Ammettetelo, ci volete prendere per stanchezza... Non tornavo a Visso da mesi, tanti mesi. Da quando il terremoto ha devastato il paese, rendendolo una sorta di città fantasma, come tutto l'entroterra maceratese. E mai avrei pensato che tutto fosse rimasto come allora. In cinque mesi non è cambiato assolutamente nulla, a parte il ponte realizzato dai vigili del fuoco per l'accesso alla zona rossa e inaugurato stamattina.
Non solo ancora non c'è neanche una parvenza di ricostruzione, ma addirittura le macerie sono tutte esattamente nello stesso posto in cui si trovavano cinque mesi fa, dopo essere crollate dagli edifici. Nella zona rossa di Visso (ma come a Visso in tutti gli altri Comuni devastati dal sisma), il tempo si è fermato ad ottobre. Da allora non è successo più niente. Niente. Quando sono entrato stamattina in centro, attraversando quel breve tunnel costruito dagli encomiabili e infaticabili vigili del fuoco, non ho saputo trattenere un moto di rabbia, una profonda incazzatura che mi ha portato a filmare tutto e a trasmetterlo in diretta. Qui non solo non si parla di ricostruzione, ma non si è stati capaci neanche di togliere le macerie, di dare almeno una parvenza di voler far tornare questi posti meravigliosi com'erano un tempo.
Scrive un amico su Facebook: "Ottobre 2001 / maggio 2002, 7 mesi per portar via le macerie delle torri gemelle, circa 5 milioni di tonnellate dal centro di New York. Qui da noi ancora devono portare via tutto. Con queste premesse mettiamoci l'anima in pace, non ce la faremo mai". Parole sante.
All'indomani del sisma, scrissi che niente sarebbe stato più come prima. Ma intendevo che le nostre vite sarebbero state segnate indelebilmente dal terremoto. Ora invece quelle parole assumono un valore diverso, purtroppo quasi di profezia: niente sarà più come prima, perchè queste meravigliose perle incastonate nei Sibillini rischiano di restare solo un ricordo da tramandare nei libri di storia. Avete presente Pompei? Ecco, un qualcosa del genere. Di questo passo, fra cinquant'anni arriveranno (allora sì) frotte di turisti a farsi la foto ricordo sulle macerie di Visso, Ussita, Castelsantangelo, Pieve Torina e via dicendo. "Qui un tempo c'erano dei bellissimi paesi che nell'ottobre del 2016 vennero distrutti da un forte terremoto. La gente fu costretta ad andarsene e non tornò più": voi che comandate, voi che prendete le decisioni, voi che scegliete il nostro futuro, sì dico a voi. Noi non vogliamo fare questa fine. La gente vuole tornare nelle proprie case, vuole tornare alla propria vita, alle proprie abitudini, alla propria quotidianità.
In cinque mesi (quasi sette, se partiamo dal sisma di agosto), non si sta neanche ipotizzando una bozza di ricostruzione, mentre si spendono vagonate di soldi per tenere le persone negli alberghi e in autonoma sistemazione Vagonate: oltre trenta milioni di euro da quando è iniziata l'emergenza. Vogliamo dire che con trenta milioni non si poteva almeno iniziare la ricostruzione leggera e riportare a casa migliaia e migliaia di sfollati? Invece no. Qui non arrivano neanche le casette di legno. Pare che si speri (pare e speri... verbi da cui già traspare la certezza in cui ci si sta muovendo, ndr) di averle prima del prossimo inverno. No vabbè, dai, state scherzando, no? Ma sì, perchè poi vediamo che a Norcia le casette (per quanto assegnate col tribale metodo dell'estrazione a sorte) sono arrivate. L'ex premier a Porta a Porta afferma "È fondamentale far ripartire il turismo perché Norcia se non riparte il turismo è morta. Io vorrei che si facesse tutti quanti insieme, senza far polemica su questi argomenti". Ma certo. Per par condicio bisogna aggiungere che ha anche detto "Io vorrei fare un appello: quest’anno andiamo in vacanza nelle Marche, in Umbria, in Abruzzo, andiamo in quei territori che sono stati colpiti dal terremoto". E qui, francamente, come marchigiano terremotato, mi sento decisamente preso per il culo. Signor Renzi, dove dovrebbero andare a fare turismo le persone a Visso, a Ussita, a Camerino, a Pieve Torina, a Muccia? Dove? In quali strutture ricettive, visto che sono tutte crollate o, quando è andata bene, inagibili?
La sensazione che noi marchigiani (del sud della regione, per essere precisi) siamo visti come cittadini di serie B, arriva anche dalla bozza di ordinanza che il commissario Errani ha presentato ai sindaci terremotati, con tariffe per la ricostruzione che non consentiranno neanche di coprire i costi di riparazione delle abitazioni. Pare che ci sia stato un intervento dei parlamentari marchigiani per far rientrare la vergognosa bozza preparata. Ma resta il fatto che qualcuno l'aveva pensata così. Magari immaginando che nelle Marche avessimo ancora l'anello al naso. No. Fatevene una ragione. "Qui non tornerà più nessuno. Ti fanno andare via anche la voglia di ricostruire" mi diceva stamattina un sindaco, mentre raggiungevamo la zona rossa di Visso. E un altro sindaco terremotato, di un piccolo Comune, faceva presente all'assessore Sciapichetti "ho fatto anticipazioni di cassa per 480mila euro. Se non arrivano i soldi, non riusciremo più neanche a pagare i dipendenti". Capite in quale situazione ci stiamo muovendo? Capite che con le vagonate di soldi che si spendono ogni mese per l'emergenza (non per la ricostruzione!) non si andrà molto lontano, perchè si tratta di cifre talmente ingenti che difficilmente potranno essere coperte ancora per molto tempo dallo Stato? E i sindaci, poveri cristi, devono metterci la faccia tutti i giorni di fronte ai loro cittadini. A cui non sanno e non possono dare risposte.
