Una "Torre di Babele cruciforme". E' questa una puntuale definizione del sociologo Adriano Cancellieri sull’Hotel House, eco mostro di 17 piani nella zona sud di Porto Recanati.
Frutto di un'assurda idea di edilizia turistica degli anni ’60, inizialmente era stato progettato come un agglomerato di appartamenti sul mare destinanti a diventare le seconde abitazioni dell’emergente classe media ma, a partire dagli anni '90 si è trasformato in luogo di concentrazione di una popolazione di lavoratori immigrati. Senza eufemismi, è, a tutti gli effetti un "ghetto urbano".
In Italia non esiste nulla di simile: più di 2000 inquilini provenienti da 40 paesi diversi in uno spazio limitato di 480 appartamenti, tanto che, proprio per questo peculiare crogiolo di razze, è stato spesso al centro di inchieste e studi di carattere antropologico e etnologico.
Scorgendolo dall'esterno l'Hotel House è un mastodontico edificio con panni colorati stesi sui tantissimi balconi e centinaia e centinaia di antenne. Al mattino si possono vedere scene di ordinaria quotidianità: c'è gente che va a lavoro, bambini che aspettano l'autobus per andare a scuola, donne che chiacchierano in una cornice, tuttavia, di inesorabile degrado. Il graduale disfacimento della struttura è stato causato nel corso degli anni, da una parte, dal mancato pagamento dei servizi idrici e dell'energia elettrica, generando difficoltà sociali, razionamento dell'acqua potabile ed una serie di problematiche igienico sanitarie.
Purtroppo però, uno dei problemi principali che affligge la struttura e che ha portato anche a pregiudizi ed episodi, anche recenti, di xenofobia nei confronti degli abitanti, sono quelli, a differenza di chi vive regolarmente, che per vivere delinquono. Lo stabile è stato più volte al centro dei fatti di cronaca nera. Di notte si trasforma in un mercato per lo spaccio di droga con conseguenti episodi di violenza ai quali gli abitanti assistono impotenti. Sono gli inquilini le prime vittime dei delinquenti. Perché lì "lavorano" delinquenti veri, in contatto con i clan mafiosi.
I colori si rivelano solo quando gli oggetti vengono illuminati dalla luce ma ancora tanta luce bisognerà fare per squarciare il velo dei pregiudizi.
Questa mattina una task force coordinata da Andrea Innocenzi, primo dirigente della Polizia di Stato, ha effettuato dei controlli nel mega condominio per contrastare il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti e per controllare residenti e licenze (l'ultimo blitz risale a dicembre 2015, leggi qui). Sei appartamenti ed una quarantina di persone controllate hanno portato al sequestro di 10 bombole di Gpl e piccole dosi di sostanze stupefacenti. E' risultato irregolare solamente un cittadino di origini pakistane, senza permesso di soggiorno che verrà rimpatriato. Cinque gli esercizi commerciali controllati, tutti con licenza regolare. (leggi qui).
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