Fermo

Caos in ospedale, rifiuta di mostrare il Green Pass e colpisce con una testata guardia giurata: denunciato 50enne

Caos in ospedale, rifiuta di mostrare il Green Pass e colpisce con una testata guardia giurata: denunciato 50enne

Per una questione di principio si rifiuta di esibire il Green pass (di cui era in possesso) in ospedale e colpisce una guardia giurata: denunciato un 50enne maceratese dalla Polizia. L'episodio è avvenuto, nei giorni scorsi, nella struttura ospedaliera 'Murri' di Fermo. I Fatti - Due coniugi si erano presentati in quanto la moglie aveva appuntamento per una visita specialistica: la donna ha esibito la necessaria certificazione verde alle guardie giurate, incaricati di pubblico servizio (art.358 codice penale) addette anche ai compiti di controllo del Green Pass, ed è entrata nella struttura; il marito, 50enne,del Maceratese, si è rifiutato di esibirlo, contestando la legittimità della richiesta e sostenendo che le guardie giurate non possono richiederne l'esibizione. Dopo una discussione di alcuni minuti, l'uomo ha eluso il controllo e ha iniziato a correre nei corridoi dell'ospedale fino a raggiungere la moglie in sala d'attesa. Le guardie giurate lo hanno raggiunto, invitandolo a seguirle negli uffici della direzione sanitaria. A quel punto si è ancora rifiutato di mostrale il Pass ed è stato accompagnato al di fuori dell'edificio. Dopo alcuni istanti l'uomo è tornato all'interno del Murri, inseguito dalle guardie giurate: ha pronunciato frasi di scherno nei loro confronti ed è corso nei corridoi incurante, urtando e facendo cadere a terra degenti e altre persone presenti. Solo dopo alcune decine di metri è stato raggiunto e placcato: nel tentativo di divincolarsi e sottrarsi dalla presa ha colpito con una testata il volto di una delle guardie. Poi è intervenuta sul posto una Volante della Polizia che ha accompagnato il 50enne in Questura dove l'uomo ha infine mostrato il Green pass rafforzato di cui era in possesso. A seguito della denuncia presentata dalla guardia giurata per le lesioni subìte, l'uomo è stato denunciato alla Procura per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e lesioni personali.

23/03/2022 12:47
Frena la crescita e aumenta l’inflazione: ecco quanto costa la guerra ucraina all’Italia

Frena la crescita e aumenta l’inflazione: ecco quanto costa la guerra ucraina all’Italia

Crollo della produzione industriale e consumi condizionati dall’aumento dei prezzi. In Italia, una famiglia mediamente spende 33mila euro l'anno. Di questi, oggi, 1220 se ne vanno per gli aumenti di luce e gas (valori evidenziati già prima della fine del 2021), 320 per il rialzo dei carburanti e circa 300 per la spesa alimentare. L’inflazione che si prospetta quest’anno – in costante aggiornamento con gli sviluppi della guerra in Ucraina – potrebbe toccare il 7,2% e costringere gli italiani, come del resto sta già accadendo, a spendere meno nell’immediato futuro. Basti pensare che solo nel mese di febbraio la spesa per gli alimenti ha segnato un dato negativo pari al 6%. Risultato: le famiglie rischiano di spendere 2mila euro in più rispetto al 2021. Le stime di Confcommercio, poi, ipotizzano un incremento del Pil nazionale per il 2022 che non andrà oltre il 3%. Meno di quanto auspicato il 12 febbraio scorso dall’attuale Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Dato confermato il 14 marzo – durante la riunione dei ministri delle Finanze della Ue - dal commissario all’Economia Paolo Gentiloni che ha definito “irrealistica” la possibilità di raggiungere il sospirato 4%. Tutto questo vale naturalmente in previsione di un conflitto bellico a lungo termine, che avrebbe ripercussioni anche sul 'carovita' del 2023. Nel caso di una guerra breve, invece, il tasso arriverebbe al 6% per il 2022 per poi scendere al 5,5% l’anno successivo. Una lieve variazione delle proiezioni. Ma non sono solo rincaro dell’energia, delle materie prime e dei carburanti a pesare sullo scenario presente (e futuro) di famiglie e imprese italiane. Ci sono anche le spese di guerra, inevitabili per mantenere salda l’alleanza fra gli Stati membri dell’Ue. L’Italia, ad oggi, si attesta al 5° posto nella classifica europea e all’11° in quella mondiale. Con l'intervento nella crisi ucraina, si passa dagli attuali 25mld di euro annui (68mln al giorno) ai 38mld prospettati per tutto il 2022 (104mln al giorno). Per rendere meglio l’idea, i dati SIPRI di Stoccolma hanno evidenziato come oggi l’Ue spenda per la guerra in totale ben 233mld: più del triplo rispetto alla Russia (67mld dichiarati dal 2020). Detto altrimenti – in virtù anche del ‘Decreto Ucraina’ approvato il 18 marzo dal Consiglio dei ministri e accolto con larghissima maggioranza dalla Camera dei deputati – l’Italia destinerà fino al 2% del proprio Pil alle spese militari. Riassumendo: ‘strozzature e ricerca di mercati alternativi’ per liberarsi dalla dipendenza energetica legata alla Russia, aumento dell’inflazione, crisi dell’import e dell’export, calo progressivo della domanda interna. Il costo della guerra avrà nel lungo termine per l’Italia effetti sempre più tangibili, e che per forza di cose porteranno a una revisione degli obbiettivi prefissati del Pnrr. Le cifre destinate a talune 'missioni' del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (circa 222 mld di euro) saranno convogliate per permettere alla produzione nostrana di sopravvivere, spostando di conseguenza in secondo piano tutte le altre priorità (in primis, transizione ecologica, sanità e cultura). Del resto, lo stesso ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco ha voluto ‘rassicurare’: «Guerra e costi non possono mettere in discussione il piano. Ma in virtù delle criticità presenti e future bisognerà considerare un aggiornamento dei suoi obbiettivi”.

