Torna a far parlare di sé il campeggio "Il Quercione" di Ussita. Il camping, che si estende per circa 5.000 mq, è al centro della vicenda che lo scorso 12 maggio ha visto il sindaco di Ussita Rinaldi dimettersi.
Le dimissioni sono arrivati dopo che il Gip di Macerata firmò un decreto esecutivo di sequestro de “Il Quercione”, dove da anni sono posizionate 5 mobil house e un prefabbricato in legno, in quanto realizzati nell'area protetta del Parco dei Sibillini, inedificabile e in zona R4. Il gesto del primo cittadino era di protesta rispetto al provvedimento giudiziario in quanto, come spiegò all’Ansa, “Tutta Ussita è in area protetta, questo vuol dire che la ricostruzione non si farà mai”.
Lo scorso 12 giugno finalmente qualcosa si è mosso ed è stata restituita una delle roulotte private poste all'interno del camping e oggi i gestori, che oggi gestiscono il bar ristorante della spiaggia "Verdefiastra", sono rientrati in possesso della loro mobil home. Il dissequestro, predisposto dalla Procura di Macerata, su istanza del legale dei gestori, è stato predisposto perché i gestori del camping avevano richiesto la possibilità di recuperare attrezzatura utile al loro lavoro. Nei prossimi due giorni, insieme alla Forestale, si provvederà al recupero della suddetta attrezzatura.
È un segnale di speranza quello che arriva da Ussita. Un piccolo passo che può aprire la strada alla ricostruzione del paese martoriato dal sisma di ottobre. Oggi pomeriggio, è stata restituita una delle roulotte private poste all'interno del camping “Il Quercione” che si estende per circa 5.000 mq dopo il sisma del 26 ottobre scorso.
Il caso del camping risale a esattamente un mese fa (leggi qui): il 12 maggio il sindaco di Ussita Marco Rinaldi si dimise dopo che il Gip di Macerata firmò un decreto esecutivo di sequestro de “Il Quercione”, dove da anni sono posizionate 5 mobil house e un prefabbricato in legno, in quanto realizzati nell'area protetta del Parco dei Sibillini, inedificabile e in zona R4. Il gesto del primo cittadino era di protesta rispetto al provvedimento giudiziario in quanto, come spiegò all’Ansa, “Tutta Ussita è in area protetta, questo vuol dire che la ricostruzione non si farà mai”.
Oggi, di fronte a un agente della forestale e alla proprietaria del camping (originaria di Visso ma che dopo il terremoto risiede a Rimini), la mobil house verrà consegnata al suo proprietario. La speranza per tutti i cittadini sfollati in giro per il territorio è quella che dopo questo dissequestro si proceda a togliere i sigilli da tutto il camping, dando la possibilità di tonare nel proprio paese e di poter ricostruire il loro futuro.
Mediaset non spegne i riflettori sul terremoto che ha colpito le Marche e ieri sera è andato in onda un servizio da Visso e Ussita, dove molti gli abitanti sono tornati dalle loro sistemazioni sula costa per qualche ora. A Ussita c'è stata una riunione in Piazza dei Cavallari per discutere dello stato di abbandono in cui si trova il loro paese e la richiesta di una signora intervistata è quella di leggi speciali, non essendo possibile affrontare l'evento sismico, paragonabile ad una guerra, con le quelle ordinarie.
"I politici non fanno più niente, ci hanno abbandonato proprio" è la triste dichiarazione di un'altra signora intervistata che dice di avere il cuore spettato nel vedere il paese ridotto in quello stato. C'è poi una signora di Visso che lamenta disagi nelle sistemazioni sulla costa, per via degli spostamenti da una parte all'altra e che ha deciso di tornare nel suo paese, pur con molti sacrifici.
Le telecamere si sono spostate poi nel campo dove sono presenti camper e roulotte, dove i residenti sperano di avere un estate migliore del micidiale inverno appena passato ma già in questo perido sono costretti a svegliarsi molto preso per via del caldo che c'è dentro i loro mezzi.
