Celebrato il centenario della morte del Cap. Eugenio Niccolai, M.O.V.M., proprio nel giorno dell’anniversario della sua morte avvenuta il 31 gennaio 1918 sull’Altopiano di Asiago nel corso della battaglia dei “Tre Monti”.
Una toccante cerimonia ha avuto il 31 gennaio 2018 a Corridonia nel cortile dell’originaria casa della famiglia Niccolai ora ampliata e sede di una Scuola dell’Infanzia guidata dalle Suore di San Giuseppe quali eredi universali di Pia Spagnoli, mamma dell’Eroe.
Con le note dell’inno della Brigata Sassari alla quale il Cap. Niccolai apparteneva, si sono radunate le Autorità cittadine, le Associazioni Combattentistiche e d’Arma e il Comandante la Stazione dei Carabinieri di Corridonia unitamente a numerosi cittadini che hanno voluto essere presenti alla cerimonia.
Dopo il saluto della Coordinatrice Didattica Suor Patrizia Faini, i bambini ospiti della Scuola, tutti con il cappellino grigioverde della “Brigata Sassari”, hanno cantato l’Inno d’Italia, mentre il Vice Sindaco Emanuele Pierantoni, ha letto la motivazione del conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare e tracciato un breve profilo dell’Eroe.
Sulle note dell’Inno del Piave, due bambini, insieme a Suor Maurina hanno scoperto una lapide, con la figura del Niccolai, offerta e realizzata con il contributo delle famiglie dei bambini su interessamento del Presidente della Scuola Demetrio Ciccioli, cui è seguito la deposizione di una corona d’alloro e la benedizione da parte del Parroco don Fabio Moretti. Le toccanti note del silenzio fuori ordinanza, eseguito da un trombettiere hanno suscitato una forte emozione in tutti i presenti.
Con i ringraziamenti di rito si è conclusa la breve, semplice ma significativa cerimonia che, ha voluto onorare ancora la memoria di un eroico cittadino immolatosi giovanissimo per i quei nobili valori che dovrebbero essere oggi maggiormente rivalutati.
Nei giorni scorsi, dal momento della fuga dalla comunità, al tragico ritrovamento dei resti all'interno dei due trolley, la figura di riferimento nella famiglia di Pamela Mastropietro è stata sempre la mamma, Alessandra Verni, che ha esternato più volte il suo pensiero e soprattutto il suo dolore, tramite i media.
Lo ha fatto anche ieri sera, nell'intervista andata in onda su Canale5, dove è comparso per la prima volta di fronte alle telecamere anche Stefano Mastropietro, il papà della povera ragazza.
Occhi lucidi e accenna un sorriso la signora Alessandra, mentre inizia a parlare della figlia: "Pamela era stupenda, Pamela era solare, dolce". Quando le viene chiesto dello spacciatore che ha fatto scempio del cadavere, la donna si fa seria e afferma che avendolo di fronte, gli farebbe le stesse cose che sono state fatte a Pamela, e continua: "Per lui mi aspetto il carcere ma non può stare in una cella d'isolamento, gli facessero vivere il carcere". Conclude l'intervista la signora Alessandra, parlando del gesto di Luca Traini, condannandolo ed affermando di essere contro la violenza, ma di essere stanca ed arrabbiata, in quanto italiana, della situazione di immigrazione incontrollata che stiamo vivendo.
Quasi non riesce a parlare invece il papà di Pamela e proferisce solo poche parole, rotte dall'emozione. "Avevamo un rapporto speciale io e mia figlia - inizia a dire, poi si interrompe, fa un lungo sospiro e continua - spero solo che la giustizia faccia il suo corso. Non si può morire a 18 anni in quel modo", poi ancora una pausa e faticosamente riesce a dire le ultime parole, esortando le forze dell'ordine ad intervenire contro il fenomeno della droga.
La trasmissione di Rete 4, condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, ieri sera ha puntato la propria lente d'ingrandimento sul caso dell'efferato delitto di Pamela Mastropietro, la 18enne romana allontanatasi dalla comunità di recupero "Pars" di Corridonia, il cui cadavere è stato ritrovato, fatto a pezzi, in due trolley a Pollenza.
Lo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi, presente in studio, dice di aver seguito otto casi simili ed escluderebbe che il presunto assassino possa essere stato incapace di intendere e di volere. Afferma invece che possa averlo fatto esclusivamente per disfarsi del cadavere, invitando a lasciare da parte la follia per il momento.