23/03/2022 12:35
Covid, 3513 casi oggi nelle Marche: quasi 700 contagi nel Maceratese

Covid, 3513 casi oggi nelle Marche: quasi 700 contagi nel Maceratese

Continua nelle Marche la fase di crescita del tasso cumulativo di incidenza, arrivato a 1.178,82 su 100mila abitanti (ieri era 1.162,71), con 3.513 positivi rilevati nelle 24 ore. Le fasce di età tra 25-59 anni rappresentano circa la metà dei nuovi casi positivi; 953 per 25-44 e 872 per 45-59 anni, seguite da 60-69 anni con 388, e 70-79 anni con 257, 6-10 anni con 245. La provincia di Ancona da sola totalizza 1.001 contagi, seguita da Macerata con 695, Pesaro Urbino con 585, Ascoli Piceno con 582, Fermo con 525, oltre a 125 casi di fuori regione. I 3.513 nuovi casi rappresentano il 44,1% dei 7.968 tamponi del percorso diagnostico su 9.953 tamponi totali.  (Servizio in aggiornamento) 

22/03/2022 11:12
Propaganda 'anti immigrati' e nuovo nazionalismo: così Putin vincerà la guerra contro l'Ue

Propaganda 'anti immigrati' e nuovo nazionalismo: così Putin vincerà la guerra contro l'Ue

Quando sfumerà l’interesse verso gli accadimenti nell’Est Europa, si tornerà a pensare alla politica nostrana. Alla propaganda dei partiti e, di conseguenza, a uno degli argomenti da sempre di maggior presa sull’opinione pubblica: l’accoglienza profughi nel nostro Paese. Con la guerra in atto, sono circa 2,5 milioni i profughi che finora si sono mossi dall’Ucraina. Questo perché altri 2,5 milioni hanno al momento trovato rifugio da parenti e amici nelle regioni dell’ovest Ucraina ancora non toccate dalla guerra. Ma cosa succederà quando i bombardamenti coinvolgeranno l’intero Paese? Che avremo un flusso di IDPs (Internally displaced person) stimato in circa 10 milionindi di persone. In Italia, in particolare, le stime vanno ora oltre gli 800mila arrivi previsti. Mentre istituzioni e operatori del terzo settore proseguono nella costruzione di percorsi – o corridoi umanitari - che favoriscano l'ingresso e l'accoglienza. Cosa comportano 10 milioni di rifugiati in Europa? Se la redistribuzione sarà su base proporzionale della popolazione locale, all’Italia spetterà ospitare 1,5 milioni di rifugiati. Ad oggi sono quasi 60mila gli accolti. Il profugo - finché non si integra con la società ospite, il che richiede spesso una tempistica di anni - costa mediamente al governo 30 euro al giorno. I conti sono presto fatti: 45 milioni di euro al giorno, 1,3 miliardi al mese, circa 15 miliardi l’anno. Il costo di una finanziaria. Come se non bastasse, la guerra provocata dalla Russia costringerà gli italiani a pagare l'energia a costi molto più elevati. Quindi? Il doppio obbiettivo di Vladimir Putin è servito: assumere il controllo strategico della regione ucraina e dividere l’alleanza Ue, che finora si è fatta unita con sanzioni e invio di armi a sostegno della resistenza Zelensky. Una resistenza destinata a cedere nel lungo termine, soprattutto in virtù delle spese militari finora sostenute dai Paesi Occidentali – e che prima o poi si bloccheranno per evitare ricadute sui rispettivi bilanci – e dei futuri dibattiti riferiti all’accoglienza migranti. Senza dimenticare che nel frattempo ogni testimonianza di civilizzazione andrà scomparendo dall’Ucraina: e chi sborserà a quel punto per ricostruire? Chi non potrà rifugiarsi in altre aree limitrofe dell’est Europa punterà inevitabilmente sui Paesi dell’Unione, dove comunque negli ultimi anni i partiti populisti hanno sempre più preso piede sfruttando un certo tipo di malcontento: quello più antico, legato allo “straniero in casa nostra”. Questa seconda fase della tattica putiniana – la prima è l’invasione militare - è praticamente la riedizione dello scenario siriano, ma questa volta senza la Turchia. L’Ue di fatto appare priva di obbiettivi precisi: finora si è mossa inviando armi leggere e pronunciando sanzioni che di fatto non incideranno sui bilanci della Russia, visto che direttamente da noi incassa il triplo rispetto al periodo pre guerra. Nelle prossime settimane, quando il flusso di IDPs sarà maggiore, inizieranno le tensioni interne (già cominciate e ampiamente visibili) e i partiti populisti ricominceranno la propaganda anti immigrati. E, nel peggiore dei casi, invitando l’opinione pubblica a schierarsi apertamente con Putin per “salvare” la nostra società. Gli Ucraini diventeranno i nuovi “colpevoli”: di aver voluto resistere allo Zar portatore di giustizia, invece di capitolare. Con buona pace dei diritti umani, superati anche stavolta dall'assurda liceità dei crimini di guerra. (dati ISTAT e DEF)

22/03/2022 10:00
Sconto carburanti, decreti in vigore da oggi: scatta la riduzione del prezzo della benzina

Sconto carburanti, decreti in vigore da oggi: scatta la riduzione del prezzo della benzina

Scatta la riduzione delle accise sui carburanti e quindi del loro prezzo di vendita. Sono infatti stati pubblicati, nella notte, sulla Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale e il decreto legge "Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina" contenenti le norme che ne riducono il prezzo, che entrano in vigore da oggi. La riduzione delle accise, e quindi del prezzo dei carburanti, avrà la durata di 30 giorni. Ma è previsto che fino al 31 dicembre di quest'anno le aliquote di questi tributi potranno essere rideterminate senza dover ricorrere ad un decreto legge ma solo con un provvedimento ministeriale. Specifiche norme sono poi introdotte per i depositi di stoccaggio dei prodotti e per evitare manovra speculative, con poteri al Garante dei Prezzi e l'utilizzo della Guardia di Finanza per i controlli sul territorio. Il decreto prevede anche una norma finalizzata ad aiutare i lavoratori che usano mezzi propri per arrivare sul luogo di lavoro: i buoni benzina, fino a 200 euro, che i datori di lavoro daranno ai propri dipendenti non concorreranno al reddito, quindi non saranno tassati. 