"Di quello che avevamo prima non abbiamo più niente, ci sembrava di non avere niente ed invece avevamo tanto e non ce ne rendevamo conto" è la triste affermazione di una signora che chiude il servizio.
Segnali di ripartenza a Ussita, dove diverse zone escono dalla zona rossa. A ridefinire la riperimetrazione della zona rossa è una ordinanza sindacale, la 145 del 29 maggio. Vengono esclusi interamente dalla zona rossa i nuclei abitati di Frontignano, Pian dell’Arco, Cuore di Sorbo, Sant’Eusebio.
"Nel corso di questi mesi" si legge nell'ordinanza "sono stati adottati numerosi interventi per affrontare la situazione di straordinaria emergenza indotta dagli eventi sismici in oggetto, ed ora, seppur tale emergenza permanga ancora, si ritiene necessario per le motivazioni di seguito, riperimetrare nel complesso, per tutto il territorio comunale, la delimitazione della zona rossa, allo scopo di mantenere l’interdizione dell’accesso a chiunque in quelle zone ove tuttora esistono rischi di crolli sulla pubblica via, o comunque situazioni di pericolo generalizzate in nuclei abitati del territorio comunale particolarmente danneggiati, e al contrario riaprire aree del territorio comunale ove il pericolo non sussiste più;
Tali misure si rendono opportune allo scopo di favorire il rientro di una parte della popolazione in edifici risultati agibili a seguito dei relativi sopralluoghi che nel corso dei mesi scorsi sono stati effettuati, il tutto aggravato dalla circostanza che una parte dei contratti per l’accoglienza dei cittadini, stipulati fra la Regione Marche e le strutture ricettive, sono in scadenza, e quindi i cittadini che vi alloggiano devono lasciare le stesse; è necessario porre in condizione tutti i residenti che ne abbiano desiderio di poter ritornare ad Ussita il prima possibile, o presso la loro casa risultata agibile o in autonoma sistemazione; tale esigenza si rende necessaria anche per tutti i proprietari di seconde case agibili, che in prossimità della stagione estiva intendono trascorrere parte delle loro vacanze ad Ussita; inoltre si ritiene opportuno agevolare tutte le operazioni di sopralluoghi, piccoli interventi di manutenzione ordinaria sugli edifici, allo scopo di accelerare tutte le operazioni che consentano in tempi rapidi di porre le basi per la ricostruzione.
Tale misura di riperimetrazione, in attesa delle opere di urbanizzazione ove delocalizzare le attività commerciali preesistenti che ne hanno fatta richiesta, costituisce il presupposto indispensabile per il ritorno delle attività economiche già insediate, in quanto la riapertura, seppur parziale, del territorio comunale, può favorire un primo timido ritorno di un flusso turistico, nonché, come sopra riferito, dei proprietari delle seconde case agibili, costituendo in ultima istanza un indotto a beneficio delle attività economiche in primis, ed in definitiva di tutto il proprio territorio. (...) Con il presente atto si intende adottare una nuova riperimetrazione del territorio comunale con contestuale revoca della propria precedente ordinanza n. 110 del 28.10.2016 ed atti connessi, allo scopo di riaprire aree del territorio comunale che, all’esito dei sopralluoghi effettuati, non presentano rischi e pericoli per la pubblica incolumità; per tali finalità occorre individuare innanzitutto i nuclei abitati che per il livello di danno ingente subito a seguito degli eventi sismici, devono rimanere, a tutela della pubblica incolumità, integralmente in zona rossa e pertanto interdetti all’accesso delle persone non autorizzate; per tutti gli altri nuclei abitati, che hanno subito minori danni a seguito degli eventi sismici, occorre procedere ad una cernita per singole vie fra zone che si possono riaprire in quanto non vi sono pericoli per le persone che vi transitano e zone che, al contrario, debbano rimanere interdette al transito.
