Sono passati pochissimi giorni da quando due violente scosse di terremoto hanno cambiato per sempre la provincia di Macerata. Eppure, c'è la sensazione condivisa che i riflettori su quella che è senza ombra di dubbio una tragedia immane, si stiano già spegnendo. Forse si sono già spenti. Eppure, qui niente sarà più come prima.Il giorno dopo il terremoto di agosto, abbiamo mangiato amatriciane solidali anche per colazione, in ogni posto d'Italia. Dopo L'Aquila tutti i grandi artisti italiani hanno inciso anche una canzone. Oggi i fari sono accesi solo su Norcia e Cascia. Abbiamo visto decine e decine di volte le immagini delle suore che vengono accompagnate fuori. Non abbiamo visto un fotogramma su una Muccia devastata, su una Pieve Torina fantasma, su una San Severino a pezzi. Qualcuno vi ha detto che a Cessapalombo ci sono state intere frazioni isolate per giorni? Niente di tutto questo. E non cominciamo col solito buonismo e con le frasi di circostanza per cui "adesso non è il momento di fare polemiche" e "ora bisogna stare tutti uniti". Sì, tutti uniti ci stiamo. Noi cittadini e solo noi. Perchè altre attenzioni non ne vediamo. Certamente, non vogliamo pensare che Acquacanina o Muccia siano un bacino elettorale troppo esiguo, non sia mai. Francamente, delle visite "private" (che poi che senso abbia definire privata una visita di un capo di Stato) ce ne facciamo poco. Molto poco.E non dimentichiamoci che solo poche settimane fa, questi stessi territori avevano subito un altro durissimo colpo con l'apertura della superstrada fino a Foligno per via della quale paesi interi venivano tagliati fuori dal traffico veicolare, con le comprensibili conseguenze ricadute negative su un tessuto economico già fragile. Però, vuoi mettere... arrivare a Foligno e metterci un quarto d'ora di meno... Oggi la stragrande maggioranza di questi paesi non esiste più.Tutti i media aprono con "una forte scossa di terremoto è stata avvertita a Roma"... quasi che vien voglia di scusarsi coi romani se il terremoto ci ha devastato e si è avvertito anche nella capitale... Sentiamo dire troppo spesso "Meno male, non ci sono stati morti", quasi fosse una sorta di appagamento, una excusatio non petita, di fronte a un dramma che invece coinvolge migliaia di persone. E più calano le luci dei media, più cresce il numero della gente che per colpa di questo sisma ha perso la casa, la cosa più cara e a cui tutti siamo più legati nella vita. No, non ci sono stati morti. Ma c'è una provincia in ginocchio, devastata nel suo cuore più bello, distrutta non solo nelle macerie dei crolli ma anche nell'anima. Chi scrive è sufficientemente vecchio per ricordarne diversi di terremoti forti, ma, anche questa sensazione comune, come quello di mercoledì sera alle 21.18 non si era mai sentito prima. Siamo provati tutti, dagli anziani ai bambini che hanno visto cadersi addosso qualsiasi cosa nelle loro case: sono cicatrici indelebili nell'anima che non si potranno mai cancellare.E poi, inutile girarci intorno, c'è un entroterra che rischia molto concretamente l'estinzione. Il tempo che sarà necessario per ricostruire quanto è stato devastato, potrebbe essere letale per paesi dove l'età media è alta e di lavoro ce n'è sempre meno. Non solo Castelsantangelo, Ussita e Visso, ma Camerino, Muccia, San Ginesio, Ripe San Ginesio, Pieve Torina, Pievebovigliana, Treia, Serravalle, Matelica, Castelraimondo, Gagliole, Colmurano, Caldarola, Serrapetrona, Loro Piceno, Pollenza, Cessapalombo, Camporotondo, Belforte, Cingoli, Sarnano, Gualdo, Fiastra, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Pioraco, Sefro, Fiuminata, Monte Cavallo, Acquacanina, Bolognola, le stesse Tolentino e San Severino dove centinaia e centinaia di persone non hanno più una casa. E poi quella splendida Camerino, profondamente provata e ferita dal terremoto del 1997, capace di rialzarsi e ripartire, di creare un polo universitario di eccellenza in tutta Italia e nel mondo. E' quasi commovente lo sforzo immane del rettore Flavio Corradini nel cercare di diffondere tranquillità agli studenti e alle loro famiglie. Corradini, un rettore dinamico e "mediatico" è stato sempre attentissimo a fornire l'immagine più bella di Camerino e della sua Università, riuscendo sotto il suo rettorato a raggiungere probabilmente i migliori picchi di sempre per l'ateneo camerte, sia sotto l'aspetto qualitativo che quantitativo. Il rettore è persona profondamente intelligente e colta e sa che questo colpo sarà durissimo da assorbire per quella che è una fabbrica di cultura, ma anche un volano fondamentale e determinante per l'economia di tutto l'entroterra.L'Università di Camerino deve diventare il simbolo della forza della nostra gente, della capacità di rimboccarsi le maniche e di saper offrire qualcosa che non si trova da nessun'altra parte nel nostro Paese. Anche la cultura e la preparazione che offre Unicam non si trovano in nessun'altra Università: lo dicono dati nazionali, non certo noi giornalisti di provincia. E che nessuno pensi di strappare l'Università a Camerino: lì nasce tanti secoli fa e lì deve rimanere, sotto la guida illuminata di Flavio Corradini. Questa è una battaglia che porteremo avanti senza soluzione di continuità, perchè la provincia di Macerata deve continuare ad avere i suoi due poli di eccellenza universitaria, ognuno con le sue specializzazioni, ognuno con le sue peculiarità. La storia non si cancella: neanche un sisma devastante può cancellarla. E da quella storia oggi si deve ripartire, facendo dell'Università di Camerino il traino di una rinascita difficile, ma non impossibile per gente come noi.Stringe il cuore vedere tanti sindaci che lontani dalle luci della ribalta ma con le mani sporche e i capelli impolverati, si affannano per dare una mano ai loro concittadini, per infondere speranza, per provare a dare un pizzico di tranquillità. Sono veri "eroi", costretti ad affrontare un'emergenza imprevista e imprevedibile, senza più un ufficio, senza più nessuna certezza sul futuro della loro terra. Vicino non hanno avuto e non hanno nessuno. Devono combattere contro una burocrazia soffocante, contro un dramma sociale ed economico senza pari. Se dovessimo essere più realisti del re, non possiamo nasconderci dietro le frasi di circostanza e i meme sui social dove "ce la faremo" "ci riprenderemo" "non molliamo". Stavolta rialzarsi sarà dura: da Tolentino in poi c'è il rischio concreto dello spopolamento definitivo, dell'estinzione di perle rare e dal valore inestimabile. Un patrimonio immenso è stato perso per sempre, è sotto gli occhi di tutti. Già dopo le scosse di agosto, superando la burocrazia si sarebbe potuto salvare tanto. Non è stato fatto nulla e oggi non si può più tornare indietro. Per non parlare di edifici pubblici inaugurati non più di tre-quattro anni fa e oggi inagibili: quando saranno aperte le inchieste dalle procure per trovare i responsabili di certi scempi?Oggi dobbiamo urlarlo tutti insieme: nel cratere sismico siano inserite tutte, tutte le città e i paesi colpiti. Si faccia in fretta, si faccia subito. La nostra gente non chiede soldi. Chiede una parvenza di normalità. Siamo marchigiani, maceratesi, tignosi, ignoranti, ma fiaccati nell'anima e nel corpo. Non ci abbandonate.
In queste ore si susseguono notizie ed ipotesi su quanto sta accadendo nel Centro Italia. Dopo il sisma si ipotizza di tutto. Confusione, notizie falsate, bombardamento mediatico sensazionalistico. Questo è quello che non vogliamo. Alimenta il panico ed il senso di incertezza in una popolazione già stremata.
Doveroso ci appare un contributo scientifico serio sulla attuale situazione. E non possiamo non chiederlo al prof. Emanuele Tondi, che a pochi giorni dal terremoto di Amatrice del 24 Agosto aveva indicato la zona tra Norcia e Preci come la possibile area epicentrale di futuri terremoti distruttivi (http://www.picchionews.it/il-geologo-tondi-intervista-choc-sapevamo-dal-2009-che-il-terremoto-avrebbe-colpito-in-quel-punto/ PUNTO 5: “Da una personale valutazione, se si verificasse questa seconda evenienza, la zona che ha la probabilità maggiore di generare un terremoto è quella a nord di Norcia, nell’area di Preci”).