22/03/2022 09:43
Covid, rischio nuovo picco di contagi. Di Tuccio: “Virus pericoloso solo per chi non si è vaccinato”

Covid, rischio nuovo picco di contagi. Di Tuccio: “Virus pericoloso solo per chi non si è vaccinato”

La sottovariante 'Omicron II' torna a preoccupare, con un incremento generale dei casi di positività intorno al 40% solo nel corso dell'ultima settimana. Da tenere in considerazione non solo la curva dei contagi, ma anche i dati relativi alla campagna vaccinale. E le strutture ospedaliere che al momento resistono, con i ricoveri – sia in area medica (13%) sia in intensiva (5,3%) – sotto la soglia di emergenza.  Sono dati nazionali che, però, si riflettono anche sul palpabile aumento in tutta la Regione Marche dei positivi  – oggi registrati 1055 nuovi casi – e di una percentuale di ospedalizzazioni (a.m. 15%, t.i. 4,7%) che sembra comunque avallare il ritorno in zona bianca. Macerata, dopo Fermo e Ascoli Piceno, si attesta al terzo posto fra le province con il più sensibile impatto della nuova curva epidemiologica. “Si tratta del colpo di coda di Omicron che coincide con la fine dell’inverno – spiega il presidente dell’Ordine provinciale degli infermieri, Sandro Di Tuccio – e che oggi nuoce solo ai non vaccinati o a chi non ha ancora manifestato i sintomi dell’infezione”. A preoccupare maggiormente è l’ipotesi che il Covid 19 possa nelle prossime settimane segnare nuovi e significativi picchi di trasmissibilità. Andando a colpire, di conseguenza, la gestione sanitaria messa negli ultimi due anni già a dura prova. “Ad oggi non possiamo prevedere cosa succederà – continua Di Tuccio – ma nel corso del tempo i sanitari hanno imparato a far fronte nel migliore dei modi all’iper-afflusso di gente nelle strutture ospedaliere. Siamo fisicamente stanchi: oggi dipendiamo dal buon senso delle persone e da quel 10% di italiani (circa 6 milioni) che ancora non si è vaccinato. Le future problematiche si legano a questi ultimi, principalmente”. La convivenza, dunque, è l’unica arma certa rimasta per lasciarci alle spalle l’incubo pandemico. Se è vero che la sottovariante di Omicron risulta oggi la più contagiosa, allo stesso tempo è anche la meno significativa a livello sintomatologico.  E se l’impatto ospedaliero, contemporaneamente, tenderà a diminuire con la bella stagione, bisognerà comunque prepararsi al prossimo inverno. “Emergeranno nuove varianti – conclude Di Tuccio – quindi bisognerà farci trovare preparati. La vaccinazione va portata a termine, così come l’educazione sanitaria del cittadino. Il Covid ormai è diventato endemico, quindi la convivenza risulta necessaria per un reale ritorno alla normalità. Come il raffreddore o l’influenza, dovrà essere gestita con periodico richiamo vaccinale e nuove regole governative mirate per la gestione territoriale. Il soggetto fragile, in particolare, andrà gestito a livello domiciliare, sia per motivi etici sia pratici. Le restrizioni al cittadino, per il resto, hanno ormai fatto il loro tempo".

21/03/2022 13:00
Covid, 2396 casi oggi nelle Marche: i ricoveri tornare a superare quota 200, ma calano le terapie intensive

Covid, 2396 casi oggi nelle Marche: i ricoveri tornare a superare quota 200, ma calano le terapie intensive

Continua a crescere nelle Marche l'incidenza di positivi ogni 100mila abitanti: nell'ultima giornata sono stati rilevati 2.396 casi e l'incidenza è passata da 1.133,01 a 1.152,79. Nel complesso sono 7.281 i tamponi eseguiti di cui 5.771 nel percorso diagnostico (41,5% di positivi) e 1.510 nel percorso guariti. Sono 395 le persone con sintomi. I casi comprendono 697 contatti stretti di positivi, 659 contatti domestici, 2 in ambiente di scuola/formazione, 5 in ambiente di vita/socialità, 3 in ambito assistenziale, 4 in ambito lavorativo, 3 in ambito sanitario; per 619 contagi è in corso un approfondimento epidemiologico. La provincia di Ancona ha fatto segnare 699 positivi; seguono per numero assoluto le province di Macerata (467), Pesaro Urbino (406), Ascoli Piceno (377) e Fermo (368); 90 i casi da fuori regione. Tra le fasce d'età il maggior numero di contagi in quella 25-44 anni (618); a seguire 45-59 anni (551) e 70-79 anni (232).  Continuano a crescere i ricoveri legati al covid negli ospedali nelle Marche: 6 nelle ultime 24 ore, che fanno arrivare il numero complessivo a 202, dei quali 7 in terapia intensiva (-2 rispetto a ieri), 62 in semi intensiva (+10) e 133 in reparti non intensivi (-2), oltre a 29 dimessi, secondo i dati della Regione Marche. Ci sono stati anche 4 decessi, che fanno salire il totale a 3.666: sono morti 3 uomini e una donna, di età compresa tra 79 e 92 anni. Tutte le vittime presentavano patologie pregresse. 