Durante la puntata, è stata trasmessa anche l'intervista di Josè Berdini, il responsabile della comunità che ospitava Pamela che così la descrive il suo inserimento: "l'inserimento di questa ragazza è stato caratterizzato dalla sua giovane età, piena di sogni e anche piena fortemente delle decadenze che tutti i ragazzi vivono nell'impatto con la comunità [...] Stava facendo l'esperienza della comunità nelle situazioni più semplici".
Berdini descrive anche il momento dell'allontanamento della ragazza, e dice: "Ad un certo punto, volontariamente si è allontanata e l'operatore immediatamente l'ha rincorsa a piedi ed ha cercato di convincerla e dissuaderla da questo intendimento, non ricevendo risposta positiva. L'operatore è tornano immediatamente indietro, ha preso l'auto ed è tornata a cercarla ma non avendola trovata, è tornata di nuovo in comunità ed ha avvertito i familiari e i carabinieri. A quel punto, come normalmente facciamo, siamo partiti con più auto, alla ricerca di questa persona, nei territori circostanti, nelle stazioni ferroviarie, nelle stazioni di autobus e però non l'abbiamo più ritrovata".
Secondo Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro e legale della famiglia, fra Luca Traini e la ragazza non c'era alcun legame. "Non conosciamo questa persona, non vedo come potrebbe avere una relazione con Pamela" ha affermato l'avvocato Verni "e stiamo sentendo bugie di ogni tipo. Addirittura c'è dice che il padre di Pamela si trovasse in macchina con Traini, ma lui in questo momento si trova a Roma per lavorare".
Intanto, il gip di Macerata Giovanni Manzoni ha convalidato l'arresto di Innocent Oseghale, accusato di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere in relazione alla morte della 18enne romana, il cui cadavere fatto a pezzi è stato rinvenuto in due trolley nelle campagne di Pollenza. Disposta la custodia cautelare in carcere. Il 29enne nigeriano, assistito dall'avv. Monia Fabiani, si è avvalso della facoltà di non rispondere
L’associazione Penelope, composta dalle famiglie delle persone scomparse, opera sul territorio nazionale ed internazionale, al fine di assistere e sostenere le famiglie nell’affannosa e disperata ricerca dei propri cari, dei quali si sono perse le tracce, in collaborazione con le Istituzioni nazionali e locali.
A seguito del gravissimo episodio di violenza che ha visto vittima la giovane Pamela Mastropietro di 18 anni, scomparsa il 29 gennaio dalla Comunità di recupero PARS di Corridonia, dove era ospite, e ritrovata a pezzi in una valigia nella frazione di Casette Verdini – Pollenza il 31 gennaio l’Associazione evidenzia quanto segue.
"La scomparsa e l’omicidio perpetrato nei riguardi della giovane romana che era ospite della Comunità per curare la sua dipendenza da stupefacenti richiama alla luce i diversi casi di scomparsa che avvengono nel nostro Paese dalle strutture di recupero che hanno lo scopo di sostenere ed aiutare i soggetti malati attraverso un programma di disintossicazione e riabilitazione.
La struttura che ha in carico il malato, sia maggiorenne che minorenne, deve espressamente prevedere un’assistenza e una vigilanza, diurna e notturna, più incisive al fine di un maggior controllo degli ospiti così da evitare fughe improvvise. Le Comunità cui vengono affidati i soggetti malati dovrebbero, inoltre, predisporre sistemi e cancelli di sicurezza.
Il macabro epilogo che ha coinvolto la povera Pamela uccisa per mano del nigeriano Innocent Oseghale, di 29 anni, già noto alle Forze dell’Ordine perché con precedenti penali, e senza permesso di soggiorno, accentua ancor più la situazione di degrado e la mancanza di sicurezza nella città.
L’Associazione critica aspramente e con fermezza il ruolo delle Istituzioni locali, Prefettura, in quanto l’extracomunitario secondo quanto previsto dalla legge, doveva abbandonare il nostro Paese. Compito del Prefetto era l’adozione del Decreto di espulsione dello straniero dal territorio italiano.
L’Associazione lancia, altresì, critiche nei riguardi degli organi inquirenti per aver diffuso la notizia del ritrovamento di Pamela alla stampa ancor prima di dare la comunicazione ufficiale alla famiglia.
