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Cronaca Macerata

Scacco alla banda dei ladri d'auto: 36 furti scoperti, quattro arrestati (FOTO e VIDEO)

Scacco alla banda dei ladri d'auto: 36 furti scoperti, quattro arrestati (FOTO e VIDEO)

Nella mattina odierna i Carabinieri del Comando provinciale di Macerata, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di Cerignola, hanno arrestato una banda di ladri di auto, proveniente dal Foggiano. Si tratta di quattro pregiudicati - residenti trai i comuni di Cerignola e San Ferdinando di Puglia - nei confronti dei quali è stata eseguita ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Tre di loro sono originari di Cerignola, mentre il quarto membro è di nazionalità rumena. Il più giovane componente della banda ha soltanto 21 anni, mentre il più anziano trentasei: di 25 e 30 anni gli altri due arrestati. Tutti vantano diversi precedenti per reati legati agli stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi. 

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata, sono state condotte dalla Sezione Operativa della Compagnia di Macerata in sinergia con il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Macerata, e hanno permesso di acclarare che i quattro soggetti si sono resi responsabili, in modo continuativo dal febbraio al settembre scorso, di numerosi furti di autovetture di grossa e media cilindrata (per lo più Volkswagen Golf, Up, Tiguan, Audi A3, Seat Leon e Ibiza), in numerose località nelle vicinanze del tratto autostradale dell’A/14 che collega il foggiano all’Emilia Romagna. L'operazione è stata soprannominata "Radiator Spings", traendo spunto dal celebre cartone animato "Cars". 

Sono in totale 36, nel complesso, i furti scoperti dagli investigatori dell’Arma, commessi tra Abruzzo (7, la maggior parte dei quali a Giulianova), Grottammare (2), la provincia di Macerata (13, tra Macerata e Civitanova Marche), quella di Pesaro (2, a Gradara e Gabicce) e Fermo (7, tra Sant'Elpidio a Mare, Porto Sant'Elpidio e Porto San Giorgio), Rimini (4) e Cesena (1). Il primo furto risale allo scorso 27 febbraio, proprio a Civitanova Marche.

Il guadagno illecito stimato è di circa 500.000 euro (considerando anche il successivo riciclaggio dei veicoli), oltre agli inquantificabili danni morali subiti dalle vittime dei furti, molti dei quali hanno dovuto sostenere grandi sacrifici per l’acquisto delle proprie auto, che  nessuno purtroppo potrà restituirgli.

L’indagine ha preso le mosse dal mese di maggio di quest’anno, quando nella città di Macerata sono stati denunciati i primi furti di autovetture. L'attività investigativa, prolungatasi per oltre 5 mesi, si è basata in un primo momento su un’ampia attività di analisi del traffico telefonico (sviluppati oltre 2 milioni di dati su tutte le celle delle località dove si sono consumati i furti), per poi procedere con uno studio del “modus operandi” adottato dagli indagati nella commissione dei colpi e all’accurato esame dei numerosi filmati acquisiti dalle videoriprese di sorveglianza sia della città di Macerata che di altri comuni della provincia, nonchè dei relativi passaggi dai caselli autostradali. 

L'acquisizione del traffico telefonico ha permesso di localizzare tutte le utenze in uso al gruppo malavitoso, acclarandone il loro rodato modus operandi nonché l'utilizzo di un linguaggio in codice.

IL MODUS OPERANDI - Gli indagati partivano all'ora di cena da Cerignola per raggiungere nel pieno della notte le città prossime alle uscite autostradali dell’A14 delle regioni Abruzzo, Marche ed Emilia Romagna; quindi spegnevano i telefoni che poi accendevano e utilizzavano quasi esclusivamente dopo i raid notturni. Giunti nelle località prescelte individuavano l’obiettivo (un’auto e a volte anche più macchine nella stessa notte).

A seguire, la banda metteva in atto la tecnica della “centralina modificata”, consistente nella sostituzione della centralina elettronica originale con un’altra contraffatta, che permette di accendere il veicolo con la chiave corrispondente alla centralina modificata ad hoc in loro possesso, dopo aver forzato anche il blocchetto di accensione. Dopo la commissione dei furti, i malfattori riaccendevano i loro cellulari e ritornavano alla volta di Cerignola.

È stato inoltre possibile appurare che il leitmotiv della banda pugliese era quello di muoversi sempre con la stessa macchina per giungere sui luoghi dei furti e che, una volta rubati i veicoli, utilizzavano la stessa come “staffetta”, che precedeva sempre di alcune centinaia di metri l’auto rubata, costantemente in contatto con il complice che era alla guida (da solo) dell’auto rubata, per assicurare che la strada fosse libera da posti di controllo delle Forze dell’Ordine. Per ogni colpo la banda era sempre composta da 3-4 persone. 

Una volta fatto rientro a Cerignola, le autovetture rubate finivano nelle mani di ricettatori, che le smontavano fino a renderle semplici carcasse, prive di ogni componente, così come è stato poi confermato dal massiccio rinvenimento di scocche di autovetture del 30 luglio scorso, sul letto del torrente Carapelle del Comune di Cerignola, dove un quantitativo ingente di mezzi è stato letteralmente cannibalizzato e poi abbandonato.

Durante le diverse perquisizioni domiciliari effettuate, i militari hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro 6 radio portatili ricetrasmittenti, 9 telefoni cellulari e 1 navigatore TOM TOM (dalla cui cronologia sono emersi numerosi passaggi presso le località dei furti). 

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