Continua il monitoraggio del focolaio di Dengue a Fano, dove si registrano 115 casi confermati e 21 casi probabili. Nella giornata odierna è stato segnalato un caso confermato a Pesaro, ricoverato in medicina dal 28 settembre scorso, giorno di inizio sintomi. Su questo caso sono in corso accertamenti.
"L’Ast di Pesaro Urbino sta monitorando costantemente la situazione" dichiara Augusto Liverani, direttore del dipartimento di prevenzione dell'Ast Pu, spiegando che "al momento i ricoveri nelle strutture ospedaliere del territorio sono quattro (due accertati e due in attesa di conferma). Gli ultimi accertamenti eseguiti sulle zanzare catturate dalle trappole non hanno evidenziato la presenza del virus. La curva di incidenza continua ad avere stabilmente un andamento discendente, gli ultimi due casi hanno avuto esordi con sintomi in data 29 settembre".
"Continuiamo a tenere alta l’attenzione - spiega il direttore generale Ast Pu Alberto Carelli - la curva dei casi continua ad essere sotto controllo. Stiamo lavorando in sinergia con tutte le istituzioni e tutti gli operatori coinvolti". I ricoveri, effettuati in via precauzionale, sono in calo rispetto a ieri, quando erano 6.
Come ricorda il dottor Marcello Tavio, infettivologo direttore della SOD Malattie Infettive emergenti e degli immunodepressi dell'azienda ospedaliero universitaria delle Marche, la Dengue è una malattia di origine virale causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) ed è trasmessa agli esseri umani dalle punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus.
Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni, e in questo periodo la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell'arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche elevate. La febbre è accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre.
La diagnosi può essere più accurata con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue. In casi limitati può essere necessario il ricovero ospedaliero. Riguardo i casi verificatisi a Fano, trattandosi di una situazione non prevista, molti sono stati ricoverati per precauzione.
Per quanto riguarda la situazione relativa alla presenza di zanzare ed in particolare le zanzare tigre, che solitamente sono presenti nella stagione vettoriale marzo-ottobre, Stefano Gavaudan, esperto di vettori del Laboratorio Diagnostica e Centro biRegionale per le malattie trasmesse da vettori dell’Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche, conferma che per quanto riguarda Fano sono state effettuate le disinfestazioni come previsto dal Piano nazionale Arbovirsi e che nei prossimi giorni verrà effettuato un ulteriore intervento come raccomandato dalle linee guida.
Per quanto riguarda il caso di Pesaro, il dr. Gavaudan sottolinea che non essendo presente un collegamento epidemiologico con Fano si procederà, come da indicazioni del Piano Nazionale Arbovorsi, con un intervento straordinario di disinfestazione nel raggio di 200 metri dalla abitazione del caso e che verrà comunque effettuato un sopralluogo per verificare la situazione.
L’evento di Fano si inserisce nel bacino mediterraneo europeo nel quale il virus Dengue è trasmesso tramite la zanzara Tigre, stabilmente presente in gran parte dell'Europa ed eventi di trasmissione autoctona in ambito europeo sono descritti annualmente a partire del 2010.
Va infine ricordato che, data la caratteristica di trasmissione del virus, la misura preventiva più efficace contro la Dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus. Diventano quindi prioritarie pratiche come l’uso di repellenti, vestiti adeguati e protettivi, zanzariere e tende.
La lotta sistematica e continuativa alla zanzara, vettore della malattia, oltre che sulla disinfestazione, si basa anche sulla necessità di eliminare tutti i ristagni d'acqua anche piccoli in prossimità delle zone abitate. Serve quindi la collaborazione di tutti per attuare le efficaci misure preventive.
La Protezione civile delle Marche ha emesso un’ allerta meteo arancione valida per domani, 3 ottobre, fino alla mezzanotte. Sono previste precipitazioni diffuse e persistenti, anche a carattere di rovescio o temporale, più abbondanti nel settore centro settentrionale della regione “dove le cumulate potranno risultare puntualmente elevate”, spiega la Protezione civile.
“Date le condizioni medie di saturazione dei suoli, si prevedono criticità idrogeologiche diffuse e innalzamenti significativi del reticolo idrografico, in particolare nella porzione centro settentrionale nella seconda parte della giornata di domani”.
L’allerta idraulica e idrogeologica (allerta arancione) riguarda le aree interne, collinari e costiere settentrionali, ovvero le zone di Pesaro-Urbino e Ancona. E alcune zone centrali del Maceratese per criticità idrogeologica. Allerta gialla, invece, sul versante idraulico (fiumi, torrenti ecc.) per le aree interne, collinari e costiere centrali. Criticità idrogeologiche (allerta gialla) anche nel Fermano e nell’Ascolano.
Il cielo si presenterà molto nuvoloso o coperto, le precipitazioni saranno diffuse e persistenti, localmente a carattere di rovescio, più abbondanti nel settore centro-settentrionale della regione. Le temperature si presenteranno in diminuzione nei valori massimi con venti deboli o moderati dai quadranti meridionali, tendenti a ruotare da nord in serata. Il mare sarà mosso, molto mosso in serata.
A partire dal 1° novembre 2024, il pagamento delle prestazioni sanitarie, prenotate tramite il CUP unico regionale, sarà garantito dal Sistema Sanitario Regionale mediante il servizio PagoPA, grazie all’intermediazione tecnologica di Mpay.
“L’inserimento nel circuito Mpay di tutti gli enti del Sistema Sanitario Regionale – spiega l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini - ha reso possibile integrare le tradizionali modalità di pagamento dei ticket sanitari, direttamente agli sportelli casse CUP o tramite conto corrente postale, con i pagamenti on line”.
Attualmente il sistema di pagamento dei ticket sanitari, che conta circa 2 milioni di pagamenti all’anno, è misto tra sistemi tradizionali, quali sportello CUP, banca, uffici postali, e pagamenti elettronici effettuati tramite una integrazione applicativa tra il CUP unico regionale e Mpay.
Per favorire il processo di innovazione organizzativa e tecnologica, la Regione Marche ha da tempo promosso l’utilizzo di infrastrutture tecnologiche abilitanti per l’erogazione di svariati servizi applicativi e telematici a cittadini e imprese. Tra questi è stato istituito il Sistema informativo regionale dei pagamenti elettronici Mpay, che consente l’interoperabilità tra le amministrazioni e i prestatori di servizi di pagamento (PSP) garantendo agli utenti il pagamento delle somme dovute alla Regione e alle amministrazioni per le quali la Regione Marche funge da intermediario.
Al momento della prenotazione, per chi si recherà presso gli sportelli Cup sarà fornito contestualmente il bollettino di pagamento PagoPA; per chi prenota telefonicamente, sarà possibile ottenere il bollettino recandosi successivamente presso gli sportelli CUP o presso le farmacie dotate di sportello CUP; in alternativa si può recuperare il bollettino accedendo al portale MyCupMarche oppure tramite la app Salute Marche.
