Ben 70.000 lavoratori irregolari e operatori abusivi nelle Marche: un numero impressionante, per un’economia sommersa che minaccia il lavoro dei piccoli imprenditori e la sicurezza dei cittadini, diventando anche un freno per l’occupazione regolare.
A denunciare le cifre del fenomeno è uno studio di Confartigianato che lancia l’allarme sulla minaccia del sommerso per le attività dei piccoli imprenditori. È un mondo parallelo, quello del sommerso, che rappresenta il 4,3% del valore aggiunto regionale, in cui non esistono regole e si producono danni ingenti alle imprese, alla sicurezza dei consumatori, alle casse dello Stato.
"In tempo di crisi e incertezza, il fenomeno sta proliferando e i dati sono ancora più allarmanti. La maggiore concentrazione di occupazione irregolare (il tasso di irregolarità è del 10,5%) nella nostra regione si annida nei servizi con 53.000 unità, segue il manifatturiero con 11.000, le costruzioni con 4.000 e 2.000 in agricoltura. Nelle Marche, secondo le stime di Confartigianato, sono 23.600 gli abusivi che si fingono imprenditori", sottolinea Confartigianato.
"Sono proprio le imprese artigiane ad essere maggiormente in pericolo Soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’acconciatura ed estetica, dell’autoriparazione, dell’impiantistica, della riparazione di beni personali e per la casa, del trasporto taxi, della cura del verde, della comunicazione, dei traslochi. Per questo Confartigianato ha lanciato una campagna nazionale di informazione contro l’abusivismo, dal titolo Occhio ai furbi. Mettetevi solo in buone mani. Un modo per mettere in guardia i consumatori e informarli sulla situazione".
“Dobbiamo lavorare tutti affinché questo fenomeno venga debellato, nell’interesse delle imprese che lavorano seriamente e dei consumatori - le parole del Presidente territoriale Enzo Mengoni -. La difficile situazione economica ha portato ad un proliferare di operatori improvvisati, che in questo modo minacciano la sicurezza dei consumatori, penalizzano le Casse dello Stato e cancellano con un colpo tutti i valori artigiani che da sempre contraddistinguono le nostre imprese".
"È il momento di dire basta: l’appello è anche alle Autorità, affinché continuino a sostenerci con azioni di controllo, di repressione e di contrasto all’evasione fiscale e contributiva”. Per numero di occupati, 3,2 milioni di irregolari, il sommerso è il terzo settore più numeroso dell’economia italiana, preceduto dai servizi, che contano 16,3 milioni di addetti, e dal manifatturiero 4 milioni di addetti".
Nell'ultima giornata 580 positivi al coronavirus rilevati nelle Marche e l'incidenza è risultata in lieve risalita da 623,21 a 632,74. Basso come di consueto il numero di tamponi analizzati nel fine settimana: in tutto 1.732 di cui 1.539 nel percorso diagnostico (37,7%) e 193 nel percorso guariti.
Le persone con sintomi sono 144; i casi comprendono 175 contatti stretti di positivi, 156 contatti domestici, 4 in ambiente di vita/socialità, 2 in setting lavorativo, uno ciascuno rispettivamente in setting scolastico/formativo, assistenziale, sanitario. Per 92 casi in corso approfondimenti epidemiologici.
Il numero giornaliero più alto di casi, come di consueto, si è registrato in provincia di Ancona (159), poi Macerata (154), Ascoli Piceno (103), Pesaro Urbino (89), Fermo (47); 28 positivi provenienti da fuori regione. La fascia d'età più 'colpita' è quella 45-59 anni (166), seguita da 25-44 anni (138) e 60-69 anni (77).
Invariato il numero di ricoveri per Covid-19 nelle Marche: restano 144, di cui 5 in Terapia intensiva (+1), 31 in Semintensiva (+1) e 108 nei reparti non intensivi (-2); 28 le persone dimesse da ospedali in un giorno. Due decessi nelle ultime 24 ore: un 61enne di Montefalcone Appennino e un 73enne di Cupramontana.
Nelle ultime 24 ore sono 1.127 i casi di positività al coronavirus rilevati nelle Marche: l'incidenza è scesa da 640,21 a 623,21. A comunicarlo è la Regione, nel sottolineare come siano stati effettuati 4.299 tamponi di cui 3.775 nel percorso diagnosi (29,9% di positivi) e 524 nel percorso diagnosi.
Le persone con sintomi sono 255; i casi comprendono 3338 contatti stretti, 295 contatti domestici, 1 in setting scolastico/formativo, 6 in ambiente di vita/socialità, 1 in ambito lavorativo, 2 rispettivamente in ambito assistenziale e 1 in ambito sanitario: su 223 positività è ancora in corso un approfondimento epidemiologico.