“Innanzitutto l’unica certezza che c’è sempre stata e che resta ferma nel marasma di informazioni è che non può essere previsto quando un terremoto colpirà. Il nostro territorio, come ormai tristemente di conoscenza comune, è ampiamente e fortemente sismico e ciò che sta accadendo si è verificato già nel passato. Purtroppo abbiamo avuto secoli per prepararci ma non l'abbiamo fatto. Stiamo accusando il colpo di anni di ritardo nella messa in sicurezza delle strutture e del territorio.
In secondo luogo, la geologia, giovane scienza in evoluzione, ci ha fornito una base di dati da utilizzare, dati che però devono essere progressivamente aggiornati studiando i fenomeni naturali quali appunto i movimenti delle faglie. I terremoti di Amatrice e Preci non sono stati previsti in termini temporali; sulla base dei concetti scientifici che riguardano la meccanica delle faglie, erano state individuate le faglie candidate a riattivarsi prima di altre, ovviamente sempre in termini probabilistici, perché le variabili, come sappiamo, sono molte. Questo tipo di analisi, permetterebbe di ottimizzare ed indirizzare con criteri tecnico-scientifici (e magari non politico-clientelari) le opere di prevenzione (miglioramento ed adeguamento sismico degli edifici), che ovviamente non possono essere svolte in tutta Italia contemporaneamente.
Il concetto a cui mi riferisco è più o meno quello sviluppato dal laboratorio sismologico dell’Università di Berkeley in California: http://seismo.berkeley.edu/blog/2008/10/10/earthquake-probabilities-in-the-bay-area.html. Chiaramente stiamo sempre parlando di probabilità, che non è una certezza, come dimostrato dall’evento del 30 mattino di magnitudo 6,5, considerato improbabile ma che si è invece verificato. Per concludere, quando si afferma che c’è il rischio dell’attivazione di altre faglie (e questo lo dicono tutti), visto che si sa dove sono, si può dire anche quali sono. Bisognerebbe avere un po’ più di coraggio ad utilizzare i risultati delle ricerche scientifiche in questo campo. Valutare la pericolosità sismica con gli stessi criteri per un area in cui il terremoto è avvenuto l'altro ieri o 400 anni fa, ai giorni nostri, è un concetto superato. “
Doveroso appare da parte nostra ringraziare il prof. Tondi per la pazienza con cui ci fa partecipi di concetti scientifici ignoti ai più, facendo crescere in tutti noi la consapevolezza del rischio sismico e quindi la richiesta prioritaria di prevenzione. Questa è l’informazione che dobbiamo richiedere agli studiosi, non miracoli o risposte salvifiche, ma la verità ricavabile dal dato oggettivo. Abbiamo conosciuto il presupposto da cui la geologia muove: non ci sono certezze quanto ai terremoti in termini di previsioni temporali. Le faglie si sanno dove sono, quanta energia massima possono rilasciare, ma non si può stabilire con certezza né quando né con quale frequenza si attiveranno.
In molti si chiedono ora cosa ci si può aspettare. Due sono le risposte che si possono dare. La prima viene dalla scienza e su questo risponde Tondi: “Si sono avuti eventi multipli “mainshocks” sempre lungo la stessa zona di faglia, quella che si estende da Pescara del Tronto fino a nord di Castel Sant’Angelo, nota come il Sistema di Faglie del Monte Vettore-Monte Bove. Con l’evento del 24 Agosto si è attivata la porzione meridionale, poi il 26 Ottobre si è attivata la parte centro-settentrionale e il 30, purtroppo, si è riattivata in tutta la sua lunghezza, con il terremoto di magnitudo 6,5, il più forte degli ultimi 300 anni in questa zona dell’Appennino centrale. Ora occorre studiare al più presto e nella forma più approfondita possibile le caratteristiche della faglia così come si è realmente mostrata ed estendere i risultati di questi studi, laddove possibile, ad altre faglie dormienti che potrebbero riattivarsi. Rendere il dato che la scienza naturale ci offre il più certo e sicuro possibile ai fini della sua utilizzazione in chiave di prevenzione e non, come erroneamente si vuol credere o ci si vuole illudere, in termini di previsione”.
La seconda risposta ve la forniamo noi e deve venire dalle istituzioni e da noi collettività: cominciare a costruire una differenza per il futuro, PRIORITA' NAZIONALE sicurezza in termini di risposta ai sismi ma anche al dissesto idrogeologico. Oggi è un terremoto. Domani sarà un alluvione. E noi stessi rendiamoci protagonisti: investiamo in prevenzione, formiamoci e pretendiamo che l'informazione in funzione di prevenzione continui e diventi un "modello stabile". Tutti: amministrazioni, aziende e cittadini. La prevenzione pretendiamola e facciamola.
Sequenza sismica iniziata il 24 Agosto 2016 ed epicentro dell’ultimo evento di magnitudo 6,5 del 30 Ottobre 2016 (da www.ingv.it)
Nastro scuro alla base della faglia a Nord del Monte Vettore che indica la sua riattivazione di oltre mezzo metro in superficie (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater).
Dettaglio del movimento lungo la faglia (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
"Spostamento sulla faglia di oltre un metro" (da Paolo Galli, https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10210570561410750&set=g.50026449082&type=1&theater)
Tempi lunghi per la ricostruzione e 15 Comuni del Maceratese inseriti nel cosiddetto “cratere”. Sono due degli elementi emersi durante la conferenza stampa terminata poco fa a Palazzo Chigi alla presenza del sottosegretario Claudio De Vincenti, del commissario per la ricostruzione Vasco Errani, del capo nazionale della protezione civile Curcio e del presidente della Regione Marche Ceriscioli.I Comuni della provincia di Macerata compresi nel decreto sono Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Penna San Giovanni, Pievebovigliana, Pieve Torina, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Ussita, Visso. In questa zona, compresa anche nel programma delle “aree interne”, saranno finanziati al 100% gli interventi di ricostruzione sia per le prime che per le seconde case. Fuori dal cratere, invece, come già emerso nei giorni scorsi, il contributo sarà del 100% per le prime case e del 50% per le seconde. I danni dovranno ovviamente essere certificati dalle schede Aedes. In tutto il Governo stanzia nell’immediato 200 milioni di euro per far partire il processo di ricostruzione, oltre ad altri 100 di credito d’imposta.Confermate le misure già emerse, come il prestito d’onore per le imprese danneggiate, la centrale unica di committenza, mentre le stazioni appaltanti saranno i 4 uffici della ricostruzione, il ministero dei Beni culturali e quello delle infrastrutture. Verrà poi istituito un elenco speciale per i professionisti che lavoreranno nella ricostruzione. “Questo – ha spiegato Errani – consentirà un sistema di controllo, con a capo l’Anac, che controllerà le gare a monte per assicurare al massimo trasparenza e legalità”. In totale il Governo stanzierà 35 milioni di euro per il 2016 per le Regioni Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche per agevolazioni alle imprese danneggiate dal sisma. Sono previsti contributi in conto capitale per chi decide di aprire nuove imprese in queste zone, oltre ad un contributo dell’Inail per imprese e lavoratori di 30 milioni. Inoltre altre misure saranno attivate attraverso i fondi del Piano di sviluppo rurale e del Fesr. Per i Comuni è prevista una deroga al pareggio di bilancio.Il commissario straordinario ha poi fatto capire che i tempi per la ricostruzione saranno lunghi. “Partiremo dai danni cosiddetti B, quelli più lievi, al più presto. Per il resto bisogna ricordare che per ricostruire un centro storico bisogna fare una pianificazione urbanistica. Qui – ha aggiunto – si sperimenta una cosa nuova: non si fanno qui i moduli. Qui si costruiscono delle case, temporanee, ma case, di alta qualità. E’ una scelta che va a merito della protezione civile, che non sull’onda delle spinte di oggi e dell’emergenza, ma con una programmazione, ha cercato di dare una risposta strategica. Stiamo costruendo il provvisorio perché dia qualità subito”.Qui sotto le slide del decretoslide_terremoto_20161011
Personale e mezzi del comando dei Vigili del Fuoco di Macerata sono intervenuti questa mattina, alle ore 10,30 circa, nel Comune di Serravalle del Chienti (MC), in località fonte delle Mattinate.L’intervento delle squadre dei Vigili del Fuoco coordinate dalla sala operativa 115 è valso al ritrovamento dei due dispersi R.L. ed R.M., zio e nipote, sul monte Piancali sorpresi da fitta nebbia durante la loro battuta di caccia.I due sono stati ritrovati in ottime condizione fisiche.I pompieri sono intervenuti con l’autopompa, il CA, 5 unità Vigili del Fuoco dalla sede distaccata di Camerino e la CA con unità cinofila dalla sede distaccata di Civitanova
