Ieri 27 novembre, alle ore 15.30 circa, a Civitanova Marche, i carabinieri della locale stazione, quelli del nucleo antisofisticazioni e sanità di Ancona con i carabinieri forestali del comando del gruppo di Macerata e il nucleo dei carabinieri dell'ispettorato del lavoro di Macerata unitamente agli ispettori dell’i.t.l., nel corso dei “controlli straordinari nel settore agricolo e agroalimentare/forestale ed ambiente – 2018”, a conclusione di una delle attività ispettive, hanno adottato il provvedimento di sospensione posticipata dell’attività imprenditoriale, ai sensi dell’art. 14, comma 1, del d.lgs. 81/2008 e s.m.i. nei confronti di un ristorante sito a Civitanova Marche sul lungomare Piermanni, per aver impiegato 2 lavoratori in nero su 7 presenti all’atto dell’accesso ispettivo per una percentuale del 28,57%. La sospensione scatta alle ore 12 odierne se il ristoratore non provvede alla regolarizzazione delle maestranze e al pagamento di una prima sanzione di 500 euro.
Complessivamente sono state contestate al titolare sanzioni amministrative per circa 8.000 euro.
Ulteriori accertamenti in corso.
Nella giornata di ieri a Civitanova Marche i carabinieri di quartiere, durante la vigilanza a piedi lungo corso Umberto per contrastare il fenomeno dei furti ai danni delle attività commerciali hanno notato una persona sospetta che si aggirava controllando le vetrine. Così lo hanno seguito e fermato davanti alla stazione ferroviaria.
Dal controllo dei documenti e dopo le verifiche in banca dati, i militari hanno arrestato l'uomo, M. F. S., un rumeno del 1986 ivi residente e senza fissa dimora poichè a suo carico risultava pendente un ordine di carcerazione emesso dalla procura dalla repubblica presso il tribunale di Ascoli Piceno il 13 giugno scorso, in quanto, condannato per furto aggravato ed inosservanza ai provvedimenti dell’autorità commessi a Teramo ed Ascoli Piceno nel 2014 e 2016, doveva espiare tre mesi di reclusione.
L’arrestato, dopo le formalità di rito, e stato tradotto presso la casa circondariale di Fermo.
Nella giornata di ieri, 27 novembre verso le ore 23.00 a Porto Recanati, i carabinieri della locale stazione unitamente a quelli del nucleo operativo e radiomobile, nell’ambito del rafforzamento dell’attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di stupefacenti hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini spaccio di sostanze stupefacenti di un pakistano del 1989, in Italia senza fissa dimora, irregolare sul territorio nazionale, un pakistano del 1981, di fatto senza fissa dimora, regolare sul territorio nazionale, un pakistano del 1987, in Italia senza fissa dimora, irregolare sul territorio nazionale, una marocchina del 1980, in Italia senza fissa dimora, regolare e una italiana del 1989, residente a Castelfidardo, in provincia di Ancona, poichè alle ore 16.00, nel corso di un'irruzzione all’interno di un appartamento sito al 5° piano del noto condominio “Hotel House”, composto da 480 appartamenti prevalentemente occupato da extracomunitari, venivano sorpresi intenti alla preparazione e suddivisione dello stupefacente di eroina in dosi.
L’operazione è scattata dopo che una delle donne era entrata nell’appartamento, verosimilmente con l’ovulo da 50 grammi di eorina, ancora pura, tant’è che è stato trovato tagliato con il coltello per estrapolare lo stupefacente e “tagliarlo” con il mannitolo così da preparare poi le dosi per i tossicodipenmdenti in attesa.
Durante la perquisizione sono stati rinvenuti un ovulo da 50 grammi di eroina ancora da tagliare con altre sostanze e suddividere in dosi, 10 grammi di eroina già preparata e pronta per la suddivisione in dosi, 26 grammi di sostanza da taglio tipo mannitolo, una dose da 2 grammi di eroina, una dose di hashish da 0,50 grammi e denaro contante per 535 euro. Ancora, 7 telefoni cellulari e 12 sim, 1 bilancino di precisione, un coltello e una forbice e materiale per il confezionamento delle dosi.
Nella zona del parcheggio del condominio sono stati inoltre identificati 7 tossicodipendenti, molti residenti fuori provincia, che confermavano di essere acquirenti di stupefacenti dal gruppo arrestato.