“L’obiettivo – chiarisce Saltamartini - è quello di implementare nel Cup unico regionale la funzionalità che consenta di generare al momento della prenotazione delle prestazioni sanitarie l’Identificativo Univoco di Versamento (Iuv) ovvero il codice generato dall’Ente creditore che identifica univocamente il pagamento PagoPA effettuato dall’utente e lo associa alla richiesta di pagamento oppure alla posizione debitoria, fornendo contestualmente agli utenti il bollettino di pagamento PagoPA, avvalendosi di Mpay quale intermediatore tecnologico tra Cup e PagoPA, e consentire così agli utenti di poter usufruire di tutti i canali di pagamento previsti”.
Gli enti del Ssr dovranno provvedere a rendere disponibili, presso gli sportelli CUP/casse, idonei Point of Sale (Pos) abilitati ai pagamenti PagoPA. La piattaforma PagoPA, realizzata per semplificare e aumentare la qualità e la quantità di servizi di pagamento offerti da ogni Pubblica Amministrazione nella massima sicurezza, è una modalità standardizzata di pagamento che si può utilizzare attraverso numerosi strumenti e canali di pagamento sia fisici (banche, uffici postali, esercenti convenzionati quali bar, tabaccherie, supermercati, dove è presente il logo PagoPA) che virtuali (servizio homebanking, o altri servizi di pagamento digitali) grazie a cui possono essere effettuati tutti i pagamenti dovuti da cittadini e imprese verso qualsiasi tipologia di ente pubblico.
“Sul voto per rinnovare i Consigli provinciali nelle Marche "il risultato dal nostro punto di vista è un risultato soddisfacente". Hanno registrato un aumento in maniera forte della nostra rappresentanza nei rispettivi consigli".
Lo ha detto il presidente della Regione Francesco Acquaroli sui risultati delle ultime votazioni provinciali. "Se si fosse votato per il rinnovo dei presidenti il centrodestra - ha aggiunto - avrebbe vinto su quattro delle cinque province, questo è un dato aritmetico molto importante".
"Era assolutamente impensabile solo qualche mese fa, qualche anno fa - ha sottolineato Acquaroli - significa che l'andamento delle elezioni amministrative comunque ha comportato un riequilibrio degli assetti istituzionali". "È un elemento che ci deve sicuramente soddisfare - ha commentato ancora Acquaroli - ma non ci deve illudere che in futuro tutto sarà semplice, legare ad esempio questo tipo di elezioni a altre elezioni che sono in futuro. Ogni elezione è una partita a sé stante - ha ammonito - bisogna continuare a lavorare sugli obiettivi da raggiungere per le nostre comunità, lavorare su quella che è la ricostruzione di una visione, cercando di rimettere le Marche, i marchigiani, al centro delle dinamiche del Paese".
"Questo credo che sia solo uno stimolo, - ha proseguito - perché, se da una parte bisogna lavorare, dall'altra parte bisogna riscontrare che su questa visione, su questo progetto, ci troviamo d'accordo in sintonia con tante amministrazioni provinciali anche di natura civica e questo è per noi una grande gratificazione".
Pepe in grani, di Caiazzo (provincia di Caserta) è la migliore pizzeria d'Italia secondo la guida - pubblicata alcuni giorni fa- da Gambero Rosso. La premiazione si è svolta mercoledì 25 settembre al Palacongressi Mostra d’Oltremare di Napoli, durante una cerimonia che ha celebrato le migliori pizzerie italiane, con 96 realtà a essersi aggiudicate i Tre Spicchi. Nelle Marche sono state premiate Farina (Pesaro) e Mamma Rosa di Ortezzano (Fm).
Pesaro, dunque, si conferma nel panorama della pizza italiana d’eccellenza. La pizzeria Farina ha riconquistato per il secondo anno consecutivo i Tre Spicchi della prestigiosa Guida Gambero Rosso, confermandosi come una delle due migliori pizzerie di tutte le Marche e tra le sei eccellenze tra Marche ed Emilia-Romagna.
“Per noi è veramente un onore essere fra queste 96 pizzerie, unici in provincia e fra le 6 selezionate fra Marche ed Emilia Romagna, afferma Paolo Severi, titolare di Farina. C'è tanta emozione e mai come quest'anno anche consapevolezza di quelli che sono i nostri limiti attuali, ma su cui già da domani inizieremo a lavorare. Fuori dal tempo e dalle mode, solo con l'idea di essere la massima espressione di ciò che siamo nel rispetto delle nostre identità".
"La nostra pizza è unica al mondo, ma attenzione, non perché sia la più buona che è un valore assolutamente soggettivo, ma perché nel lavoro di questi 12 anni abbiamo fatto prove e ricevuto contaminazioni che stanno formando proprio ora la nostra identità di pizza. Né napoletana, né romana, né pesarese. La pizza di Farina", conclude Severi.
Giunta alla sua sesta edizione, la versione “diffusa” dell’evento Climbing for Climate, organizzato dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile – Rus e dal Club Alpino Italiano – Cai, cambia nome e prende il titolo di Action for Climate 2024, per sottolineare la varietà delle iniziative e dei luoghi in cui gli Atenei italiani aderenti si impegnano per la sensibilizzazione sui cambiamenti climatici.
Anche quest’anno, la Rus invita i propri Atenei aderenti a organizzare azioni simboliche e coordinate di sensibilizzazione sugli effetti dei cambiamenti climatici sul territorio, lanciando un appello per la lotta al cambiamento climatico (Sdg13) e la promozione della vita sulla terra/protezione della biodiversità (Sdg15), ma anche per la promozione di un turismo sostenibile (Sdg8), dell’inclusione sociale ed economica di chi vive in aree periferiche (Sdg10) e del supporto alle comunità sostenibili (SDG11). Gli Atenei organizzano attività di varia natura e in contesti differenti: camminate, escursioni, conferenze, laboratori, piantumazioni, azioni di clean-up e molto altro.
A quasi 5 anni dal Green Deal Europeo e a un anno dallo storico “transitioning away” di Cop28, le conseguenze del cambiamento climatico sui nostri territori e sulle nostre vite quotidiane divengono sempre più manifeste. Anche nel 2024, la tendenza al riscaldamento del pianeta ha continuato a crescere e numerosi record di temperature sono stati riscritti. Le politiche sulle emissioni prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili si sono dimostrate insufficienti a generare una tangibile inversione di tendenza. Così, ad oggi il percorso verso gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu sembra ancora lontano dalla sua meta. Alla luce di ciò, le Università aderenti all’iniziativa Action for Climate 2024, il CAI e la RUS rivolgono alle istituzioni regionali e nazionali l’appello a adoperarsi affinché il patrimonio territoriale venga preservato e arricchito, attraverso la protezione e il riequilibrio delle sue dotazioni finite e dei flussi di risorse rinnovabili.
