Macerata, 26enne salvata sui binari dai carabinieri: "Abbiamo cercato di rassicurarla, momenti interminabili"
Una vicenda drammatica si è conclusa con un lieto fine a Macerata lo scorso 21 ottobre, quando una giovane donna di 26 anni è stata tratta in salvo dal tentativo di suicidio grazie all’intervento coordinato dei Carabinieri della Compagnia di Macerata.
Vicebrigadiere Di Stefano, come è arrivato l’allarme? Chi ha chiamato i Carabinieri?
Il pomeriggio del 21 ottobre scorso, mentre svolgevo servizio alla Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Macerata, alle ore 13:10 ho ricevuto una chiamata tramite il 112. Un uomo, visibilmente preoccupato, mi ha riferito che la sua fidanzata gli aveva manifestato intenti suicidi. Dopo una visita medica in ospedale, la donna stava dirigendosi verso la stazione ferroviaria, ma lui non poteva raggiungerla perché fuori comune per lavoro.
Come ha agito una volta ricevuto l’allarme?
Ho immediatamente inviato sul posto una pattuglia della Sezione Radiomobile, composta dal vicebrigadiere Antonio Lorusso e dal carabiniere scelto Riccardo Terrucidoro, fornendo loro le caratteristiche fisiche della donna. Contemporaneamente ho contattato la giovane al cellulare per rassicurarla e dissuaderla dall’insano gesto, mantenendo la comunicazione attiva fino all’arrivo dei colleghi.
Le ha risposto al telefono? Cosa vi siete detti?
Sì. Ho sentito dei singhiozzi, il vociare di alcune persone e il rumore dei treni. Quando le ho chiesto di confermare la sua identità ha risposto solo con un flebile “Sì”. Le ho detto che ero un carabiniere e che stavo chiamando dalla Centrale Operativa. L’ho avvisata che presto sarebbero arrivati i colleghi per aiutarla, invitandola ad allontanarsi dai binari e a osservare l’arrivo dei carabinieri. La chiamata è durata circa due minuti, ma per me sono stati momenti interminabili: ho pensato che la giovane potesse essere mia figlia e ho cercato di usare un tono rassicurante e comprensivo per guadagnare la sua fiducia.

Vicebrigadiere Lorusso e carabiniere scelto Terrucidoro, in che stato emotivo avete trovato la ragazza alla stazione ferroviaria?
Al nostro arrivo la donna era seduta sul bordo della banchina del primo binario, con lo sguardo fisso sui binari, piangente e ancora in comunicazione con la Centrale Operativa. Ci siamo avvicinati lentamente, avviando un dialogo per rassicurarla e ottenere la sua fiducia. Ci ha raccontato di essere disoccupata e di trovarsi in un momento difficile della sua vita, e di aver scelto quel treno per porre fine alla sua esistenza.
Qual è stato il passaggio decisivo che ha convinto la ragazza?
Ci siamo avvicinati gradualmente, posizionandoci ai lati della giovane per poterla afferrare in caso di gesti improvvisi. Quando un treno ha transitato sul primo binario, la donna è rimasta seduta immobile tra noi due. Guardando il convoglio, ci ha raccontato che prima del nostro arrivo aveva scelto quel treno per compiere il gesto. Dopo quel momento, si è alzata e ha seguito i carabinieri fino all’ambulanza del 118, dove ha ricevuto le cure necessarie.
Avete avuto paura? Come vi siete sentiti dopo l’intervento?
Abbiamo agito con determinazione e concentrazione, consapevoli del rischio costante in queste situazioni. La priorità era salvare la donna. Fortunatamente l’intervento si è concluso positivamente, suscitando in noi un grande senso di soddisfazione. Siamo orgogliosi di far parte di un’Istituzione sempre vicina ai cittadini, pronta a intervenire anche nei momenti più delicati e tragici.
Sempre più spesso i carabinieri intervengono per soccorrere persone fragili o vittime di violenza domestica. L’Arma e le altre forze dell’ordine invitano i cittadini a segnalare tempestivamente situazioni di rischio, permettendo interventi rapidi e prevenendo tragedie.

cielo sereno (MC)
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