A questo punto, non ci si può più nascondere. È ora di giocare a carte scoperte. Dietro questa lentezza disarmante, capace di portare la gente allo sfinimento fisico e morale, c'è una volontà politica di portare via la gente da un entroterra che non rappresenta un bacino elettorale particolarmente allettante? Si è deciso che la gente dovrà spostarsi tutta verso la costa? In tanti questa decisione, sotto certi aspetti inevitabile, l'hanno già presa. Soprattutto le famiglie più giovani. E ogni giorno che passa, quest'idea sale nella testa di un numero sempre maggiore di persone. Se, perchè a questo punto il dubitativo è d'obbligo, dovesse iniziare la famigerata ricostruzione, quanti anni durerà? Cinque? Sei? Dieci? Venti? E a quel punto saranno ricostruiti dei bei paeselli nuovi di zecca, fatti di tutte seconde e terze case di chi in quei posti andrà a passarci qualche giorno di ferie. Mentre la popolazione indigena non esisterà più. Vogliamo questo? I marchigiani, testardi e incazzosi, vogliono lasciarsi fare questo o hanno intenzione di reagire in qualche modo? Purtroppo vediamo rassegnazione, scoramento, anche qualche figlio di buona donna che cerca di approfittare della situazione. Sì, per carità, ci staranno anche questi. Ma la stragrande maggioranza vorrebbe solo tornare a casa. Una semplice, banale, ovvia richiesta che, di fronte a una gestione dell'emergenza come quella che stiamo vivendo, si sta trasformando in una montagna insormontabile. È necessario reagire. Adesso o mai più.
Dall'incontro di oggi svoltosi in Regione con 22 giunti sindaci e assessori, convocati dall'assessore regionale al Turismo e Cultura Moreno Pieroni è emerso che la disponibilità posti letto per i terremotati nelle strutture ricettive delle Marche è pari a 5.200 garantiti fino al 31 dicembre 2017.
C'è stato duqnue un incremento di 336 posti rispetto ai 4.864 sfollati ad oggi ospitati negli hotel e nei campeggi della regione.
"Con la riserva di posti in più - ha spiegato Pieroni - abbiamo anche margini di sicurezza per una flessibilità che si potrebbe presentare nel corso dell'anno tra entrate in strutture a causa delle nuove ordinanze di sgombero delle abitazioni e uscite dei nuclei familiari per sistemazioni alternative o agibilità delle abitazioni o per l'assegnazione delle casette di legno''.
Presente anche l'Anci, con il presidente Maurizio Mangialardi. L'incontro è servito per individuare un percorso comune in vista di eventuali trasferimenti dagli alberghi delle zone marittime che non hanno rinnovato i contratti per l'accoglienza.
(FONTE ANSA)
La bozza di ordinanza per la ricostruzione cosiddetta pesante (vale a dire per gli edifici gravemente danneggiati) consegnata ai sindaci del cratere dal Commissario Errani e anticipata da Sibilla on line (qui), segna di nuovo un distinguo tra il trattamento riservato ai territori del Centro Italia colpiti dal recente sisma e quello invece previsto ed applicato nel 2012 nelle zone terremotate dell’Emilia Romagna.
Infatti i costi parametrici degli interventi di ricostruzione sono molto più bassi oggi di quelli previsti ben cinque anni fa in Emilia fino ad arrivare a un rapporto pari quasi alla metà.
Risultano poi maggiormente penalizzati gli interventi di rafforzamento locale dove si scende addirittura al di sotto della metà concessa nel 2012. Ridotto rispetto all’Emilia è anche il contributo per gli edifici di valore storico e culturale.
Complessivamente si tratta di costi datati e fuori mercato che non corrispondono alle reali esigenze ricostruttive locali e che potrebbero scoraggiare gli interventi con il rischio di un ulteriore abbandono dei territori.
Sia per il tempo trascorso, che per l’estensione notevole dell’area colpita dal sisma che infine per la cattiva gestione con gli enormi ritardi che ha portato ad uno spopolamento dei paesi terremotati, ci saremmo aspettati una virata consistente del Commissario nella direzione non di tagli ma di incrementi significativi del costi parametrici ai fini di una vera e propria partenza di una ricostruzione che ad oggi ancora è un fantasma.
Si ricorda che nel 1997 la gestione della fase post sisma è avvenuta completamente a livello locale tra Regione Marche, provincia e amministrazioni locali. E dall’esito positivo di quella esperienza se ne deduce che il Commissario per la Ricostruzione deve essere il Presidente della Regione colpita dal terremoto: su questo ormai non dovrebbero più esserci dubbi. Oltre alla conoscenza del territorio e delle sue esigenze ciò che fa la differenza è infatti l’amore per una terra dilaniata ma ricca che deve ripartire.
Ci spieghi ora Errani i motivi di un tale discrimine rispetto a un sisma di molto più piccolo quanto a danni ed estensione.
La Regione Marche ha messo a disposizione nel proprio sito i dati relativi ai contributi di autonoma sistemazione erogati fino al mese di gennaio/febbraio 2017 sotto la rubrica “Contributi autonoma sistemazione - Nuclei familiari soggetti a ordinanza di sgombero di prima unità abitativa dichiarata inagibile a seguito degli eventi sismici Agosto Ottobre 2016 (O.C.D.P.C. 388/2016) - pagati al Comune fino all'ultimo rendiconto”.
Questa la situazione che emerge da un’analisi delle informazioni relative ai comuni della provincia di Macerata maggiormente colpiti dal terremoto: Camerino vanta il numero più alto di persone “sfollate”, ben 4059 e 2336 nuclei familiari nel mese di gennaio 2017 che si sono ridotte a 3908 individui e 2258 nuclei a febbraio e per un importo complessivo che da euro 1.355.516,09 è sceso a euro 1.338.675,01.
Il secondo comune con più persone fuori dalle proprie abitazioni ed in autonoma sistemazione è Tolentino: 3248 persone a gennaio e 3206 a febbraio per una cifra che si aggira intorno a un milione di euro. Quindi non c’è stata alcuna diminuzione significativa.