L’Associazione esprime piena vicinanza alla famiglia di Pamela Mastropietro in questa gravissima circostanza che l’ha colpita auspicando nella Giustizia una pena esemplare per il crimine commesso sollecitando che vengano accertate le responsabilità di eventuali complici nel delitto".
Un uomo di 82 anni è rimasto ferito a seguito di un incidente stradale che si è verificato questa sera intorno alle 19.20 a Corridonia in contrada Crocifisso.
Per cause in corso di accertamento, l'uomo, G.T., ha perso il controllo della sua Peugeot che si è ribaltata ed è rimasto incastrato all'interno dell'abitacolo.
L'anziano è stato estratto dall'auto dai vigili del fuoco e trasportato in ospedale a Macerata.
Parla a Radio 24 Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, e sfoga la sua rabbia per l'atroce fine della ragazza, usando parole di fuoco verso i carnefici.
"Spero di vederli soffrire lentamente fino a morire - dice la donna, che incalzata dal conduttore prosegue - e da madre, se permette, lo penso. Non dico che ci vorrebbe la pena di morte, ma se lo lasciassero a me, con tutto quello che fatto a mia figlia, gli farei esattamente la stessa identica cosa".
Dal punto di vista investigativo, la signora riferisce che dai media, che lei al momento non sta seguendo, le vengono riportate notizie travisate, quando non addirittura inventate, prendendo frasi vecchie, di un altro periodo e riportate, legandole in qualche modo alla vicenda attuale.
Alla domanda sul fatto di credere alla giustizia, la signora Alessandra risponde in maniera convinta e affermativa, accusando la politica di non legiferare adeguatamente affinché ci siano pene certe e adeguate verso i venditori di morte. "Le forze dell'ordine sanno benissimo chi sono gli spacciatori - dice la donna - però non possono fare nulla perché magari hanno le mani legate [...] Dovrebbero dare più potere alle forze dell'ordine per prendere questi spacciatori".
Nel finale dell'intervento, la donna annuncia a breve importanti rivelazioni su quello che è stato il percorso di recupero di Pamela e sulle eventuali colpe che ci sono state. "Mia figlia non è stata solo in comunità - conclude la signora Alessandra - ma c'è stato un percorso prima, di cui verrete a sapere e ci sono molte strutture che hanno sgravato su molte cose".
Altri agghiaccianti particolari emergono sulla bestiale violenza consumata sul corpo di Pamela Mastropietro. Infatti, con il passare delle ore emerge un nuovo inquietante scenario su ciò che potrebbe essere accaduto alla ragazza. Il sospetto concreto, infatti, è che a casa di Innocent Oseghale in via Spalato a Macerata si sia consumato un rito tribale.
Nella casa del nigeriano sono stati ritrovati indumenti insanguinati di Pamela, ma dall'esame del corpo smembrato della ragazza spuntano particolari spaventosi. Infatti, dall'analisi del corpo mancano le viscere della vittima che nel trolley non c'erano. E non si trova neppure il cuore, riferisce Il Tempo.
Per gli inquirenti non si tratterebbe di una coincidenza: l'ombra del rito voodoo, dunque, si allunga sul caso. Ora si attendono gli esiti dell'autopsia, che aiuterà a comprendere se Pamela è stata fatta a pezzi quando era ancora viva o già da morta. I vicini del nigeriano, però, hanno riferito di non aver sentito urla provenire dall'appartamento di Innocent.
Vari coltelli di grosse dimensioni sono stati sequestrati dai carabinieri del Ris nell'appartamento a Macerata di Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano in stato di fermo per la morte di Pamela Mastropietro, il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato in due trolley nel Maceratese. I militari hanno lavorato fino a tarda notte nell'abitazione via Spalato, dove hanno anche individuato macchie di sangue in vari punti dell'appartamento.
A carico dell'uomo è ipotizzato anche il vilipendio di cadavere, oltre a omicidio e occultamento di cadavere. Il nigeriano si trova ora nel carcere di Montacuto ad Ancona, dato che quello di Camerino, il più vicino a Macerata è inagibile a causa del terremoto. Nei prossimi giorni l'udienza di convalida del fermo. Il pm maceratese Stefania Ciccioli deposita oggi la relativa istanza. (Ansa)
I vestiti insanguinati di Pamela Mastropietro nell'abitazione di via Spalato a Macerata dove abitava da solo, le tracce ematiche sul balcone, due testimoni che lo hanno visto in compagnia della ragazza e mentre abbandonava i due trolley contenenti il corpo fatto a pezzi a Pollenza.