Fu il primo grande terremoto dopo quello del 1980 in Irpinia ed ebbe grande ripercussione mediatica. Erano le 2:33 della notte tra il 25 e il 26 settembre 1997, quando la prima scossa di quello che si sarebbe rivelato essere un terremoto devastante, colpì l’Italia centrale, e in particolare l’Umbria e le Marche. Con una magnitudo 5.5 e un’intensità pari all’ottavo grado della scala Mercalli, ebbe luogo lungo l’asse della dorsale montuosa degli Appennini, proprio tra le due regioni. La prima scossa avvenne alle 2.33 di notte con epicentro Cesi (nei pressi di Colfiorito e Serravalle del Chienti). La scossa, di magnitudo 5.8, svegliò mezza Italia centrale e causò due vittime. Due anziani morirono per il crollo della loro abitazione.Alle 11:40 del mattino arrivò la scossa più forte, che andò a peggiorare la situazione disastrosa già creata dalla prima. Proprio mentre i tecnici eseguivano sopralluoghi sulle case danneggiate dal sisma della notte ed i giornalisti arrivavano nell’area dell’epicentro per documentare i danni ed intervistare gli sfollati, poco prima di mezzogiorno una nuova scossa sconvolgeva l’area. Stavolta più forte, di magnitudo 6.1, e con epicentro ad Annifo (Perugia), pochi chilometri al nord di Cesi, dove c’era stata la prima grande scossa. La nuova scossa, il cui ipocentro venne localizzato ad una profondità di 10 km, diede il colpo finale a tanti edifici già danneggiati nella notte.Ma quello era solo l’inizio: l’Umbria e le Marche furono interessate per diversi mesi da un’incessante sequenza sismica, che si manifestò con migliaia di scosse localizzate in una ampia fascia che si estende per 50 Km tra le località di Gualdo Tadino e Nocera Umbra, a Nord, e di Sellano e Norcia, a Sud. Le scosse ripetute e frequenti danneggiarono per settimane queste regioni. Secondo i dati raccolti dalla Protezione Civile, i comuni colpiti dal sisma furono quarantotto fra cui, in Umbria, Assisi, Gubbio, Foligno, Norcia, Valfabbrica, Gualdo Tadino, Nocera Umbra e Sellano; nelle Marche, invece, i danni più rilevanti si registrarono nei comuni di Serravalle del Chienti, Camerino, Fiordimonte, Castelsantangelo sul Nera. Il bilancio successivo vide 11 morti, 100 feriti e più di 80.000 abitazioni ed edifici danneggiati, tra cui anche la basilica di San Francesco d’Assisi. I danni principali furono arrecati proprio al patrimonio storico-artistico di cui queste regioni sono ricchissime: la cima del campanile della cattedrale di Foligno, la storica torre di Nocera Umbra, i numerosi musei e teatri storici, il complesso francescano di Assisi, appunto, dove i danni più gravi si ebbero nella Basilica superiore: andò persa buona parte del suo soffitto affrescato.
I sindaci di Acquacanina, Bolognola, Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Fiordimonte, Montecavallo, Muccia, Pieve Torina, Pievebovigliana, Serravalle di Chienti, Ussita, Visso, hanno lanciato un appello affinchè parte della provincia di Macerata, colpita duramente dal terremoto, non si trovi da sola a dover curare "ferite profondissime". Questo il testo dell'appelloNon c’è un comune danneggiato dal sisma, ma c’è un intero comprensorio che ha subito danni importanti e che merita considerazione. O chi di dovere entra in questa logica, oppure il terremoto avrà prodotto più disastri di quanti ne abbiamo già contati.Il nostro è un appello - ai vertici della Regione Marche, al Governo e a chi è stato chiamato a gestire l’emergenza e la ricostruzione - per evitare che una parte della nostra Provincia si trovi da sola a curare ferite profondissime. La nostra gente è abituata a rimboccarsi le maniche, a lavorare senza pubblicismi e a non piangersi addosso, ma questa dignità e questo senso di orgoglio non possono essere usati da chi ci governa per minimizzare e sottovalutare i danni che il sisma del 24 agosto scorso ha provocato nei nostri comuni.Non accettiamo che il territorio che governiamo sia stato tenuto fuori dal provvedimento per le defiscalizzazioni in favore delle popolazioni terremotate e non accetteremo disegni arbitrari per inserire o escludere interi territori dalla cartina geografica già tristemente disegnata dal sisma in maniera inequivocabile e non interpretabile. Il terremoto ha purtroppo provocato danni dove i danni sono evidenti e per questo invitiamo chi di dovere a fare visita ai nostri comuni, tra i nostri sfollati e tra le lesioni delle nostre abitazioni private e dei nostri edifici pubblici, tra le nostre attività commerciali in ginocchio. Vedremo, poi, chi avrà il coraggio (o la faccia tosta) di venirci a raccontare che i nostri comuni non sono nel così detto “cratere del sisma” e chi avrà il coraggio di escluderci da quei tavoli in cui si deciderà il da farsi e si programmerà l’auspicata ricostruzione.Già a seguito del terremoto del 1997 abbiamo pagato a caro prezzo e sulla nostra pelle scelte scellerate in base alle quali sono stati destinati fondi a territori che il sisma l’avevano visto solo al telegiornale, privando invece i nostri comuni della possibilità di finanziare tutte le opere necessarie o anche, ad esempio, quelle per le seconde case. Viviamo in piccole cittadine che vivono del così detto “turismo di rientro” e non tollereremo in nessun modo, questa volta, che la nostra economia venga bastonata e la nostra dignità umiliata.Quello delle seconde case (impropriamente chiamate così in quanto sono tali solo sotto il profilo fiscale e non patrimoniale) è solo un esempio e potremmo farne tanti altri. Siamo, tuttavia, proiettati al futuro e al bene di questi nostri comuni in prospettiva e non intendiamo piangere o fare polemica sul passato, ma pretendiamo che il passato, con i suoi tremendi errori, sia tenuto in considerazione per agire in maniera diversa e più produttiva, liberando quindi opportunità per la nostra gente e per il nostro territorio ed evitando sprechi che l’Italia non può certo permettersi.Inserire Castelsantangelo sul Nera tra i sette comuni di “Fascia A” è sicuramente il riconoscimento dei tanti danni che questo comune ha avuto – risultando anche epicentro di alcune scosse – ma è nello stesso tempo un prendere in giro la gente della montagna, compresa quella della stessa Castelsantangelo, se poi ignoriamo che Visso e Ussita vivono la stessa situazione o se siamo, ad esempio, esclusi dalle defiscalizzazioni o dall’esenzione delle bollette per la fornitura dell’energia elettrica, come anche dai tavoli in cui si stabiliranno i criteri della ricostruzione. Qui non c’è un comune con i danni, ma c’è un territorio intero danneggiato e troviamo imbarazzante dover precisare qualcosa che invece la logica, magari dando una occhiata ad una cartina delle Marche, avrebbe dovuto suggerire.Siamo pronti, come sempre, a rimboccarci le maniche, a lavorare a testa bassa per ricostruire e liberare opportunità, ma chi pensa di escluderci – magari per una qualche incomprensibile dinamica politica – sappia che venderemo cara la pelle, con la stessa determinazione e la stessa dignità che da sempre caratterizzano la nostra gente.
C'è comprensibile preoccupazione nella popolazione per la continua serie di scosse sismiche che dalle 3.36 del 24 agosto si susseguono incessantemente e vengono avvertite distintamente in tutto il maceratese. Si rincorrono anche voci, spesso incontrollate che non fanno altro che aumentare la paura in una situazione già oggettivamente molto difficile. A poco più di una settimana dall’inizio della sequenza con il terremoto di magnitudo 6.0, la Rete Sismica Nazionale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha localizzato complessivamente oltre 3400 eventi: 147 i terremoti di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0; 13 quelli localizzati di magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0 ed uno di magnitudo maggiore di 5.0 (quello di magnitudo 5.4 (Mw 5.3) del 24 agosto alle ore 04:33 italiane nella zona di Norcia. Per cercare di fare chiarezza, spieghiamo meglio cosa sono le zone sismiche e in quali di esse sono inseriti i Comuni delle Marche.Innanzitutto, va precisato che fino al 2003, il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa severità. I Decreti Ministeriali emanati dal Ministero dei Lavori Pubblici tra il 1981 ed il 1984 avevano classificato complessivamente 2.965 comuni italiani su di un totale di 8.102, che corrispondono al 45% della superficie del territorio nazionale, nel quale risiede il 40% della popolazione. Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo.Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112 del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 - "Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale. Zona 1 - E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti Zona 2 - In questa zona possono verificarsi forti terremoti Zona 3 - In questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari Zona 4 - E’ la zona meno pericolosa. I terremoti sono rari Di fatto, sparisce il territorio “non classificato”, e viene introdotta la zona 4, nella quale è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica. A ciascuna zona, inoltre, viene attribuito un valore dell’azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia (zona 1=0.35 g, zona 2=0.25 g. zona 3=0.15 g, zona 4=0.05 g).Il nuovo studio di pericolosità, allegato all’Opcm n. 3519, ha fornito alle Regioni uno strumento aggiornato per la classificazione del proprio territorio, introducendo degli intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni, da attribuire alle 4 zone sismiche.Suddivisione delle zone sismiche in relazione all’accelerazione di picco su terreno rigido (OPCM 3519/06) Zona sismica Accelerazione con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag) 1 ag >0.25 2 0.15 <ag≤ 0.25 3 0.05 <ag≤ 0.15 4 ag ≤ 0.05 Andiamo a vedere qual è la classificazione sismica dei Comuni della provincia di Macerata, sei dei quali sono stati inseriti in fascia 1: Castelsantangelo sul nera, Monte Cavallo, Muccia, Pieve Torina, Serravalle di Chienti e Visso. Tutti gli altri risultano inseriti nella zona 2. Di seguito anche le tabelle relative ai Comuni delle province di Ancona, Fermo - Ascoli Piceno e Pesaro.