Nella distribuzione provinciale dei casi 'prevale' Ancona (332), seguita da Macerata (226), Ascoli Piceno (206), Pesaro Urbino (204), Fermo (114); 45 i positivi provenienti da fuori regione. Tra le fasce d'età il numero più alto di casi in quella tra 45 e 59 anni (270); poi 25-44 anni (260), 60-69 anni (129) e 70-79 anni (124).
In sensibile diminuzione i ricoveri per Covid-19 nelle Marche: -7 nell'ultima giornata e il numero di degenti scende a 144, di cui 4 in Terapia intensiva (-1), 30 in Semintensiva e 110 nei reparti non intensivi; 32 le persone dimesse da ospedali in un giorno.
Quattro decessi nelle ultime 24 ore, donne dagli 81 ai 100 anni, alle prese anche con patologie pregresse. Il totale regionale di vittime sale a 3.866.
Guidava ubriaco, senza aver mai conseguito la patente, la macchina non aveva la revisione, era senza documenti per restare in Italia, e con l'auto è sfrecciato in centro a Urbino nella notte tra giovedì e venerdì scorsi imboccando tutte le strade contromano.
Fortunatamente però si è evitato il peggio, visto che c'erano ancora tanti studenti universitari in giro per la movida del giovedì sera, perché un cordone di pattuglie formato da Polizia Stradale, volante, Carabinieri e Finanza, ha bloccato l'auto impazzita con a bordo quattro persone di origine straniera.
A guidarla, un 24enne egiziano, senza fissa dimora. Poco prima, era arrivato in velocità in piazza della Repubblica, aveva imboccato via Raffaello contromano e anche via Bramante sempre in contromano fino a quando è rimasto bloccato in cima a porta Santa Lucia.
Dagli accertamenti della polizia, è risultato che il conducente "non aveva mai conseguito la patente di guida - informa la polizia - ed è risultato positivo al controllo con etilometro. Il veicolo risultava non sottoposto a revisione".
Per tutte queste ragioni e per le altre infrazioni al codice della strada sono state comminate altrettante sanzioni amministrative da parte della pattuglia della Polizia Stradale, e il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo. Venerdì mattina, il 24enne è stato accompagnato in Questura per ulteriori accertamenti e per le incombenze legate alla sua permanenza sul territorio nazionale, in corso di definizione.
Prosegue la bagarre via social tra l'onorevole Alessia Morani, e l'assessore alla sanità regionale Filippo Saltamertini.
"L’assessore alla salute della regione Marche Filippo Saltamartini della Lega - scrive sul proprio profilo Facebook la deputata Pd - continua a stupirci con affermazioni prodigiose. Dopo aver detto che le dimensioni del cranio e l’intelligenza dipendono dall’organo genitale femminile da cui escono, ora ci comunica che le Marche sono al centunesimo trapianto di midollo spinale. Marche 101 resto del mondo 0. Non c’è che dire, davvero un fuoriclasse".
A dare il via alle polemiche degli ultimi giorni, sono state le frasi definite 'sessiste' che Saltamartini avrebbe pronunciato in occasione dell'ultima conferenza stampa occorsa presso Palazzo Raffaello. In quell'occasione, l'assessore aveva espresso soddisfazione rispetto al traguardo tagliato dalle Marche sul numero di donazioni di midollo osseo, finendo poi nel corso dell'intervento ad inciampare nella propria 'gaffe' (leggi qui).
In 24 ore sono 1.347 i casi di positività al coronavirus rilevati nelle Marche: l'incidenza è scesa da 654,79 a 640,21. Nell'ultima giornata, fa sapere la Regione, sono stati eseguiti 4.494 tamponi di cui 3.903 nel percorso diagnosi (34,5% di positivi) e 591 nel percorso diagnosi.
Le persone con sintomi sono 309; i casi comprendono 375 contatti stretti, 328 contatti domestici, 10 in setting scolastico/formativo, 5 in ambiente di vita/socialità, 3 in ambito lavorativo, 2 rispettivamente in ambito assistenziale e sanitario e su 303 positività è ancora in corso un approfondimento epidemiologico.
Nella distribuzione provinciale dei casi 'prevale' Ancona (371), seguita da Macerata (271), Pesaro Urbino (268), Ascoli Piceno (232), Fermo (151); 54 i positivi provenienti da fuori regione. Tra le fasce d'età il numero più alto di casi in quella tra 25 e 44 anni (332); poi 45-59 anni (304), 60-69 anni (177) e 70-79 anni (150).