Nel comune di San Severino non è ancora stato rendicontato il mese di febbraio e a gennaio le persone fuori casa erano 2454 ed il contributo erogato è stato di euro 757.174,19 mentre Caldarola a gennaio ha ricevuto 192.316,13 euro per 640 individui.
A Macerata invece a febbraio il comune ha ricevuto 118.864,29 euro, cifra pressoché analoga a quella conferita nel mese di gennaio, per i 185 sfollati presenti .
A Pieve Torina, San Ginesio, Visso e Muccia ancora non è stato liquidato il contributo di febbraio e a gennaio risultavano, rispettivamente, 791, 488, 442 e 413 persone senza casa.
Infine il piccolo comune di Ussita conta ben 95 persone che usufruiscono del Cas per un contributo nel mese di febbraio di circa 30 mila euro.
Complessivamente, quindi, la cifra che ogni mese viene erogata per i contributi di autonoma sistemazione in provincia di Macerata, si aggira sui sei milioni di euro. Fatti due conti, e moltiplicata questa cifra per i mesi già trascorsi e per quelli che trascorreranno prima che gli sfollati possano far rientro nelle proprie abitazioni, ci si rende conto dell'enormità della mole di denaro necessaria a gestire il post sisma. E i ritardi, alla luce di questo, sono ancora più inammissibili, visto che ogni giorno lasciato trascorrere senza fare qualcosa per riportare la gente a casa, significa un fiume di soldi pubblici da spendere.
(In calce la tabella con i Cas erogati da ogni singolo Comune)
L’ex calciatore Roberto Baggio idolo degli anni ’90, fenomeno di Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna e Brescia, nonché numero 10 della nazionale di calcio, continua a scaldare i cuori degli italiani. Il goleador ha mandato un messaggio ai terremotati con due giovani, Francesco e Renzo, amici del calciatore e residenti a Pieve Torina.
Nel video, il pallone d’oro del ’93 ha espresso la sua solidarietà agli sfollati, cercando di inviare un messaggio di speranza per le popolazioni marchigiane duramente colpite dal terremoto.
Baggio ha visitato le zone martoriate dal sisma e ha voluto augurare ai terremotati di “riprendersi, tornare a fare la vita che facevano prima, anzi, avere più di quello che avevate prima di questa tragedia, ribaltando la situazione”, l’augurio di un futuro pieno di gioia e felicità da un uomo che continua dimostrarsi un campione dentro e fuori dal campo.
Ci sono anche il piviale, due stole e la pianeta del cardinale Pallotta, che nel XVII secolo fece di Caldarola, la sua città natale, un paese-gioiello disseminato di tante opere d'arte, fra i 600 beni fra dipinti, statue lignee e documenti d'archivio messi in salvo nell'arco dell'ultima settimana dai comuni terremotati delle Marche: Caldarola appunto, Camerino, San Ginesio, Acquasanta Terme, Ussita.
L'Unità di crisi dei beni culturali ha operato insieme a carabinieri, vigili del fuoco, Protezione civile e funzionari delle Diocesi di Camerino, Ascoli Piceno e Fermo. Fra i recuperi più importanti, 29 fra dipinti e statue di 'Scene religiose e santi', databili fra il XVI e il XVII secolo, prelevati delle chiese delle frazioni di Mergnano e Agnano di Camerino, dalla chiesa camerte della Madonna delle Carceri, e da Santa Maria in Vepretis a San Ginesio (Macerata). Un crocifisso cinquecentesco in legno policromo è stato portato via dalla Chiesa del Santissimo Crocifisso a Quintodecimo di Acquasanta. (Ansa)
Le squadre di recupero coordinate dal personale del Mibact stanno continuando il loro lavoro per mettere in sicurezza i beni contenuti in strutture lesionate dal terremoto:nei comuni di Ussita (Macerata) e Venarotta (Ascoli Piceno) sono stai impiegati nelle attività di recupero delle opere storici dell'arte, restauratori, carabinieri, vigili del fuoco e volontari della Protezione civile.
A Ussita, nelle frazioni Calcara e Sasso sono state recuperate 9 preziose tele settecentesche e due sculture in legno policromo del XVI secolo. Nel comune di Venarotta onvece sono stati salvati dalle chiese di San Giorgio e Santissima Annunziata otto dipinti, realizzati tra il Settecento e l'Ottocento, e oltre 30 reliquiari del XVIII secolo con bolle di autentica.
In tutti i siti, sotto il coordinamento della soprintendenza archivistica, sono stati recuperati gli archivi parrocchiali: manoscritti del '500, '600 e '700 utili a conservare le memorie storiche dei luoghi colpiti dal terremoto.
(FONTE ANSA)
Domenica 5 marzo, l’Associazione Movimento Tellurico nell'ambito della "Festa dell'altra neve” di Federtrek, organizza una camminata solidale nel cuore del Parco dei Monti Sibillini,per esprimere solidarietà alle popolazioni che sono state duramente messe alla prova dai terremoti dello scorso autunno.
L’iniziativa si svolgerà nella località di Macereto a cavallo tra i comuni di Visso e Ussita, in provincia di Macerata, con ritrovoalle ore 9.45 presso il caseificio Scolastici: un’azienda che rappresenta un’eccellenza gastronomica del territorio (Presidio Slow Food) e che nonostante le difficoltà continua ad andare avanti con la produzione. Marco Scolastici, con i suoi 28 anni, ci racconterà la sua storia di imprenditore che nella tragedia ha trovato la forza, e la fortuna, di poter continuare la sua attività.
La camminata si svolgerà lungo uno splendido itinerario adatto a tutti, con uno spettacolare affaccio sul Monte Bove innevato e sul Santuario di Macereto. Con noi cammineranno alcuni abitanti del territorio che insieme a Marco non hanno voluto abbandonare la loro terre in questi mesi invernali.