Nuovo incidente lungo la superstrada 77 , chiusa momentaneamente in direzione monti a causa di un incidente che si è verificato all'interno della galleria Varano, fra Muccia e Serravalle di Chienti.Sono rimaste coinvolte due auto: sei i feriti, di cui uno in maniera seria. Sul posto sono intervenute le ambulanze del 118, i vigili del fuoco e la polizia stradale. I feriti sono stati trasportati tre a Civitanova e tre a Macerata. Uno di questi ultimi è stato poi portato anch'egli a Civitanova e ricoverato in rianimazione.Una Fiat Panda è stata tamponata da una Bmw serie 1 SW ed entrambe si sono ribaltate all'interno della galleria. Lo svincolo Serravalle in direzione di Foligno è stato chiuso al traffico, mentre per chi proviene da Muccia c'è l'uscita obbligatoria allo svincolo Serravalle, dopo la galleria Bavareto.(Foto Si.Sa.) (IN AGGIORNAMENTO)
E per fortuna che le provincie erano state abolite e non contavano più niente... Spettacolo puro stamattina di fronte all'ufficio del segretario della provincia di Macerata, Silvano Marchegiani, per la presentazione delle liste e delle candidature alla presidenza dell'ente. Ma partiamo dalla cronaca spicciola e dai numeri: i candidati alla presidenza sono due, il sindaco di Colmurano Ornella Formica e il presidente uscente Antonio Pettinari. Le liste presentate, invece, sono quattro: una di riferimento al Partito Democratico in appoggio alla Formica, una di riferimento all'Udc in appoggio ad Antonio Pettinari, una bipartisan dei sindaci dell'Alto Maceratese e una "identitaria" che fa riferimento ad amministratori del centrodestra.Lista "Sindaci Insieme"Capolista Pasqui Gianluca (sindaco di Camerino), Baroni Mario (Muccia), Castelletti Claudio (Fiastra), Cecoli Pietro (Monte Cavallo), Citracca Massimo (Fiordimonte), Falcucci Mauro (Castelsantangelo Sul Nera), Gentili Cristina (Bolognola), Gentilucci Alessandro (Pieve Torina), Luciani Sandro (Pievebovigliana), Pazzaglini Giuliano (Visso), Ricottini Giancarlo (Acquacanina), Santamarianova Gabriele (Serravalle del Chienti).Lista "Per la nostra terra delle armonie"Antognozzi Tarcisio (San Severino), Ceresani Francesco (Tolentino), Ghezzi Valeriano (Monte San Martino), Elisei Giordano (Montecassiano), Lippi Leonardo (Cingoli), Marinelli Renzo (Castelraimondo), Massi Gentiloni Silverj Alessandro (Tolentino), Tacconi Ivano (Macerata), Torresi Giovanni Battista (Pioraco), Ubaldi Rosalba (Porto Recanati).Lista "Territori Maceratesi"Catena Leonardo (Montecassiano), Iezzi Lidia (Civitanova), Micozzi Paolo (Macerata), Marcolini Enrico (Macerata), Acquaroli Francesco (Morrovalle), Montesi Massimo (Matelica), Tamburrini Stefania (Corridonia), Scorcelli Mirco (Recanati).Lista "Civica di centrodestra"Zura Flavio (Mogliano), Bracaccini Francesco (Montefano), Brugnola Debora (Esanatoglia), Farina Giulio (Montecassiano), Leoni Giampiero (Mogliano), Renna Paolo (Macerata), Zura Puntaroni Luigi (San Severino). Ma cosa è successo fra le 11.55 e le 12.30 di oggi negli uffici della provincia? Pare che, ma la cosa sarebbe praticamente certa, in ballo ci fosse una quinta lista capitanata dal sindaco di Treia Franco Capponi. Che però - che sfiga - non sarebbe stata presentata in tempo. Anzi, non sarebbe stata presentata affatto perchè chi doveva portarla entro le dodici in provincia sarebbe arrivato in ritardo. Una lista "fantasma" dunque? Neanche troppo, perchè sembra che a farne parte erano Capponi Franco (Treia), Castellani Edi (Treia), Savi Alessia (Treia), Spolentini Adriano (Treia), Palmieri Fernando (Treia), Roselli Leonardo (Camporotondo). Sei candidati. Il numero minimo per presentare una lista. Al che sorge una domanda: ma perchè la lista di riferimento al Partito Democratico è composta da soli otto nomi? Ma lasciamo gli interrogativi alla fine. Si racconta, per i corridoi della provincia tramutati nel castello di Canterville, che aleggi ancora la presenza di questa fantomatica lista di cui tutti sanno ma nessuno parla. Nessuno, a parte i cavalieri, novelli ghostbusters, dell'Udc. Sì, perchè si mormora neanche troppo a bassa voce, che alle 11.59 nel corridoio antistante l'ufficio del segretario, si sia materializzato il senatore Mario Morgoni (Pd) il quale avrebbe, con una busta in mano, fatto capolino alla porta di Marchegiani come a dire "guarda che sono qua...". Malignità. Senza dubbio. Ma lasciamo il racconto, nella sua versione, all'assessore provinciale Leonardo Lippi."Noi abbiamo presentato la lista abbondantemente nei termini previsti. A quel punto, siamo rimasti per salutare i componenti delle altre liste. In fondo, è una competizione elettorale dove non ci sono nemici ma avversari. Sono arrivati i presentatori della lista di centrodestra, poi la lista dei sindaci della montagna e infine quella del Pd. Alle 12 meno un minuto, la funzionaria della provincia ha chiesto se fossero presenti altre persone che dovevano presentare delle liste, in quanto avrebbe fatto fede l'orario in cui il segretario avesse verificato la loro presenza all'interno della provincia. Alla porta ha bussato il senatore Morgoni chiedendo non so cosa al segretario ed è uscito con una busta in mano. Poi si è messo in un ufficio adiacente quello del segretario con altre due persone che conosco personalmente: l'assessore di Treia Davide Buschittari e il dipendente del Comune di Treia Francesco Foglia che sono arrivati intorno alle 12.10 circa (trafelati, ndr). Nel mentre, il consigliere comunale del Pd di Macerata, Alessia Scoccianti, faceva avanti e indietro dall'ufficio del segretario a quello in cui si trovavano Morgoni e i due treiesi. Posso affermare, anche perchè a sostengo c'è una documentazione fotografica difficilmente confutabile, che all'interno della stanza si stesse facendo attività burocratica come timbrare fogli e mettere firme. Insieme a lei c'era anche il nostro capogruppo Massimo Montesi. Poi è arrivato l'architetto Montalboddi della direzione provinciale del Pd. A un certo punto, la delegata presentatrice dell'Udc, Rosalba Ubaldi, ha fatto protocollare una lettera-esposto al segretario e alla Questura, nella quale si faceva presente che essendo trascorso il termine per la presentazione delle liste, qualsiasi altra presentazione sarebbe arrivata fuori tempo massimo e che non c'era nessuno titolato a presentarne altre. Devo sottolineare che il senatore Morgoni, non essendo consigliere comunale nè tantomeno sindaco, non avrebbe avuto alcun titolo a presentare nessuna lista. Una volta che la Ubaldi ha protocollato il suo esposto, l'assessore Buschittari ha bussato alla porta del segretario chiedendo se poteva presentare la lista, ma essendo trascorsi i termini e non essendoci nessuno prima di mezzogiorno, il segretario non poteva far altro che rispondere che avrebbe accolto la presentazione della lista che, però, poi sarebbe stata inevitabilmente non ammessa essendo decorsi i termini. E' evidente che questa lista faceva capo a Franco Capponi, altrimenti non si spiegherebbe la presenza dell'assessore Buschittari che, fra l'altro, è un iscritto Udc. Saranno loro, non certo io, a dover spiegare cosa sia successo. Però, vedendo che il Pd ha otto candidati, forse viene da pensare che quattordici dentro una lista da dodici non ci sarebbero entrati, quindi era meglio spacchettarla in due... Adesso bisognerà vedere quali teste di serie sono rimaste fuori".Ovviamente, ben diversa la versione del senatore Mario Morgoni, uscito dalle sale della provincia dopo le 13.30. Prima, lo stesso Morgoni era stato protagonista di un vivace faccia a faccia con Lippi che gli chiedeva conto della sua presenza negli uffici della provincia, chiedendo che la porta restasse aperta e arrivando ad invitare il senatore ad uscire, chiedendo l'intervento della Polizia Provinciale. "Io non devo rendere conto a nessuno. Stavo discutendo con delle persone nel rispetto delle regole, mentre qualcuno pretende di sapere quali erano i motivi e l'oggetto dell'incontro aprendo le porte e addirittura chiedendomi di uscire. Finchè si scherza va bene, ma non bisogna superare certi limiti. Io mi sono dato da fare e messo in prima linea per sostenere la lista del Pd e la candidatura alla presidenza dell'area vasta. Non devo