Al termine delle formalità di rito, gli arrestati di sesso maschile saranno tradotti alla casa circondariale di Ancona mentre le donne alla casa circondariale di Pesaro, in attesa del processo per direttissima a disposizione dell'autorità giudiziaria.
I Carabinieri della Stazione di Tolentino, al termine di attività d’indagine hanno denunciato un uomo di 55 anni (C. S.) residente nel perugino, resosi responsabile di tentato furto presso l’area di servizio IP di C.da Rancia.
Era accaduto a metà settembre, quando il personale dell’area di servizio, nel corso della mattinata aveva sentito dei rumori insoliti provenire da una stanza della struttura adibita a spogliatoio, dove i dipendenti lasciano abiti ed effetti personali. La titolare dell’esercizio commerciale, insospettita dai rumori si era recata a verificare, trovandosi di fronte un uomo intento a rovistare alla ricerca di refurtiva, entrato dopo aver danneggiato la porta retrostante la struttura. L’uomo, successivamente descritto nelle sue fattezze fisiche, vistosi scoperto è fuggito frettolosamente all’esterno allontanandosi a bordo di una autovettura. La scena veniva notata anche da tre ragazze dipendenti dell’area di servizio, che insieme alla titolare riuscivano ad annotare la targa della Fiat Panda con cui l’uomo si era allontanato.
L’area di servizio in questione è munita di impianto di videosorveglianza, le cui immagini, acquisite dai Carabinieri, hanno permesso di individuare l’uomo, che aveva agito a volto scoperto.
Gli accertamenti che ne sono scaturiti, effettuati incrociando i dati della targa dell’autovettura intestata ad uno straniero prestanome, e le immagini acquisite, hanno permesso di risalire all’identità dell’uomo, già gravato da precedenti e residente in provincia di Perugia. Le donne che avevano avuto modo di vederlo all’opera sono state sottoposte ad individuazione fotografica, a seguito della quale riconoscevano l’uomo con assoluta certezza.
Si continua ad indagare in relazione ad altri furti di cui l’uomo potrebbe essere responsabile. Per ora dovrà rispondere di tentato furto e danneggiamento.
I carabinieri della stazione di Montecassiano hanno denunciato un 38enne dell'Est ed una donna italiana di 32 anni per concorso in possesso ingiustificato di oggetti da scasso.
Il giro di vite messo in atto negli ultimi giorni dalla compagnia dei carabinieri di Macerata per contrastare i furti negli appartamenti ha condotto ai primi risultati.
Nella scorsa notte i militari hanno notato una Volkswagen Golf che si aggirava furtivamente e, il conducente, alla vista dei mezzi militari ha cercato di accelerare ma è stato immediatamente bloccato.
Nell'auto erano in due: il conducente e una donna, entrambi già noti alle cronache.
I militari hanno effettuato una perquisizione sul mezzo e da.questa sono rinvenuti oggetti atti allo scasso quali cacciaviti ed un frullino.
Sull'auto inoltre, gravava anche un decreto di sequestro per cui la donna è stata denunciata anche per appropriazione indebita del mezzo sottratto al sequestro.
Sull'uomo invece gravava un decreto di espulsione da parte del prefetto di Fermo, al quale non aveva ottemperato: è stato infatti denunciato per illecita permanenza sul territorio nazionale ed accompagnato alla questura di Macerata per le pratiche del caso.
Ancora, dulcis in fundo, l'uomo aveva la patente revocata e pertanto gli è stata fatta la contravvenzione per guida senza patente.
I rapitori della volontaria italiana "volevano un riscatto lampo, ma Silvia non aveva soldi né il telefono. Qualcuno allora voleva lasciarla libera, ma gli altri si sono rifiutati". Lo racconta all'ANSA James, un ragazzo nigeriano la cui istruzione è sostenuta dalla onlus per cui lavora Silvia Romano, testimone dei minuti drammatici del rapimento.
"Silvia piangeva disperata, urlava 'aiutatemi' mentre veniva trascinata via dagli uomini armati
Erano almeno in 4, li abbiamo seguiti ma hanno iniziato a sparare per tenerci lontano. Noi avevamo solo i coltelli".
I fenomeni di accattonaggio e di molestia alle persone sono sempre più frequenti nelle città italiane. Nella città di Macerata il fenomeno è attentamente monitorato ed è stato quasi completamente debellato, ad eccezione di pochi casi riguardanti alcuni cittadini nigeriani che si ostinano a proseguire nell’attività di elemosina spostandosi da un luogo all’altro, al fine di evitare i controlli.