20/03/2022 15:38
Emergenza Ucraina, oltre 2mila profughi nelle Marche: in 46 hanno ricevuto il vaccino anticovid

Emergenza Ucraina, oltre 2mila profughi nelle Marche: in 46 hanno ricevuto il vaccino anticovid

Sono stati oltre 2000 i profughi ucraini accolti e censiti dall’Asur Marche alla data di sabato 19 marzo. Dal monitoraggio complessivo è risultato come, nelle 5 Aree Vaste della Regione Marche, siano arrivati sinora 2082 cittadini ucraini di cui 752 minori. Di questi sono già stati contattati dal Dipartimento di Prevenzione in 1136, in 989 hanno già effettuato il tampone (da cui sono emersi 42 casi positivi), mentre in 46 si sono sottoposti a vaccino anticovid. Nelle Aree Vaste sono già diverse decine i tamponi molecolari prenotati dai Dipartimenti di Prevenzione e gli operatori stanno ricontattando tutti.  “Ringraziamo Prefettura, Questura, Uffici Immigrazione, Sindaci, Dipartimento di Prevenzione, la Protezione Civile, le associazioni di volontariato – afferma la dottoressa Nadia Storti, direttore generale dell’Asur Marche – per questo lavoro corale e per tutta la collaborazione che stanno fornendo in questo momento molto delicato in cui molti cittadini ucraini stanno arrivando nella nostra regione e una volta accolti hanno bisogno di controlli sanitari e di profilassi”.  “Dobbiamo essere solidali con queste persone colpite da una guerra distruttiva – ha detto l’Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – ma solidarietà e prevenzione sanitaria, specie per quanto riguarda il Covid, devono andare di pari passo”.   Al fine di facilitare il contatto con i servizi preposti, per tutte le informazioni utili circa l’accoglienza sul suolo italiano e le procedure da seguire relativamente a tamponi/isolamento e quant’altro, l’Asur Marche ha creato uno spazio informativo apposito sul sito www.asur.marche.it  alla sezione “Cittadini” – “Emergenza Ucraina” con le spiegazioni e le procedure da seguire.    

20/03/2022 15:17
Covid, 2560 casi oggi nelle Marche: meno del 20% dei contagiati è sintomatico, ma sale incidenza virus

Covid, 2560 casi oggi nelle Marche: meno del 20% dei contagiati è sintomatico, ma sale incidenza virus

Continua a salire nelle Marche l'incidenza di positivi ogni 100mila abitanti: nell'ultima giornata sono stati rilevati 2.560 casi e l'incidenza è passata da 1.063,21 a 1.133,01. Nel complesso sono 7.150 i tamponi eseguiti di cui 5.751 nel percorso diagnostico (44,5% di positivi) e 1.399 nel percorso guariti. Sono 446 le persone con sintomi. I casi comprendono 793 contatti stretti di positivi, 635 contatti domestici, 21 in ambiente di scuola/formazione, 8 in ambiente di vita/socialità, 5 in ambito assistenziale, 3 in ambito lavorativo, 2 in ambito sanitario; per 626 contagi è in corso un approfondimento epidemiologico. La provincia di Ancona ha fatto segnare 778 positivi; seguono per numero assoluto le province di Macerata (488), Pesaro Urbino (418), Ascoli Piceno (390) e Fermo (367); 119 i casi da fuori regione. Tra le fasce d'età il maggior numero di contagi in quella 25-44 anni (656); a seguire 45-59 anni (567) e 60-69 anni (284).  Continuano a crescere i ricoveri legati al covid negli ospedali nelle Marche: 5 nelle ultime 24 ore, che fanno arrivare il numero complessivo a 196, dei quali 9 in terapia intensiva (-1 rispetto a ieri), 52 in semi intensiva (-1) e 135 in reparti non intensivi (+5), oltre a 26 dimessi, secondo i dati della Regione Marche. Ci sono stati 4 decessi, che fanno salire il totale a 3.662: sono morte 4 donne, di età compresa tra 76 e 92 anni, tutte con patologie pregresse. 

19/03/2022 11:05
Da lunedì le Marche tornano in zona bianca: lo annuncia il presidente Acquaroli

Da lunedì le Marche tornano in zona bianca: lo annuncia il presidente Acquaroli

Le Marche tornano in zona bianca da lunedì 21 marzo, insieme a Calabria e Lazio. Lo rende noto il ministero della Salute. Solo la Sardegna resta in fascia gialla. La notizia è stata rilanciata dal presidente della Regione Francesco Acquaroli sul suo profilo Facebook, sottolineando che "dal 1 aprile, con il nuovo Decreto, la classificazione a fasce di colori sarà superata".  LEGGI ANCHE: TUTTE LE NUOVE REGOLE DAL 1° APRILE 

19/03/2022 09:30
Marche, Castelli: "Circa 60 Sae disponibili per i profughi ucraini"

Marche, Castelli: "Circa 60 Sae disponibili per i profughi ucraini"

Sono "una sessantina" nelle Marche le Sae, le casette per i terremotati liberate dai precedenti occupanti e che potranno essere messe a disposizione di famiglie di profughi ucraini. Lo ha dichiarato l'assessore alla Ricostruzione Guido Castelli, specificando che le Soluzioni abitative di emergenza libere sono "soprattutto tra i Comuni di Camerino, Visso, Arquata del Tronto e Amandola e proprio qui una casetta è stata già consegnata a una famiglia ucraina". "Sentita la Protezione civile nazionale nella persona del capo dipartimento, Fabrizio Curcio, dopo che alcuni sindaci avevano manifestato la volontà di dare un contributo di accoglienza - spiega Castelli - abbiamo inviato una circolare ai Comuni che hanno delle Sae vuote. È importante e significativo che dalle zone del cratere sismico arrivi questa attenzione a chi oggi sta fuggendo dalla guerra, una solidarietà di ritorno che apre il cuore", conclude Castelli.