spiegare niente: io mi confronto con tutti dal funzionario del Comune di Treia al segretario di Civitanova. Se un senatore della Repubblica del Pd non può parlare con un assessore dell'Udc è una nuova regola. Io non ho messo nè firme nè timbri. La candidatura di Ornella Formica alla guida dell'area vista, insieme alla lista guidata da un sindaco come Leonardo Catena rappresentativo del territorio, esprime il senso più profondo di questa realtà fatta di piccoli Comuni, di questo cambiamento importante che c'è stato dalla provincia all'area vasta. Meno politica e più rappresentazione diretta degli interessi dei territori: noi abbiamo cercato di farlo con le candidature. Ornella Formica, sindaco di Colmurano, capace di portare quelle problematiche che in provincia di Macerata sono le più importanti, diffuse e anche molto serie, è l'emblema di quella che è la nostra idea di area vasta: costruire dentro questo nuovo organismo una collaborazione che sia anche più ampia di quelli che sono i confini di partito. Chi tende ad esasperare la questione sotto l'aspetto politico, ignora che questo cambiamento normativo ha ridimensionato fortemente la connotazione politica della provincia e ha dato invece alla nuova area vasta una configurazione di carattere amministrativo-istituzionale. Ragionare in termini di una realtà che non c'è più, potrebbe essere molto dannoso per il nostro territorio. Bisogna lavorare in termini di collaborazione sui problemi, al di là di quella che è la dialettica politica".
Una porta incantata su un mondo altro, una sospensione dal tempo, un ingresso nel regno di fate, elfi e mazzamurelli. Ancora una volta Montelago. E i Monti Sibillini si tingono magicamente d’Irlanda e di visioni.Non basta la pioggia a fermare la festa: nella splendida cornice di Taverne di Serravalle di Chienti, nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano, i Celti cavalcano la tempesta, e l’evento fantasy dell’anno chiude i battenti della 14ª edizione in grande stile, confermando di essere molto più che un Festival.Così in migliaia, si stimano circa quindicimila persone, hanno salutato l’alba, questa mattina, stretti nell’abbraccio degli ultimi fuochi, dopo un lungo weekend vissuto all’aria aperta, tra sole e pioggia, vento, lampi, arcobaleni e di nuovo sole, all’insegna della libertà e della riscoperta dei maestri - i Druidi - che percepiscono le forze della Natura, al di là di certificati d’eccellenza, stelle di riconoscimento e recensioni da tavolino, in direzione ostinata e celtica.Sogno anti-burocratico di una società che ritorna alle origini, riappropriandosi dei suoi spazi e della sua umanità, questo è il Popolo di Montelago, fantasy per vocazione, differente per scelta, protagonista di un viaggio eccezionale, tra le sponde di antichi saperi e nuovi orizzonti da esplorare.A cominciare dal programma della Tenda Tolkien, a cura del “Frodo” prof. Cesare Catà, in cui sono stati proposti alcuni dei Magical Afternoon dedicati ai grandi scrittori, si è ascoltato parlare di San Patrizio, si sono letti i libri de Il Cerchio, si è discusso di Jedi e Druidi, si sono celebrati i matrimoni celtici.Mai così forte il cartellone dei concerti, che ha riunito sui palchi le stelle più luminose della musica celtica internazionale: da Davy Spillane, numero uno al mondo della uilleann pipes - la cornamusa irlandese - special guest della superband The Storm, alla world music dei Kíla, artisti-maestri che hanno rivoluzionato la storia della musica celtica, passando per The Real McKenzies, Matching Ties, Plantec, The Moorings, Broken Bow, Albaluna, senza dimenticare jam session e live a stretto contatto con il pubblico.E ancora sport, col torneo di Rugby vinto da Perugia, giochi celtici, attività outdoor, rievocazione storica, battaglie e combattimenti, stage musicali, artigianali, danze, giochi, fuochi sacri sulle note dell’inno composto da Màlleus, in un tripudio di emozioni, tra magia e realtà, destinato a lasciare il segno.Anche questa edizione, come le precedenti, si è svolta in sicurezza e tranquillità, senza incidenti, grazie alla collaborazione con il Comune di Serravalle di Chienti, la Protezione Civile della Regione Marche, le Forze dell’Ordine che hanno effettuato capillari controlli, all’insostituibile contributo delle organizzazioni di Pronto Soccorso coinvolte e all’impegno di centinaia di volontari.(Foto Si.Sa.)
Anche quest’anno, i Carabinieri della Compagnia di Camerino agli ordini del Capitano Vincenzo Orlando, ed i finanzieri della Tenenza di Camerino, guidata dal Tenente Antonio Di Palo, hanno messo in atto specifici dispositivi di controllo antidroga nell’ambito della manifestazione del Montelago Celtic Festival tenutasi in località Taverne di Serravalle di Chienti sin da giovedì scorso e terminata nelle prime ore di domenica 7 agosto. I militari della locale Stazione Carabinieri, insieme ai colleghi del Nucleo Operativo e delle Stazioni dipendenti dalla Compagnia hanno proceduto ad accurate operazioni di filtraggio fermando e perquisendo auto, furgoni e camper diretti alla festa, attraverso un dispositivo collocato nelle adiacenze dell’ingresso dell’area interessata, sottoponendo quindi a controllo centinaia di giovani provenienti da tutta Italia ed anche dall'estero e procedendo, in moltissimi casi, anche a perquisizioni personali. Controlli sicuramente non facili che hanno riguardato veicoli stracolmi di tende, borsoni ed equipaggiamenti vari e che hanno tenuto impegnati, sin da giovedì mattina, circa 40 carabinieri della Compagnia di Camerino. Le ispezioni hanno permesso di rinvenire, oltre che sulle stesse persone e nei veicoli, sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana che i ragazzi, sperando di riuscire a farla franca, avevano provato ad occultare nei posti più impensabili. Ad esempio, all'interno delle scarpe, tra le parti intime, nelle buste del caffè, nei collari dei loro cani, nelle trecce dei loro capelli e nelle cuciture dei maglioni sono spuntati fuori innumerevoli quantitativi di droghe, tutte pronte per il consumo. In qualche caso, alcuni giovani, ritenendo improbabile un controllo, hanno usufruito di taxi per raggiungere il luogo della festa, ma sono stati ugualmente perquisiti e trovati con dello stupefacente. Medesima attività di controllo ha visto impegnata anche la Guardia di Finanza della Tenenza di Camerino. Gli uomini del Nucleo Mobile della Tenenza della Guardia di Finanza di Camerino (MC), con l'ausilio dell'Unità Cinofila della Compagnia della Guardia di Finanza di Civitanova Marche (MC), hanno effettuato meticolose perquisizioni lungo le principali direttrici stradali che conducevano al luogo interessato dal raduno riuscendo a sequestrare circa 50 grammi di sostanze stupefacenti come hashish, marijuana, spinelli già confezionati e pronti per essere consumati, occultate dagli stessi occupanti nei loro veicoli o sulle loro persone. Al termine dell’intera attività di P.G. sono stati deferiti alla Procura della Repubblica per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e segnalate quali assuntori circa 50 persone, di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, provenienti da numerose Regioni d’Italia. Tre, invece, sono state le patenti ritirate ai sensi dell’art.75 del D.P.R. 309/90 in pregiudizio di conducenti di veicoli che guidavano sotto l’effetto di droghe. L’apparato di controllo ha permesso, pertanto, di sequestrare complessivamente circa mezzo chilogrammo di droghe del tipo hashish e marijuana nonché diverso materiale per il confezionamento, il pesaggio e per il consumo degli stupefacenti ( cilum, narghilè, pipe varie e trita -erbe di vario tipo, bilancini di precisione). Operazioni condotte anche quest’anno con grande sinergia tra Carabinieri e Guardia di Finanza, impegnate nel controllo del territorio oltre che con il fine di arginare il traffico ed il consumo di droghe all'interno di raduni e feste, spesso rivelatosi poi deleterio, ma anche per garantire un’adeguata cornice di sicurezza a seguito della richiesta di innalzamento del livello di vigilanza presso gli obiettivi ed i luoghi ritenuti a rischio, conseguente ai gravi eventi terroristici verificatisi in campo internazionale.