L’Università di Macerata, in collaborazione con gli altri Atenei marchigiani – Università di Camerino, Università Politecnica delle Marche, Università di Urbino Carlo Bo – e con il supporto di Cai Marche, Cosmari, Legambiente Marche, Plastic Free e Civitanova Green Life, organizza una passeggiata lungo il fiume Chienti nella giornata di sabato 5 ottobre 2024 coinvolgendo studenti, docenti e personale amministrativo. La camminata, con ritrovo ore 9.30 alla Basilica di Santa Maria a piè di Chienti e rientro previsto alle ore 16, si snoda su un percorso pianeggiante prevalentemente lungo il fiume, dalla Basilica di Santa Maria a piè di Chienti nel Comune di Montecosaro alla Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti nel Comune di Sant’Elpidio a mare, per circa 7 km all’andata e altrettanti al ritorno. I partecipanti sono invitati a munirsi di guanti da lavoro perché durante la camminata verrà effettuata un’attività di clean-up e river litter monitoring insieme a Legambiente Marche. Nello specifico, oltre alla pulizia lungo il percorso, verrà svolto il monitoraggio della sponda del fiume utile nella raccolta dei dati sulla presenza e sulla tipologia di rifiuti abbandonati in loco o portati dalle correnti. Questo tipo di indagine, attraverso uno speciale protocollo standardizzato, aiuta a valutare l’inquinamento da rifiuti e a sviluppare strategie per la prevenzione e la salvaguardia degli ecosistemi fluviali.
Attraverso questa attività, i partecipanti avranno l’opportunità di comprendere direttamente l’origine e l’impatto dei rifiuti sulla biodiversità, e di contribuire concretamente alla conservazione dell’ambiente. Sono inoltre previsti approfondimenti sui temi dell’inquinamento della bassa valle del Chienti, della mobilità sostenibile e dell’economia circolare, oltre che sulle caratteristiche storico-artistiche e architettoniche delle Basiliche.
Gli Atenei marchigiani organizzano insieme un evento di condivisione di conoscenze per moltiplicare l’impegno concreto, a livello individuale e collettivo, nel ridurre le emissioni di gas climalteranti e nel conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
L’AFC nasce in seno all’evento Climbing for Climate. Giunto alla sua sesta edizione, il Cfc è nato nel 2019 su iniziativa dell’Università di Brescia la quale, quest’anno, insieme all’Università di Padova e in collaborazione con le Università RUS del Veneto, l’Università di Trento e le sezioni CAI di Brescia e di Padova, ha coordinato l’organizzazione di un evento di rilevanza nazionale sui ghiacciai del gruppo della Marmolada.
L’Action for Climate è patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica - MASE, dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – CRUI, dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, dal Comitato Glaciologico Italiano – CGI e dal Club Alpino Italiano – CAI.
Dopo sole 3 giornate di campionato è saltata la prima panchina in Eccellenza. L’Alma Juventus Fano nella serata di ieri, tramite un comunicato sui propri canali ufficiali, ha annunciato l’interruzione, di comune accordo, del rapporto con Mister Antonio Aiello. Situazione, dunque, sempre più complicata in casa granata, che dopo un’estate turbolenta si trova a fare i conti con un avvio di stagione da incubo.
Fatale per l’allenatore lombardo il pesante ko per 5-0 subito contro il Montegranaro, arrivato dopo le due sconfitte con K Sport Montecchio (0-2) e Maceratese (3-0). Gli 0 punti in 3 partite, con 10 gol subiti e 0 gol fatti hanno indotto la società, contestata duramente anche nel match contro i veregrensi, a cambiare guida tecnica, “al fine di dare un segnale di svolta alla squadra”.
Panchina del Fano affidata dunque a Claudio Tridici, affiancato dall’allenatore in seconda mister Gianfranco Parlato. L’allenatore civitanovese negli ultimi anni ha fatto parte dello staff tecnico di Atletico Porto Sant’Elpidio in Serie D e Fermana in Serie C, oltre ad un’esperienza da allenatore delle giovanili dell’Elpidiense Cascinare.
Quello di Tridici sarà un esordio curioso, in quanto dovrà affrontare l’Urbania due volte nel giro di 4 giorni. Mercoledì a Fermignano si disputerà infatti il primo derby per il ritorno degli ottavi di Coppa Italia (andata 0-0), mentre domenica ancora Fano-Urbania, valida invece per il campionato.
Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato di emergenza per la Regione Emilia-Romagna e le Marche a seguito delle calamità che hanno colpito il territorio negli scorsi giorni. La proposta, presentata dal ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, è stata approvata per fronteggiare le emergenze che stanno affliggendo le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, così come l'intera Regione Marche.
"Il provvedimento - ha detto il ministro Musumeci - riguarda le province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e la Regione Marche. Assieme allo stato di emergenza, che durerà 12 mesi, il Cdm ha stanziato 20 milioni di euro per fare fronte ai primi interventi urgenti, il soccorso e l'assistenza alla popolazione e il ripristino della funzionalità dei servizi e delle infrastrutture".
Oltre 80 le volontarie e i volontari della Croce Rossa, impegnati sul campo e più di 30 i mezzi messi a disposizione. A distanza di poco più di un anno, la regione Marche si è trovata ad affrontare un'altra drammatica emergenza. La scorsa notte fino alle prime luci dell’alba, gli equipaggi della Cri hanno portato assistenza in varie zone del territorio marchigiano.
"Si è operato sulla criticità in località Aspio di Ancona e Osimo Stazione per l’esondazione dell’omonimo fiume che ha riversato fango e detriti nelle case e nelle attività industriali; stessa sorte anche a Castelferretti causata dalla fuoriuscita del torrente San Sebastiano, e sulle zone costiere delle province di Ancona e Macerata dove ancora si stanno cercando di ripulire cantine, garage ed alcuni appartamenti", si legge in una nota della Croce Rossa delle Marche.
"Al momento prosegue ancora l’attività di supporto alla popolazione colpita dall'alluvione, con oltre 80 volontarie e volontari impegnati sul campo, coordinati dal nostro Dtr Oes Emanuele Bajo e più di 30 mezzi messi a disposizione. Le squadre di soccorso sono occupate nel monitoraggio, nella logistica e nelle operazioni di aspirazione dell'acqua dai locali tramite l'uso di idrovore nella zona di Osimo, Numana, Castelferretti e Aspio. Inoltre, siamo stati attivati per offrire supporto sociale e psicosociale confortando le persone più vulnerabili.
