L'associazione Penelope sulla morte di Pamela: "Le comunità devono prevedere controlli più incisivi"
L’associazione Penelope, composta dalle famiglie delle persone scomparse, opera sul territorio nazionale ed internazionale, al fine di assistere e sostenere le famiglie nell’affannosa e disperata ricerca dei propri cari, dei quali si sono perse le tracce, in collaborazione con le Istituzioni nazionali e locali.
A seguito del gravissimo episodio di violenza che ha visto vittima la giovane Pamela Mastropietro di 18 anni, scomparsa il 29 gennaio dalla Comunità di recupero PARS di Corridonia, dove era ospite, e ritrovata a pezzi in una valigia nella frazione di Casette Verdini – Pollenza il 31 gennaio l’Associazione evidenzia quanto segue.
"La scomparsa e l’omicidio perpetrato nei riguardi della giovane romana che era ospite della Comunità per curare la sua dipendenza da stupefacenti richiama alla luce i diversi casi di scomparsa che avvengono nel nostro Paese dalle strutture di recupero che hanno lo scopo di sostenere ed aiutare i soggetti malati attraverso un programma di disintossicazione e riabilitazione.
La struttura che ha in carico il malato, sia maggiorenne che minorenne, deve espressamente prevedere un’assistenza e una vigilanza, diurna e notturna, più incisive al fine di un maggior controllo degli ospiti così da evitare fughe improvvise. Le Comunità cui vengono affidati i soggetti malati dovrebbero, inoltre, predisporre sistemi e cancelli di sicurezza.
Il macabro epilogo che ha coinvolto la povera Pamela uccisa per mano del nigeriano Innocent Oseghale, di 29 anni, già noto alle Forze dell’Ordine perché con precedenti penali, e senza permesso di soggiorno, accentua ancor più la situazione di degrado e la mancanza di sicurezza nella città.
L’Associazione critica aspramente e con fermezza il ruolo delle Istituzioni locali, Prefettura, in quanto l’extracomunitario secondo quanto previsto dalla legge, doveva abbandonare il nostro Paese. Compito del Prefetto era l’adozione del Decreto di espulsione dello straniero dal territorio italiano.
L’Associazione lancia, altresì, critiche nei riguardi degli organi inquirenti per aver diffuso la notizia del ritrovamento di Pamela alla stampa ancor prima di dare la comunicazione ufficiale alla famiglia.
L’Associazione esprime piena vicinanza alla famiglia di Pamela Mastropietro in questa gravissima circostanza che l’ha colpita auspicando nella Giustizia una pena esemplare per il crimine commesso sollecitando che vengano accertate le responsabilità di eventuali complici nel delitto".
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