Al termine della camminata è previsto un pranzo presso il Ristorante La Mezza Luna di Ussita, che ha riaperto la sua attività da qualche settimana.
Menù 15 euro: un primo, due contorni, formaggio di Scolastici,vino, acqua e caffè.
N.B. Per accedere a Ussita è necessario comunicarci preventivamente nominativo del conducente e la targa dell’automobile, in modo da poter ottenere i permessi per accedere.
INFORMAZIONI:
Punto di incontro: ore 9.45 presso Tenuta Scolastici: https://goo.gl/maps/t7X9V6Fa8772
Durata: 3h – Lunghezza: 9 km
Difficoltà: adatta a tutti
Spese: Evento gratuito, eventuale affitto ciaspole in caso ci fosse neve (5€)
COME ARRIVARE:
Partenza in macchina o bus (da Roma) in relazione al numero di partecipanti.
Per chi viene da Roma (o dall’Umbria) consigliamo di prendere la SS77 che da Foligno- Civitanova Marche, uscire a Muccia e percorre la SP 209 in direzione Visso sino al 70 km in cui sulla sinistra troverete le indicazioni per il Santuario di Macereto - Cupi.
La Regione Marche ha ordinato 639 soluzioni abitative provvisorie, le cosiddette "casette", per diversi comuni del territorio danneggiati dal terremoto.
Le strutture saranno così distribuite: 137 nel Comune di Arquata del Tronto, 72 a Fiastra, 222 a Visso, 100 a Ussita, 76 a Castelsantantangelo sul Nera.
Da un comunicato della Regione pare che si insista a ricostruire anche nella frazione di Pescara del Tronto in cui dopo i lavori di urbanizzazione e di fondazione, entro la prossima settimana verranno montate le casette.
I lavori di urbanizzazione inizieranno a breve anche per Visso, Fiastra, Ussita, Castelsantantangelo,San Severino Marche, Amandola, Treia, Bolognola, Camerino, Gualdo, Valfornace, Pievetorina, Muccia, Montegallo, Rotella e altri.
Sempre per la metà della prossima settimana la Regione Marche svolgerà le gare per affidare i lavori nelle varie aree.
(Fonte ANSA)
Da Sordevolo, un piccolo comune montano in provincia di Biella una iniziativa di solidarietà verso Ussita per sostenere concretamente la comunità terremotata del paese marchigiano.
Da un gruppo di amici del Comune di Sordevolo nasce l’iniziativa di aiutare concretamente gli abitanti del Comune di Ussita disastrato dagli eventi sismici degli ultimi mesi. Grazie all’organizzazione di una cena al ristoro Pratovalle e alla grande sensibilità di tutto coloro che hanno partecipato direttamente e indirettamente all’iniziativa, gli organizzatori hanno raccolto la somma di 6.200 euro.
Proprio in questi giorni una delegazione di cittadini di Sordevolo ha consegnato con una assegno la raccolta fondi al Comune di Ussita. “Orgoglioso di essere il primo cittadino della comunità di Sordevolo, - ha dichiarato il Sindaco Riccardo Lunardon – composta da gente di montagna ai quali i propri avi hanno tramandato la forza di affrontare con tenacia i disagi del territorio montano e la condivisione dei sacrifici di coloro che si trovano in situazioni difficili, con questo piccolo contributo speriamo di portare un sorriso sui volti degli amici di Ussita.”
Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha approvato il primo stralcio del programma definito da Anas, di concerto con le Regioni e i gestori stradali, per gli interventi di ripristino e messa in sicurezza della rete stradale interrotta o danneggiata a causa dei terremoti che hanno colpito il Centro Italia a partire dallo scorso 24 agosto.
Anas, infatti, è stata incaricata dal Governo, con il decreto legge n. 205 del 4 novembre scorso, di provvedere al ripristino ed alla messa in sicurezza della viabilità delle infrastrutture stradali di propria competenza nonché di coordinare e supportare gli interventi su quelle di competenza degli enti territoriali e locali.
In particolare, con Ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 408 del 15 novembre 2016, l’ingegner Fulvio M. Soccodato di Anas è stato nominato Soggetto Attuatore di Protezione Civile, con il compito di effettuare una puntuale ricognizione del danno e realizzare un Programma complessivo di interventi di ripristino di tutta la rete stradale all’interno del cratere sismico. Successivamente all’approvazione del Programma, il Soggetto Attuatore dovrà coordinare e provvedere alla sua attuazione.
«Per ripristinare la viabilità e le connessioni per il Centro Italia colpito dal sisma – afferma il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio – sono stati considerati sia gli interventi urgenti, sia la definizione di assi prioritari di collegamento con il Paese. Siamo impegnati vicino alle comunità colpite perché senza collegamenti non vi è sviluppo e ripresa dell’attività economica».
In particolare, in fase di programmazione, in un confronto continuo con la Dicomac, si è provveduto alla ricognizione delle criticità sulla rete viabilistica interessata dagli eventi sismici ed all’individuazione degli interventi minimi essenziali per garantire il ripristino della viabilità, redigendo un cronoprogramma di ripristino e messa in sicurezza della rete stradale che indichi anche le priorità di intervento.
La successiva fase di attuazione del programma prevede, invece, il coordinamento operativo e il monitoraggio dell’esecuzione degli interventi e, ovviamente, la realizzazione degli interventi di propria competenza e di quelli di competenza dei gestori locali in relazione alla loro effettiva capacità operativa e finanziaria.
Anas, in qualità di Soggetto Attuatore, ha finora effettuato 622 sopralluoghi su 124 strade insieme ai tecnici dei rispettivi enti gestori della rete viabilistica interessata. Si tratta di una superficie complessiva di circa 7.600 kmq che comprende 4 Regioni (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria), 8 Provincie (L’Aquila, Teramo, Rieti, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Perugia), 131 Comuni per una rete stradale di 15.300 km, dei quali 11.000 km di competenza Comunale.