18/03/2022 09:34
Covid, quasi 3 mila casi oggi nelle Marche: il 18% dei contagiati è sintomatico

Covid, quasi 3 mila casi oggi nelle Marche: il 18% dei contagiati è sintomatico

Continua a salire verso mille l'incidenza di casi di coronavirus ogni 100mila abitanti nelle Marche: nell'ultima giornata sono 2.889 i casi, mentre l'incidenza si attesta a 974,35 (ieri 908,16). Secondo la Regione siamo in una "fase di incremento dell'incidenza, e la numerosità dei casi è variabile in un range di incremento ma non c'è crescita esponenziale". Sui casi di oggi il 76% è vaccinato ciclo completo. In tutto eseguiti 7.883 tamponi di cui 6.350 nel percorso diagnostico (45,5% di positivi) e 1.533 nel percorso guariti. Le persone con sintomi sono 531; i casi comprendono 794 contatti stretti di positivi, 689 contatti domestici, 48 in ambiente di scuola/formazione, 19 in ambiente di vita/socialità 4 in ambito lavorativo, 2 sia in ambito assistenziale sia sanitario; su 765 contagi è in corso un approfondimento epidemiologico. Il numero più alto di casi registrato ancora in provincia di Ancona (883); seguono Macerata (571), Pesaro Urbino (500), Ascoli Piceno (433) e Fermo (387); 115 positivi provenienti da fuori regione. Tra le fasce d'età il maggior numero di positivi tra i 25 e 44 anni (798), poi 45-59 anni (695), 60-69 anni (252) e 19-24 anni (231).  Su 175 ricoveri legati al Covid (+7 su ieri), 8 sono in terapia intensiva (numero invariato), 48 in semi-intensiva (+2), 119 in reparti non intensivi (+5). Registrati anche due decessi: un 91enne di Bellano e un 86enne di Ancona. Ci sono, infine, 29 persone nei pronto soccorso, 137 gli ospiti nelle strutture territoriali.

17/03/2022 13:00
Covid Marche, oltre 2400 positivi nelle ultime 24 ore. Saltamartini: "Non abbassare la guardia"

Covid Marche, oltre 2400 positivi nelle ultime 24 ore. Saltamartini: "Non abbassare la guardia"

Sono 2.424 i nuovi positivi oggi nelle Marche (ieri erano 3.271), con una percentuale del 42,9% (dal 44,2%) sui 5.644 tamponi analizzati (7.398). L'incidenza continua nella sua risalita e oggi si attesta a 908,16 casi settimanali ogni 100mila abitanti (ieri 862,99). Questo è il quadro che emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio epidemiologico delle Marche Si conferma  Ancona la provincia dove il Coronavirus corre di più fin dall'inizio della quarta ondata della pandemia. Nelle ultime 24 ore i nuovi positivi sono 723. A seguire, nell'ordine, le province di Macerata con 472 casi, quella di Ascoli Piceno con 426, poi Fermo con 343 e Pesaro Urbino con 332. I nuovi positivi di fuori regione sono 128. Aumenta il numero dei giovani positivi al Covid, nelle ultime 24 ore tra 0 e 18 anni sono complessivamente 537, a cui vanno aggiunti i 130 della fascia 19-24 anni. Tutti insieme comunque sfiorano appena il numero di nuovi infettati dal covid nella fascia 25-44 anni: 638 nuovi contagiati. Sono 527 i nuovi positivi nella fascia  45-59. Contagi in salita da 11 giorni ma che non si tramutano in aumento dei ricoveri. «Non abbassare la guardia» perché il virus continua a circolare molto è, tuttavia, il mantra ripetuto in questi giorni dall'assessore alla sanità regionale Fillippo Saltamartini. Su 168 ricoveri legati al Covid, 8 sono in terapia intensiva (-4), 46 in semi-intensiva (+2), 114 in reparti non intensivi (+5). Secondo la Regione Marche, l'occupazione di posti letto per Covid è al 3,1% per le terapie intensive, al 15,7% per l'area medica. È morta una 94enne di Castelfidardo, e il totale dei decessi dall'inizio dell'emergenza sanitaria sale a 3.649. Ci sono 11 persone nei pronto soccorso, 135 ospiti nelle strutture territoriali. I positivi alla data di oggi sono 14.162, tra ricoverati e isolamenti, le persone in quarantena o isolamento domiciliare sono 21.863. I guariti dall'inizio della pandemia salgono a 336.454

16/03/2022 14:04
Balneari, la Regione al Governo: "Necessaria mappatura delle coste prima di qualsiasi riordino"

Balneari, la Regione al Governo: "Necessaria mappatura delle coste prima di qualsiasi riordino"

"È necessario venga completata e perfezionata, preliminarmente ad ogni iniziativa di riordino del settore, la mappatura delle coste per verificare ed approfondire la disponibilità del bene". Lo specifica, in merito alla direttiva "Bolkestein, una mozione approvata all'unanimità dal Consiglio regionale delle Marche, e sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, sulle problematiche relative alle concessioni demaniali per finalità turistiche e creative. L'atto chiama presidente e Giunta regionale a rappresentare al Governo nazionale alcune questioni ritenute prioritarie. In primo luogo la necessità di completare e perfezionare,"preliminarmente ad ogni iniziativa di riordino del settore, la mappatura delle coste per verificare ed approfondire la disponibilità del bene", anche in applicazione di quanto disposto dalla legge regionale 7 del 2010 sulle "Norme per l'attuazione delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo". Inoltre si chiede che si sviluppi lo studio di una disciplina ad hoc, che "tenga conto delle specificità delle imprese che operano nel comparto del demanio marittimo, prevenendo iniziative di tipo meramente speculativo, in contrasto le legittime aspirazioni ed esigenze delle imprese di settore e della collettività".  Prima del via libera, gli interventi dei capigruppo consiliari, dell'assessore al bilancio, Guido Castelli, e del presidente della Giunta regionale, Francesco Acquaroli. Il governatore ha ribadito la necessità di una mappatura delle aree balneari prima di qualsiasi altro passo a fronte del "rischio di mettere in discussione la filiera, il rischio capacità produttiva".  Acquaroli ha parlato anche di "ingiustizia nei confronti di coloro che hanno preso un settore che non esisteva, hanno investito e oggi, che il turismo balneare è riconosciuto a livello mondiale, viene messa in discussione la loro titolarità". "Andare a verificare la vicenda della mappatura - ha ribadito - è un elemento inderogabile che deve dare garanzie su questa vicenda. La forza che può esprimere l'assemblea unitaria - ha concluso Acquaroli - ha valore aggiunto".