Sulla scorta di tali valutazioni, si è proceduto ad esaminare singolarmente lo stato strutturale degli edifici insistenti sulle pubbliche vie e all’esito di tale esame sono state redatte le allegate planimetrie, dalle quali si evincono le aree da svincolare dalla zona rossa e quelle che al contrario debbono ancora rimanere all’interno di essa;
Rilevato che la presente ordinanza ha come riferimento esclusivo la delimitazione del territorio comunale e l’individuazione delle strade aperte o chiuse al pubblico transito e non contempla la valutazione di agibilità dei singoli edifici per la quale si fa rinvio alle singole ordinanze di inagibilità, alle comunicazioni di agibilità, nonché a tutte le altre norme sovraordinate emanate in materia".
Viene così revocata l'ordinanza n.110 del 28 ottobre e tutte quella alla stessa connessa e viene riperimetrata la zona rossa del territorio comunale.
Vengono esclusi interamente dalla zona rossa i nuclei abitati di Frontignano, Pian dell’Arco, Cuore di Sorbo, Sant’Eusebio.
Rimangono interamente ricompresi nella zona rossa i nuclei abitati di: Casali (considerata la non fruibilità della strada di accesso alla frazione), Castelfantellino, Palazzo, Castelmurato, San Placido.
Rimangono in zona rossa con esclusione parziale di alcune parti come indicato in dettaglio nelle allegate planimetrie: Sasso, Fluminata, Pieve, Tempori, Vallazza, Capovallazza, Calcara, Sorbo, Vallestretta.
Viene comunque disposto il divieto di avvicinarsi alle stazioni degli impianti di risalita di Frontignano con particolare riguardo alla stazione di valle e di monte della funivia a va e vieni “Vallone di Selvapiana – Malghe delle Spigare” ed all’area sottostante le funi dellastessa funivia.
Si riparano dal sole sotto i grandi ombrelloni all'ingresso del Nuovo Natural Village di Porto Potenza gli sfollati che lasceranno la struttura.
Oggi, 31 maggio, scade il contratto fra la struttura e la Regione Marche con cui i terremotati di Visso, Ussita, Pieve Torina, Monte Cavallo sono stati accolti nel villaggio turistico di Porto Potenza Picena. Duecentoquaranta ospiti arrivati all'indomani del sisma, poi scesi a duecento sistemati in cento villini. "Rimarranno solo 23 nuclei familiari con figli che devono terminare la scuola o sostenere esami e una famiglia che ha deciso autonomamente di restare" spiega Diego Decarli, responsabile della comunicazione del camping che aggiunge: "Anche noi ci siamo legati a queste persone, abbiamo cercato di sostenerle perché capiamo le loro preoccupazioni, per questo le 23 famiglie saranno nostre ospiti". Questo fino al 18 giugno, poi man mano che gli impegni scolastici finiranno, anche loro dovranno andar via per lasciare spazio ai clienti del villaggio.
Alcuni sono già partiti ieri, altri sono pronti ad andare: "Hai preso tutto?" dice un uomo a sua moglie. I due salutano gli altri e si allontanano. È tanta la commozione mista a un senso di abbandono: "Mia madre ha 95 anni - dice la signora Silvana - ed è sfollata insieme alla sua badante. Non è possibile che, alla sua età, debba sopportare questi continui spostamenti". "Siamo stanchi di parlare e di non ottenere nulla" aggiunge una signora di Visso palesemente provata e arrabbiata perché, dopo un iniziale interesse "alla fine ci hanno dimenticati". Le polemiche degli ospiti non sono rivolti alla struttura, ma al modo in cui è stata gestita la situazione di emergenza post sisma "perché - dicono - l'emergenza non è ancora finita. Noi siamo ancora senza case".
Occhi lucidi e disperazione per chi in questi mesi ha condiviso il dolore, la speranza, le proteste. "Siamo stati una comunità, sono nate delle forti amicizie non solo tra i più piccoli, ma tra noi adulti" dice Donatella di Visso sfollata insieme alla sua famiglia, un figlio di 8 anni e l'anziana madre Rita che racconta: "Mi viene da piangere se penso ai bambini che crescendo ricorderanno quello che hanno dovuto vivere. Non facciamo in tempo a disfare i fagotti che dobbiamo ripartire".