"Stiamo procedendo col programma del Festival e i concerti di questa sera si terranno senza cambiamento alcuno. Noi siamo uno staff responsabile e invitiamo tutti a non tenere conto di notizie infondate e lesive dei nostri sforzi. Vi aspettiamo per continuare a godere degli spettacoli che andranno in scena. Viva Montelago!!": così lo staff del Montelago Celtic Festival ha smentito categoricamente notizie false diffuse sull'annullamento per maltempo della serata odierna del festival. Peraltro, a partire da metà pomeriggio è previsto anche il ritorno del tempo buono.Quindi, tutto procede nella norma con un programma intenso che si protrarrà fino all'alba.Questi gli eventi in programma oggi: ore 16:00 TENDA ANTICHI MESTIERI corso di lavorazione del cuoio per bambini ore 16:30 TENDA TOLKIEN matrimoni celtici (tre cerimonie) ore 17:00 ACCAMPAMENTO STORICO corso di avvicinamento alla falconeria 17:00 corso di danze scozzesi ore 17:00 TENDA ANTICHI MESTIERI corso di lavorazione del cuoio per adulti ore 17:00 MORTIMER PUB concerto: Emian Emian PaganFolk (PAGANFOLK) ore 18:00 TENDA TOLKIEN lezione/spettacolo su Dylan Thomas: Il maestro delle visioni ore 19:00 matrimoni celtici (due cerimonie) ore 19:00 TENDA TOLKIEN matrimoni celtici (due cerimonie) ore 19:00 MORTIMER PUB concerto: Storm in a Teapot (IRISH MUSIC) ore 19:30 ARENA AVALON rievocazione storica: La battaglia degli eserciti ore 21:00 accensione fuochi sacri sulle note del’Inno di Malleus ore 21:05 ITINERANTE concerto: Siegel Senones (CELTIC PARTY… E NON TORNY) ore 21:10 MAIN STAGE concerto: The Storm feat. Davy Spillane (CELTIC HIGH POWER) ore 22:00 TENDA TOLKIEN concerto: HandHarp (CELTIC WORLD MUSIC) ore 22:45 MAIN STAGE concerto: Plantec (ELECTRO CELTIC ROCK) ore 23:00 TENDA TOLKIEN jam session a cura dei maestri di MCF ore 00:00 MAIN STAGE concerto: Kíla (CONTEMPORARY IRISH MUSIC) ore 01:45 concerto: The Moorings (IRISH FOLK PUNK) ore 03:15 concerto: Broken Bow (CELTICO STRUMENTALE) ore 04:30 concerto: Albaluna (FOLK – ROCK – WORLD MUSIC)
Tra i maggiori eventi di cultura celtica in Italia, oltre 20 mila presenze l'anno scorso, il Festival è organizzato da Arte Nomade ed è luogo d'incontro di una comunità unita da un forte senso di appartenenza e partecipazione, Montelago è anche l'ideale per un week-end a stretto contatto con la natura, fra la musica, la cultura, lo sport, le tradizioni e la storia.A disposizione degli ospiti servizi potenziati e rimodernati, tra cui spicca l’eco-gestione con raccolta differenziata organizzata ed effettuata dal Cosmari in stretta collaborazione e sinergia con i volontari di Legambiente Marche. Il magico scenario dell'altopiano di Colfiorito, in località Taverne di serra valle del Chienti, nel cuore dell'Appennino umbro-marchigiano, fa da teatro naturale a Montelago Celtic Festival. Sebbene da sempre lo staff organizzativo si adoperi per realizzare una festa eco-compatibile, a tutela della zona protetta, anche per questa edizione, in collaborazione con il Cosmari, continua, dopo il successo registrato gli scorsi anni, la raccolta differenziata spinta con il sistema già adottato dal porta a porta. Un apposito kit, contenente materiale informativo e sacchetti per dividere i rifiuti - un sacchetto blu per il multimateriale leggero, due biodegradabili e compostabili per la frazione umida e uno giallo per l’indifferenziato, la carta può essere gettata liberamente negli appositi contenitori - sarà distribuito all'ingresso. Gli utenti potranno così dividere i rifiuti e conferirli nei centri di raccolta allestiti in diversi punti dell’area occupata dall’evento. Inoltre l'uso di stoviglie biodegradabili e saponi naturali, il divieto di introdurre vetro, uniti all'accortezza e al senso civico dei partecipanti, permetteranno di godersi una manifestazione a contatto con la natura, rispettando il suo equilibrio.Queste le regole dieci ambientali per una festa eco-compatibile ed eco-sostenibile.L’altopiano di Colfiorito è una zona protetta con specie fioristiche rare. Il suo equilibrio naturale può essere mantenuto rispettando tutti un piccolo codice comportamentale:Divieto assoluto di introdurre vetro. Per i bisogni personali utilizzare i bagni chimici. Gettare i rifiuti negli appositi contenitori, attenendosi con scrupolo alle istruzioni per la raccolta differenziata. Non buttare mozziconi di sigarette a terra. Parcheggiare l’auto solo negli spazi predisposti. Piazzare tende e camper esclusivamente nella zona loro riservata. Non accendere fuochi. Non abbiate fretta, non accalcatevi, gli stand gastronomici sono aperti tutta la notte. Venite in pace, ce n’è bisogno, di guerre ce ne sono già troppe. Rispettate e aiutateci a far rispettare l’Ambiente. La natura ci accoglie, se la rispettiamo, potremo continuare a lavorare con essa e per essa.La conoscenza dei luoghi e del paesaggio – sottolinea il Cosmari - è il presupposto essenziale per una consapevole azione dell’uomo, senza la quale ogni forma di tutela è pura utopia. Quindi bisogna essere consapevoli di cosa si può o non si può fare in questo luogo che ospita questo grande evento. Per questi motivi invitiamo a seguire il decalogo stilato dall’organizzazione e forniamo a tutti i partecipanti, una serie di informazioni per la giusta differenziazione e l’adeguato conferimento dei rifiuti. Grazie all’impegno ed alla attenzione di tutti possiamo preservare questo altipiano che continuerà ad accoglierci, sempre più bello, ogni anno, per vivere le emozioni del Montelago Celtic Festival. Cosmari sarà presente per tutto l’evento con un proprio punto informativo dove sarà distribuito il kit necessario per conferire i rifiuti e curerà lo svuotamento dei cassonetti ogni giorno, evitando cumuli e abbandoni.Questi i dati dei rifiuti raccolti in questi anni dal Cosmari nel corso del Montelago Celtic Festival da cui si evince una sempre più puntuale differenziazione dei rifiuti.Anno 2012Carta e Cartone 220 kgMultimateriale (Plastica, alluminio, barattolame metallico) 1760 kgOrganico 370 kgVetro 170 kgRSU (rifiuti Indifferenziati) 5690 kg Anno 2013Carta e Cartone 600 kgMultimateriale (Plastica, alluminio, barattolame metallico) 2050 kgOrganico 1750 kgVetro 580 kgRSU (rifiuti Indifferenziati) 6430 kgAnno 2014Carta e Cartone 740 kgMultimateriale (Plastica, alluminio, barattolame metallico) 1090 kgOrganico 2340 kgVetro 430 kgRSU (rifiuti Indifferenziati) 3400 kg (dopo la pulitura finale di tutta l’area vanno considerati 4.920 kg di spazzatura)Anno 2015Carta e Cartone 800 kgMultimateriale (Plastica, alluminio, barattolame metallico) 13400 kgOrganico 2460 kgVetro 720 kgRSU (rifiuti Indifferenziati) 10040 kg