Cantieri marchigiani fermi sulla A 14 in occasione del ponte del 2 giugno e per tutto il periodo estivo, che va dal 24 giugno al 6 settembre. Ad annunciarlo è Aspi, in risposta alle sollecitazioni ricevute e a pochi giorni di distanza dalla lettera inviata dal presidente della regione Francesco Acquaroli e dall’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli. Nella missiva, Palazzo Raffaello invitava la società Autostrade per l’Italia a condividere le dinamiche di esecuzione dei lavori di manutenzione sul tratto marchigiano, in virtù dei forti disagi rilevati già l'anno precedente sul traffico autostradale soprattutto nelle zone costiere comprese tra le province di Fermo ed Ascoli Piceno.
"Anche quest'anno - ha dichiarato Acquaroli - riusciamo a ottenere un risultato che va nella direzione di scongiurare il più possibile i disagi per automobilisti e mezzi pesanti, nei periodi con maggior traffico e nel periodo estivo alle porte. Del resto gli adeguamenti nel tratto autostradale sud della nostra regione devono essere effettuati per legge, secondo le norme vigenti, ma bisogna fare tutto il possibile per non incidere sulla viabilità. Nei prossimi giorni chiariremo ulteriormente gli aspetti del cronoprogramma dei lavori e della gestione dei cantieri lungo i tratti interessati".
"Abbiamo chiesto ad autostrade di affrontare in tempo la questione dei cantieri estivi in A14 - ha aggiunto Baldelli - viste le difficoltà ripetute nella circolazione vissute da chi si trova a frequentare alcuni tratti autostradali nel sud della nostra regione. A partire dai primi giorni di giugno abbiamo ottenuto da Aspi un calendario di lavori finalizzato a mitigare gli inevitabili disagi di turisti e operatori economici che viaggiano lungo il tratto a sud di Porto Sant’Elpidio in entrambe le direzioni".
Il passo successivo, con la nomina della nuova governance di società Autostrade, sarà quello di affrontare, nel breve tempo possibile l’iter progettuale per i 41 km di autostrada orfani della Terza Corsia: un’opera infrastrutturale indispensabile, la cui assenza continua a impattare negativamente, non solo sullo sviluppo economico di una fetta importante delle Marche, ma anche su quello delle regioni meridionali comprese nella dorsale adriatica.
“L’associazione rispetta le sanzioni imposte dalla comunità internazionale nei confronti della Russia, ma non possiamo non essere al contempo solidali con le aziende calzaturiere italiane, comprese quelle che hanno partecipato all’ultima fiera di Mosca”. Sono le parole pronunciate dal presidente di Assocalzaturifici Siro Badon, a una settimana di distanza dalla Obuv’ Mir Kozhi (“Scarpe in pelle dal mondo”). La manifestazione internazionale dedicata a calzature e cuoio si è tenuta dal 26 al 29 aprile scorso, e ha visto la partecipazione di 50 imprese italiane del settore: 31 di queste provenivano dalla Marche.
“Due mercati rilevanti, quelli di Russia e Ucraina” – ha precisato in un comunicato Badon, sebbene il peso percentuale sul mercato italiano dell’export verso i due paesi impegnati nel conflitto sia del 2,7% e 0,4% (rispettivamente, decimo e ventiseiesimo posto nella classifica dei mercati di sbocco - IlSole24Ore). Una cifra quasi irrisoria, che assume però ben altre dimensioni se contestualizzata a livello locale.
Le imprese calzaturiere delle Marche, ad oggi, risultano senza dubbio quelle più sofferenti, soprattutto in virtù delle sanzioni imposte da USA e Ue. Secondo i dati forniti da Assocalzaturifici, l’export della regione verso Russia e Ucraina valeva alla fine del 2021 circa 93 mln di euro (57,3%), determinando un trauma commerciale dal quale si sta cercando di riprendersi il prima possibile.
In particolare, per il distretto di Fermo – il più rilevante della regione - questo significa al momento rinunciare a poco più di 58 mln di euro (30,6%). Una cifra che, però, va confrontata con quelle dei principali mercati segnalati dal “Focus 2021” di Intesa Sanpaolo: ai primi posti, vediamo Germania (circa 220 mln di euro) e Francia (150 mln di euro). Inoltre, va sottolineato che il settore calzaturiero fermano – dopo l’anno horribilis 2020 della pandemia – ha ricevuto una spinta generale di ripresa del +11,5% (anche verso gli Stati Uniti) e del +20,6% solo in Cina.
L’export verso gli USA vale oggi per la provincia marchigiana il 5% (50,98 mln di euro), e verso la Germania il 6,5% (49,8 mln di euro), che da sole sembrano poter compensare il congelamento degli affari nell’Est Europa. Senza contare, naturalmente, gli altri mercati di sbocco già esistenti come Cina, Svizzera e Regno Unito (nella “top ten”).