Gli anziani presenti sono davvero tanti, per questo la maggior parte ha preso degli alloggi con i Cas (Contributo per autonoma sistemazione). La Protezione civile, infatti, ha proposto altre strutture ricettive lungo tutta la costa marchigiana, da Senigallia a San Benedetto del Tronto, ma alcuni temono di non riuscire ad ottenere ambienti idonei alle loro esigenze.
"Non toccate i cuccioli di capriolo rinvenuti tra la vegetazione". È l'ammonimento lanciato dai carabinieri forestali dopo l'ultimo recupero di un esemplare in un bosco a Montegallo (Ascoli Piceno) da parte dei militari delle stazioni di Castelsantangelo sul Nera e Montegallo, su segnalazione di un cittadino che lo aveva raccolto credendolo abbandonato dai genitori.
Il cucciolo è stato affidato a un studio veterinario di Ussita, ma sono decine le segnalazioni di cuccioli di capriolo rinvenuti tra la vegetazione in questo periodo dell'anno. Questi animali - ammoniscono i carabinieri forestali - una volta raccolti non potranno essere più reimmessi in ambiente naturale e saranno costretti a stare in aree recintate.
I cuccioli non sono stati abbandonati dai genitori, ma attendono la madre che si è allontanata per alimentarsi e tornerà presto ad allattarli. Toccare questi animali, e anche solo avvicinarsi, li esporrà all'abbandono da parte dei genitori e soprattutto ai predatori.
(Fonte Ansa)
"La spina è staccata e indietro non si torna": a ripeterlo all'ANSA è Marco Rinaldi, il sindaco dimissionario di Ussita. Giovedì primo giugno scadono i 20 giorni entro i quali potrebbe ritirare le proprie dimissioni, "ma non lo farò, la decisione è stata presa, quello che è accaduto suggerisce soltanto di confermare la mia uscita", ribadisce Rinaldi. Sulla sua decisione pesa l'inchiesta della procura di Macerata sul camping "Il Quercione", con tanto di sequestro dell'area.
I magistrati contestano il posizionamento di 5 case mobili e un prefabbricato in legno su un'area protetta come quella del Parco dei Sibillini, e a rischio idrogeologico. Lunedì prossimo Rinaldi incontrerà il prefetto di Macerata Roberta Preziotti, "sarà un saluto e l'ultimo atto istituzionale", spiega. Le sorti del Comune di Ussita saranno affidate ad un commissario di nomina prefettizia, che gestirà questa fase di transizione fino a nuove elezioni.
Questa mattina si è svolta in Provincia di Macerata una conferenza di servizi per esaminare il progetto esecutivo per la messa in sicurezza del 1° tratto della SP 135 Visso-Ussita per un importo complessivo di tre milioni di euro. Gli interventi riguardano i Comuni di Visso e Ussita e prevedono la messa in sicurezza delle pareti rocciose e la protezione della strada dal torrente Ussita nonché il ripristino strutturale della Galleria e del muretto di protezione.
Alla Conferenza, presieduta dall'Ing. Angela Carlone, delegato dal soggetto attuatore, hanno partecipato l'Ing. Mancina, L'Ing, Fiore e l'Ing, Fidenza per l'ANAS, l'Ing, Marcozzi e l'Ing. Marzialetti per la Regione; l'ng. Mundo e l'Arch. Sciarra per la Provincia di Macerata e l'Arch Salvati per la Soprintendenza delle Marche. In sede di Conferenza sono stati acquisiti i pareri dei Comuni di Visso, Ussita e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
L'intervento è importante come ha nuovamente ribadito ai Dirigenti ANAS il Presidente Pettinari, tuttavia la priorità è la riapertura oltre alla VALNERINA anche delle provinciali Pian Perduto, Casali e Frontignano Caste Sant'Angelo
Procede il lavoro per le aree destinate ad ospitare le Sae nelle zone terremotate delle Marche. Nelle ultime 24 ore ci sono state aggiudicazioni definitive per le aree di Fiastra, area di Capoluogo e Cerreto-Acquacanina, dove sorgeranno 50 casette per 148 abitanti; Visso, Croce e Villa Sant'Antonio, 74 Sae per 240 abitanti; Ussita, La Pieve-Capoluogo: 68 Sae per 210 abitanti; Pieve Torina, aree di Antico-Casavecchia-La Serra-Appennino: 83 Sae per 278 persone. Domani, fa sapere la Regione Marche, gli uffici avvieranno le procedure di gara per i progetti per le Sae di Montegallo-Uscerno, Caldarola-Campo Sportivo, Serrapetrona - Caccamo, Acquasanta Terme-Arli (ANSA).
