno evidenziato la mancanza da parte dello stesso dei requisiti - oltre che della reale consapevolezza - circa le proprie possibilità di gestire un'organizzazione familiare, e quindi di garantire stabilità, sicurezza e e cura del minore. Non sono mancate, inoltre, i sospetti da parte di alcuni che Oseghale avesse improvvisamente mostrato interesse nei confronti della figlia per scopi puramente strumentali.

«Sin dalla nascita, il padre non ha avuto alcun tipo di rapporto con la bambina - ha commentato l'avv. Luca Froldi, legale del tutore - manifestando l'impossibilità di rispondere a tutte quelle che sono le responsabilità previste all'interno di un nucleo familiare: la cura, l'istruzione, la sicurezza. Inoltre, l'attuale situazione di Oseghale non permetterebbe allo stesso di assolvere alle funzioni primarie di un genitore (affetiva, protettiva), che peraltro non esercitava nemmeno prima di entrare in carcere. Il che lascia pensare che questo suo improvviso interesse sia fortemente strumentale, soprattutto a poche settimane dal giudizio definitivo della Cassazione. La bambina ora si trova in un ambiente sano e sereno, lontana dai riflettori di questa assurda vicenda, e il tutore affidatole continua ad impegnarsi per garantirne la sua tutela più efficace».

«Malgrado le terribili circostanze - ha dichiarato l'avv. SImone Matraxia, legale di Oseghale - riteniamo che si debba attendere la sentenza definitiva del processo prima di disporre l'affido della minore ad altra famiglia. L'eventuale possibilità di esercitare il ruolo di genitore, peraltro, potrebbe rivelarsi costruttivo dal punto di vista psicofisico per il mio assistito in vista di una futura riabilitazione all'interno della società. Con l'adeguato supporto di figure di sostegno, inoltre, riteniamo che Oseghale possa comunque costruire un rapporto con la propria figlia».

Proprio su quest'ultimo aspetto, i giudici d'Appello hanno opposto decise contestazioni, sottolineando come i tempi opportuni a costruire un rapporto familiare supportato da figure di riferimento risulterebbero incopatibili con la possibilità di una crescita equilibrata in termini fisici e psicologici da parte della minore.

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