Il gip Giovanni Manzoni del tribunale di Macerata ha archiviato l’indagine per Lucky Awelima e Desmond Lucky per l’omicidio di Pamela Mastropietro. Stop dunque alle indagini, contrariamente a quando aveva richiesto la famiglia della 18enne romana presentando opposizione alla richiesta di archiviazione della procura.
La famiglia Mastropietro, rappresentata dall’avvocato Marco Valerio Verni, si era opposta solo all’archiviazione della posizione di Desmond Lucky.
Il gip ha ritenuto che non ci sono elementi per riaprire l’indagine e quindi ne ha disposto l’archiviazione. Il gip ha anche trasmesso gli atti alla procura per valutare la possibilità di procedere per calunnia verso Vincenzo Marino e di due detenuti.
"La bellezza di vivere in un paese democratico è quella che, se da una parte si devono accettare i provvedimenti giudiziari, dall’altra però li si possono criticare, ove necessario. Non staremo a farlo qui ed ora, nello specifico, perché non lo si deve fare a prescindere, ma, a parte dei punti su cui il magistrato investito della questione non ci sembra comunque aver risposto, occorre evidenziare che lo stesso abbia disposto la trasmissione degli atti alla Procura per procedere per calunnia nei confronti di coloro che, a vario titolo, hanno, a questo punto, dichiarato cose false" - il commento della famiglia di Pamela Mastropietro, per il cui omidicio è stato condannato lo scorso 29 maggio all'ergastolo Innocen Oseghale (LEGGI QUI).
"Anche per lo stesso Oseghale, a dire il vero, il Gip ha disposto l’invio degli atti al magistrato inquirente per valutare di procedere per l’ipotesi di calunnia - continua la famiglia -. Alcuni quotidiani si sono poi sbrigati a titolare che non si sia trattato, in questa vicenda, di mafia nigeriana. Occorre raddrizzare l’informazione, almeno per quanto riguarda il nostro punto di vista: noi abbiamo chiesto che gli atti venissero inviati ai competenti uffici investigativi, perché solo questi ultimi, che hanno la visione sistemica e sistematica del fenomeno, possono verificare la loro utilità o meno e, nel quadro complessivo, nazionale ed internazionale, la loro fondatezza o meno. Ed abbiamo sempre detto pure che, sebbene l’omicidio di Pamela non possa essere per forza e direttamente maturato in un simile contesto, avremmo però voluto che, se dalle carte del suo processo fossero emersi degli indizi utili a far nascere nuovi filoni di indagine, che si fossero allora questi esplorati a 360 gradi. Come giusto che sia - ha concluso la famiglia -. Comunque, noi continuiamo la nostra battaglia, in tutte le sedi opportune: perché qualcosa non quadra."
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