Continua il lavoro per le Sae. Nella serata di ieri, mercoledì 24 maggio, approvati dai Comuni di Bolognola e Ussita i due layout.
Per Bolognola si tratta di 7 casette per 20 abitanti, mentre per Ussita è stato approvato il layout dell’area di Vallazza con 21 casette e 62 abitanti.
Dagli uffici dell’Erap poi arrivano due aggiudicazioni provvisorie per le casette dell’area Serra di Pieve Torina con 44 Sae per 168 abitanti e dell’area di Borgo 2 di Arquata del Tronto con 31 casette per 70 abitanti.
"I mesi seguiti al terremoto sono stati difficilissimi. Ma in quei mesi abbiamo lavorato gomito a gomito, ci siamo conosciuti meglio e abbiamo scoperto che avevamo un sogno in comune". Chi parla è Silvia Bonomi, una dei sei allevatori che hanno deciso di unire le forze e dare vita a una rete d'impresa - "La Sopravissana dei Sibillini" - che si occupasse di tutelare e promuovere la pecora Sopravissana, razza ovina autoctona marchigiana.
Sei aziende del territorio insieme per un unico grande progetto: allevare secondo un metodo di allevamento estensivo animali tuttora a rischio estinzione, mettendo al centro il loro benessere, per permetterne il ripopolamento e creare così sul lungo periodo un indotto di filiera da poter estendere anche oltre Regione, e perché no, all'estero.
Un'idea nata all'indomani del sisma di ottobre e diventata realtà lo scorso marzo. Una realtà tutta da costruire, con passione ed entusiasmo, che certo non mancano. "Siamo tutti giovanissimi, sei ragazzi - dice Silvia - molto determinati, che il terremoto non ha fermato. E se non ci ha fermati il terremoto, non ci ferma più nessuno! Condividiamo la stessa concezione della gestione degli animali, oculata e attenta. Abbiamo messo sotto lo stesso cappello i nostri desideri e le nostre ambizioni e adesso ragioniamo con una sola testa. Stiamo lavorando giorno per giorno, sono molte le cose che vorremmo fare e speriamo di riuscirci. Noi non molliamo!".
Questa mattina si sono svolte, nella sede della Provincia di Macerata, due conferenze di servizi per esaminare i progetti predisposti dall'Anas per la riapertura della Valnerina.
Sono stati valutati gli interventi necessari per ripristinare, seppure in via provvisoria, il principale collegamento di quel comprensorio, epicentro del sisma. Previsti due specifici progetti: uno per la rimozione della frana e l'altro per la messa in sicurezza della parete rocciosa in tre diversi tratti dell'arteria.
I progetti erano stati già illustrati dall'ingegnere Fulvio Soccodato, soggetto attuatore nominato da Curcio, martedì scorso in un incontro tenutosi sempre in Provincia. In quella occasione con la presenza anche del sindaco di Castelsantangelo sul Nera e il sindaco di Visso in collegamento telefonico, erano stati esaminati altri interventi e la loro tempistica per la riapertura delle altre strade di quel territorio:Visso-Ussita, Visso-Castelsantangelo, Ussita-Frontignano-Castesantangelo, Ussita-Casali e Ussita-Macereto.
Alle due conferenze di servizi di oggi , presiedute dall'ingegnere Antonio Marsella, hanno partecipato l'ingegnere Mancina per l'Anas, Marcozzi e Marzialetti per la Regione Marche, Serenella Sciarra per la Provincia di Macerata e Daniele Moretti per l'Enel. Gli altri Enti invitati hanno inviato rispettivi pareri. “Si tratta di un passo avanti importante dice Pettinari per un obiettivo molto atteso dall'intera popolazione e per questo sollecitato ripetutamente dai Comuni di Visso, Ussita e C.S Angelo sul Nera, dalla Regione Marche e dalla Provincia”.