"In seguito all'alluvione che ha colpito la nostra comunità, desidero esprimere la mia vicinanza e solidarietà a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa tragedia. La Croce Rossa Italiana - comitato Regionale Marche è impegnata senza sosta nell'assistere gli sfollati, fornendo soccorso e supporto alle persone colpite da questa calamità naturale.” - ha dichiarato la presidente Regionale Marche della Croce Rossa Rosaria Del Balzo Ruiti - "Desidero inoltre rivolgere un sentito ringraziamento a tutti i nostri volontari, che si sono dedicati con dedizione e impegno nell'assistenza alle persone colpite dall'alluvione. Il vostro altruismo e la vostra generosità hanno reso possibile portare sollievo e supporto a chi si trova in difficoltà in questo momento di emergenza. Grazie per il vostro straordinario spirito di solidarietà, per il vostro tempo, la vostra energia”.
"La fase più acuta delle perturbazioni è superata e la situazione è sostanzialmente sotto controllo - spiega il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli - . Ora si procederà con la valutazione dei danni e la richiesta dello stato di emergenza".
"Già ieri abbiamo inviato una prima comunicazione al ministro Musumeci e alla Protezione Civile nazionale. Ci tengo a fare un sentito ringraziamento a tutti coloro che, a vario titolo e nei rispettivi ruoli, hanno lavorato senza sosta giorno e notte e stanno continuando a farlo per riportare la situazione alla normalità".
Il Centro operativo regionale della Protezione Civile della Regione Marche si è riunito di nuovo venerdì mattina alla presenza dell'assessore alla Protezione Civile Stefano Aguzzi e del direttore Stefano Stefoni per valutare la situazione.
I vigili del fuoco sono al lavoro in tutte le province per la rimozione di alberi pericolanti, per liberare le strade dal fango e le cantine dall'acqua. Erano 21 le persone momentaneamente sfollate e la maggior parte è rientrata nelle proprie abitazioni già da ieri.
In miglioramento anche le previsioni del meteo. Per la giornata di oggi è prevista un'instabilità pomeridiana nelle aree collinari e montane ma con intensità non preoccupante. Resta l'allerta gialla per rischio residuo per l'assetto idrogeologico nelle zone 2 e 4 (Pesarese, Anconetano e Maceratese aree collinari e costa).
"Le previsioni ci rassicurano e ci consentono di procedere con il ripristino della viabilità con l'auspicio di tornare al più presto alla nostra quotidianità - sottolinea l'assessore Aguzzi che nel pomeriggio di ieri è stato impegnato in un sopralluogo delle zone più colpite con il direttore Stefoni - . Lunedì abbiamo convocato in Regione tutti i sindaci delle località coinvolte dal maltempo, per avere un primo confronto e una stima di massima dei danni che dovranno poi far pervenire nei giorni successivi. Questo ci consentirà di procedere con la richiesta dello stato di emergenza".
Quasi 900 gli interventi effettuati nelle Marche per affrontare i danni causati dalle avverse condizioni atmosferiche che hanno colpito i territori delle cinque province. I maggiori disagi nell’Anconetano, nel Maceratese e nel Pesarese, dove i vigili del fuoco hanno dovuto provvedere principalmente a soccorrere la popolazione con evacuazioni effettuate con gommoni e mezzi anfibi.
Al lavoro, i mezzi movimento terra per liberare le strade da frane e detriti che avevano isolato abitazioni. Le esondazioni di alcuni corsi d’acqua hanno poi provocato allagamenti negli scantinati e nei piani bassi dei fabbricati dove i pompieri hanno effettuato prosciugamenti con motopompe ed elettropompe. Numerosi anche gli interventi per la rimozione di alberi caduti e per soccorrere automobilisti rimasti bloccati nei sottopassaggi e nel fango. In fase di rientro le sezioni operative con due moduli giunti dalla Lombardia, uno dalla Toscana ed uno dei sommozzatori da Napoli.
"Un'emozione bellissima, anche solo entrare nel villaggio. La gara poi è stata unica e indimenticabile. Dopo il nastro non pensavo di vincere la medaglia, quindi ho provato sia rammarico per non aver eseguito gli esercizi come speravo, che felicità per il bronzo ". Così Sofia Raffeli rivive le Olimpiadi di Parigi che le hanno regalato il bronzo: l'azzurra della ginnastica ritmica, con la compagna di nazionale Milena Baldassari (ottava ai Giochi), è stata ospite ai mondiali di ginnastica aerobica in corso alla Vitrifrigo Arena di Pesaro.
Nonostante la delusione per una prestazione che avrebbe voluto perfetta, il ritorno a casa è stato travolgente: "Le emozioni sono continuate anche al rientro, con la mia città, Fabriano, che ci ha accolto in festa, così come Chiaravalle, il comune dove abito ". Una calorosa accoglienza che ha sottolineato l'orgoglio e la stima nei confronti della giovane atleta, ormai punta di diamante della ginnastica italiana.
"La testa ora però è rivolta ai prossimi obiettivi - ha aggiunto Raffaeli -, siamo già tornate in palestra visto che l'anno prossimo ci saranno diverse gare tra World Cup, Europei e Mondiali". Le due atlete, tornate infatti ad allenarsi per i prossimi impegni, hanno firmato autografi e fatto foto con i tifosi, raccontando l'esperienza parigina e i loro obiettivi futuri.
"Dopo Tokyo non era facile rivivere le stesse emozioni, Parigi è stata un'esperienza bellissima, soprattutto perché questa volta c'era il pubblico - racconta Baldassarri - la cosa più bella era il loro sostegno, tutti sostenevano tutti, indifferentemente dalla nazione, sulla finale si può leggere la felicità che provavo guardandomi quando ho saputo di essere tra le prime dieci, l'obiettivo era quello di rientrare in finale, farlo con Sofia era il sogno". L'obiettivo di Baldassarri per il futuro è lo stesso di Raffaeli: "Ci stiamo già preparando alle prossime gare, quella più vicina ora è la Aeon Cup di Tokyo".
(Credit foto: Simone Ferraro Ph, Federazione Ginnastica d'Italia)
Situazione per il momento sotto controllo e torna allerta gialla su tutte le Marche per l’assetto idrogeologico per la giornata di domani, venerdì 20 settembre. Per quanto riguarda l’allerta idraulica è gialla per le zone costiere. Resta quindi alta l’attenzione a causa delle piogge diffuse che continuano ad insistere in particolar modo sulle zone della costa e collinari già in difficoltà per via delle abbondanti precipitazioni di ieri e stanotte.
Per tutta la durata dell’allerta l’invito rivolto alla popolazione è di prestare attenzione, soprattutto nelle aree più colpite, esortando i residenti a muoversi solo in caso di reale necessità. Per quanto riguarda la situazione scuole, le attività didattiche riprenderanno regolarmente in tutti i comuni del Maceratese, ad eccezione di Porto Recanati, dove il sindaco Andrea Michelini ha deciso, in via precauzionale, di sospendere le lezioni anche per la giornata di domani (venerdì 20 settembre)."In considerazione della permanenza dell'allerta meteo e del maltempo tuttora persistente - si legge nella nota del primo cittadino, l'Ente comunale ha deciso di adottare in via cautelativa, anche per la giornata di domani, la misura di sospensione delle attività didattiche, educative e sportive. Ripartono invece le lezioni a Tolentino, con l'esclusione della scuola dell'infanzia "Rodari" dove le attività didattiche rimarranno sospese.