Data l’estensione della rete e la diffusione dei danni, il Soggetto Attuatore ha attribuito un livello di priorità da 1 a 5 per ogni intervento, individuando – di concerto con il territorio – 408 interventi con priorità da 1 a 3, necessari per ripristinare la circolazione o le condizioni di sicurezza lungo la rete stradale principale, da realizzare nel primo stralcio del programma per un importo complessivo stimato in circa 389 milioni di euro.
Per gli interventi sulla rete stradale di Anas e per quelli per i quali gli enti gestori richiederanno supporto diretto per l’attuazione, il Soggetto Attuatore utilizzerà, in via di anticipazione, le risorse del Fondo Unico Anas (istituito con legge 208/2015). I gestori delle reti stradali locali che, invece, comunicheranno di voler intervenire direttamente sui tratti di propria competenza, utilizzeranno le proprie risorse, se disponibili, oppure chiederanno l’autorizzazione alla Regione di riferimento per accedere ai fondi di Protezione Civile.
«Il lavoro del soggetto attuatore, in accordo con la nostra Dicomac a Rieti e con i gestori stradali, in questi mesi è stato incessante – ha ribadito il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Sappiamo tutti quanto la viabilità sia fondamentale sia per la fase di gestione dell’emergenza sia per quella successiva di ricostruzione a trecentosessanta gradi di queste comunità. Sapere di riuscire a raggiungere, in tempi ragionevoli e in sicurezza, determinate zone del Centro Italia può fare la differenza anche sulle scelte di dove realizzare un’area con le casette piuttosto che la nuova zona commerciale provvisoria di un comune ora deserto. Per questo è davvero importante che il primo stralcio del Programma più complessivo che ho approvato oggi sia stato condiviso con tutti i soggetti interessati, a partire dalle quattro Regioni».
«La rete stradale nella zona del cratere è molto diffusa e frazionata, con la presenza di oltre 1.770 centri urbani. Anas in qualità di Soggetto Attuatore di protezione Civile, ha compiuto un importante lavoro di programmazione degli interventi di ripristino della viabilità – ha spiegato il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani – si tratta di uno step fondamentale per dare il via al progetto di ricostruzione. Il piano nel suo complesso sarà molto articolato e si svilupperà ulteriormente in corso d’opera, secondo le priorità individuate e secondo le esigenze che ci segnalerà il territorio di volta in volta. L’importante è partire, e questo è un primo passo concreto».
Il primo stralcio del Programma di ripristino definito da Anas si inserisce nel più ampio Piano di potenziamento e completamento di infrastrutture viarie nell’Area del cratere sismico previsto nel Contratto di Programma Anas-Ministero delle Infrastrutture, nel quale sono stati programmati investimenti per ulteriori 1,18 miliardi di euro. In particolare, si tratta di lavori in corso per 255 milioni, opere in avvio per 148 milioni e in programma per 785 milioni.
Questo Piano, unito al valore degli interventi del Programma di ripristino - tenuto anche conto dei relativi stralci futuri di completamento, eleva l’investimento infrastrutturale nell’area ad oltre 1,7 miliardi di euro.
"L'incontro lo facciamo di sicuro, per una verifica puntuale dei tempi". Così il governatore delle Marche Luca Ceriscioli ha rassicurato il sindaco di Ussita Marco Rinaldi che, preoccupato per uno slittamento dei tempi d'arrivo delle casette di legno, ha chiesto al capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio e al commissario per la ricostruzione Vasco Errani un incontro tecnico urgente. "Lunedì - ha aggiunto Ceriscioli - partiranno le demolizioni per liberare le aree da urbanizzare. E' il segnale che si lavora"."Quindi - ha concluso - disponibilità massima e massima attenzione: Ussita è per noi importante come tutti gli altri centri colpiti dal terremoto". (ANSA).
Piace alla Presidenza della Repubblica il modello di fiscalità agevolata per i territori colpiti dal sisma elaborato dall’Università di Macerata e dal Comune di Ussita. Il sindaco Marco Rinaldi ha ricevuto, per tramite della Prefettura di Macerata, una telefonata da parte del consulente giuridico per l’area tributaria del Quirinale, che ha espresso interesse e grande apprezzamento per il Modello Ussita, giudicato estremamente concreto e utile per la risoluzione dei problemi che stanno affrontando i Comuni danneggiati, sollecitando a portare avanti tutte le iniziative utili e a fornire aggiornamenti sui futuri sviluppi.
Come spiega il professor Giuseppe Rivetti, docente di diritto tributario a Unimc che ha lavorato alle linee guida, secondo il Modello Ussita il legislatore tributario, in una prospettiva di sviluppo, dovrebbe prevedere misure finalizzate a rendere i territori attrattivi per investimenti e attività da parte di soggetti economici già presenti e per altri che intendano contribuire al progresso economico e sociale delle popolazioni colpite da eventi sismici. In particolare: ricostruire, partendo da una programmazione di alto spessore per tutto territorio che non sia l’iniziativa di un singolo comune; realizzare una pianificazione di iniziative strutturali per garantire un futuro alle nuove generazioni; arginare il fenomeno dello spopolamento; recuperare l’identità territoriale come elemento di sviluppo che non sia alternativo, ma che, in una dimensione plurale, abbia sua dignità e forza propositiva per far rinascere quelle realtà.
“Questi territori rappresentano una connessione forte tra passato e futuro e noi vogliamo costruire il futuro senza abbandonare il passato. L’apprezzamento della presidenza della Repubblica è uno sprone autorevole per continuare a lavorare su questo progetto”, è il commento del rettore Francesco Adornato.
Diecimila euro per Ussita. Per l'esattezza 10.048,68 euro. E' la somma raccolta nel corso della grande festa dello sport svoltasi a fine novembre al vecchio palasport di viale dei Partigiani a Pesaro, alla quale aveva preso parte anche il sindaco della cittadina devastata dal sisma, Marco Rinaldi.