Nei prossimi giorni finalmente l'Anas procederà alla scelta delle ditte appaltatrici in modo da iniziare subito i lavori e rispettare il cronoprogramma per la riapertura della Valnerina entro settembre. A tale scopo l'Anas aprirà contemporaneamente i diversi cantieri necessari, sia per la rimozione della frana che per la messa in sicurezza della parete rocciosa.
"Lo scoraggiamento del sindaco di Ussita non è solo suo, ma di tanti marchigiani e va compreso. Ma questo non significa che ci si può fermare, tutt'altro". Lo ha detto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, parlando con i giornalisti della vicenda del sindaco Marco Rinaldi, che si è dimesso perché indagato per l'installazione di alcune case mobili in area protetta, affermando che "la ricostruzione così è impossibile". "Ogni giorno i cittadini esprimono i loro timori per la ricostruzione - ha spiegato il governatore -, noi cerchiamo di dare messaggi che rappresentano al meglio quello che si fa, né più né meno. Non è che vogliamo raccontare cose che non ci sono, ma dietro ogni risultato c'è una grandissima attività" (ANSA).
''Ho sempre pensato che chi occupa una carica pubblica e viene interessato da un procedimento giudiziario deve sottoporsi al giudizio in veste di semplice cittadino''.
E' quanto il sindaco dimissionario di Ussita Marco Rinaldi ha scritto al presidente dell'Anci Antonio Decaro e a quello di Anci Marche Maurizio Mangialardi, che gli avevano chiesto di ritirare le dimissioni, rassegnate dopo aver appreso di essere indagato, insieme al suo predecessore, per violazione della normativa relativa ad edificazioni in aree a rischio, avendo consentito di realizzare 5 case mobili e un gazebo in un vecchio camping. In questi giorni Rinaldi ha ricevuto ''centinaia di messaggi di solidarietà da sindaci di tutta Italia'', ma non intende tornare sulle proprie decisioni.''Vi ringrazio di cuore ma vi prego di non insistere nel chiedermi di ritirare un atto che ho firmato con grande fatica ma con lucida e ragionata determinazione'' (ANSA).
Avevamo pensato di stare su Scherzi a Parte dopo che due parlamentari del Partito Democratico hanno promosso l'emendamento per inserire la provincia di Pesaro fra quelle destinatare di contributi per "danni indiretti" dal terremoto.
Non eravamo su Scherzi a Parte. E non lo siamo neanche stavolta. L'ex premier Matteo Renzi, infatti, ha chiamato a raccolta i suoi e le magliette gialle si preparano ad "invadere" domenica prossima le zone colpite dal terremoto. Leggiamo il post su Facebook di Renzi:
"Vorrei ringraziare i volontari del PD romano che ieri hanno indossato una maglietta gialla e si sono messi a pulire Roma.Il PD continuerà a fare iniziative come questa. Del resto ricordo che la prima volta in cui abbiamo “sperimentato” le magliette gialle è stato due anni fa a Milano. Ma adesso lo faremo più spesso, non solo a Roma. Anche per questo domenica prossima, 21 maggio, le magliette gialle torneranno in azione.Sto chiedendo a tutti i parlamentari di utilizzare questa domenica per andare – insieme ai volontari dei circoli, ai consiglieri regionali di tutta Italia, agli amministratori locali, ai cittadini che vogliono darci una mano – nelle zone del terremoto. Abbiamo oltre trecento parlamentari, centinaia di consiglieri regionali, migliaia di circoli. La giornata di domenica la passeremo ciascuno in un comune diverso di quelli colpiti dal sisma. Il PD sarà in tutti i comuni. Ad ascoltare, a fare il punto, a portare la testimonianza di un impegno concreto.Non si tratta in questo caso di pulire, come abbiamo fatto a Roma, ma di ascoltare, di capire, di condividere. E ciascuno da lunedì riporterà a Roma lo stato dell'arte. Il Governo ha fatto moltissimo per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto ad agosto, a ottobre, a gennaio. Ma la burocrazia è sempre in agguato per bloccare, fermare, rimandare, rallentare. Questa delle magliette gialle di domenica prossima, nelle zone del terremoto, è una buona opportunità. Chi vuole darci una mano lo faccia anche se non è parlamentare: magliettegialle@partitodemocratico.it Non dobbiamo lasciare nessun comune da solo. Dobbiamo andare ovunque, anche nei territori più piccoli che giustamente temono l'abbandono. Se ce la mettiamo tutta riusciamo a coprire ciascun comune. Avanti, insieme".