Nel frattempo, oggi alle 12 il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha convocato nuovamente la riunione del Centro Operativo Regionale della Protezione Civile per fare il punto insieme alle cinque prefetture delle Marche, al Corpo regionale dei vigili del fuoco, le forze dell’ordine e gli enti coinvolti. Presenti alla riunione anche l’assessore alla protezione civile, Stefano Aguzzi, l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli e il direttore regionale della Protezione Civile e Sicurezza del Territorio, Stefano Stefoni.
Proseguono senza sosta gli interventi dei vigili del fuoco per rispristinare la viabilità e per garantire i soccorsi alle abitazioni e alle cantine allagate, ma non si registrano vittime o dispersi.
Le previsioni del tempo segnalano che la perturbazione si sta spostando verso l’Adriatico, ma sono previste ancora precipitazioni diffuse con locali intensificazioni a carattere di rovescio temporalesco sulla fascia costiera e collinare per almeno le prossime 12 ore. Nella notte i fenomeni dovrebbero subire una graduale attenuazione per poi esaurirsi o comunque rallentare nella giornata di domani.
Nella provincia di Ancona le zone più colpite sono quelle dell’Aspio, di Castelferretti, di Osimo Stazione e di Marcelli di Numana dove sono in corso gli interventi dei soccorsi per gli allagamenti sulle strade, nei sottopassi, nelle case e nelle cantine. Già dalla mattinata il casello di Ancona Sud è stato riaperto, la circolazione in autostrada è stata ripristinata così come quella ferroviara sulla tratta Varano-Loreto. A Marcelli 8 persone sono state evacuate ed ospitate in albergo.
Nel Fermano è stato e chiuso il corso principale a Sant’Elpidio a Mare per interventi sulle fognature. Situazione normalizzata nell’Ascolano. A San Benedetto grazie all’intervento dei vigili del fuoco e della Provincia è stata ripristinata la zona dell’Albula dove ieri erano stati evidenziati dei disagi.
Non si registrano problemi di viabilità tranne qualche piccolo smottamento nel Maceratese. Verifiche sono state effettuate a Tolentino sulla via ferroviaria e la circolazione resta ordinaria. Evacuato un camping a Porto Potenza Picena (leggi qui per saperne di più).
Situazione sotto controllo anche nel Pesarese. La strada provinciale 44 del San Bartolo è temporaneamente chiusa per una frana ma si sta intervenendo, il torrente Arzilla è esondato ma in una zona senza abitazioni nel Comune di Mombaroccio e la viabilità è stata subito ripristinata. A Monteciccardo alcune abitazioni sono senza energia elettrica, Enel interverrà nel pomeriggio per il ripristino. Il Cor tornerà a riunirsi stasera alle 19. Le sedi operative della protezione civile provinciali rimarranno attive nelle prossime ore.
La seconda giornata del campionato di Eccellenza ha regalato emozioni e colpi di scena, ma uno dei match più attesi è stato senz'altro quello tra Montefano e Urbino. Un incontro che ha visto non solo il confronto tra due squadre ben attrezzate, ma anche il ritorno di Nico Mariani allo stadio dell'Immacolata, questa volta nelle vesti di allenatore avversario. Dopo aver guidato il Montefano per due stagioni, ottenendo in entrambi casi la qualificazione ai playoff, Mariani è passato in estate sulla panchina dell'Urbino. Per lui la partita aveva dunque un significato particolare.
I padroni di casa hanno ottenuto i tre punti grazie al gol di Rombini al 53'. Mister Marani ha analizzato la partita al termine del match, non negando l’emozione che ha provato nel tornare in quella che "fino a ieri è stata casa sua".
"Speravo che questa partita potesse arrivare più avanti nella stagione", ha dichiarato il tecnico a fine gara. "Emotivamente non è stato facile tornare così presto, già alla seconda giornata, nello stadio che fino a ieri è stata casa mia. Tra l'altro, ci siamo lasciati con il playoff perso proprio contro l'Urbino, quindi il destino ha voluto che ci trovassimo subito di fronte. Qui a Montefano ho lasciato un gruppo straordinario, e il legame con questa città rimane forte per me e la mia famiglia".
Il gol del Montefano ha cambiato la dinamica del match, con l'Urbino che ha faticato a trovare spazi per reagire. “Passare in svantaggio in un campo così stretto rende tutto più difficile”, ha ammesso Mariani. “Prendere gol all'inizio del secondo tempo ci ha tolto sicurezza e ha permesso ai nostri avversari di difendersi meglio. Complimenti a loro, noi dobbiamo rimboccarci le maniche e continuare a lavorare sul nostro percorso di crescita”.
Proseguiranno anche nelle prossime ore condizioni di spiccato maltempo sull'Italia, con temporali sparsi, in particolare sulle aree adriatiche e sulla fascia tirrenica meridionale, e una generale intensificazione dei venti settentrionali. La Protezione civile delle Marche ha emesso una nuova allerta gialla, valida per tutta la giornata di domani 13 settembre, per raffiche di vento fino a "burrasca forte" nelle zone collinari-costiere.
Nelle stesse zone sono previste precipitazioni sparse a prevalente carattere di rovescio o temporale, anche di forte intensità, in particolare tra la tarda mattinata e le ore pomeridiane. Mare molto mosso o agitato, con possibili mareggiate lungo tutto il litorale.
Rafforzare le opportunità lavorative in favore della popolazione detenuta nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche, Molise e Umbria colpite dal terremoto del 2016, promuovendo l’assunzione dei detenuti nei cantieri coinvolti nel processo di ricostruzione di edifici pubblici e di culto e favorendo, in tal modo, il loro reinserimento nella società. È questo il senso del protocollo d’intesa sottoscritto oggi in via Arenula dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dal commissario straordinario di governo per il sisma 2016, Guido Castelli, dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Matteo Maria Zuppi, dal presidente facente funzioni dell’Anci, Roberto Pella e dal presidente nazionale dell’Ance, Federica Brancaccio. Presenti alla firma anche il vice ministro, Francesco Paolo Sisto, e i sottosegretari alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari.
Saranno 35 gli istituti penitenziari interessati dal progetto, tutti presenti nelle province di Fermo, Teramo, L’Aquila, Perugia, Spoleto, Ancona, Rieti, Ascoli Piceno, e Pescara coinvolte dal sisma di otto anni fa. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, in accordo con la magistratura di sorveglianza, individuerà i detenuti in possesso dei requisiti di idoneità per lo svolgimento del lavoro all’esterno, come previsto dall’art. 21 dell’Ordinamento Penitenziario. Il numero di coloro che saranno effettivamente coinvolti, così come le modalità di inserimento lavorativo, dipenderanno dal programma dei lavori, dai cantieri individuati e dall’incontro fra le esigenze delle aziende e i profili dei singoli detenuti. Le prestazioni lavorative potranno riguardare, oltre ad attività di edilizia, anche lo svolgimento di compiti di natura impiegatizia comunque collegati ai cantieri.