Una festa dello sport organizzata dal Comune di Pesaro per festeggiare il riconoscimento di Città europea dello sport 2017, ma soprattutto un evento dedicato alla solidarietà, al quale hanno partecipato migliaia di persone. "Pesaro è una città che fa della solidarietà il suo punto di forza - dicono il sindaco Matteo Ricci e l'assessore Mila Della Dora -, un valore fondamentale che si affianca ad una attenta politica del welfare da parte del Comune''. Il bonifico è già stato fatto". Il sindaco di Ussita ha ringraziato tutti i pesaresi per la grande dimostrazione di affetto e solidarietà nei confronti dei suoi concittadini. (Ansa)
Il primo passo per la ricostruzione post terremoto è sempre ed ancora la tanto agognata scheda Aedes.
L’ Ocdpc n. 422 del 16 dicembre 2016 all’articolo 1 infatti stabilisce che
“In ragione dell'elevato numero di edifici da sottoporre a verifica a seguito dell'aggravamento della situazione di danneggiamento conseguente agli eventi sismici della fine di ottobre” a decorrere dalla data di pubblicazione della stessa ordinanza lo svolgimento delle verifiche di agibilità post-sismica degli edifici e delle strutture interessate dagli eventi sismici in premessa attraverso la compilazione della scheda AeDES, di cui all'art. 10 del DPCM 8 luglio 2014, disciplinato dall'art. 3 dell'ordinanza n. 392/2016, è sospeso, fatto salvo quanto previsto dai successivi commi".
E di seguito chiarisce che allo svolgimento delle verifiche di agibilità post-sismica degli edifici e delle strutture interessate di proprietà privata attraverso la compilazione della scheda AeDES per l'intera unità strutturale, solo a seguito dell'esito di "non utilizzabilità" secondo la scheda FAST, provvedono i tecnici professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali abilitati all'esercizio della professione relativamente a competenze di tipo tecnico e strutturale nell'ambito dell'edilizia, su diretto incarico del proprietario o avente diritto, in ragione del fatto che tale procedimento è previsto quale condizione abilitante per l'ottenimento dei contributi per la ricostruzione privata ai sensi di quanto previsto dall'art. 6 del decreto-legge n. 189/2016.
In parole povere: per ottenere il contributo per la ricostruzione in seguito a danni lievi occorrono o la scheda Aedes con una valutazione “B”, quindi di inagibilità temporanea, o una scheda Fast che attesti la “non utilizzabilità” dell’edificio e che viene redatta, per esigenze di celerità, dal proprio tecnico di fiducia.
L’ Articolo 6 dell’ordinanza n. 8 sull’ “Avvio dei lavori e concessione del contributo” indica la procedura da seguire per ottenere il contributo:
1. il tutto si avvia con la comunicazione di inizio lavori che costituisce comunicazione di inizio lavori asseverata. In particolare, con la perizia ivi allegata si assevera che i lavori sono conformi agli strumenti urbanistici, al regolamento edilizio, alle normativa sull’efficientamento energetico e che gli stessi interessano alcune strutture dell’edifico per la loro riparazione e per il rafforzamento locale.
2. La comunicazione di inizio lavori e tutte le istanze inerenti e conseguenti sono inviate all’Ufficio speciale a mezzo PEC. L’Ufficio speciale, utilizzando la procedura informatica, trasmette immediatamente al comune la comunicazione di inizio lavori per i provvedimenti di competenza.
Nel termine di sessanta giorni dalla pubblicazione della stessa ordinanza, quindi entro il 12 febbraio, il soggetto interessato deposita all’Ufficio speciale territorialmente competente la domanda di contributo corredata dalla documentazione necessaria ed entro il medesimo termine, possono altresì presentare domanda di contributo, con le medesime modalità, anche i soggetti che non abbiano già comunicato l’avvio dei lavori.
Da quanto sopra, se calcoliamo i termini, in pratica restano soltanto due settimane di tempo per richiedere il contributo.
Ma a quanto pare, molti cittadini non sono in possesso ancora di scheda Aedes con una valutazione “B”, quindi di inagibilità temporanea, o di una scheda Fast che attesti la “non utilizzabilità” dell’edificio.
Il problema dei tempi rapidi per velocizzare il rientro nelle abitazioni lievemente danneggiate, ma concretamente inutili in quanto non rapportati alle attività concrete da svolgere, si è già verificato per le domande di delocalizzazione delle attività produttive, tanto che nell'art. 5 dell'Ordinanza 9 è stato slittato il termine per la presentazione della domanda di delocalizzazione dai 15 giorni inizialmente previsti a 50 giorni dalla pubblicazione dell’ordinanza .
Urge pertanto anche in questo caso una circolare del Commissario che chiarisca che il termine non è perentorio o che lo posticipi.
La montagna continua a vivere, grazie alle tante iniziative che vengono organizzate.
In particolare, il Camoscio dei Sibillini Escursioni e Trekking, guidato dal biologo Simone Gatto, continua a proporre di settimana in settimana eventi che raccolgono una grande ed entusiasta partecipazione.
Lo scorso fine settimana, Il Camoscio dei Sibillini, con la collaborazione della Cooperativa Forestalp, ha riportato un gruppo di oltre 50 turisti a ciaspolare sul territorio comunale di Ussita, nello splendido altopiano di Macereto completamente innevato, con paesaggi mozzafiato dallo spirito Tibetano grazie alla dolomitica parete del Monte Bove Nord.
La giornata è stata calda e con uno splendido sole, e al termine della ciaspolata gli oltre 50 turisti sono andati a comprare i prodotti nell'Azienda Agricola Scolastici, in grossa difficoltà attualmente a causa del sisma e della grande nevicata.
Un modo semplice, divertente e sicuro per far tornate a vivere Ussita, i Sibillini e le aziende agricole di questo meraviglioso territorio.
"Adotta la mandria e aiuta gli orfani".