Non dobbiamo lasciare nessun Comune da solo. La burocrazia è sempre in agguato. Ma veramente? Ma, ci scusi Renzi, chi governa l'Italia? Chi governa le Marche? Non è il suo partito? In casi come questo, francamente, servirebbe solo un po' di buon senso. E a quello del segretario regionale Francesco Comi e dell'assessore regionale Angelo Sciapichetti ci appelliamo: se può, si adoperino per evitare un gesto di cattivo gusto. Anche perchè gli animi da quelle parti sono già sufficientemente esasperati. Delle magliette gialle proprio non se ne sente il bisogno: non è una questione politica. Le difficoltà sono innegabili, ma ritardi e stop dati da rigide norme burocratiche arrivano solo dalla politica. Non andate nelle zone terremotate: è solo buon senso.
Anche l'ex sindaco di Ussita Sergio Morosi risulterebbe indagato per la vicenda del camping Il Quercione, insieme all'attuale primo cittadino Marco Rinaldi, che si è dimesso. L'accusa per entrambi è violazione della normativa relativa ad edificazioni in aree a rischio.
Nel camping erano state infatti realizzate cinque case mobili e un gazebo in legno e attivati gli allacci, in un'area vincolata paesaggisticamente, destinata a verde pubblico e sui cui vige l'inedificabilità assoluta essendo in zona R4, con elevato rischio idrogeologico. (Ansa)
Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa a firma Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche:
"Sono al fianco di Marco Rinaldi, sindaco di Ussita, non solo formalmente per il ruolo istituzionale che ricopro, ma convintamente e decisamente perché chi lavora per contribuire a risollevare una comunità devastata come quella di Ussita e degli altri comuni del cratere non può accettare di dover sottostare a cavilli di legge. Solo nella 2' guerra mondiale le Marche hanno avuto più distruzioni di quante ne ha fatto questo terremoto e, di conseguenza, andrebbe pensata la proclamazione di uno stato di guerra anche in questa regione, con le leggi speciali, zero burocrazia e possibilità di operare al sostegno dei cittadini".
"L'oggetto del contendere è il sequestro del camping 'Il quercione' di Ussita, comune che insiste all'interno del Parco dei Sibillini e con un vincolo di inedificabilità assoluto per il rischio di dissesto idrogeologico. All'interno del camping il sindaco ha consentito l'installazione di 4 case mobili e un container e per questo gli è stato contestato l'abuso edilizio. Il sindaco Rinaldi ha annunciato le dimissioni convinto che, con queste leggi così restrittive, la ricostruzione post sisma nel devastato comune di Ussita sarà quindi impossibile".
"Come Anci Marche ci siamo mobilitati anche investendo del problema l'Anci nazionale. È di tutta evidenza che vada individuato un percorso in grado di sostenere le scelte che un sindaco di un comune gravemente colpito fa nell'interesse dei cittadini. Da mesi pianifichiamo la ricostruzione, ci adoperiamo per accellerarla il più possibile e non perpretare inaccettabili ritardi e poi accade un episodio come questo di Ussita che di fatto toglie la speranza a quella comunità e a tutti noi marchigiani di poter tornare alla normalità e ci fa ritenere che invece di essere all'alba di un nuovo giorno siamo al tramonto di un intero territorio".
"Le mie dimissioni sono irrevocabili. Ma il mio impegno proseguirà più forte di prima, da semplice cittadino, a servizio della comunità". Lo ribadisce oggi, all'indomani delle dimissioni presentate a seguito dell' inchiesta della Procura di Macerata sul camping Il Quercione, il sindaco di Ussita Marco Rinaldi.