Per il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, “il fine rieducativo della pena e il reinserimento sociale dei detenuti sono un obiettivo primario del governo, che stiamo perseguendo attraverso queste e tante altre iniziative avviate dal Ministero della Giustizia. Per noi non si tratta soltanto di perseguire quello che è un dovere costituzionale sancito dall’articolo 27 della nostra Carta, ma è un impegno morale a cui lavoriamo ogni giorno attraverso una strategia di interventi quanto più ampia per favorire e incrementare le opportunità di lavoro in favore della popolazione detenuta. Per affrontare le annose criticità del carcere, dal sovraffollamento degli istituti al rischio della recidiva, è fondamentale puntare sul coinvolgimento di tutti: Istituzioni, imprenditori, società civile, associazionismo e mondo cattolico, insieme possono contribuire a costruire un’opportunità di riscatto a coloro che stanno scontando una pena”.
“Ringrazio il Ministro Nordio e tutte le autorità presenti per aver condiviso l’importanza di questo Protocollo d’intesa, che ha l’obiettivo di favorire un’opportunità di apprendimento e di reinserimento nei confronti di cittadini attualmente detenuti , ha affermato Guido Castelli, commissario straordinario di governo per il sisma 2016.
"Compito dello Stato è infatti non solo quello di garantire l’espletamento della pena per il reato commesso, ma anche la rieducazione e l’iniziativa odierna va proprio in questa direzione. Siamo lieti di poter collaborare con il Ministero della Giustizia e gli istituti penitenziari nell’ambito del percorso di ricostruzione dell’Appennino centrale. Si tratta del secondo cantiere più grande d'Europa, un’opera complessa che non si limita alla ricostruzione fisica ma che include una strategia di rilancio economico e sociale delle comunità dell'Appennino centrale".
"Dopo le prime 'false partenze' finalmente siamo riusciti ad imprimere un cambio di passo. Il 95% delle circa 3.500 opere pubbliche finanziate è stato avviato. Complessivamente i cantieri privati fino ad oggi autorizzati sono stati oltre 20 mila e, di questi, sono più della metà quelli già conclusi. I progetti di riparazione approvati degli oltre 1.200 edifici di culto lesionati dal sisma hanno superato la soglia 50% del totale. Sono risultati che documentano un clima di grande collaborazione tra gli attori della ricostruzione: struttura commissariale, regioni, comuni, diocesi, soprintendenze, imprese, professioni tecniche e terzo settore. Si tratta del migliore humus per sviluppare un protocollo che sottende l'antica riflessione agostiniana secondo cui dal male (e quindi anche dal sisma) può scaturire il bene”.
Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “Questo Protocollo ha una doppia valenza: da una parte dà la possibilità ai detenuti di lavorare, restituendo loro dignità e aprendo orizzonti di futuro. È significativo che questa rinascita parta proprio dai cantieri della ricostruzione, in territori feriti ma desiderosi di ricominciare. Dall’altra parte, ricorda che il carcere è per la rieducazione e la riparazione, mai solo punitivo. In questo senso, le pene alternative aiutano a garantire umanità e a favorire il reinserimento nella società: questo Protocollo, investendo sul lavoro dei detenuti, è un passo concreto verso l’obiettivo ambizioso della recidiva zero”.
"Si tratta di un importante accordo che rafforza la collaborazione, nata più di dieci anni fa, con il Ministero della Giustizia: un impegno fondamentale di tutti noi, sindaci e amministratori, per dare un’opportunità di riscatto a chi ha deviato dalla legge impegnandosi in progetti utili per i Comuni e le comunità locali duramente colpite dagli eventi sismici del 2016, ha dichiarato Roberto Pella, presidente facente funzioni dell’Anci .
"Le carceri devono essere luogo dove scontare la pena ma anche un’occasione di recupero e reinserimento nella nostra società soprattutto per i più giovani. Con convinzione, dunque, sigliamo questo protocollo - ha concluso il presidente - che rappresenta un passo decisivo per ricucire lo ‘strappo’ tra le persone detenute e la società imparando, allo stesso tempo, un mestiere e contribuendo alla cura dei beni pubblici. Ringrazio il ministro Nordio, il commissario straordinario del governo per la ricostruzione Castelli, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana cardinal Matteo Maria Zuppi e la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, assieme al sottosegretario alla Giustizia Delmastro Delle Vedove, per l’impegno e la condivisione di questo progetto”.
Federica Brancaccio, presidente nazionale dell’Ance ha concluso: “Aderiamo al protocollo con grande entusiasmo, sulla scia della collaborazione già avviata negli scorsi anni con il ministero, l’Anci, la Conferenza Episcopale e il commissario. Attraverso questo accordo vogliamo aiutare le imprese impegnate nel grande progetto di ricostruzione anche a fronteggiare la carenza di manodopera per garantire una rinascita non solo fisica dei territori ma soprattutto culturale e sociale”.
Marco Fioravanti è stato confermato presidente Anci Marche. Il sindaco di Ascoli Piceno è stato eletto all’unanimità dopo che l'Assemblea congressuale Anci Marche è arrivata ad una soluzione unitaria. L’appuntamento ha previsto i saluti istituzionali del sindaco di Ancona Daniele Silvetti, del rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e del presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali.
Il presidente Fioravanti ha fatto alcune riflessioni circa il lavoro svolto in questi mesi dalla sua nomina lo scorso 25 novembre soffermandosi “sul ruolo dei sindaci, sull’importanza di fungere da collante per il territorio, sul rilancio dell’appennino centrale e delle aree interne”. Presenti anche Daniele Formiconi e Riccardo Saponaro in rappresentanza di Anci.
Il dibattito è stato animato dagli interventi di Lorenzo Fiordelmondo sindaco di Jesi, Romina Pierantoni, sindaco di Borgo Pace, Palmiro Ucchielli, sindaco di Vallefoglia e Endrio Ubaldi, primo cittadino di Montegranaro.
L’assemblea ha anche accolto la proposta di confermare come vicepresidente vicario Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo, e come vicepresidente Lorenzo Fiordelmondo sindaco di Jesi. Gli altri membri del consiglio direttivo sono di diritto i sindaci dei comuni capoluogo di provincia, Silvetti (Ancona), Parcaroli (Macerata), Biancani (Pesaro), Gambini (Urbino). Designati poi come membri del consiglio direttivo: Stefania Signorini (Falconara M.), Gianluigi Tombolini, (Numana) Thomas Cillo (Monte San Vito), Valerio Vesprini (Porto San Giorgio), Massimiliano Ciarpella (Porto Sant’Elpidio), Endrio Ubaldi (Montegranaro), Daniel Matricardi (Montalto delle Marche), Davide Dellonti (San Lorenzo in Campo), Luigi Massi (Offida), Michele Franchi (Arquata del Tronto), Daniela Ghergo (Fabriano), Marisa Abbondanzieri (Arcevia), Donatella Paganelli (Montecalvo in Foglia), Mico Mari (Colmurano), Adolfo Marinangeli (Amandola).