I dati presentati tengono conto delle forti difficoltà che il settore calzaturiero, e non solo, hanno avuto in seguito all’emergenza Covid. Ma nonostante la buona ripartenza dei mercati, a pesare sul distretto fermano sarebbe un orientamento sfavorevole iniziato già dal 2018, sintomo di un mancato salto di qualità capace di affrontare una concorrenza (nazionale e internazionale) sempre più aggressiva.
“Le sanzioni causate dagli sviluppi della guerra - si legge nell'ultimo report di Mediobanca – rischiano di limitare la spesa dei consumatori russi, in particolare i più ricchi”. Dunque ad essere penalizzate sarebbero potenzialmente le aziende dai marchi più lussuosi. La situazione generale, però, appare in forte contrasto con i dati finora diffusi.
Inoltre, il settore calzaturiero italiano - assieme a quello del tessile e dell’abbigliamento - risulta anche quello che ha potuto sfruttare al meglio gli ammortizzatori sociali messi in campo con la pandemia: il cosiddetto “segmento di alta gamma” ha potuto riprendersi nel corso del 2021, registrando una crescita del 32%, rispetto al 13% delle aziende della fascia più economica.
“Il problema più importante in questo momento – ha dichiarato il presidente di Confindustria Fermo, Arturo Venanzi - è il mancato pagamento di ordini e merce consegnata. E questo perché le banche italiane non lavorano più con la Russia: serve l’intervento del governo italiano”. In realtà, gli affari in questo momento storico si stanno ridimensionando, sia per sostenere le aziende sia per mantenere salda la propria presenza nella Federazione. Soprattutto in virtù dei costi elevati che comporterebbe lo smantellamento delle sedi, come ad esempio quelle di Unicredit e Intesa Sanpaolo (le più esposte alla guerra).
Una rappresentanza della Croce Rossa italiana ha incontrato questa mattina a Palazzo Raffaello il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli in occasione della Giornata Internazionale che si celebra l’8 maggio.
“Tutto il mondo del volontariato è un punto di riferimento importante per la nostra comunità – ha dichiarato il presidente. - “La Croce Rossa ha una grande tradizione nelle Marche di cui siamo davvero orgogliosi, un presidio su cui tutti i cittadini sanno di poter contare”,
Per l’occasione Acquaroli che ha voluto omaggiare i rappresentati del Comitato regionale, consigliere Andrea Corinaldesi, e Carmen Gregoretti, Ispettrice regionale infermiere volontarie, del ‘crest’ che riproduce lo stemma della Regione.
Le azioni quotidiane che i volontari della Croce Rossa svolgono sono “la migliore celebrazione dell’ideale di umanità che caratterizza la Croce Rossa – ha riferito il Comitato – abbiamo il piacere di donare al presidente il Report annuale 2021 insieme alla nostra bandiera segno tangibile che sottolinea la potenza umanitaria dell’emblema della Croce Rossa, simbolo principe di neutralità e umanità”.
Sono circa settemila i volontari marchigiani, 33 i comitati su tutto il territorio distribuiti con capillarità più omogenea rispetto alle altre regioni.
Tutela della salute e vicinanza sociale, ora in prima fila nell’assistenza ai profughi ucraini, vaccinazioni e tamponi Covid a fianco dell’Azienda sanitaria, soccorso in acqua, unità cinofile, ippoterapia, assistenza psicologica in particolare nelle zone terremotate “dove dobbiamo ricostruire, insieme, anche menti e cuori feriti nel profondo dalle scosse del sisma” - ha concluso Acquaroli.
"Grande attenzione della Lega nei confronti dei distretti produttivi in sofferenza per la guerra russo-ucraina, le cui conseguenze sono particolarmente gravose per le imprese marchigiane”. Sono le parole pronunciate dal deputato per la Lega e membro delle commissioni Bilancio e Ambiente, Tullio Patassini.
“Il Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Giancarlo Giorgetti – prosegue - stanzia 200 milioni di euro per contributi a fondo perduto. Le imprese potranno ricevere contributi a fondo perduto fino a 400 mila euro se negli ultimi due bilanci depositati almeno il 20% del fatturato risulta collegato a operazioni commerciali, compreso l'approvvigionamento di materie prime e semilavorati, con l'Ucraina, la Federazione russa e la Bielorussia. Inoltre, si terrà conto l’aver subìto nel corso dell'ultimo trimestre un calo di fatturato di almeno il 30 per cento rispetto all'analogo periodo del 2019".
"Un aiuto necessario e doveroso – conclude Patassini - per cui la Lega si è spesa e a tutela delle persone e delle aziende che stanno affrontando delle enormi difficoltà a causa del conflitto".