Forse in pochi se ne saranno accorti presi dal momento storico che stavano vivendo, ma l’apertura della SS77 è stata diversa dalle altre inaugurazioni, non solo di strade, ma anche di attività commerciali o industriali. La cerimonia, per quella che sembra sia stata una scelta della presidenza del consiglio, è stata totalmente laica, senza benedizione religiosa.Il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, ha rilasciato un’intervista a “Radio Gente Umbra” (emittente della diocesi) raccontando che la sera antecedente al grande evento ha ricevuto la comunicazione dall’Anas che la mattina successiva non ci sarebbe stato il rito cristiano previsto invece precedentemente. “Seppure con serena amarezza – ha spiegato il vescovo– ho comunque voluto partecipare a quel momento, visto che negli anni ho celebrato più volte l’Eucaristia all’interno dei cantieri delle gallerie, insieme agli operai, in occasione della memoria di santa Barbara”.Monsignore Sigismondi è comunque andato alla cerimonia e nel silenzio ha voluto benedire la struttura recitando una preghiera che prende spunto dal cammino lauretano che in passato i pellegrini hanno solcato proprio sulla stessa via, dall’Umbria alle Marche. Gli sarebbe infatti piaciuto chiamare la strada Freccia Lauretana: “Seppure nel silenzio ho comunque benedetto quella strada,- continua nell’intervista- già benedetta dai pellegrini che ne hanno tracciato il percorso e dal sudore della fronte di chi l’ha realizzata. Le radici cristiane della nostra terra non possono essere ignorate, calpestate o sradicate: soltanto un’identità spirituale, e dunque culturale, più chiara e serena, senza complessi, è la via maestra, l’autostrada, per continuare ad attraversare i giorni della storia”.La preghiera ideata dal vescovo recita: “Dio di infinita Misericordia, che sei sempre vicino ai tuoi figli pellegrini nel tempo e nello spazio, benedici quanti hanno progettato e realizzato questa arteria stradale che, correndo lungo il tracciato dell’antica Via Lauretana, merita il nome di Freccia Lauretana. Accogli in Paradiso coloro che sono morti nei cantieri di questa grande opera e concedi ai loro familiari di fermarsi nell’area di servizio della speranza Pasquale. Accompagna quanti transiteranno per questa via che collega l’Appennino all’Adriatico, unendo l’altezza e la bellezza dei monti alla profondità e alla limpidezza del mare. Il tuo Angelo santo li preceda e li accompagni. Amen”
"Un evento che sa coniugare tre aspetti: culturale, turistico ed ambientale". Queste le parole utilizzate dall'assessore della Regione Marche con deleghe alla Cultura ed al Turismo, Moreno Pieroni, nel presentare la XIV edizione del Montelago Celtic Festival. La manifestazione è in programma dal 4 al 6 agosto a Taverne di Serravalle di Chienti. Questa mattina, 2 agosto, l'importante appuntamento è stato presentato in Regione alla presenza, appunto, dell'assessore Pieroni, del suo collega con delega all'Ambiente, Angelo Sciapichetti, e, per gli organizzatori dell'evento, Michele Serafini per Arte Nomade."Il Montelago Celtic Festival – ha detto Pieroni - edizione dopo edizione si è affermato come un’eccellenza che attira una grande affluenza di pubblico, da tutt’Italia e da diversi paesi europei. Elevata è la qualità delle tante iniziative culturali previste durante la tre giorni. Compatibilmente con i vincoli finanziari con cui ci confrontiamo, sosteniamo con convinzione iniziative dalla valenza trasversale come questa”. Musica, arrivi da tutta Europa - l'anno scorso consolidate le 20mila presenze - cultura, tradizioni, storia, ambiente e sport, il tutto in uno scenario suggestivo. “Il Festival – ha dichiarato Sciapichetti – ha assunto una notevole importanza per l’entroterra maceratese e concorre a valorizzare un’area dal rilevante pregio ambientale e paesaggistico, che la recente apertura della statale 77 contribuisce a rendere maggiormente fruibile. Diamo atto agli organizzatori dell’originalità dell’idea che ha fatto di questo appuntamento un’eccellenza nel panorama non solo nazionale, facendone una vetrina promozionale per tutte le Marche”.Al Festival, sostenuto dalla Regione Marche, partecipano non solo gli appassionati della musica e delle tradizioni celtiche, ma anche i turisti della montagna, i motociclisti in tour per l'Italia, famiglie con bambini, campeggiatori e amanti della vacanza alternativa. “Diamo grande importanza all’aspetto ambientale – ha confermato Serafini – distribuiamo infatti all’ingresso kit per la raccolta differenziata e lavoriamo assieme alle pro loco dei paesi limitrofi per acquisti esclusivamente biodegradabili. Collaboriamo con Legambiente e Cosmari e un grande contributo ci viene dal volontariato, alcuni arrivano perfino dalla Finlandia. Dopo due giorni dal termine del Festival non sembra che nella zona ci sia stato un evento con decine di migliaia di partecipanti”.Nel programma musicale di questa edizione spiccano Davy Spillane, numero uno al mondo della cornamusa irlandese e la world music dei Kíla, artisti-maestri che hanno rivoluzionato la storia della musica celtica. Alcuni numeri di questa edizione: 20 band provenienti da tutto il mondo, 26 concerti ufficiali, tre palchi. A Montelago non mancheranno il fantasy delle lezioni/spettacolo, approfondimenti storico-culturali, stage, laboratori artigianali, rievocazione, sport, giochi. Montelago Celtic Festival è un evento firmato Arte Nomade e organizzato in collaborazione con Regione Marche, rovincia di Macerata, comune di Serravalle di Chienti (Mc), Cosmari, Protezione civile della Regione Marche, università di Macerata, e con il patrocino di Ambasciata d’Irlanda in Italia, Federazione Italiana Rugby e Legambiente.Info: www.montelagocelticfestival.it
Problemi tecnici per l'elicottero presidenziale con il quale Matteo Renzi ieri è arrivato fra Marche e Umbria per inaugurare il tratto conclusivo della superstrada 77 Civitanova - Foligno. Il premier, dopo essere atterrato a Tolentino per visitare l'Arena, è risalito sull'elicottero con il quale è arrivato a Taverne di Serravalle di Chienti. Qui il velivolo è atterrato e Renzi, insieme al ministro Delrio, è salito sull'auto che lo ha portato nella galleria dove era prevista la cerimonia di inaugurazione.Sempre in auto, quindi, è tornato a Taverne dove avrebbe dovuto riprendere l'elicottero per concludere il tour umbro-marchigiano a Nocera Umbra. In fase di decollo, però, l'elicottero ha manifestato problemi meccanici che ne hanno impedito il regolare decollo. A quel punto, Renzi e Delrio sono nuovamente saliti sull'auto e con quella sono andati a Nocera Umbra.Nel frattempo, da Roma è decollato un altro elicottero con a bordo una squadra di meccanici che ha raggiunto Taverne per cercare di riparare il mezzo che avrebbe dovuto trasportare il primo ministro. Comprensibile la preoccupazione successiva, al pensiero che l'avaria avrebbe potuto manifestarsi mentre l'elicottero era in volo da Tolentino verso Taverne. Fortunatamente, invece, fin lì è andato tutto liscio.Problemi ce n'erano stati anche il 2 maggio dell'anno scorso, quando l'elicottero che trasportava il premier da Firenze a Roma venne costretto all'atterraggio nei pressi di Arezzo, a Badia al Pino. In un primo momento si pensava si trattasse di un problema tecnico, ma fonti di Palazzo Chigi precisarono che l’atterraggio si era reso necessario per cattive condizioni atmosferiche e non per problemi tecnici. Anche in quella occasione, Renzi venne raggiunto dalla scorta e proseguì il viaggio per la Capitale in auto: nessuna conseguenza per il premier nè per gli altri occupanti, equipaggio e personale di scorta.