Inoltre, sono stati eletti i consiglieri nazionali: Nicola Barbieri, sindaco di Mondolfo, Andrea Gentili, sindaco di Monte San Giusto e Luca Serfilippi, sindaco di Fano. I 21 delegati di Anci Marche all’Assemblea Congressuale di Anci a Torino che contribuiranno all’elezione dell’assemblea nazionale sono: Alessandro Rocchi, sindaco di Grottammare, Daniele Matricardi, sindaco di Montalto delle Marche, Amedeo Lupi, sindaco di Force, Antonio Spazzafumo, sindaco di San Benedetto del Tronto, Stefania Signorini, sindaco di Falconara Martittima, Lorenzo Fiordelmondo, sindaco di Jesi, Daniele Carnevali, sindaco di Polverigi, Daniela Ghergo sindaco di Fabriano, Oriano Mercante sindaco di Camerano, Rosa Piermattei sindaco di San Severino Marche, Andrea Staffolani, sindaco di Morrovalle, Alberto Alessandri sindaco di Cagli, Leonardo Catena, sindaco di Montecassiano, Luca Paolorossi sindaco di Filottrano, Massimiliamo Ciarpella sindaco di Porto Sant’Elpidio, Diego Mandolesi sindaco di Ponzano di Fermo, Thomas Cillo, sindaco di Monte San Vito, Luca Serfilippi,sindaco di Fano, Emanuele Petrucci, sindaco di Mombaroccio, Patrizio Federici, sindaco di Tavullia, Enrico Rossi, sindaco di Cartoceto.
Fioravanti ha assicurato che “il mandato si caratterizzerà per la condivisione e la collegialità tipica dell’Anci Marche e che ho apprezzato e difeso nei 14 anni nei quali, con vari ruoli vi ho fatto parte attivamente, pronto a confrontarmi e anzi traendo utili spunti da idee anche diverse”. Fioravanti ha chiesto quindi condivisione e collegialità lavorando “per combattere lo spopolamento delle aree interne per evitare che la ricostruzione post sisma sia completata senza cittadini a poterne beneficiare”.
“Il rischio – ha detto - è che tra 10 anni avremo casa, chiese e scuole nuove ma vuote. Per questo occorre un modello di sviluppo economico nuovo che parta dal capitale umano e dalla ricchezza culturale dei territori”. Tra i temi sul tema anche quello dell’invecchiamento della popolazione e dunque della domanda sanitaria. Il confermato vicepresidente Lorenzo Fiordelmondo ha rimarcato che “nella Vallesina e non solo c’è bisogno di ulteriore sanitari e medicina di base soprattutto nei piccoli comuni per non sovraccaricare la medicina d’urgenza”.
L’Onorevole, Roberta Pella, presidente FF di Anci ha rimarcato che “Anci Marche si è distinta per la sua unitarietà e questo è un segnale molto importante”. Pella ha anche sintetizzato i molti spunti di riflessione nel corso della mattinata assicurando che “dall’incontro con il ministro Giorgetti abbiamo avuto rassicurazione che non ci saranno in manovra tagli alle risorse destinate ai comuni mentre sulla carenza di personale, in particolare di segretari comunali avremo un incontro con il ministro Piantedosi.
Per Francesco Acquaroli, presidente della regione Marche “appuntamenti di confronto tra le istituzioni sono sempre importanti. Stiamo vivendo un periodo complesso e abbiamo di fronte grandi sfide per il nostro territorio. Dobbiamo saper mettere in campo sinergie per utilizzare nel modo migliore le risorse finanziarie disponibili, siano esse della programmazione europea, del PNRR o delle altre linee di finanziamento disponibili. Siamo orgogliosi di appartenere a territori che ci identificano e riflettono la storia delle nostre comunità ma la creazione di distretti e aree vaste possa facilitare l'accesso ai finanziamenti e migliorare la competitività del territorio, sfatando il mito che "gli italiani non sappiano utilizzare le risorse europee".
Ha ucciso la moglie, 38 anni di origini brasiliane, a coltellate nell'abitazione nella quale la coppia vive. L'uomo, 54 anni, è stato fermato dai carabinieri ed è trattenuto in caserma dei carabinieri della compagnia di Fano.
È quanto accaduto la notte scorsa a Montemaggiore al Metauro del comune di Colli al Metauro, in provincia di Pesaro e Urbino.
L'aggressione è avvenuta attorno alle 2 della notte scorsa, davanti ai 3 figli. A dare l'allarme sono stati i vicini di casa che hanno sentito le urla provenire dall'abitazione. La 38enne è morta durante il trasporto in eliambulanza all'ospedale di Torrette ad Ancona. L'uomo, invece, è in caserma sottoposto a fermo per omicidio volontario.
Da quanto emerge, la donna se n'era andata di casa per le violenze subite dal marito, ma non aveva voluto presentare denuncia contro l'uomo. Ieri sera, senza avvertire i carabinieri, è rientrata a casa. Il marito ne aveva denunciato l'abbandono del tetto coniugale il 2 settembre scorso. Rintracciata dai carabinieri la donna aveva dichiarato le violenze subite ma si era rifiutata di presentare querela. Su segnalazione dei carabinieri, la Procura della Repubblica di Pesaro aveva attivato il 'Codice rosso'.
L'Autorità Giudiziaria ha delegato l'audizione della donna , "nell'intento di accertare i motivi che l'avevano spinta a non volere presentare denuncia querela per tutte le condotte delittuose subite nel tempo".
La notte scorsa, dopo che la donna aveva fatto ritorno nella propria abitazione, senza darne avviso alle forze dell'ordine, è avvenuto un improvviso litigio, alla presenza anche dei tre figli minori, al culmine del quale l'uomo ha sferrato alcune coltellate alla donna, colpendola all'addome. Per la gravità delle ferite riportate, la donna è stata trasferita, in elisoccorso, presso l'ospedale civile Torrette di Ancona, dove poi è deceduta.
L'intervento dei carabinieri della Compagnia di Fano, con l'impiego di diversi equipaggi, ha consentito di rintracciare l'uomo che si era nascosto, al buio, in un terreno vicino. Sequestrata l'arma del delitto, un coltello a serramanico. I militari della squadra rilievi scientifici del Reparto Operativo Nucleo Investigativo del Comando provinciale carabinieri di Pesaro e Urbino hanno poi eseguito i rilievi nell'abitazione, repertando materiale e riscontrando elementi utili per le indagini, per poi sottoporre l'abitazione a sequestro penale. Il cinquantaquattrenne è stato portato presso la Casa Circondariale "Villa Fastiggi" di Pesaro, in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto che sarà fissata a breve dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pesaro.