In occasione della partecipazione al webinar “La Ventilazione Meccanica Controllata come strumento per la messa in sicurezza delle scuole. Esperienze, risultati, tecnologie” - organizzato dalle associazioni nazionali di categoria Assoclima, Anima Confindustria e dal progetto Home, Health&HI-Tech - l’assessore regionale alle Infrastrutture, lavori pubblici ed edilizia scolastica Francesco Baldelli è intervenuto rinnovando la richiesta al governo Draghi di utilizzare l’1% del PNRR (pari a 2mld di euro) per dotare, già dal prossimo anno didattico tutte le aule delle scuole italiane di impianti di ventilazione meccanica controllata.
Come sottolineato nel corso dell'incontro, gli esiti dello studio statistico della Fondazione Hume - presieduta dal Prof. Ricolfi - hanno confermato i risultati dell’esperimento della Regione Marche: l’installazione di impianti adeguatamente dimensionati abbatterebbe il rischio di contagio di oltre l’80%. “Le istituzioni devono impegnarsi per garantire la salubrità degli ambienti frequentati dai nostri ragazzi” – ha dichiarato Baldelli – “Il Governo deve agire fin da subito per garantire il benessere e la salute di studenti ed operatori scolastici evitando che si torni a dover applicare misure che si sono rilevate estremamente dannose come la dad”
«L’assessore alla sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini della Lega dichiara che "il grado di intelligenza dipende anche dal volume della testa e del cervello, il volume del cranio dipende dall’organo genitale femminile da dove le persone escono". Che imbarazzo». A scriverlo sul proprio profilo Twitter è Alessia Morani, deputata del Pd, a seguito della conferenza stampa tenutasi presso Palazza Raffaello e riferita al traguardo tagliato dalla regione delle 100 donazioni di cellule staminali emopoietiche (leggi qui).
Nel suo intervento, Saltamartini aveva preso spunto da una ricerca effettuata negli Stati Uniti, nella quale «è stato richiesto ad un campione significativo di persone come volessero i figli. Uno può pensare: occhi azzurri, biondo, alto, bello. E invece le mamme hanno risposto che vogliono i figli con un altissimo grado di intelligenza». Da qui il ragionamento dell'assessore si è presto spostato su binari più impervi. «Il grado di intelligenza – ha affermato – dipende anche dal volume della testa e del cervello. In un convegno internazionale di 5-6 anni fa, l’idea che è stata palesata, era proprio questa: il volume del cranio dipende dall’organo genitale femminile da dove le persone escono».
«Quindi si era detto - ha proseguito Saltamartini - ci potrebbe essere in futuro anche un pazzo, un dittatore, un autocrate che, attraverso le macchine, possa creare il genere umano, magari con una testa più grande. Sarà pura fantascienza, ma lo voglio dire perché ne stanno succedendo di tutte (il Covid, la guerra), e queste proiezioni mi spaventano. Possiamo fare tante cose nelle condizioni che abbiamo oggi, senza spingerci oltre».
Nelle ultime 24 ore sono stati segnalati nlla Regione Marche 1.611 casi di coronavirus, a testimonianza di come l'incidenza ogni 100mila abitanti continui progressivamente a calare: da 663,05 a 654,79.
Sale al 43,5% (ieri 37,9%) la percentuale di positivi sui tamponi del percorso diagnostico (3.707): in tutto sono stati analizzati 4.130 test che comprendono anche 423 tamponi del percorso guariti.
Le persone positive con sintomi sono risultate nell'ultima giornata 358. Complessivamente sono stati rilevati 416 contatti stretti di positivi, 405 di tipo domestici, 15 in setting scolastico/formativo, 4 in setting lavorativo, 3 in ambiente di vita/socialità, uno ciascuno in setting assistenziale e sanitario.
Solo nella provincia di Ancona si sono registrati 482 nuovi casi, a seguire 327 in provincia di Macerata, 293 nell'Ascolano, 180 nel Fermano e 67 fuori regione. La fascia di età più sensibile ai contagi rimane quella dei 45-59 anni (393), seguita da 25-44 anni (386), 60-69 anni (199), 70-79 anni (182) e 80-89 anni (106).
In sensibile diminuzione anche i ricoveri per Covid-19 nelle Marche: -10 nell'ultima giornata e il numero di degenti scende a 155, di cui 5 in Terapia intensiva (+1), 42 in Semintensiva (42) e -8 nei reparti non intensivi (108). 34 le persone dimesse da ospedali in un giorno. Secondo i dati pubblicati dalla Regione, la saturazione dei pazienti Covid è del 2,2% in Terapia intensiva (5 su 232 posti letto) e del 14,9% in Area Medica (150 su 1.006).