Sono gli indizi che inchiodano Innocent Oseghale, 29 anni, nigeriano con precedenti per spaccio di droga, e lo collegano alla morte e allo smembramento del corpo della 18enne romana che si era allontanata dalla comunità di recupero Pars di Corridonia. L'uomo è anche accusato di vilipendio di cadavere.
Dopo una notte di accertamenti e un lungo interrogatorio notturno è stato fermato per omicidio e occultamento di cadavere, anche se l'autopsia non ha sciolto ancora il giallo sulle cause della morte, e cioè se la ragazza è stata uccisa o è rimasta vittima di una overdose. Domani la convalida dell'arresto, mentre nel Paese divampa la polemica politica, con Matteo Salvini che attacca: "è morte di Stato, la sinistra ha le mani sporche di sangue" Gli inquirenti sono al lavoro per rispondere a una serie di interrogativi rimasti appesi. Come è arrivata Pamela da Corridonia a Macerata? Come ha incontrato Oseghale? Ha comperato droga da lui? Ci sono dei complici? E soprattutto: come è morta? Le cause del decesso non sono state chiarite dall'autopsia, bisogna attendere i risultati degli esami tossicologici. Non ci sono segni di violenza sessuale. Ma la giovane aveva acquistato una siringa e lo scontrino è stato trovato in casa di Oseghale.
Mentre la madre e i nonni di Pamela ne riconoscevano il corpo e i vestiti all'obitorio di Macerata, il nigeriano ha continuato a negare davanti ai carabinieri e al pm Stefania Ciccioli: "Non l'ho uccisa io", ha ripetuto in modo sconnesso. Ha tirato in ballo altre persone, sentite dai militari del Comando Provinciale guidati da Michele Roberti, risultate poi estranee. Il nigeriano è richiedente asilo con carta di soggiorno scaduta nel 2017, ha una compagna e una figlia che non abitano con lui. Nell'appartamento mansardato in affitto, non a suo nome, i carabinieri hanno trovato anche 70 grammi di hashish, ma non eroina. Nell'inchiesta però ci sono anche dei punti fermi: Pamela si è allontanata senza cellulare il 29 gennaio dalla comunità, il giorno seguente è stata ripresa da varie telecamere di sorveglianza a Macerata, ha fatto acquisti nella farmacia di via Spalato, dove è stata vista con il nigeriano.
La sera stessa Oseghale ha chiesto a un conoscente di accompagnarlo in auto ad abbandonare due trolley in campagna: solo il giorno successivo, con la scoperta del cadavere, il 'tassista' si sarebbe reso conto di quello che era successo. I carabinieri del Ris stanno ancora setacciando con il luminol l'appartamento. Anche per cercare gli attrezzi con i quali il corpo sarebbe stato fatto a pezzi. Nulla di elettrico o rumoroso: i vicini non hanno sentito nulla. Sul fronte politico il centrodestra attacca, con Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, che dice "Ora basta! Fuori dall'Italia tutti i clandestini", Gasparri di Forza Italia che chiede una "pena esemplare" e soprattutto il leader della Lega Matteo Salvini che spara ad alzo zero, parlando di "un'altra morte di Stato" e della sinistra con "le mani sporche di sangue. Espulsioni, espulsioni, controlli e ancora espulsioni! La Boldrini mi accuserà di razzismo? La razzista (con gli italiani) è lei", dice. Salvini "coglie l'occasione per diffondere odio e pensa a lucrare voti con un cinico sciacallaggio", replica la presidente della Camera, che esprime vicinanza alla famiglia di Pamela: "lo spacciatore nigeriano dovrà pagare caro". (Ansa)
"Abbiamo fatto di tutto per non farla allontanare, ma non potevamo certo trattenerla con la forza". La Pars torna a parlare della vicenda di Pamela e lo fa in una nota stampa.
"Comprendiamo e condividiamo appieno i sentimenti di dolore della mamma e la sua ricerca di chiarezza e giustizia.