Il calcio marchigiano ha vissuto momenti di tensione nei giorni scorsi in attesa della decisione del Tribunale Federale sul ricorso presentato dalla Jesina contro l'Alma Juventus Fano. La controversia riguardava l’ammissione del Fano al Campionato di Eccellenza Marche per la stagione 2024/2025, ufficializzata dal Comitato Regionale Marche nel comunicato del 31 luglio 2024.
Il ricorso della Jesina si è concentrato su numerose presunte irregolarità amministrative e procedurali da parte dell’Alma Juventus Fano e del Comitato Regionale Marche. Dopo la pubblicazione del comunicato ufficiale, la Jesina aveva chiesto accesso agli atti, ricevendo la documentazione solo il 23 agosto 2024, con ulteriori documenti pervenuti quattro giorni dopo. Dalla lettura dei documenti, il club leoncello ha evidenziato una serie di presunte violazioni che avrebbero dovuto invalidare l'ammissione del Fano al campionato di Eccellenza.
Il Tribunale Federale Territoriale, dopo aver attentamente esaminato il caso, ha emesso la sua sentenza respingendo il ricorso della Jesina. Nel comunicato ufficiale, si legge: “A seguito del ricorso presentato dalla A.S. Jesina S.r.l. in data 12 agosto 2024 avverso il comunicato ufficiale n.11 del 31/07/2024 del Comitato Regionale Marche in relazione alla delibera assunta dal consiglio direttivo del CR Marche del 31/07/2024 relativamente all’inserimento della società “1610 Alma Juventus Fano 1906 Srl” nell’organico del campionato Eccellenza Marche s.s. 2024/25, il Tribunale federale territoriale, definitivamente pronunciando, respinge il ricorso”.
Con questa decisione, la composizione dei campionati regionali rimane invariata: l'Alma Juventus Fano parteciperà al campionato di Eccellenza, mentre la Jesina sarà inserita nel girone A di Promozione. La sentenza, quindi, permette ai campionati di iniziare come previsto, evitando uno slittamento che avrebbe creato confusione e disagi per tutte le squadre coinvolte.
Nel frattempo, le squadre si preparano a scendere in campo, con il Fano che domenica dovrà vedersela con il K-Sport Montecchio Gallo, mentre la Jesina ospiterà il Sassoferrato Genga.
Un cacciatore è precipitato per circa 10 metri in una scarpata, in località Isola di Fano, nel Pesarese. È quanto accaduto nella mattinata odierna: mentre l'uomo era impegnato in un'attività venatoria è caduto in un fosso riportando diversi traumi.
Per il suo recupero, in una zona piuttosto impervia, è dovuta intervenire l'eliambulanza, coadiuvata da terra da due squadre dei vigili del fuoco di Pesaro e Cagli, oltre agli uomini del soccorso alpino di Pesaro, ai carabinieri forestali e al personale del 118.
La questione riguardante l’ammissione dell'Alma Juventus Fano nel campionato di Eccellenza Marche sta suscitando un acceso dibattito, con la Jesina che ha sollevato seri dubbi e preoccupazioni riguardo alla regolarità del processo.
Nella giornata odierna il club leoncello ha diramato il seguente comunicato: "Immediatamente dopo la pubblicazione del comunicato del 31 luglio scorso da parte del Comitato Regionale Marche- con cui è stato inserito l'Alma Juventus Fano nell’organico dell'Eccellenza, abbiamo inoltrato al Comitato stesso istanza di accesso agli atti. Gli atti sono arrivati il 23 agosto 2024 e, dopo ulteriore sollecitazione, ulteriori due documenti sono pervenuti quattro giorni dopo".
"Leggendo quanto pervenuto dal CR Marche, è stato possibile apprendere che, al momento della iscrizione, il Fano non ha chiesto alcuna deroga ai sensi dell’art. 19 NOIF, indicando, semplicemente, lo Stadio di Osimo come struttura nella quale disputare le gare interne - si legge ancora nella nota della Jesina -. Già solo questo avrebbe dovuto determinare il rigetto della domanda di ammissione. Nonostante la palese violazione delle norme federali e dei comunicati ufficiali, il Presidente Panichi ha deciso di concedere un termine alla Alma Juventus Fano - non previsto - per regolarizzare la posizione".
"Addirittura, scaduto quel termine, il club del presidente Guida ha indicato il campo di Fermignano quale struttura casalinga, accordandosi con la ASD Fermignano Calcio. Peccato che la concessione tra il Comune di Fermignano e la compagine cittadina non preveda la possibilità, per questa ultima, di subaffittare autonomamente la struttura. Considerando quanto dichiarato dal vicepresidente Malascorta e dagli altri consiglieri che hanno votato in maniera contraria alla ammissione del Fano, è possibile confermare dalla lettura stessa della documentazione che tutte le decisioni sono state prese unilateralmente dal presidente del Comitato, senza coinvolgere i consiglieri", puntualizza la Jesina nel comunicato.
"Non è stato inoltrato alla A.S. Jesina il parere della FIGC né la “fantomatica” corrispondenza con l’Ufficio Legale della Federazione, seppure espressamente richiesti - conclude nella nota la società leoncella -. A prescindere da chi abbia deciso - in violazione, tra l’altro, di plurime normative federali – gli aspetti illustrati sono solamente alcuni. Molte sono le irregolarità, le incongruità e le circostanze illegittime che hanno accompagnato la domanda di iscrizione del Fano e, ovviamente, la relativa considerazione e valutazione da parte del Comitato Regionale: la posizione del comune di Fano, i debiti del Club nei confronti dell’Ente territoriale, la palese inesistenza di una situazione eccezionale e/o di fondati motivi relativi all'indisponibilità del campo nel Comune di Fano, l'esistenza di pendenze relative alla stagione sportiva 2023/2024. La A.S. Jesina confida nella giustizia che certamente avrà modo di ripristinare una regolarità, al momento, violata".
La vicenda ha attirato l'attenzione di diversi appassionati e addetti ai lavori, perchè potrebbe avere risvolti clamorosi. Nel weekend infatti, le squadre di Eccellenza e Promozione daranno ufficialmente il via alla stagione con il primo match di Coppa Italia. Tuttavia, le gare che riguardavano l’Alma Juventus Fano (contro l'Urbania) e la A.S. Jesina (contro il Moie Vallesina) sono state rinviate.
Il prossimo fine settimana, invece, prenderanno il via i campionati regionali marchigiani. Un'eventuale esclusione del Fano, a favore di un ripescaggio della Jesina, potrebbe comportare una rimodulazione dei calendari o addirittura uno slittamento dell'inizio dei campionati, oltre a innescare una serie di ripescaggi a cascata che potrebbero influenzare l’intero panorama calcistico regionale