La Quadrilatero SS77 è finalmente accessibile, non più un cantiere da ultimare. Questa mattina è stata inuaugura la strada Val di Chienti che collega Foligno a Civitanova Marche.Al taglio del nastro presente Gennaro Pieralisi (primo presidente della società Quadrilatero): "È un sogno che diventa realtà. Lavorato tanto e in tanti per la gente e siamo arrivati al traguardo. Per tutti quelli che non ci credevano oggi è una piccola sconfitta".Presenti anche i due presidenti delle regioni Marche e Umbria. Luca Ceriscioli ha sottolineato come "L’inaugurazione di questa strada è un passo importante per le infrastrutture e per l’economia. Mi hanno accennato che a Civitanova c’è stato un incremento della richiesta di lettini per gli umbri! Con questa strada e con l’altro lotto della Quadrilatero prende sempre più corpo il progetto della Macro Regione dell’Italia centrale. Una strategia quotidiana dei piccoli passi per un grande progetto, un collegamento strategico est- ovest che si andrà a completare e che porterà nuovo sviluppo per le Marche. Questa strada viene voglia di utilizzarla."Della stessa opinione la presidente dell'Umbria Catiuscia Marini: "Oggi abbattiamo una barriera per l’Umbria verso l’Adriatico e per la mobilità interna, questo rappresenta un grande risultato per tutti gli umbri. Ci sarà una facilità di accesso all’Adriatico, al porto di Ancona, ma anche per tutti i comuni della fascia dell’Appennino".Come preannunciato anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi, dopo la tappa di Tolentino ha visitato il nuovo tratto e dal palco ha dichiarato tra gli applausi: "L’inaugurazione di questa strada rappresenta appieno quello che il governo sta facendo, perché il nostro compito è quello di cambiare ciò che non va, e non sottolinearlo, e cercare la collaborazione di tutti al di là dei colori politici per il bene del Paese. Questa non è solo una strada che porta al mare ma restituisce all’Italia un futuro di passione con le opere che si completano, si finiscono, finalmente. Viva le Marche, viva l’Umbria e viva l’Italia!"Il tratto aperto al traffico lungo la direttrice Foligno – Civitanova Marche, in variante alla strada statale 77 “della Val di Chienti”, è lungo complessivamente 35 km e si estende da Foligno (innesto SS3 Flaminia) a Muccia (MC), dove si connette al tratto già esistente, completando e rendendo fruibile l’intero itinerario di 95 km fino a Civitanova Marche, dove a sua volta si innesta all’autostrada A14 e alla strada statale 16 “Adriatica”.L’investimento complessivo per la realizzazione della direttrice ammonta a circa 1,1 miliardi di euro.La sezione stradale è a due carreggiate separate, con due corsie per ogni senso di marcia da 3,75 metri ognuna, oltre a banchine laterali da 1,75 metri e spartitraffico centrale di almeno 2,5 metri, per una larghezza complessiva della piattaforma stradale di 24,5 metri.Le connessioni con la variabilità secondaria sono garantite da cinque svincoli: Foligno ( innesto SS3 Flaminia), Colfiorito, Bavareto/Serravalle, Muccia Sud e Muccia Nord.Il nuovo tratto comprende 13 gallerie per un’estensione complessiva di ben 21 km (pari oltre il 60% del tracciato). Tutte le gallerie sono realizzate a doppia canna (una per ogni senso di marcia). La galleria più lunga è quella di “Varano” di 3,4 km, nel comune di Serravalle del Chienti. Tre le altre gallerie le più lunghe si trovano prevalentemente nel comune di Foligno ( tre gallerie su sei superano i 2 km). Sono inoltre presenti 9 gallerie artificiali di cui tre a canna singola in direzione Foligno, per un totale, per un totale di 976 metri in carreggiata nord e 1,3 km per le canne della carreggiata sud.Tutte le gallerie di lunghezza superiore a 1000 metri sono dotate degli impianti tecnologici di standard europeo che comprendono: rilevamento automatico degli incendi, pannelli a messaggio variabile, telecontrollo, colonnine SOS e bypass pressurizzati pedonali e carrabili per consentire l’evacuazione in caso di emergenza. Inoltre le gallerie sono realizzate con pavimentazione in calcestruzzo che consente maggiore durabilità e minori costi di manutenzione, risparmio energetico (minore necessità di illuminazione) e soprattutto resistenza al fuoco in caso di incendio.https://www.youtube.com/watch?v=6kq9wl5QThA
“L’apertura del lato della quadrilatero SS77 Civitanova Marche – Foligno non potrà che rinsaldare l’integrazione storica delle economie del territorio maceratese e perugino”.È questo il commento di Cna provinciale di Macerata e Cna Umbria, che alla vigilia dell’apertura del collegamento tra Civitanova Marche e Foligno, prevista per il 28 luglio alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, si sono incontrate per un confronto sulle prospettive di sviluppo dell’area.«L’apertura di questa infrastruttura viaria attesa da almeno un trentennio – dichiara Leonardo Santarelli, presidente dell’area folignate della Cna -, cui si aggiungerà presto anche quella della Perugia-Ancona, nel corso dei prossimi anni cambierà gli scenari dello sviluppo del territorio. Un territorio che, specie dopo la chiusura della Merloni, ha vissuto una recessione durissima. I nuovi collegamenti stradali sicuramente favoriranno i processi di collaborazione e/o integrazione tra imprese umbre e marchigiane e tra sistemi economici. Si tratta di un passaggio importante anche nell’ottica di una futura macro regione dell’Italia centrale, in cui l’Umbria e le Marche non potranno che ritrovarsi fianco a fianco».«Quelle dei territori maceratese e perugino – commenta il presidente della Cna provinciale di Macerata, Giorgio Ligliani – sono economie integrate da secoli di scambi, contaminazioni, influenze reciproche. Oggi l’apertura di questa arteria contribuisce ad un ulteriore incremento degli scambi tra la costa e l’entroterra della penisola. Non solo per le attività legate alle produzioni tradizionali, con tutta l’eco del nostro prestigioso made in Italy, ma soprattutto per i flussi turistici, ai quali si offre una modalità moderna e migliorata per scoprire storia, cultura e produzioni dell’Italia di mezzo».«Interessanti anche gli scenari di collaborazione che si aprono tra le Cna dei due territori – concludono Ligliani e Santarelli – con approfondimenti tematici su snodi centrali che riguardano le economie dei territori interessati dalla Quadrilatero, progetti relativi allo sviluppo delle aree interne, la promozione turistico-culturale attraverso l’artigianato di qualità, l’innovazione e la digitalizzazione delle imprese, la costituzione di reti di imprese orientate all’export e la collaborazione dei Consorzi Fidi».
Paura questo pomeriggio nella frazione di Casette di Cesi di Serravalle del Chienti. Una ragazzina di 13 anni è stata investita da un auto mentre stava attraversando la strada in sella alla sua bicicletta. Le sue condizioni, per fortuna non sono gravi. Trasportata, in via precauzionale, all'ospedale Torrette di Ancona.Oggi pomeriggio, poco dopo le 18, una 13enne di Serravalle si apprestava ad attraversare la strada con la sua bici, quando è stata parzialmente centrata da un'utilitaria, guidata da una donna di circa 40 anni, anche lei residente a Serravalle. L'episodio è avvenuto nella frazione di Casette di Cesi. Sul posto sono prontamente intervenuti i soccorsi: un'ambulanza medicalizzata dell'ospedale di Camerino e i carabinieri della locale stazione. La ragazzina, sempre cosciente, è stata stabilizzata sul posto. Per maggiore sicurezza è stato, comunque, disposto il trasporto della minorenne - tramite l'ausilio di Icaro2 di base a Fabriano - all'ospedale regionale Torrette di Ancona. Una volta giunta al Pronto soccorso del presidio ospedaliero regionale, la ragazzina è stata sottoposta a tutti gli accertamenti strumentali del caso. La sue condizioni non sono gravi ed è probabile che possa essere dimessa entro breve tempo.I militari della stazione di Camerino hanno effettuato tutti i rilievi del caso al fine di ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto.
Tutto pronto per la XIV edizione del Montelago Celtic Festival Il 4, 5 e 6 agosto ecco la festa fantastica della Terra di mezzo, a Taverne di Serravalle di Chienti, nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano.Ancora nella formula 3 days dedicata, quest'anno, alla figura carismatica del Maestro Re, fucina di sapere e cuore pulsante dell’universo fantasy Celtic-style. In arrivo il Druido per eccellenza, Davy Spillane, numero uno al mondo della cornamusa irlandese, e tornano i Kíla, artisti/maestri che hanno rivoluzionato la storia della musica celtica. Punte di diamante di un programma musicale mai così forte, con 20 band da tutto il mondo, 26 concerti, tre palchi e il 2° European Celtic Contest. "Viaggio eccezionale lungo il sapere di oggi e di ieri, a MCF 2016 si snodano entusiasmanti percorsi tra fantasy, approfondimenti storico-culturali, laboratori artigianali, rievocazione, matrimoni druidici, sport, giochi e innumerevoli attività outdoor, anche su due ruote, lontano dalle grigie città e rigorosamente immersi nella natura, con molteplici servizi a disposizione dei partecipanti e attenzione alla salute e alla sicurezza", le rassicurazioni degli organizzatori della manifestazione. Montelago Celtic Festival è un evento firmato Arte Nomade e organizzato in collaborazione con Regione Marche, provincia di Macerata, comune di Serravalle di Chienti, Cosmari, Protezione civile della Regione Marche, università di Macerata e con il patrocino dell'Ambasciata d’Irlanda in Italia, Federazione Italiana Rugby e Legambiente. Ingresso: giovedì e venerdì 30 euro, sabato 20 euro, domenica 10 euro apartire dalle 01. Info: www.montelagocelticfestival.it