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Cronaca Macerata

Omicidio Pamela, Verni: "Una sentenza granitica, apprezziamo l'umanità. Macerata però non è un'isola felice"

Omicidio Pamela, Verni: "Una sentenza granitica, apprezziamo l'umanità. Macerata però non è un'isola felice"

“Apprezziamo l’umanità con cui è stata scritta la sentenza perché i giudici hanno compreso la patologia psichiatrica da cui purtroppo Pamela era affetta e sulla quale noi abbiamo sempre cercato di attenzionare la procura. Una sentenza granitica e che apprezziamo molto sotto il profilo tecnico. Condividiamo tutto il percorso logico seguito dalla Corte d’assise nel riconoscere responsabile Oseghale di tutti i reati a lui ascritti e dunque il nostro commento non può che essere positivo”. Marco Valerio Verni, legale della famiglia di Pamela Mastropietro, commenta così le motivazioni della sentenza che ha condannato all’ergastolo il 30enne nigeriano per l’omicidio della 18enne romana (LEGGI QUI).

“In molti passaggi – prosegue Verni – la Corte riconosce le nostre istanze come il fatto che Pamela ha assunto eroina quando era ancora in comunità e a questo fatto, chi di dovere, dovrà dare delle risposte."

“Siamo riusciti a dimostrare che il rapporto sessuale non è mai avvenuto nel sottopassaggio di Fontescodella, un passaggio che faceva passare Pamela per quella persona che non era e di questo siamo particolarmente contenti – ha continuato l’avvocato -. Quello di Oseghale (che aveva riferito che il rapporto fosse avvenuto appunto nel parco pubblico e non in casa, ndr.) è stato un tentativo deplorevole per tentare di sottrarsi all’accusa e una mossa miserabile che ha messo in cattiva luce la vittima.”

Sull’inattendibilità dell’ex collaboratore di giustizia Vincenzo Marino, Verni ha preferito non esprimersi.

“Se la sentenza ci pare granitica e ci soddisfa nelle motivazioni perché tratta Pamela da persona, una cosa che ci lascia perplessi è che si continui a credere che Oseghale non faccia parte di un’organizzazione criminale organizzata – sottolinea Verni come aveva già fatto anche nei giorni scorsi -. Ci sono elementi processuali rispetto alle indagini su Pamela ma anche extraprocessuali che devono essere ancora compresi. È difficile credere che Macerata sia un’isola felice quando la stessa DIA affermò che le Marche erano controllate dai Maphite, una confraternita della mafia nigeriana. È difficile crederlo anche a seguito dei numerosi arresti di cittadini nigeriani che avvengono quotidianamente: soggetti colpevoli principalmente di spaccio di sostanze stupefacenti. La certezza con cui la Corte d’Assise ha escluso che Oseghale possa far parte di una organizzazione criminale non combacia, secondo noi, con la freddezza con la quale lui stesso ha ridotto il corpo di Pamela. Le stesse intercettazioni di suoi connazionali a lui vicini riferiscono che Oseghale ‘lo aveva fatto altre volte’ o che ‘conosceva bene il corpo delle donne’. Oseghale allora quante volte lo ha fatto e perché? La nostra battaglia, sotto questo punto di vista, continua.”

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