In particolare, i soggetti di nazionalità straniera, prendono di mira i luoghi di culto, le piazze e i bar al fine di chiedere denaro, spesso limitando il libero utilizzo degli spazi pubblici comuni. Questi individui arrivano, alle volte, anche a limitare la libertà dei cittadini attraverso un’insistenza petulante che può sconfinare nella minaccia e nella violenza vera e propria.
I poliziotti della Questura di Macerata continuano ad effettuare serrati controlli per eliminare completamente il fenomeno e indagare sulla sua reale natura. In particolare, in data di ieri, dopo aver effettuato un’attività di osservazione attraverso lunghi appostamenti, alcuni poliziotti hanno finto di essere mendicanti posizionandosi davanti alle chiese ed ai supermercati al fine di verificare il comportamento di questi stranieri, anche per scoprire i loro movimenti.
In effetti alcuni degli stranieri presenti, quasi marcassero il territorio presidiato, hanno mostrato segni di insofferenza al semplice avvertimento della presenza di altre persone che potessero operare quali “competitors”.
I poliziotti, quindi, hanno constatato che questi soggetti stranieri possedevano telefoni cellulari costosi e orologi di marca al polso, oggetti quindi il cui valore appare sproporzionato rispetto alle loro concrete possibilità economiche ed inoltre che si conoscevano tutti molto bene ed ognuno di loro conosceva la posizione dell’altro.
Alcuni di loro, in assenza di documenti di riconoscimento e titoli di soggiorno al seguito, sono stati controllati in modo più approfondito ed è stato così possibile accertare che qualcuno presentava anche precedenti per violenza e resistenza al pubblico ufficiale. La Polizia sta ora analizzando le differenti posizioni dei soggetti al fine di scoprire se tali comportamenti rispondano ad un vero e proprio racket dell’elemosina di tipo organizzato dove ogni straniero avrebbe la propria zona di riferimento, rispondendo a soggetti che si porrebbero a capo di un sodalizio criminoso.
Certamente dimostrare questa connessione non è cosa facile ma i continui controlli stanno disvelando che queste persone agiscono puntualmente in zone ben determinate della città.
Infatti, alla luce di tali accertamenti, emerge anche che spesso i mendicanti avvertono i loro complici sia in merito alle richieste di elemosina, come a volere riferire del “bottino” guadagnato sia in ordine alle zone “più produttive”, come ad esempio le Chiese nelle giornate festive come la domenica in cui c’è molta affluenza di persone o i supermercati durante i periodi in cui ci sono delle promozioni e maggiore afflusso di clientela, quindi maggiori guadagni per loro.
Piano di evacuazione della zona nel raggio di 800 metri per 12mila persone che abitano nelle 86 vie vicine al luogo di ritrovamento dell'ordigno.
È questo il piano definitivo presentato dal Sindaco di Ancona Valeria Mancinelli e dall'assessore alla Protezione Civile Stefano Foresi in merito alla bomba, residuato bellico, che era stata rinvenuta il 17 ottobre scorso sulla linea ferroviaria in zona Archi-Stazione ad Ancona e sarà rimossa il 20 gennaio prossimo dagli artificieri.
"Invitiamo la popolazione che abita nella 'zona rossa' - l'appello del sindaco - a liberare l'area interessata con mezzi propri, e provvederemo a spostare i cittadini che non possono farlo, accompagnandoli con mezzi pubblici gratuiti nei centri di accoglienza".
Le operazioni di evacuazione cominceranno alle 4:30 della mattina del 20 gennaio, ha spiegato Foresi, per consentire agli artificieri di cominciare l'opera di bonifica che durerà dalle 9:00 alle 19:00. Chiusi stazione Fs e porto, negozi, ristoranti, chiese, circoli.
(ANSA)
La presidente dell'Ordine degli avvocati di Macerata interviene sulle contestazioni ai due difensori di Innocent Oseghale, fatti "oggetto di insulti e sputi".
Un fatto che, "fermo restando l'estrema gravità dei delitti in danno di una ragazza indifesa contestati all'imputato - si legge nella nota della presidente avv. Maria Cristina Ottavianoni - non può passare sotto silenzio.