"La mia decisione - ha aggiunto Rinaldi - non è frutto della stanchezza o dell'effetto psicologico dovuto all'emotività, ma di un ragionamento che sto portando avanti da qualche tempo". (Ansa)
L'Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini interviene sulle dimissioni del sindaco di Ussita Marco Rinaldi, sottolineando che ''l'Ente è sempre stato vicino alle popolazioni e ai sindaci del territorio, condividendone le difficoltà e adoperandosi per cercare di facilitare, per quanto di sua competenza, tutte le procedure per la ricostruzione post sisma, a cominciare dalla Sae, ossia le strutture abitative di emergenza per le quali è stato concesso, per tutte le richieste sin qui pervenute, il nulla osta''.
Le questioni normative evidenziate dal sindaco Rinaldi, a cominciare dalla Zona R4, si legge in una nota del Parco, ''non dipendono pertanto né sono di competenza del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che conferma la sua piena disponibilità ed il suo impegno per contribuire fattivamente alla ricostruzione del territorio''. (Ansa)
Il sindaco di Ussita Marco Rinaldi (Pd), uno dei sindaci del terremoto, si è dimesso poco fa, dopo che il Gip di Macerata ha firmato un decreto esecutivo di sequestro del camping 'Il Quercione', dove da anni sono posizionate 5 mobil house e un prefabbricato in legno, in quanto realizzati nell'area protetta del Parco dei Sibillini, inedificabile e in zona R 4.
''Tutta Ussita è in area protetta - ha detto Rinaldi dando all'ANSA la notizia delle dimissioni -, questo vuol dire che la ricostruzione non si farà mai''.
''La ricostruzione di Ussita non potrà mai avere inizio né conclusione. Gran parte del territorio del Comune viene a trovarsi nelle medesime condizioni del camping Il Quercione, con la conseguenza che non un prefabbricato, non una casetta di legno, non alcun altro immobile, non un solo ripristino dei vecchi impianti sportivi, compreso il Palazzo del ghiaccio e la piscina, potranno mai essere messi in atto''. Lo si legge nella lettera di dimissioni che il sindaco di Ussita Marco Rinaldi ha consegnato al segretario comunale, rassegnando le sue ''irrevocabili dimissioni''.
'L'impossibilità di ricostruire Ussita e gli altri Comuni del Parco - dice - diviene una certezza ove non muti il quadro legislativo che tuteli, in un ambito di straordinaria gravità come quello che ci coinvolge, anche la presenza umana inserita nell'ambiente naturale''. Rinaldi continuerà a difendere i suoi cittadini, e ad aiutarli ''ad uscire dal grave stato di disagio e di abbandono in cui versano''.
Il camping è una vecchia struttura degli anni Novanta, già oggetto di sanatoria, e attualmente non ospita sfollati del terremoto, tutti trasferiti sulla costa, anche se alcuni in questi mesi avevano sistemato lì beni personali nei container. ''Queste persone piangevano, quando sono arrivate le forze di polizia a mettere i sigilli - racconta Rinaldi, un ingegnere di 66 anni, fra i sindaci più attivi in questi mesi a difesa della propria comunità. La procura, che ha chiesto e ottenuto dal Gip il sequestro, gli contesta di aver consentito l'installazione delle mobil house e del gazebo in legno, oltre all'esecuzione di scavi, ''in una zona asseritamente vincolata da inedificabilità assoluta per essere inserita in area vincolata paesaggisticamente. Zona R4, e all'interno del Parco dei Monti Sibillini''.
Il sindaco di Ussita Marco Rinaldi, che si è dimesso dopo il decreto di sequestro del Camping Il Quercione per presunti abusi ambientali, afferma: "Sull'operato della Magistratura, a cui ribadisco piena fiducia, non ho nulla da osservare, salvo affermare che mi difenderò nelle opportune sedi, non ritenendo che possa ravvisarsi alcuna mia responsabilità penale". La vicenda però diventa ''oltremodo preoccupante - osserva - se la si valuta sotto il profilo amministrativo della ricostruzione post terremoto''.
(Ansa)