15/03/2022 19:16
Caro energia e materiali: scatta il blocco dei cantieri. L'Ance Marche: “Spese insostenibili, siamo disperati" (FOTO e VIDEO)

Caro energia e materiali: scatta il blocco dei cantieri. L'Ance Marche: “Spese insostenibili, siamo disperati" (FOTO e VIDEO)

Il comparto dell’edilizia è allo stremo, in tutta Italia. Nelle Marche – la regione maggiormente colpita dal sisma del 2016 – le imprese e l’intera filiera delle costruzioni si ritrovano tutt’oggi a tener conto del ritardo dell’approvvigionamento dei materiali, il loro rincaro, la progressiva mancanza di manodopera e le difficoltà nel rispettare le tempistiche contrattuali. Queste sono solo alcune delle criticità discusse dall’ANCE Marche nel corso di un incontro ospitato da Confindustria Ancona e rispetto alle quali la pandemia e la guerra russo-ucraina ne hanno evidenziato il punto di non ritorno. A tal punto da arrivare a proclamare, a partire da ieri, il blocco totale dei cantieri in tutta la regione – oltre 200 – nella speranza, secondo i membri del Comitato di Presidenza ANCE intervenuti (Stefano Violoni, Carlo Resparambia, Massimo Ubaldi, Massimiliano Celi, Fabio Fiori e Rodolfo Brandi), di essere finalmente ascoltati dopo 20 anni di silenzio da parte dei governi italiani. Nel frattempo le aziende chiudono, si fermano le acciaierie e altre attività similari, il rincaro dei prezzi continua a salire per ogni tipo di materia prima (negli ultimi giorni: +150% per il costo dell’energia, +20% per il cemento, + 150% per ferro e acciaio). “La crisi del settore edile – ha dichiarato il presidente di ANCE Macerata e vicepresidente regionale con delega sul sisma, Carlo Resparambia – ha ripercussioni anche sul piano umano e sociale". "Non riusciamo più a onorare il termine dei lavori più importanti. Il commissario Giovanni Legnini aveva promesso il 6 maggio 2021 una revisione del prezziario dei materiali, ma stiamo ancora aspettando - spiega Resparambia: dalle opere pubbliche alle agevolazioni fiscali, fino alla gestione del piano ricostruzioni, le proroghe dei termini contrattuali, e l’attivazione di adeguati ammortizzatori sociali”. “Quelle adottate dai Governi in questi ultimi vent’anni – commenta il presidente di ANCE Marche, Stefano Violoni – sono state solo misure emergenziali: oggi servono interventi strutturali che garantiscano lo svolgimento dei lavori in maniera seria e con la giusta tutela per l’intero settore, che comprende non solo gli imprenditori, ma anche falegnami, elettricisti, cottimisti e altri ancora. Non possiamo nemmeno affidarci al Pnrr, perché è una prospettiva ancora lontana". “Le agevolazioni messe in atto nell'ultimo anno, come il 'bonus facciate' – ha aggiunto il presidente ANCE di Pesaro Urbino, Rodolfo Brandi – possono aver messo una pezza sulle problematiche, ma hanno portato alla nascita di 11.600 nuove imprese e contribuito alla crescita del fenomeno della criminalità organizzata”. Di seguito, i video delle interviste:  

15/03/2022 18:54
Sanità Marche, Saltamartini boccia la riforma servizi del territorio: "Mancano i medici"

Sanità Marche, Saltamartini boccia la riforma servizi del territorio: "Mancano i medici"

Le Marche "esprimeranno al governo un giudizio negativo sul decreto ministeriale 71, così come lo faranno altre regioni vicine: non si può pensare di riformare la sanità con il blocco delle assunzioni, senza aver formato i medici di medicina generale, senza aver formato i medici del 118 o i medici del pronto soccorso". Così l'assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, a margine del Consiglio regionale odierno. "Oggi c'è una conferenza delle Regioni nella quale dobbiamo esprimere un giudizio sul dm 71, che parallelamente al decreto Balduzzi del 2015 sugli standard di popolazione a cui possono corrispondere ospedali di primo e di secondo livello, riguarda l'organizzazione dei servizi territoriali". "Il tema è sempre lo stesso, - lamenta l'assessore - qualunque riorganizzazione deve tenere conto della carenza di medici, della carenza di specializzazioni, le Marche esprimeranno un giudizio negativo". Il tema della carenza di medici "è drammatico - sottolinea Saltamartini - solo per il 118 su 180 medici che dovrebbero essere impiegati sulle ambulanze ne mancano 70".  L'assessore ribadisce le proposte per ovviare a questa situazione: "Va eliminato il numero chiuso a medicina almeno per 2-3 anni - afferma - vanno triplicate le specializzazioni e va risolto il problema della giungla di retribuzioni: molti medici non vogliono prestare servizio nella continuità assistenziale, nel 118, nei punti di pronto soccorso perché c'è una giungla retributiva con trattamenti che tendono a 'scoraggiare' coloro i quali svolgono questi servizi disagiati soprattutto quelli notturni. Questi sono temi posti, come Regioni, al governo e spero che ci sia una risposta. È vero che ci sono la guerra, il Covid e l'aumento del costo dei carburanti, ma il tema della salute dei cittadini è centrale nel nostro Paese.  

