"Ha trasformato Tolentino nella Civiltà del Sorriso": muore Antonio Mele, ex direttore artistico della Biennale
Questa mattina è scomparso nella sua casa romana Antonio Mele, in arte Melanton. Era nato a Galatina (Lecce) il 13 luglio 1942 e viveva con la famiglia a Roma. È stato direttore artistico della Biennale Internazionale dell'Umorismo nell'Arte e del Museo della Caricatura di Tolentino dalla 16esima alla 22esima edizione.
Grazie alla sua sagacia organizzativa ha dato un forte impulso negli anni di fine secolo sia alla Biennale che alle diverse edizioni di mostre personali dedicate ai più grandi umoristi italiani e allestite negli anni pari in cui non si teneva la stessa rassegna umoristica.
Grazie anche a lui si deve l’arrivo a Tolentino di Federico Fellini, Nino Zà, Mordillo, Altan, Forattini, Bucchi, Giarratana, Trojano, De Angelis, Bruna, Staino solo per citarne alcuni senza dimenticare Patch Adams.
Come aveva fatto Luigi Mari negli anni '60 e '70, Melanton era riuscito anche grazie alla sua giovialità ed empatia a creare a Tolentino, in occasione della Biennale, un vero e proprio punto di incontro tra tutti i più importanti artisti, dando vita ad un vero e proprio cenacolo di grandi umoristi.
Sempre sotto la sua direzione, la Biennale e il Museo hanno promosso diverse mostre tra cui l’esposizione alla Columbus University di New York, al Festival del Cinema di Avignone, al Festival dei Due Mondi a Spoleto e al Museo Martini di Pessione.
Molti i saggi critici che ha curato e che sono stati inseriti nei cataloghi e nelle tante pubblicazioni che ha coordinato negli anni di direzione artistica della Biennale e non solo. Giornalista, disegnatore e autore satirico, collaboratore di numerosi giornali italiani e stranieri (fra cui "Il Corriere Canadese"), è stato anche redattore del "Marc'Aurelio" e del nuovo "Travaso", vignettista del "Satyricon" di Repubblica, disegnatore politico del Quotidiano di Lecce. Per molti anni ha curato una rubrica fissa sul mensile dell’Arma dei Carabinieri.
Impegnato nell'umorismo puro, giocoso e surrealista come nella satira sociale, Melanton esprimeva i suoi “messaggi" attraverso un linguaggio grafico essenziale e incisivo, sempre intriso di ammiccante ironia.
Presente con i suoi disegni su molti libri di satira, di giochi e di racconti per bambini (ha illustrato 6 favole e una torta - premiato a Bordighera - e per la Rai una serie di dieci Fiabe di Italo Calvino), ha ricevuto importanti riconoscimenti fra cui la Targa d'Oro e il Dattero d'Argento al Salone dell'Umorismo di Bordighera, la Targa d'Argento al World Cartoon di Skopie e il prestigioso Premio del Consiglio d'Europa a Berlino.
Ha a lungo collaborato con Fabio Santilli nel progetto la "Tentazione Comica" ed è stato tra i fondatori del centro Studi e del Premio Galantara oltre che di altre importanti rassegne. Alcune sue opere sono ospitate in diversi musei tra cui ovviamente il Miumor, il Museo della Caricatura di Tolentino, a Forte dei Marmi, a Montreal, al Museo di Storia Contemporanea di Bonn e in esposizioni tematiche in Belgio e Romania.
Antonio Mele era un artista a tutto tondo che oltre ai disegni umoristici ha avuto successo anche grazie ai suoi componimenti poetici. Ha pubblicato diversi volumi con le raccolte delle sue poesie tra cui “A mio padre scrivo”, “Aspetta, luna…”, “Poesie di terra”, “Da un altro cielo”, “Il tempo contadino”.
L'Accademia di Ca’ dei Carraresi, a Treviso, ha promosso un seminario di poesia in suo onore e nell’occasione, lo scrittore e saggista Renzo Demattè, riprendendo un giudizio già manifestato dallo storico dell’arte Federico Zeri, ha detto: “Antonio Mele-Melanton esprime la sua poliedrica personalità creativa in campi diversi, con un impegno istintuale e intellettuale appassionato e coinvolgente, intriso di valori propriamente umanistici, e sempre segnato da un gusto del gioco e dell’ironia, che invita pienamente alla riflessione e al sorriso". Ha vinto, fra gli altri, il “Premio Leonforte”, il “Premio Peltuinum” e il “Premio Rabelais” di poesia sul vino.
"Con la scomparsa di Antonio Mele - ricorda il sindaco Mauro Sclavi - si chiude una pagina importante della nostra Biennale. Resteranno, fortunatamente i suoi disegni e i suoi scritti che ci invitano, anche oggi a sorridere, ad affrontare la vita con quel piglio positivo che era proprio dello stesso Melanton. La nostra città e la Biennale e il Miumor devono molto al suo lavoro e alla sua professionalità.
"Sicuramente ha dato un forte impulso alla costante crescita della cultura dell’arte umoristica e satirica, trasformando Tolentino nella 'Civiltà del Sorriso', facendo conoscere e apprezzare anche oltre i confini nazionali sia la Biennale che il nostro Museo. È stato uno dei più importanti umoristi italiani che ha lasciato davvero un segno indelebile nell’arte satirica. Ci mancheranno il suo sorriso, la sua brillante intelligenza e la sua 'graffiante' matita che con pochi tratti decisi riusciva sempre a divertirci e farci riflettere sulla nostra quotidianità. Alla moglie Teresa e alle figlie Paola e Annalydia il mio personale cordoglio, quello dell’Amministrazione comunale e della città tutta". I funerali si terranno a Roma nei prossimi giorni.
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