E' evidente che stiamo rischiando la messa in discussione di uno dei principi fondamentali del vivere civile: quello cioè dell'inderogabilità del diritto alla difesa garantito a chiunque dalla nostra Costituzione. Di qui la nostra recriminazione e la nostra solidarietà ai due colleghi, prima ancora che come ordine professionale, come cittadini di questo Paese"
Nella giornata di ieri il Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio ha un divulgato un comunicato stampa relativo al processo Oseghale tenutosi ieri al Tribunale di Macerata. Di seguito il contenuto integrale della sua nota.
Nella mattinata di oggi, dinanzi alla sede del locale Tribunale, poco prima dell’inizio dell’udienza preliminare fissata in relazione al processo penale relativo all’omicidio commesso in danno di Pamela MASTROPIETRO, i due difensori di fiducia del cittadino nigeriano OSEGHALE Innocent, avvocati MATRAXIA e GRAMENZI del foro di Ascoli, sono stati insistentemente ingiuriati con epiteti vari e con espressioni di orientamento razzista da vari manifestanti. Esprimo il mio rincrescimento per quanto accaduto, manifestando la mia piena solidarietà ai due legali. Evidenzio che in uno Stato democratico gli avvocati ricoprono un ruolo insostituibile di garanzia.
Senza contare che i due citati avvocati avevano chiesto la definizione con rito abbreviato del processo in questione, condizionato all’ascolto – nel contraddittorio delle parti – dei loro due consulenti medico -legali e di un teste , ottenendo anche il parere favorevole di questo Ufficio, che aveva chiesto – a controprova – l’ascolto di un testimone e dei propri due consulenti medico-legali, ad eventuale confutazione delle argomentazioni sviluppate dai due consulenti e dal teste della difesa. In tal modo, sarebbe stato possibile giungere ad una definizione rapida del processo, evitando la presumibile audizione di circa 50 testimoni in dibattimento dinanzi alla Corte di Assise.
E, per vero, la celebrazione del giudizio abbreviato condizionato, sollecitata dalla difesa, qualora la tesi accusatoria fosse stata integralmente accolta, avrebbe potuto comunque comportare per l’Oseghale il rischio di essere condannato all’ergastolo. Sennonché, il giudice per l’udienza preliminare ha ritenuto il processo non definibile allo stato degli atti. Conseguentemente, il 13 febbraio 2019 dinanzi alla Corte di Assise del locale Tribunale avrà inizio il processo ordinario. Confido sul fatto che - nel pieno rispetto dell’autonomia decisionale nei rispettivi ruoli istituzionali – prima di detta udienza si possa raggiungere con tutti i difensori delle altre parti processuali un accordo finalizzato a contenere – per quanto possibile - l’espletamento delle prove orali (c.d. patteggiamento sulle prove), in modo da giungere ad una sentenza di primo grado, prima dell’estate del 2019.
Mancano le autorizzazioni, i Carabinieri sanzionano un centro massaggi di Potenza Picena.
Il centro, di proprietà di un cinese dell’86, è stato controllato ieri mattina dai carabinieri che hanno verificato la mancata formalizzazione alle autorità competenti della S.C.I.A. all’apertura dell’attività.
La sanzione elevata è di 1.666 euro.
Tre studentesse di 17 anni sono state denunciate perché sorprese a rubare capo di abbigliamento in un negozio del centro commerciale Cuore Adriatico.
Il personale del negozio Kiabi si è accorto che le tre si erano impossessate di abiti, una volta rimosso l'anti taccheggio, è hanno avvisato i carabinieri.
Marito e moglie, marocchino 46enne lui, campana 35enne lei, sono stati denunciati a piede libero dai carabinieri di Recanati perché ritenuti responsabili dei furti alle offerte nella parrocchia del Cristo Redentore.
I due, dopo essere stati messi in fuga dal vice parrocco, sono stati riconosciuti nei riscontri fotografico e identicati. Da qui il provvedimento
Rocambolesco incidente stasera a Monte San Giusto, lungo via Macerata, la strada che collega il paese a Villa San filippo.
Un uomo, allontanatosi dopo aver parcheggiato la sua auto, l'ha vista sfrenarsi ed iniziare a scivolare in discesa.
Probabilmente nel tentativo di fermare il veicolo, si è gettato dietro l'auto trattenendo la come poteva. Il peso e la gravità non hanno giocato a suo favore, tanto che il veicolo ha trascinato il povero malcapitato nella sua breve corsa costringendolo infine contro un albero a lato strada.
Subito allertati, sono giunti sul posto i vigili del fuoco, l'ambulanza della croce Verde ed i carabinieri.
