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Cronaca Macerata

L'ultimo addio a Nicola Colonna, maceratese "anomalo"

L'ultimo addio a Nicola Colonna, maceratese "anomalo"

Spontaneo e libero, generoso e l'amico che ti aspetti, sempre pronto ad ascoltare, capire e sostenere. Ma soprattutto un vero testimonial di un "prodotto" sempre più raro: l'amore, quello cristallino, solido nella sua purezza del dare con piacere.

Nicola Colonna potevi conoscerlo da 50 anni o da 5 minuti, ma capivi subito la persona che era e, soprattutto, quello che poteva essere. Una persona potente, nel significato più autentico del termine: uno che esercita un potere. Quello dell’amore. Amore per gli altri.

Quegli "altri" che sono stati la dimensione perfetta della sua esistenza, la proiezione vivente dei suoi sentimenti più intimi, la cornice di quel senso che ognuno di noi tenta – spesso senza riuscirci – di dare alla propria vita.

Se l’uomo è sempre nelle sue "possibilità", di essere, di agire, di realizzare – nel bene e nel male -, Nicola era il perfetto uomo delle possibilità. Una personalità eclettica che affascinava e coinvolgeva, fino a contagiare i più riottosi.

Questo uomo potente, dotato di un arsenale infinito d’amore, è stato anche una felice anomalia per un luogo che storicamente ha sempre affossato slanci e spinte innovative, fieramente chiuso nelle sue gabbie di un perbenismo di facciata e che ancora si trastulla nelle sue glorie sempre più vanaglorie passate.

Questo maceratese anomalo è stato un irrequieto mietitore di dubbi, un dolce distruttore di certezze. E lo ha fatto risalendo con grande naturalezza quella corrente che trascina tutti nell’omologazione e nel misero gusto di perseverare nella egoistica cura del proprio orticello. Lo ha fatto, soprattutto, in silenzio. Perché l’amore, quello vero, esige silenzio.

La morte di Nicola dovrebbe portare in dote anche una riflessione profonda sul nostro modo di vivere in una comunità alla vana ricerca di una identità perduta. Viviamo in una città sempre più incurvata su sé stessa, con pancia e viso a terra, ancora impegnata nella strenua ricerca di una classe dirigente degna di questo nome, visionari che abbiano il coraggio di guardare più in là della semplice gestione dell'ordinario.

Sarà davvero un miracolo che questo esempio di silenzioso rivoluzionario, di questo imperterrito visionario, ci possa far riflettere, anche solo per un istante, sullo straordinario potere dell’amore. Su quel "dare" prima di attendere – ma anche senza attendere - di ricevere.

Quella spinta che ci fa domandare "cosa posso fare io per primo?", ancor prima di chiedere "cosa puoi fare tu per me?". Quel doveroso senso civico di esercitare i nostri doveri prima di pretendere diritti. Buon viaggio a questo maceratese anomalo, un bel regalo da conservare nella parte più intima di noi e trasmettere a chi non ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscerlo.

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