Così si chiama il gruppo nato da soli due giorni su facebook e che vanta già più di 200 iscritti.
“Non sono un genio con i computer. Questa pagina nasce per spiegare un po' meglio quello che vogliamo fare per aiutare gli allevatori e le aziende che hanno subito gravi danni per terremoto e neve e per sostenere le famiglie dei due bambini che hanno perso i genitori per la valanga che ha colpito l'hotel a Rigopiano”.
Ideata e messa in atto dall’altruismo del giornalista piemontese Daniele Piovera, l'iniziativa prende spunto da alcuni articoli su La Stampa, Repubblica, Picchio News e Corriere che descrivevano la disperazione degli allevatori abruzzesi, laziali,molisani e marchigiani, messi in ginocchio da terremoto e neve.
La sua associazione, Kenzio Bellotti, legata alla società Paffoni Fulgor Basket Omegna, che già ha sostenuto gli orfani del terremoto di Amatrice (Alessandro, Gabriele, Chiara e Francesca), donando loro 35mila euro (trovate foto e resoconto sul sito www.kenziobellotti.it e sulla pagina Fb), ha deciso di scendere in campo anche per aiutare queste persone e queste aziende.
Noi di Picchio News, su richiesta di Daniele, gli abbiamo indicato le aziende che nei giorni scorsi ci hanno chiesto aiuto.
E con grande gioia comunichiamo che il gruppo di Daniele sta già provvedendo ad aiutarle concretamente.
In due giorni infatti sono stati raccolti già 3000 euro.
La prima azienda è l'Agrinido della Natura Agrinfanzia Contrada Vallata, di San Ginesio. Una piccola fattoria con animali che funge anche da asilo nido con progetti mirati ed innovativi.La seconda attività è la Società Agricola Lai Ss, di Gualdo, con 1500 pecore e 30 mucche.La terza persona che si aiuterà è un allevatore di Aschio, frazione di Visso, che ha enormi difficoltà con i suoi bovini.Ed infine anche un allevatore di Ussita, su indicazione del sindaco
Ogni centesimo raccolto, come sempre avviene con la Kenzio Bellotti, verrà devoluto senza mediazioni ma DIRETTAMENTE ai beneficiari. Come già accaduto con i bambini malati nel territorio d'origine dell'associazione a cui sono stati donati 25000 euro.
Inoltre il gruppo intende donare 12 letti nuovi con materassi e cassettoni per i vestiti per i quali noi di Picchio News abbiamo indicato come possibili destinatari gli anziani ospitati presso l’oratorio di Don Jacopo alla Stazione di Pollenza che abbiamo visitato due settimane fa.
Bravo Daniele. Un altro grande esempio di concreta ed immediata solidarietà. Senza burocrazia se non quella della trasparenza.
Un grido di dolore straziante. Una famiglia divisa, un padre che non vede il figlio di 15 mesi da due settimane, un'azienda che rischia di morire insieme al bestiame. E nessuno sembra far niente per porre rimedio a una situazione che sembra assurda per quanto gravissima. A parlare è Marianna Paris (nella foto il fratello Giovanni).
"L’azienda agricola di mio padre, Costantino Paris, di pura razza marchigiana, una delle più grandi delle Marche comprende 120 capi tra madri e figli, una trentina di pecore e una ventina di capre.
Siamo l’unica azienda di Ussita ad essere con gli animali fuori: le altre hanno tutti i capi al coperto, anche se insistono a chiedere tenso strutture. Rientriamo nel sisma che ci ha colpito ad agosto e già allora la nostra stalla era considerata inagibile. A quel tempo si parlava di puntellatura da fare, ma nessuno ha mai provveduto a farlo. Abbiamo richiesto la tenso struttura ma ad oggi ancora non sono state montate per motivi che ancora ignoriamo.
Sta di fatto che con il terremoto di ottobre la struttura non ha retto e sono crollate due pareti. Allo stato attuale ci troviamo con tutti gli animali all’aperto con temperature che variano dai -15 ai -20.
Io con la mia famiglia" dice Marianna "siamo stati evacuati ad ottobre e ci troviamo un un villaggio a Porto Sant’Elpidio.
Mio fratello con mio marito vivono a Vallestretta di Ussita in un container singolo frutto di una donazione, arrivato a Vallestretta e allacciato solo a fine dicembre dopo ripetuti solleciti.
Io non so di chi è la colpa di tutto questo: so solamente che noi non facciamo i politici e non facciamo i dirigenti, eppure ci stiamo prendendo responsabilità e danni che loro non si vogliono prendere.
Ora i nostri animali sono in mezzo a due metri di neve, mio fratello e mio marito stanno cercando di portargli il foraggio necessario considerando che fino a ieri nessuno aveva raggiunto la frazione per liberare le strade e consentire di arrivare agli animali, per cui loro con i nostri mezzi agricoli hanno dovuto impiegare le loro braccia e la loro forza per portare il fieno alle bestie.
Per non far morire il bestiame stiamo cercando di farle mangiare di più ma non è semplice, abbiamo i vitelli di fuori e si avvicinano i primi parti.
Abbiamo richiesto l’esercito, fermo a Pieve Torina ma non si è visto nessuno. Siamo abbandonati a noi stessi. E’ ora che qualcuno incominci a muoversi non solo attraverso le parole: la protezione civile le istituzioni cosa stanno facendo? Dove sono?
Capisco che ora ci sono nuove emergenze, ma le emergenze devono essere affrontate con cognizione di causa e in maniera concreta, non all’insegna dell’incapacità, della lungaggine e del lassimo.
Ci hanno fatto la proposta di portare i nostri animali in strutture messe a disposizione nell’entroterra marchigiano. Beh, io a questo rispondo che queste persone non sanno cosa dicono e non conscono minimamente la realtà per affermare ciò.
I nostri animali sono allo stato brado: è da maggio che sono fuori è già difficle per noi avvicinarli, figuriamoci portarli in altre strutture. E poi la nostra vita è a Ussita. Hanno spopolato i paesi portandoci nella costa con la forza: non permetteremo che ciò avvenga per i nostri animali e il nostro futuro.