Un solo decesso nelle ultime 24 ore: una 93enne di Potenza Picena (Macerata), alle prese anche con patologie pregresse. Il totale regionale di vittime sale a 3.862, mentre quello dei positivi è sceso a 6.580 (-220) e invece gli isolamenti sono saliti a 17.072 (+96) mentre i guariti/dimessi sono 442.362 (+1.830).
“Il nostro sistema economico sta affrontando una delle crisi più rilevanti dal punto di vista dell'andamento dell'economia, dovuta sia alla pandemia e oggi anche alla guerra Russia-Ucraina. La nostra è una economia che ha resistito a tante crisi, però c'è una continua serie di fattori che rischiano di appesantire anche lo stato dei mercati che sono intorno alla nostra economia".
Lo ha detto ieri il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, a margine della presentazione del Rapporto 2021 sull'industria marchigiana e dell'accordo fra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese marchigiane, che mette a disposizione 5,5 miliardi per l'innovazione del sistema produttivo.
"Gli istituti di credito oggi giocano un ruolo fondamentale" ha aggiunto il presidente. "La nostra regione è rimasta un po' orfana dopo Banca Marche, rispetto al rapporto diretto con gli istituti di credito” - ha sottolineato -.
“Ci sentiamo un po' isolati rispetto a delle dinamiche che sono invece, dal punto di vista finanziario, molto importanti". In tal senso "trovare partnership con istituti importanti può colmare un po' questo stato che abbiamo vissuto negli ultimi 10 anni".
E a proposito del progetto di realizzare un hub di Amazon a Jesi, "speriamo che quanto prima si possa fare chiarezza su tutta la vicenda e che nell'Interesse di Interporto e della nostra regione, si possa arrivare al rilancio, finalmente, di questa infrastruttura".
Sono 1.469 i nuovi positivi al covid registrati nelle ultime 24 ore nelle Marche, dove il tasso di incidenza cumulativo scende ancora a 663,05 (ieri 695,94) su 100mila abitanti. I nuovi positivi rappresentano il 37,9% di 3.875 tamponi diagnostici (su 4.590 testa complessivi).
I soggetti con sintomi sono 332, i contatti stretti di casi positivi 385, i contatti domestici 357, i positivi in setting scolastico 17, i casi per cui sono in corso approfondimenti epidemiologici 356. Il contagio circola soprattutto nelle fasce di età 45-49 anni con 379 casi e 25-44 con 334, seguite da 60-69 con 189. La provincia con il maggiore numero di casi resta Ancona con 376, seguita da Ascoli Piceno con 317, Macerata con 307, Pesaro Urbino con 253, Fermo con 171, oltre a 41 casi di fuori regione.
Scende il numero di degenti per Covid-19 nelle Marche nelle ultime 24 ore: sono 165 i pazienti ricoverati in ospedale (-8 rispetto alle ultime 24 ore) di cui 4 in terapia intensiva (-1), 45 in Semintensiva (-6) e 116 in reparti non intensivi (-1); 34 i dimessi. Sei le persone decedute che fanno salire il totale a 3.861 dall’inizio della pandemia
Sono 1.347 i postivi rilevati al covid rilevati nelle Marche nell'ultima giornata, con il tasso di incidenza cumulativo che scende a 695,94 (ieri era 723,92) su 100mila abitanti. La provincia di Ancona è quella con il maggior numero di casi, 349, seguita da Pesaro Urbino con 268, Ascoli Piceno con 237, Macerata con 235, fermo con 191, oltre a 67 casi di fuori regione. Il contagio circola maggiormente nelle fasce di età 25-44 anni con 319 casi e 45-59 con 294, seguite da 60-69 con 169. casi.
Le persone con sintomi sono 351, i contatti stretti di casi positivi 351, i contatti domestici 311, i postivi in setting scolastico formativo 18, per 287 casi sono ancora in corso approfondimenti epidemiologici. I ricoveri legati al covid negli ospedali marchigiani sono 173, -1 su ieri: i pazienti in terapia intensiva sono 5 (invariato su ieri), quelli in semi intensiva 51 (+2), quelli in reparti non intensivi 117 (-3), rende noto la Regione Marche, oltre a 25 dimessi. Il tasso di occupazione dei posti letto letto delle intensive da parte di pazienti covid è invariato al 2,2%, in riduzione per l'area medica a 16,7%.
Cinque i decessi nell'ultima giornata che fanno salire il totale a 3.855: sono morte5 donne, di età compresa tra 87 e 82 anni, tutte alle prese con patologie pregresse. Ci sono 17 persone in osservazione nei pronto soccorso, 97 ospiti in strutture territoriali. I positivi alla data di oggi (ricoverati e isolamenti) sono 6.694, le persone in quarantena o isolamento domiciliare 17.842, di cui 444 con sintomi. I dimessi/guariti dall'inizio della pandemia salgono a 439.175.