Abbiamo dato a lei ed agli inquirenti" scrive la Pars "ampia disponibilità a chiarire tutti i fatti accaduti. Poiché però è stato sollevato sulla stampa il sospetto di una scarsa vigilanza, siamo costretti a rompere il riserbo che ci eravamo proposti per rispetto di Pamela e dei suoi familiari ed a descrivere nel dettaglio il succedersi dei fatti accaduti, anche a tutela del buon nome della Pars e dei suoi operatori.
Precisiamo innanzitutto che la nostra struttura non ha carattere di contenimento coatto e non può impedire con la forza la permanenza dell'ospite che vuole abbandonarla. L'allontanamento volontario della ragazza è stato prontamente rilevato dai nostri operatori, uno dei quali ha seguito a piedi la ragazza ed ha cercato in tutti i modi di dissuaderla dal suo intento di allontanarsi, offrendole anche di parlare con la famiglia e, in extremis, di accompagnarla alla stazione. Visto che la ragazza continuava ad allontanarsi, ferma nell'idea di non tornare indietro, l'operatrice si è recata rapidamente a recuperare un'auto per cercare di farla salire con sé, ritornata sul posto la ragazza era scomparsa, probabilmente avendo recuperato un passaggio da qualche autista.
Immediatamente sono stati informati tutti i familiari a noi noti (mamma e nonna), i servizi competenti e i carabinieri di quanto accaduto.
Confidiamo pienamente negli organi inquirenti perché facciano rapidamente piena luce sui fatti accaduti".
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma della comunità "Pars" dove la giovane Pamela Mastropietro era ospitata.
"In merito alle notizie apparse sulla tragica morte di Pamela riteniamo opportuno precisare quanto segue.
Abbiamo piena fiducia negli organi inquirenti, a cui abbiamo dato tutte le informazioni richieste; non intendiamo lasciare la linea di riserbo, per motivi di rispetto e riservatezza nei confronti della famiglia e dei nostri ospiti. Vogliamo comunque esprimere di nuovo cordoglio e vicinanza ai familiari, di cui comprendiamo appieno i sentimenti di dolore, sconforto e rabbia per l'accaduto.
Ci sembra necessario rilevare quanto i fatti portino in primo piano la tragica sottovalutazione del problema droga nel nostro paese: la sua diffusione è la vera causa della devastazione di mente e fisico dei nostri giovani e delle loro famiglie.
La legislazione è inadeguata: non consente una vera repressione dello spaccio, che avviene ovunque nelle nostre città, non promuove una prevenzione efficace nelle scuole e nelle famiglie, non sostiene la cura precoce e specialistica di chi ha questo tipo di problema. La droga oggi è un tabù; non se ne può parlare, non si hanno certezze a riguardo, se se ne parla, tutto è un'opinione come un'altra. Non conta l'allarme dell'Organizzazione Mondiale della Sanità; la cultura prevalente ha normalizzato l’uso delle droghe, senza pensare agli effetti negativi che questo ha sui giovani che finiscono per sottovalutare il pericolo. Non si vede, non si dice o si fa troppo poco nelle scuole e sul territorio per porre rimedio allo sfacelo a cui vanno incontro i nostri giovani sotto l'effetto di queste sostanze; si preferisce tacere e nascondere, sperando che il problema passi da solo; intanto le famiglie interessate non sanno che fare, sono spesso sole ed emarginate; i servizi per le dipendenze agiscono con risorse sempre più scarse.
Le comunità spesso sono lasciate sole a fronteggiare situazioni e casi molto difficili; nonostante l'aiuto che a volte ci viene prestato da forze dell'ordine e servizi di soccorso, che ringraziamo, la legislazione pone limiti chiari e non consente di trattenere nessuno contro la propria volontà nelle comunità terapeutiche; il principio in generale è giusto, ma sarebbe necessario prevedere per legge alternative in altre strutture per casi particolari.
Da oltre trent'anni la Pars lotta contro la droga e i suoi effetti devastanti, con successi e insuccessi, come è inevitabile. Abbiamo richieste di ingresso provenienti da tutta Italia, tanto che non riusciamo a soddisfarle con i pochi posti che la Regione ci concede.
Senza norme e investimenti adeguati, senza un'azione coerente ed efficace di tutti gli organismi (scuola e enti locali, forze dell'ordine e magistratura, servizi sociali e sanitari), il sostegno di mass media e opinione pubblica, la battaglia contro la droga non si può vincere, sono troppo forti le mafie che si arricchiscono con lo spaccio, il crimine e la ricerca dello sballo a tutti i costi".