L'uomo, disincagliato dalla morsa del veicolo, è stato trasportato all'ospedale di Civitanova ma sebbene con molteplici traumi, non versa in gravi condizioni.
In questi ultimi giorni si sono verificati alcuni furti nei territori di Pollenza e Corridonia.
La sera del 24 novembre scorso si sono verificati 3 furti a Pollenza, in zone decentrate. Gli ignoti una volta effratto porte o finestre, senza proprietari all’interno, hanno asportato oggetti d'oro. Il valore della refurtiva varia dai 1.000 ai 2.000 euro.
La sera seguente, a Corridonia, in zona industriale, ignoti, dopo aver effratto una porta, si sono introdotti in un’abitazione, in cui i proprietari erano momentaneamente assenti, ed hanno asportato anche qui oggetti d'oro per alcune migliaia di euro non quantificati.
I militari della Compagnia di Macerata, che avevano già in atto controlli, alla luce degli ultimi episodi, hanno ulteriormente intensificato la presenza di militari.
Il processo per Innocent Oseghale, il pusher nigeriano accusato di avere ucciso e fatto a pezzi Pamela Matropietro si svolgerà con rito ordinario davanti alla Corte di Assise di Macerata e si aprirà il 13 febbraio 2019. Lo ha deciso il gup che, respingendo la richiesta di rito abbreviato, che prevede uno sconto di pena, avanzata dalla difesa e concordata con la Procura di Macerata. Il procuratore Giovanni Giorgio prevede "un processo lungo" con 50 testimoni da sentire. Fuori dal tribunale manifestanti con striscioni hanno urlato "assassino, mostro" contro Oseghale e contestato i legali della difesa e il sindaco di Macerata Romano Carancini. Il Comune si è costituito parte civile. Oseghale ha letto una dichiarazione di scuse, ribadendo la sua versione: Pamela non l'ha uccisa, ma ne ha fatto a pezzi il corpo dopo la morte per overdose. (Ansa)
Un tribunale blindato quello che stamattina sta ospitando il processo ad Innocent Oseghale, il nigeriano accusato di avere violentato, ucciso, fatto a pezzi e abbandonato in strada il cadavere della 18enne Pamela Mastropietro.
L’imputato è arrivato dal carcere di Forlì e ad attenderlo una folla di manifestanti che chiedono giustizia per Pamela. Sceso dal furgone Oseghale è stato accolto dalle grida: "Mostro", "Ergastolo" e "Fuori i mostri dall'Italia". Tra i presenti una ragazza si è sentita male ed è stata soccorsa dall'ambulanza ma non è stata trasportata al pronto soccorso.
Gli avvocati di Oseghale Umberto Gramenzi e Simone Matraxia chiederanno il rito abbreviato, condizionato all’esame di alcuni testimoni. La tesi della difesa è che Oseghale non abbia violentato, né ucciso la ragazza.
Insulti e spintoni anche per il sindaco di Macerata Romano Carancini che, all'uscita del tribunale dopo aver partecipato all'udienza, è stato scortato da polizia e carabinieri fino alla macchina.
Un incidente si è svolto questa notte, intorno all'una di notte circa, nel Comune di Serravalle del Chienti, in Superstrada SS 77 al Km 23.00 nella Galleria Varano direzione mare.
Ad essere coinvolto un furgone adibito a pulmino che trasportava 8 ragazze di una squadra di pallacanestro, che ha urtato più volte le pareti della galleria.
Le persone sono state tutte trasportate presso l’ospedale di Camerino. La dinamica dell’incidente è in via di accertamento da parte delle autorità competenti. Sul luogo i vigili del fuoco che hanno messo in sicurezza e soccorso le persone coinvolte.
Finisce fuori strada con l'auto nel cuore della notte. È accaduto intorno alle ore 01.14 circa, nel comune di Castelraimondo, in Contrada Colle Lepre.
La dinamica dell’incidente è in via di accertamento da parte delle autorità competenti. Sul posto i vigili del fuoco che sono intervenuti oer soccorrere il conducente e recuperare l'auto finita fuori dalla carreggiata.
Finisco fuori strada con l’auto che si è ribaltata più volte. Una carambola che, fortunatamente, è costata a due giovani, un ragazzo e una ragazza, solo qualche ferita. L’auto, una Polo, è invece distrutta.
L’incidente è avvenuto questa sera in contrada Morica, a Macerata. Sul posto i vigili del fuoco, la polizia stradale e il personale del 118 che ha predisposto il trasporto dei due al pronto soccorso cittadino.