Giovane, estroverso campione. Le Marche si affidano a Gianmarco Tamberi, Oro olimpico a Tokyo 2020 di salto in alto, per promuovere il territorio attraverso i canali social. È stato scelto dalla Regione per una nuova, mirata, campagna promozionale da sviluppare su alcuni temi specifici e sui canali social. Obiettivo è quello di allargare l’attrattività e la riconoscibilità del territorio marchigiano e delle sue peculiarità. Sono iniziate oggi (mercoledì 4 maggio) le riprese che impegneranno Gimbo e che coinvolgeranno località di tutte e cinque le province.
“La volontà di coinvolgere Tamberi – ha affermato il presidente Francesco Acquaroli, assessore al Turismo – era nata sul palco della Giornata delle Marche. Gianmarco: un atleta marchigiano, cresciuto nelle Marche e che nelle Marche continua a vivere e ad allenarsi, per raggiungere nuovi traguardi sportivi. I suoi successi ci rendono orgogliosi, soprattutto per come sono stati conquistati, con il sacrificio e la determinazione, la forza di credere fino in fondo in un obiettivo così importante”.
Le Marche sono una terra di campioni che qui trovano gli stimoli e le motivazioni per crescere e migliorarsi. E non solo a livello sportivo. Le Marche sono una fucina di eccellenze che insieme dobbiamo riscoprire e rilanciare, per affermarci sui mercati nazionali e internazionali come una grande unica destinazione “tutta da scoprire”. Ringrazio Gianmarco per aver voluto far parte della ambiziosa sfida per il futuro della nostra regione. Sono certo che saprà raccontare le Marche a modo suo, con la sua vivacità e la sua inconfondibile impronta”.
“Questa scelta non va in contrasto con altre, ma è stata dettata dalla volontà di focalizzarci su alcuni settori specifici e sui social, dove Gianmarco Tamberi si è rivelato un campione altrettanto affermato come in pedana. Dopo il lancio del nuovo brand della promozione “Scopri le Marche: terra di emozioni”, siamo al lavoro per la prossima imminente stagione turistica, già contraddistinta da segnali di ripresa delle presenze che speriamo possa raggiungere numeri importanti per tutto quel comparto che negli ultimi due anni ha visto precluse molte delle proprie attività”.
Giovedì scorso, 28 aprile, si è svolta a Roma nella Sala della “Stampa estera”, la prima Assemblea nazionale organizzativa del partito “Italia al Centro” alla presenza del presidente Giovanni Toti, del vicepresidente Gaetano Quagliariello, dei senatori Paolo Romani e Massimo Berutti, degli onorevoli Giorgio Silli e Manuela Gagliardi e di tutti i Coordinatori regionali e provinciali del neo partito.
Tra i presenti anche l'intera squadra del coordinamento regionale delle Marche, che insieme al nazionale ha tracciato la strada e gli obiettivi per le prossime sfide amministrative, che vedono in provincia di Macerata, Civitanova Marche e Tolentino i primi comuni dove “Italia al Centro” sarà presente e attiva nella competizione elettorale.
"Tanti i temi all’ordine del giorno dell'Assemblea romana a partire dall’analisi della situazione politica attuale per poi passare alla campagna di tesseramento e 2×1000, nonché al punto sulle elezioni amministrative 2022 e sulle politiche 2023".
A dichiararlo è Laura Balestra, ex consigliere comunale di Ascoli Piceno nonché attuale Segretario provinciale di Italia al Centro ad Ascoli e vicecoordinatore regionale. La squadra marchigiana è stata guidata da Paolo Diop. Presenti anche Giulia Marchionni, consigliere comunale di Pesaro e attuale Segretario provinciale di Italia al Centro a Pesaro, e Rolando Vitali, segretario provinciale di Italia al Centro a Macerata, oltre a Paolo Perini, responsabile del tesseramento e Pierluca Milletti, segretario provinciale di Italia al Centro ad Ancona.
Fra ‘strumenti eccezionali’ per rallentare l’inflazione, manovre contro il carovita, tagli sulle accise dei carburanti, via libera per centrali a carbone e rigassificatori per scostarsi dal gas russo (con buona pace delle energie rinnovabili), il governo Draghi ha messo ulteriormente il punto nelle ultime ore anche su ciò che riguarda il sostegno bellico all’Ucraina.