La direzione della "Pars", la comunità dalla quale Pamela Mastropietro uccisa e fatta a pezzi, era scappata lo scorso 29 gennaio non si esprime sull'accaduto ma esprime il suo cordoglio
"In riferimento al tragico evento - si legge nel comunicato ufficiale firmato dalla direzione della comunità - della morte di Pamela riteniamo doveroso per il momento non rilasciare nessuna dichiarazione sui fatti accaduti. Un riserbo necessario per rispetto della famiglia, del lavoro degli inquirenti e dei nostri ospiti. Alla famiglia esprimiamo la nostra condivisione del dolore, le più vive condoglianze e la nostra piena disponibilità; agli inquirenti abbiamo dato e daremo piena e totale collaborazione; ai nostri ospiti dobbiamo riservatezza e tutela della privacy".
Nell’ambito del Progetto Intercultura, si sta svolgendo in questi giorni il primo gemellaggio con l’Istituto Tecnico slovacco ”Stredna prymyselna” di Trnava.
“Sono particolarmente orgogliosa di aver dato il via a questo progetto, sottolinea la Dirigente Scolastica prof.ssa Francesca Varriale, in quanto siamo pionieri in questo settore. Con orgoglio posso affermare infatti che la mia scuola è il primo Istituto Professionale a livello nazionale ad aver dato il via ad un progetto di gemellaggio con un Istituto straniero”.
Il progetto “Scambio classe” in collaborazione con l’Associazione Intercultura AFS Onlus ha dato la possibilità a 10 alunni meritevoli dell’Ipsia “Corridoni”, accuratamente selezionati in base al rendimento scolastico e alla motivazione allo studio, di vivere all’estero per una settimana, frequentando una scuola estera.
Successivamente, intorno al mese di Aprile, gli alunni slovacchi verranno in Italia per uguale periodo, ospiti della scuola e delle famiglie degli studenti italiani.
“Il progetto di scambio, sottolinea la prof.ssa Cinzia Orlandi, referente dell’attività, ha dato la possibilità agli studenti di acquisire una maggiore consapevolezza dell’identità europea e ha offerto loro l’occasione di approfondire la conoscenza di un paese europeo. Il progetto ha offerto infatti agli studenti l’opportunità di un costruttivo arricchimento culturale mediante il confronto con coetanei su vari aspetti della vita scolastica e della vita quotidiana di una famiglia in un paese europeo”.
“Anche dal punto di vista linguistico lo scambio, afferma la prof.ssa Maria Lina Acciarresi, coreferente del progetto, ha dato agli studenti la possibilità di utilizzare la lingua inglese anche al di fuori dal contesto strettamente scolastico e di fare esperienza diretta della lingua vista nella sua complessità culturale e comunicativa. Un progetto di scambio sviluppa inoltre anche la coesione all’interno del gruppo la capacità di cooperazione, integrazione e accoglienza dell’altro”.
Incidente fortunatamente senza gravi conseguenze intorno alle 22 di questa sera allo svincolo di Corridonia della superstrada 77 direzione monti.
Due auto, due Audi A4, si sono scontrate sembra a causa del fatto che una delle due ha imboccato la superstrada contromano. Inevitabile, a quel punto l'impatto anche se le conseguenze sono state limitate dal fatto che entrambi i mezzi viaggiavano a velocità ridotta. Tre le persone rimaste ferite, tutte trasportate in ospedale a Macerata: una coppia di Camerino e un uomo di Corridonia. Le loro condizioni non destano preoccupazione.
Sul posto i sanitari del 118, i vigili del fuoco e i carabinieri per i rilievi di rito.
Arrestato a Corridonia 35enne residente in centro. L'uomo pregiudicato è stata riconosciuto colpevole di furto, rapina e resistenza a pubblico ufficiale ed è stato condannato a scontare 8 anni di carcere.
I militari lo hanno trasportato al penitenziario di Fermo.
Sabato 27 e domenica 28 gennaio si svolgeranno gli incontri della 18esima edizione di "Yoga Porte Aperte", promossi dallo YANI (Associazione Nazionale Insegnanti Yoga), che raccoglie oltre mille iscritti sul territorio nazionale. Un'iniziativa gratuita di carattere divulgativo pensata per avvicinare il grande pubblico alla conoscenza e alla pratica dello Yoga, millenaria disciplina psico-fisica utile al benessere della persona.