Ad oggi quello che più mi spaventa è che le ammistrazioni e i politici ci hanno tolto le nostre libertà e il nostro futuro, hanno diviso le nostre famiglie (mio marito sono 15 giorni che non vede il nostro bambino di 15 mesi). Sta a loro decidere se dobbiamo vivere o morire. Siamo in attesa di una loro burocratica decisione, non senza lottare fino in fondo, ci sentiamo come se stessimo in guerra ma noi siamo pronti a combattere".
E a queste parole, francamente, è ben difficile aggiungere altro...
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del consigliere regionale delle Marche Marzia Malaigia, Lega Nord:
"Il consigliere regionale della Lega Nord Marzia Malaigia, di nuovo presente in questi giorni sui luoghi del sisma, ora flagellati dalle intense e più che annunciate nevicate, interviene sulla situazione degli allevamenti di bestiame distrutti dagli eventi catastrofici.
Capisco perfettamente e mi immedesimo empaticamente nel senso di impotenza e di frustrazione di allevatori, come quelli che ho visitato a Gualdo, Sarnano e paesi limitrofi – afferma la Malaigia - quando assisto all’arrivo di personale che chiede loro di compilare per l'ennesima volta moduli su moduli per avere dati già più volte forniti nell’arco di questi mesi. Il ritardo delle strutture mobili è l’unico vero problema da risolvere: dal terremoto di agosto solo tante parole, ma gli animali sono rimasti al freddo in strutture pericolanti o del tutto crollate.
Gli uomini del soccorso, di protezione civile, pompieri, forestali, ecc. sono encomiabili; quello che lascia a dir poco sbigottiti è il fatto che le strutture di ricovero per animali, le famose 370 stalle di cui si parlava fin dall'inizio, sono miraggi lontani. E quello che ancora non è chiaro è questo dietrofront sibillino della Regione, che indirizza le aziende a rivolgersi direttamente alle ditte specializzate, ma sempre facendone richiesta: ovvio, quindi altri castelli di carta!
Quello che infatti mi viene comunicato dagli allevatori è che arriveranno di nuovo tecnici regionali per far compilare nuovi moduli e riverificare i danni. Quindi un ulteriore aggravio di spesa per le casse dei cittadini marchigiani e ancora prezioso tempo perso, in condizioni che richiedevano innanzi tutto l'urgenza: se ci sono situazioni nuove non discuto, ma se i sopralluoghi sono stati più volte fatti, perché tornare a riscrivere di nuovo e di nuovo ancora? Basta riaprire la tempistica ed accelerare le procedure o, meglio ancora, semplificarle al massimo.
Gli allevatori devono anche far fronte all’emergenza che ha colpito le loro famiglie oltre che la loro attività, con anziani e bambini in case rimaste per giorni senza corrente elettrica e riscaldamento. Così non li si aiuta, si complica loro la vita. Alla faccia dello snellimento della burocrazia!
Che la Regione, per quanto di sua competenza, dia e diffonda informazioni chiare e si comporti in maniera snella ed univoca, oltre che rapida: chi sta al gelo non vive più, e la morte di centinaia di capi di bestiame, ne è la macabra rappresentanza".
Interessante e movimentata riunione quella organizzata da Domenico Aquili a Roma per i cittadini di Pievetorina e alla quale hanno partecipato anche molte persone di altri paesi vicini tra i quali Pievebovigliana e Ussita.
L’argomento è stato ovviamente il terremoto e tutte le problematiche che da giorni vengono dibattute a tutti i livelli purtroppo senza alcuna chiarezza sia normativa che operativa.
La riunione è stata preceduta da un bellissimo concerto della giovane pianista Manuela Iori, originaria di Pieve Torina, che ha suonato per il folto pubblico brani di F.Chopin , R. Giazotto e della stessa Iori. A Lei sono andati gli applausi convinti del pubblico.
Subito dopo è intervenuto il Sindaco di Pieve Torina , Alessandro Gentilucci, che ha fatto una panoramica della situazione specificatamente riferita a Pieve Torina, ma assolutamente sovrapponibile a tutti i paesi del cratere. Non è stata una panoramica confortante visto che le norme emanate in questo periodo dal Commissario Errani hanno generato dubbi di ogni tipo e con evidenza siamo di fronte ad una gestione burocratica che rallenta e spesso blocca ogni iniziativa. Gentilucci ha parlato dell’iniziativa per dichiarare il cratere come “Zona Franca fiscale” , rispondendo poi ad una serie di domande dei cittadini e preannunciando l’arrivo di una ulteriore ordinanza commissariale per chiarire i punti oscuri che sono ancora molti!
Da parte del pubblico sono stati evidenziati problemi in tema di verifiche di agibilità, tremendamente in ritardo, la possibilità di posizionare strutture di emergenza superando gli assurdi divieti dei burocrati della Regione Marche e la situazione particolare delle seconde case che oggi costituiscono la maggioranza del patrimonio abitativo.
La riunione è stata coordinata dall’organizzatore Domenico Aquili e hanno effettuato interessanti interventi Claudia Stefanelli di Ussita che ha stressato in particolare i ritardi intollerabili delle verifiche di agibilità e Roberto Micheli di Pievetorina che ha illustrato le finalità del "Comitato per la ricostruzione veloce antisismica sicura al 100% (RIVAS)", iniziativa che vuole privilegiare un serio preventivo studio geologico.
Claudia Stefanelli ha annunciato una riunione dedicata alle seconde case che si svolgerà a Roma, presso la parrocchia di Santa Lucia in Via Santa Lucia 5 (nelle vicinanze di Piazzale Clodio) domenica 5 febbraio alle 17. Naturalmente una partecipazione numerosa darà forza alla voce dei proprietari delle seconde case che ormai sono la realtà preponderante di tutta quest’area.