15/03/2022 16:54
Covid, oggi i contagi superano quota 3mila nelle Marche: +41,9% di casi positivi nell'ultima settimana

Covid, oggi i contagi superano quota 3mila nelle Marche: +41,9% di casi positivi nell'ultima settimana

Nella comparazione delle ultime due settimane, nelle Marche, sono 3.558 casi di positività in più con una percentuale di crescita del 41,9%. Lo fa sapere l’Osservatorio epidemiologico della Regione. Nell'ultima giornata 3.271 casi rilevati e incidenza ogni 100mila abitanti che galoppa a 862,99 (ieri 792,52); è risultato positivo il 44,2% dei 7.398 tamponi del percorso diagnostico. In totale eseguiti 8.963 test tra i quali 1.565 del percorso guariti. Tra i contagiati sono 574 le persone con sintomi; comprendono 947 contatti stretti di positivi, 802 contatti domestici, 34 in ambito scolastico/formativo, 20 in ambiente di vita/socialità, 4 in ambito lavorativo e 2 ciascuno in ambito sanitario e assistenziale. La provincia di Ancona torna vicina a mille casi giornalieri (940); seguono, per numero assoluto di casi, le province di Macerata (603), Ascoli Piceno (544), Pesaro Urbino (521), Fermo (520) e 143 contagiati da fuori regione. Il numero più alto di casi tra le fasce d'età è stato rilevato in quella 25-44 anni (821) seguita da 45-59 anni (776) e 60-69 anni (355). Netta diminuzione dei ricoveri legati al covid nelle Marche, arrivati a 165, nove in meno di ieri, di cui 12 in terapia intensiva (-2), 44 in semi intensiva (-1 su ieri), 109 in reparti non intensivi (-6), secondo i dati della Regione Marche, che danno conto anche di 32 dimessi nelle ultime 24 ore. Ci sono stati cinque decessi, che fanno salire il totale a 3.648 dall'inizio della pandemia. Sono morti quattro uomini e una donna, di età compresa tra 80 e 92 anni, tutti con patologie pregresse. Sono 28 le persone in osservazione nei pronto soccorso, 133 gli ospiti di strutture territoriali a Campofilone, Galantara, Macerata Feltria, Ripatransone.

15/03/2022 11:45
Tira per i capelli il marito e lo picchia in strada: sul cellulare aveva scoperto foto di altre donne

Tira per i capelli il marito e lo picchia in strada: sul cellulare aveva scoperto foto di altre donne

Scopre fotografie di donne sul cellulare del marito, lo colpisce e lo tiene per i capelli in strada. Solo utilizzando lo spray al peperoncino gli agenti della Squadra Volanti sono riusciti a bloccare una donna che, a Porto San Giorgio, nella notte di domenica, stava aggredendo il marito a seguito di una furiosa lite scoppiata, a quanto pare, per motivi di gelosia.  La donna è stata accompagnata in Questura e segnalata alla Procura per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e sanzionata amministrativamente per lo stato di ubriachezza. IL FATTO - I poliziotti avevano notato per strada i due che litigavano: la donna colpiva e teneva per i capelli il marito che cercava solo di difendersi, senza reagire. Inutili sono stati gli iniziali tentativi dei poliziotti di sottrarlo alla furia della consorte che, in evidente stato d'ebbrezza, ha iniziato a imprecare anche contro gli agenti tenendoli lontani con calci, senza lasciare la presa dell'uomo e rischiando di mettere in pericolo anche la propria incolumità fisica. Così, per bloccarla senza rischiare di ferirla o di farla cadere, anche per il suo precario equilibrio psicofisico, gli operatori l'hanno prima avvisata e poi hanno nebulizzato lo spray urticante. Lei si è distratta, ha lasciato la presa ed è stata bloccata. Sul posto anche personale sanitario che non ha riscontrato lesioni né sulla donna né sul marito. Anche nei momenti di attesa dell'ambulanza, la donna ha continuato a tentare di colpire con calci e schiaffi i poliziotti che hanno faticato non poco per calmarla dagli eccessi del suo stato di alterazione per l'ebbrezza alcolica. Agli agenti l'uomo ha detto che sua moglie aveva scoperto alcune foto di donne sul cellulare e, presa dalla gelosia, dopo una discussione lo aveva aggredito poco prima dell'arrivo della Volante.

14/03/2022 19:40
Guerra e psicosi nucleare: FOFI e Federfarma bocciano le pillole di iodio. Ecco perché

Guerra e psicosi nucleare: FOFI e Federfarma bocciano le pillole di iodio. Ecco perché