Se nell’ultimo ‘Decreto Aiuti’ annunciato in conferenza stampa dal Cdm lunedì 2 maggio si evince la cifra complessiva legata all’accoglienza profughi – 58,5 mln di euro ai Comuni più altri 40 mln per i servizi sociali degli stessi, 112,7 mln per creare e gestire nuovi centri di accoglienza, altri 192,2 mln alla Protezione Civile – a passare nel sottobosco dell'informazione pubblica è l’exploit rispetto all’invio di nuove armi. Con una particolarità: la lista di questo ulteriore materiale bellico ("Allegato al decreto interministeriale del 22 aprile 2022") risulta secretata.
Ad oggi sappiamo che l’Italia si è adeguata alla linea decisa da USA e Ue, mettendo a disposizione degli ucraini missili terra-aria in grado di intercettare aerei a 2-3 mila metri (Stinger e Milan), mortai anti-carro, mitragliatrici, munizioni. Non per rispondere a una guerra, ma per favorire la resistenza del popolo di Kiev, che ora punta a rinforzare le difese del Donbass.
E per farlo serviranno nuovi mezzi pesanti: la Germania ha già inviato 50 carri armati Panzer, l’Italia presto farà altrettanto con i blindati Lince e Ariete parcheggiati nelle varie caserme. “La nostra appartenenza alla sicurezza atlantica è scontata” – aveva dichiarato il premier Mario Draghi durante la conferenza del 2 maggio – e ora c’è un decreto interministeriale che prevede l’invio di altre armi. Nessuno di noi vuole la guerra, un’escalation, ma neppure abbandonare l’Ucraina che altrimenti cadrebbe in uno stato di sottomissione”.
A sorprendere, però, è la notifica da parte del Codacons circa il ricorso di fronte al Ministero della Difesa, al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e al Ministero dell’Economia e delle Finanze per l'annullamento del decreto attraverso il quale è stata autorizzata la cessione alle autorità governative dell'Ucraina di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari. Tale cessione sarebbe avvenuta, infatti, in assenza del previo atto di indirizzo alla Camere, violando di fatto l’art 2 bis del DL n. 14/2022, e insieme anche gli artt. 97, 70 e 77 della Costituzione che riservano la funzione legislativa, rispettivamente, alle Camere e - in casi di necessità ed urgenza - al Governo.
C’è poi il discorso relativo alla secretazione della nuova lista di armi di cui sopra - o meglio del decreto governativo che ne ha disposto la cessione –, fin qui giustificate ‘a scopo meramente difensivo’. Ma non essendoci di base alcuna deliberazione dello stato di guerra ai sensi dell’art. 78 della Costituzione, la suddetta secretazione risulta illegittima, violando anche il principio di trasparenza ed esponendo l’Italia stessa a concrete rappresaglie da parte del Cremlino.
“Il fine giustifica i mezzi”, si dice. Oggi, però, sembra difficile riconscerlo: la tutela della pace o il 2% del PIL per le spese militari entro il 2028?
Una bambina di 4 anni, con una malattia genetica, la Trisomia 18, è morta oggi all'ospedale Salesi di Ancona, dove era ricoverata nel reparto di Anestesia e Rianimazione Pediatrica: il decesso, fa sapere l'Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, è avvenuto per "una gravissima insufficienza respiratoria".
La bambina, "positiva al tampone Sars-Cov-2" eseguito all'ospedale di Ancona, "al ricovero presentava un quadro di grave Ards (sindrome da distress respiratorio acuto, ndr) ad eziologia prevalentemente batterica".
La piccola era giunta al pediatrico Salesi trasferita dal Pronto Soccorso dell'ospedale di Fano nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio, in gravi condizioni. "Era stata ricoverata anche altre volte nel nostro reparto, anche in condizioni gravi, ma nonostante tutto era riuscita a superare gli eventi intercorrenti - dice all'Ansa il primario Alessandro Simonini -, aveva una comorbidità molto importante" la malattia genetica con la quale "solo il 5-10% dei bambini sopravvive al primo anno di età".
Oltre alla Trisomia 18, la bambina deceduta era affetta anche da "ipoplasia corpo calloso, cardiopatia congenita complessa tipo miocardio non compattato con difetti interventricolari muscolari multipli e anomalie vascolari" si legge nella nota rilasciata dall'ospedale Salesi.
"Alla progressiva risposta alla terapia antinfettiva impostata (normalizzazione degli esami ematici) non è corrisposto un miglioramento del quadro respiratorio che si è mantenuto costantemente precario nonostante l'applicazione di strategie di ventilazione meccanica convenzionali e non convenzionali - si spiega ancora nel bollettino medico -. Al deterioramento respiratorio è corrisposto un progressivo deterioramento della funzione cardiovascolare, fino al decesso della piccola paziente".