Omicidio Sarchiè: oggi è attesa la sentenza a Macerata
I fatti risalgono al 18 giugno, quando Pietro Sarchiè, un commerciante di pesce di San Benedetto del Tronto, è stato ucciso e bruciato in una frazione di Camerino. Anche durante la mattina del suo ultimo giorno di vita, Pietro, dopo aver fatto colazione e aver salutato sua moglie, si è diretto nel mercato ittico di Porto San Giorgio per poi iniziare, con il suo furgone carico di pesce, il solito giro di vendite nei vari paesi e cittadine dell'entroterra maceratese. Mentre percorreva la strada provinciale di Sellano, una frazione di Camerino, una Y10 rossa, gli ha sbarrato la strada e Sarchiè è stato così costretto a fermarsi. Purtroppo, per il pescatore che non avrebbe mai fatto del male nemmeno ad una mosca, il suo destino si sarebbe compiuto nel giro di pochi minuti perchè in quella macchina erano presenti coloro intenti a togliergli la vita con una calibro 38, dalla quale sono partiti sei colpi di cui l'ultimo mortale alla testa. Dopo essere stato ucciso brutalmente, gli assassini, hanno trasportato il corpo di Pietro in una zona abbandonata, Valle dei Grilli, per poi dargli fuoco e hanno smontato il suo furgone pezzo per pezzo presso il capannone di un'azienda edile a Castelraimondo. Il corpo del povero Pietro è stato trovato il 5 luglio, 17 giorni dopo la scomparsa.
Esposti striscioni e cartelli in cui si chiede giustizia fuori dal Tribunale di Macerata, dove oggi è attesa la sentenza per Giuseppe e Salvatore Farina, padre e figlio, entrambi accusati dell'omicidio di Sarchiè, i quali hanno trascorso queste ultime ore nel carcere di Camerino.
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