La guerra russo-ucraina con il rischio di una nuova Chernobyl e la paura delle radiazioni nucleari. Nell’ultima settimana, gli sviluppi della crisi in Europa Orientale hanno avuto fra i suoi effetti più significativi quello di lasciar temere agli italiani la possibilità di un nuovo disastro come quello del 1986. All’epoca, fra le minimizzazioni delle autorità italiane e il reale impatto della nube radioattiva, il tutto si risolse con il divieto di consumo di latte e verdura (considerati gli alimenti più a rischio contaminazione), nonché con le prime importanti mobilitazioni di massa che nel giro di un anno portarono al referendum abrogativo rispetto all’abbandono del nucleare da parte dell’Italia. Trentasei anni dopo, lo scenario è ancora una volta localizzato nel territorio ucraino, seppure in un altro contesto storico-politico. Ad oggi, sotto il tiro delle bombe di Putin rischiano di finirci ben 4 centrali nucleari in funzione, per un numero complessivo di 15 reattori operativi e 2 ancora in costruzione. Fra questi, anche il sarcofago blindato di Chernobyl che – a distanza di poche ore in cui sembrava esserne stata ripristinata l’attività di controllo – si trova nuovamente con la rete elettrica danneggiata e, di conseguenza, a rischio instabilità. Quanto basta per far scattare nel nostro Paese – sul filo sottile delle notizie vere e quelle “fake” – una nuova psicosi di massa che ha portato molte persone a fare scorta di pillole di iodio solo nel weekend appena trascorso. Ma si tratta davvero di una soluzione reale contro l’esposizione da radiazioni? “Questa frenesia non ha alcun senso – ha dichiarato il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (FOFI) Andrea Mandelli -. Al momento non c’è alcuna emergenza riguardante le radiazioni e l'assunzione delle compresse di iodio come forma di prevenzione non ha alcun fondamento scientifico. Inoltre, l’abuso alimentato dal fai da te delle pillole può comportare danni gravi alla salute, in particolare alla tiroide”. “In Italia non esiste alcuna indicazione terapeutica per l'uso pillole allo iodio – ha aggiunto il segretario nazionale di Federfarma e presidente del Pgeu, Roberto Tobia -. Potrebbero fare eccezione quei Paesi Europei dove sono presenti centrali nucleari: in quei casi un sistema di alert collegato ai telefoni cellulari delle persone avvisa dove poter ritirare gratuitamente le compresse di iodio e come assumerle. Ma non è il nostro caso, visto che in Italia non abbiamo né centrali nucleari né eventi catastrofici in corso”. La corsa alla iodioprofilassi è stata sicuramente incentivata negli ultimi giorni dall’aggiornamento del “Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari” (4 marzo 2022): una revisione sbrigativa richiesta soprattutto in occasione dell’ultima Conferenza delle Regioni. L’allarmismo generatosi ha evidenziato come in molti casi sfugga il reale scopo farmacologico dello “iodio stabile” – diffuso soprattutto nel trattamento della tiroide e in casi di condizioni fisiologiche specifiche (donne in gravidanza o allattamento). Quest’ultimo, infatti, è stato progettato per contrastare gli effetti di quello radioattivo (iodio 131) nei casi in cui venga assimilato “incidentalmente” in dosi massicce. Il rischio maggiore – a questo punto - è quello di contrarre il cosiddetto carcinoma tiroideo, che aumenta nella fascia di età 0-18 anni e tende a ridursi sensibilmente negli adulti – fino ad annullarsi dopo i 40 anni. Gli effetti biologici di una potenziale fuoriuscita di materiale radioattivo dipendono poi da diversi fattori, come la quota, il tipo stesso di materiale radioattivo disperso, la distanza a cui un individuo si trova rispetto alla sorgente radioattiva e l’andamento della nube tossica che potrebbe colpire alcuni territori più di altri.

14/03/2022 17:24
Il presidente Acquaroli al Micam 2022 per parlare di guerra e crisi dei calzaturieri nelle Marche

Il presidente Acquaroli al Micam 2022 per parlare di guerra e crisi dei calzaturieri nelle Marche

“La crisi internazionale in corso in Ucraina e Russia crea sicuramente un problema energetico, dal punto di vista economico, e di costo dei materiali, ma, entrando nello specifico della nostra economia regionale, crea un problema anche di mercato, perché nelle Marche abbiamo gran parte della nostra capacità produttiva manifatturiera, legata al calzaturiero in particolare, proiettata su questi mercati e su quei territori. Si pone, pertanto, fortemente il problema della liquidità per le nostre imprese, già sicuramente fiaccate dalle crisi degli ultimi anni e dalla pandemia”. È quanto ha affermato il presidente Francesco Acquaroli, al Micam 2022. Insieme all’assessore al Bilancio Guido Castelli ha partecipato al talk 'La filiera della moda tra emergenza finanziaria e nuovi mercati', promossa dalla Camera di commercio delle Marche. Il presidente Acquaroli ha condiviso con il presidente camerale Gino Sabatini la priorità di garantire 'credito alle aziende con commesse aperte sui mercati sconvolti dalla guerra'. La questioni principale, da affrontare subito, “è quella della liquidità, per non creare problemi strutturali alle aziende esposte. Ma non può sicuramente bastare quanto potrà fare la Regione, perché avrà comunque una limitata capacità d’intervento finanziario. Noi ci aspettiamo dal Governo centrale un forte sostegno alle imprese, che non possono più basare la propria attività sull’indebitamento, perché già soffrivano per questo problema a causa delle esposizioni creditizie e bancarie determinate dall’emergenza Covid-19”. Commentando alcune considerazioni del viceministro dello Sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin, relatore al talk, che aveva evidenziato l’opportunità di intervenire prioritariamente, come misura di sostegno produttivo, sul contenimento dell’inflazione, piuttosto che sulla riduzione dell’Iva, Acquaroli ha auspicato che il taglio dell’imposta “non venga esclusa a priori, perché è una delle soluzioni che, nell’immediato, può assicurare una boccata d’ossigeno agli imprenditori”. Il tema della competitività dei prezzi è stato affrontato, poi, dall’assessore Castelli: “Nelle Marche registriamo la maggiore concentrazione di calzaturifici nel mondo. Rispetto a regioni confinanti, noi non godiamo della riduzione della contribuzione del 30% sul costo del lavoro. In realtà noi siamo Sud, nel senso che, nella codifica europea, la regione Marche è scivolata in transizione per effetto delle precedenti crisi. Ma questa retrocessione sarà codificata a metà aprile, e ancora noi non beneficiamo neanche di quello che non sarebbe un privilegio, ma semplicemente un diritto. L’importante è che non ci siano costi maggiorati, indotti e strumentali, che interferiscano sulla competitività dei prezzi della nostra calzatura anche in Italia”.

13/03/2022 15:42
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