In un momento in cui lo Yoga e le discipline olistiche stanno esplodendo è interesse tutelare la qualità dell'insegnamento e la diffusione di una corretta cultura yoga.
Gli appuntamenti si terranno nel weekend a Civitanova Marche presso il Centro Yoga Shakti in via Mecozzi, a Corridonia presso Fisiomed/Somachandra in viale Trento e a Tolentino presso il Cerchio d'Oro in via Rocchi e presso la Scuola Yoga Tolentino in via De Gasperi.
Per informazioni e adesioni visitare il sito www.insegnantiyoga.it.
Accoltellato in discoteca nella notte. È accaduto in un locale nei pressi di Macerata nella notte tra sabato 20 e domenica 21 gennaio.
Ad essere coinvolti nella rissa tre ragazzi italiani uno dei quali è stato accoltellato. Il diverbio nato per futili motivi all’interno del locale ha portato un 21enne di Macerata ad accoltellare uno dui due giovani ad un fianco e a colpire l’altro con un pugno al volto.
Soccorsi sul posto dal 118 i giovani sono stati trasportati all'ospedale di Macerata dove l'accoltellato è ricoverato ma non è in pericolo di vita.
Sul posto anche i carabinieri che hanno denunciato il giovane 21enne, già noto alla giustizia, per lesioni aggravate.
Ogni venerdì dalle 12 alle 13 in diretta su Stazione 41 la nuova trasmissione “Donne & Co., Piccoli passi per amarsi”, il format condotto dalla social media specialist Barbara Trasatti insieme alla emotional coach counselor Elisabetta Paparoni.
Barbara racconta quello che la gente cerca sui social, mentre Elisabetta ne spiega le motivazioni e i bisogni. Un mix di strategie e spunti per orientarsi nel tran tran di ogni giorno.
E’ iniziata ieri l’avventura e per chi volesse seguirla basta collegarsi ogni venerdì a Stazione41 RadioWeb o scaricarsi l’app Stazione 41.
Gemellaggio nel segno della solidarietà tra Petriolo e Mezőkövesd. Sono stati donati 20mila euro da parte della città ungherese per il ripristino dell'agibilità della chiesa dei Santi Martino e Paolo, patroni del Comune maceratese.
Un importante sostegno giunto al termine della visita dello scorso ottobre da parte del sindaco Fekete Zoltán e che consente un ulteriore passo avanti verso la normalità dopo il recente sisma. Il gemellaggio tra Petriolo e Mezőkövesd nasce nell'estate 2004, quando la Banda musicale e il Gruppo majorettes della città ungherese vengono ospitati per la prima volta a Petriolo in occasione del tradizionale Festival internazionale “Bande da parata e majorettes”.
Nell'agosto 2005 è invece la volta dei petriolesi ad essere ospitati in terra magiara riscuotendo un grande successo musicale. Dopo dieci anni, l'Amministrazione comunale di Petriolo decide di riconoscere a livello istituzionale il rapporto di amicizia firmando il Patto di gemellaggio firmato dall'allora sindaco Piera Deborah Mancini e lo stesso Zoltán. Nell'estate 2015, con l'insediamento del Primo cittadino Domenico Luciani, si decide di istituire il Comitato per il Gemellaggio, presieduto dal vice sindaco Enrico Vissani, del quale fanno parte anche alcuni petriolesi e promotori dell'iniziativa.
«La collaborazione, resa ancora più importante dal gesto della comunità ungherese – afferma il sindaco Luciani -, vedrà importanti sviluppo nel prossimo futuro, grazie anche all'impegno del parroco don Samuel Irakoze e della banda di Petriolo». Gli fa eco il vice sindaco Vissani: «Il terremoto ha lasciato un segno indelebile – sottolinea -, ricevere questa donazione come gesto di amicizia e di vicinanza ci fa sentire meno soli e conferma la nostra stima per il popolo ungherese». Alle numerose iniziative, dunque, si aggiunge ora la cospicua donazione di 20mila euro, per la soddisfazione delle autorità e dei cittadini che hanno ripreso a frequentare il “Castello” a seguito della riapertura a Natale del principale luogo di culto.